mercoledì 31 agosto 2016

Chi ben comincia #9

Ciao a tutti, siamo arrivati all'ultimo giorno di agosto, a me personalmente dispiace, adoro l'estate e settembre è un mese proprio intenso. Terminiamo il mese con la rubrica Chi ben comincia, ideata dal blog Il profumo dei libri.



REGOLE:

- Prendete un libro qualsiasi contenuto nella vostra libreria
- Copiate le prime righe del libro (possono essere 10, 15, 20 righe)
- Scrivete titolo e autore per chi fosse interessato

- Aspettate i commenti


Sono rientrata dalle vacanze domenica sera e appena arrivata ho avuto una piacevolissima sorpresa: è arrivato il libro geograficamente sparpagliato che stavo aspettando. Come per L'armadio dei vestiti dimenticati (recensione qui), anche questo titolo passerà di mano in mano e tutte noi lasceremo commenti e note a margine. Un'iniziativa meravigliosa, speriamo che questo titolo sia nelle mie corde. Il libro è "Central Park" di Guillaume Musso, ed. Bompiani



    All'inizio il soffio vivace e pungente del vento sul viso.
    Il fruscio leggero delle foglie. Il mormorio distante di un ruscello. Il cinguettio discreto degli uccelli. I primi raggi del sole che s'indovinano attraverso il velo delle palpebre ancora chiuse.
    Poi lo scricchiolio dei rami. L'odore della terra umida. Quello delle foglie in decomposizione. L'odore penetrante e selvatico del lichene grigio.
    Più lontano, un ronzio incerto, onirico, dissonante.
    Alice Schäfer aprì gli occhi con difficoltà. La luce del giorno nascente la accecava, la rugiada dell'alba le appiccicava i vestiti. Madida di sudore ghiacciato, batteva i denti. Aveva la gola secca e un forte sapore di cenere in bocca. Le sue articolazioni erano anchilosate, le membra rattrappite, la mente intorpidita. Quando si tirò su, si accorse di essere sdraiata su una ruvida panchina di legno grezzo. E, sbalordita, sentì pesarle addosso il corpo di un uomo massiccio e robusto, raggomitolato contro il suo fianco.



Cosa ve ne pare? Siete curiosi? Questo libro lo leggerò subito, devo far proseguire il suo viaggio, quindi a breve ci sarà la recensione. E' una trovata bellissima vero?





martedì 30 agosto 2016

Spazio al self - Segnalazione "Adam" di Giovanna Roma

Ciao a tutti, oggi vi propongo una segnalazione. Un libro di un'autrice italiana che personalmente non conosco, ma mi incuriosisce.



AUTRICE: Giovanna Roma
TITOLO: Adam
SERIE: Deceptive Hunters #1
GENERE: Dark romance
DATA PUBBLICAZIONE: 18 agosto 2016
ISBN: 9786050438246
PREZZO: € 2,99
PAGINE: 192

Trama:
Ho sempre saputo come sarebbe stata la mia vita.
La mia storia è stata scritta da qualcun altro e non è certo una trama felice.
Solo. Letale. Killer.
Circondata dalla feccia della società. Dipendente. Vuota.
Niente legami. Fuori dal lavoro non esiste una vita vera per me.
Soltanto il baratro.
Tutti si proclamano innocenti, finché il mio proiettile non decide per loro.
Io vedo cosa nascondono dietro la maschera. Li scopro animali.
Poi qualcuno si mette in mezzo e complica le cose.
Qualcuno mi ha urlato in faccia e sono stata costretta ad affrontare i mostri nella mia testa.
Inizia la caccia.
Inizio la fuga.
Ora un bivio cambierà per sempre ciò che sono.
Ora tutto sarà diverso. Finalmente sarò solo io e nessun'altra.

BIOGRAFIA AUTRICE: 
Sono nata e cresciuta in Italia e viaggiato sin da bambina. I generi che leggo spaziano tra thriller, psicologia, erotico e dark romance. Anche quando un autore non mi convince, concedo sempre una seconda possibilità, leggendo un altro suo libro. Sono autrice dei romanzi La mia vendetta con te e il suo sequel Il Siberiano.

TWITTER: @_GiovannaRoma_




lunedì 29 agosto 2016

Recensione "I quattro protetti" di Chiara Cilli

Buon inizio settimana a tutti, anche io torno a regime, come si dice. Oggi vi propongo il mio pensiero sul primo libro di una trilogia urban fantasy, decisamente originale, scritto da un'autrice italiana famosa per i suoi libri dark romance. Libro self decisamente curato nei particolari.



Autrice: Chiara Cilli
Titolo: I quattro protetti
Data di pubblicazione: 26 febbraio 2015
Pagine: 328
Serie: La guerra degli Dei #1

Trama:
Il mio nome è Calen.
Sono un Emissarius, un agente segreto al servizio del Re della Nova Terra.
Ma non sono un soldato comune.
Io e i miei tre compagni siamo i Carnificēs, la squadra numero uno dell'intera Academīa.
Noi vinciamo sempre.
Noi non perdiamo mai.
Noi siamo invincibili.
Ma siamo anche qualcos'altro.
Qualcosa che va oltre ciò in cui abbiamo sempre creduto.
Qualcosa che cambierà per sempre le nostre vite.
I nostri nemici sono usciti allo scoperto.
La verità è stata svelata.
La lotta per conquistare ciò che ci appartiene è cominciata.
Una guerra che mai avremmo pensato di sostenere è alle porte.
E noi non abbiamo scelta.
Combatteremo.




Questa serie è considerata il sequel della saga "La regina degli inferi" che io, ahimè, non  ho letto. Ma comunque non è fondamentale averlo fatto, in quanto viene spiegato tutto il necessario, si può tranquillamente partire da questo.
Il libro è narrato in prima persona da Calen, la protagonista che condivide però il ruolo con i suoi tre compagni di avventure: il tenebroso Falen, per il quale prova un'attrazione che le toglie il fiato, direi decisamente ricambiata, e gli amici fedelissimi Dik e Naur.
Ci avevano addestrati a non provare emozioni, quando eravamo in azione, o semplicemente quando eravamo al cospetto di gente importante. La cosa non mi era mai piaciuta molto: amavo ridere con i miei amici e comportarmi come una ragazza normale. Ma non lo ero. Nessuno di noi lo era. Eravamo agenti segreti, e i soldati non scherzano, né provano sentimenti. Questo ci avevano insegnato il primo giorno che avevamo messo piede in questa prigione di lusso.
Loro sono i Carnifices, i migliori emissari del Re, agenti speciali impegnati sotto copertura a salvare il loro regno, la Nova Terra, dall'invasione della sovrana Akane del regno vicino (li divide un ponte), Tenebrarum Caput. Vivono e si allenano all'Academia, che per Cal spesso è una prigione. Durante una missione, la più pericolosa di sempre, apprenderanno l'esistenza della magia e scopriranno di essere molto di più che i migliori agenti del regno.
Mi è proprio piaciuto questo primo libro e come serie promette bene. Ha tutti gli elementi giusti: una buona dose di azione, avventura e anche amore, miscelati insieme. Chiara Cilli scrive bene e non è prevedibile. Il fatto che per tutto il libro ci sia questo rapporto di amore/odio fra Cal e Falen e che, per il momento, non sfocia nel happy end che si potrebbe immaginare, io l'ho veramente apprezzato, mi ha piacevolmente stupita.
I personaggi sono ben caratterizzati, ti sembra di conoscerli personalmente. Cal è un'eroina piena di difetti, altro particolare che apprezzo. Mi ha ricordato Anita Blake, per la sua caparbietà e il suo essere fuori dalle righe. La storia è molto articolata e ricca di particolari ma ben spiegata. Ci sono diverse descrizioni, cosa normale per introdurre un nuovo mondo, che permettono di capire meglio. Alcuni passaggi non mi sono piaciuti o non li ho trovati in linea con i personaggi, non posso elencarli perché sarebbe spoiler, ma nell'insieme il libro funziona. Soprattutto perché è ben scritto e segue una linea precisa, mi ha dato l'idea di un lavoro molto curato.
"Un tempo, la magia era la vita di Penthànweald. Era ovunque e tutto si nutriva di essa. Vi erano individui che sapevano controllarla e usarla, ma solo alcuni non si sono fatti dominare dall'oscurità che essa propagava in loro. Queste persone venivano chiamate Protetti e conservavano una parte dei poteri degli Dèi da cui erano stati scelti. Con il passare dei secoli e l'evoluzione, i Protetti sono scomparsi e la magia si è estinta. O almeno, così credevamo."
Il finale mi ha lasciato la curiosità di scoprire cosa ci riserveranno i seguiti, che ho scoperto sono già usciti, per fortuna. Non mi resta che leggere e se vi piace il genere vi consiglio di farlo anche voi.
Conoscete il libro o la saga precedente? Avete letto altro di questa autrice?



sabato 27 agosto 2016

Recensione " I trasfigurati" di John Wyndham

Buon sabato! Ormai il tempo delle vacanze sta finendo per me e pian piano si torna alla solita routine. Posso dire però che ne ho approfittato per leggere molto e in quindi in questi giorni vi lascerò molte recensioni. Oggi cambio genere, mi butto sulla fantascienza! 

Autore: John Wyndham
Titolo: I trasfigurati
Editore: Beat (collana Superbeat)
Data di pubblicazione: 22 aprile 2015
Pagine: 220

Trama:
David Strorm è un ragazzo di Waknuk, una comunità ordinata, osservante delle leggi e timorata di Dio, che comprende circa un centinaio di case grandi e piccole ed è uno dei pochi villaggi sopravvissuti al disastro atomico che ha devastato la terra. Suo padre è il più ricco proprietario terriero del paese, una persona influente che amministra la legge temporale come magistrato e tiene il sermone in chiesa la domenica, spiegando con chiarezza le leggi e le opinioni che vigono in cielo sui più disparati argomenti morali e materiali.
Sulle pareti di casa Strorm spiccano, come unico segno di decorazione, dei pannelli di legno su cui sono artisticamente incise citazioni prese dai Pentimenti, la bibbia dei sopravvissuti di Waknuk: «Solo l’immagine di Dio è Uomo», «Mantieni pura la Creazione del Signore » etc. Il pannello più grande pende dalla parete di fronte alla porta d’ingresso. Serve a ricordare a chiunque entri in casa: «Guardati dal Mutante!».
David è vissuto sin dalla più tenera età nella convinzione che «Benedetta sia la Norma» e che soltanto «nella purezza stia la salvezza», ma quando nella campagna attorno al paese si imbatte in Sophie, una piccola Mutante i cui piedi hanno sei dita, rinnega i dettami religiosi del padre e decide di tenere quel segreto per sé.
Dopo aver scoperto, però, di essere lui stesso un Mutante capace di comunicare a distanza, di «chiacchierare con forme-pensate» con altri otto ragazzi del villaggio e dei distretti vicini, tra cui sua cugina Rosalind e sua sorella Petra, David è costretto a fuggire da Waknuk e a inoltrarsi nel mondo sconosciuto, nelle Terre Selvagge e nelle foreste delle Frontiere e, al di là di quelle, nel Sealand, la terra di una nuova razza umana, di un popolo destinato a costruire un nuovo mondo.
Con uno stile scarno e immediato, aiutato dal vigore delle immagini e dal ritmo serrato delle vicende raccontate, I trasfigurati rielabora il terrore della guerra atomica, e tocca uno dei temi più cari alla letteratura: solo quando l’arroganza degli uomini sarà punita con una catastrofe, un nuovo mondo potrà nascere dalle sue ceneri.



Maledetto sia il mutante! Il mutante, il nemico, non solo del genere umano ma di tutte le specie che Dia aveva creato
Quando ho visto gli obiettivi del mese della Trivial pursuit reading challenge ho esultato. Un libro di fantascienza. Era già da un po' che volevo tornare a leggere questo genere, da me molto amato da ragazza (sembro vecchia, ma non voglio fare il conto degli anni...). Così ho guardato fra i titoli che avevo a disposizione e la scelta è ricaduta su questo, di cui avevo letto l'anno scorso una recensione che mi aveva spinto a comprarlo. Ho anche fatto una scoperta, tipo acqua calda. I distopici sono fantascienza, ecco perché mi piacciono tanto, rido ancora fra me e me ihihih. I trasfigurati è decisamente un distopico e anche inquietante.
Ci troviamo credo in America, nel futuro, dopo che (mi sembra di aver capito così) un disastro nucleare, chiamato Tribolazione ha cambiato completamente assetto alla Terra. Ci sono Terre Selvagge e Frontiere spaventose, il mare non si può neanche toccare e la popolazione ha una fede bigotta e molto radicata. Tutto ciò che è diverso nell'aspetto, animale o vegetale, è considerato un abominio e sterminato. Gli esseri umani mutanti vengono abbandonati al loro destino nelle frontiere, dopo averli sterilizzati, per contenere la contaminazione.
Così imparai prestissimo cosa fossero i reati. Erano esseri che non avevano un aspetto giusto... cioè non erano uguali ai loro genitori o alle piante della stessa specie. Di solito si trattava di differenze minime, sebbene accadesse anche che un essere fosse completamente sbagliato, e quindi molto strano a vedersi. Ma, più o meno diverso, era un reato; se poi si trattava di una persona, era un sacrilegio; almeno, questi erano i termini tecnici, benché  gli uni e gli altri venissero comunemente indicati con il nome di deviazioni.
David scopre presto che lui stesso è un mutante, anche se in maniera diversa dal solito. Non ha più arti o il viso deforme o tratti caratteristici estetici diversi, ma può comunicare col pensiero con altri ragazzi come lui. Capisce subito il pericolo che corrono e l'esigenza di mantenere segreto questo particolare, infatti suo padre è il maggior fautore della politica della purezza. Ma l'arrivo della sorellina Petra cambierà le regole e il suo mondo verrà stravolto.
Avevamo un dono che, come diceva amaramente Michael, avrebbe potuto essere una benedizione, ma che era poco meno di una disgrazia. Il più stupido dei normali era molto più felice; apparteneva a qualcosa di ben definito. 
Questo libro come già detto sopra è molto inquietante, anche perché il tema è purtroppo sempre attuale. La ricerca della razza pura, il bisogno di conformarsi in maniera uguale, la discriminazione del diverso, il bisogno di annientarlo. Ma anche la poca attenzione all'ambiente e i disastri che ne consegue. Tematiche forti che qui sono ben sviluppate, fantasia ma con riguardo alla realtà. 
Lo sviluppo della storia è interessane e per niente scontato. Il finale è stato una sorpresa, con uno spiraglio di speranza. Non lascia in sospeso ma non mi dispiacerebbe leggere un seguito.
Lo stile dell'autore non è così scorrevole, spiega molto in dettaglio le varie situazione e l'ambientazione mentre si concentra poco sui sentimenti. In questo è più maschile, passatemi il termine. Io apprezzo di più quando le emozioni sono più sentite ma nel complesso è stata una buona lettura, sono soddisfatta.
Vi piace la fantascienza? I distopici? Conoscete questo libro? 



giovedì 25 agosto 2016

Recensione "Chanel non fa scarpette di cristallo" di Barbara Fiorio

Ciao lettori, sono ancora in vacanza quindi scusate se non rispondo o lo faccio tardi ma la connessione free va cercata. Oggi vi lascio la recensione del libro letto più bello del mese, un titolo che è già tutto un programma.

Autrice: Barbara Fiorio
Titolo: Chanel non fa scarpette di cristallo
Editore: Castelvecchi (collana Ultra)
Data di pubblicazione: 19 novembre 2010
Pagine: 219

Trama:
Cosa succederebbe se, anziché limitarsi a trasformare in storie la propria fantasia, gli autori delle fiabe più famose avessero stretto un patto con il diavolo condannando le proprie creature a uscire dalle pagine dei libri per affrontare i vizi e le virtù della quotidianità? Donne favolose si troverebbero a vivere in un mondo che non è decisamente un regno fatato né un posto per principesse, dove la realtà è fatta di lavori noiosi, problemi da risolvere e uomini davvero molto diversi dai principi azzurri. Una vita complicata, senza considerare che i termini del famoso patto stipulato alle loro spalle prevede una clausola fondamentale: la ragazza che nel corso della sua esistenza normale dovesse incontrare il vero amore perderebbe, insieme all'immortalità, anche il ricordo del tempo che fu, lasciando scivolare nell'oblio le antiche fiabe raccontate a tutte le bambine del mondo. Così, mentre alle porte del cuore di Beatrice, Maddalena e Penelope già bussano i rispettivi cavalieri, il divertente romanzo di Barbara Fiorio propone alle sue protagoniste l'eterno conflitto tra amore romantico e vita reale: chi vincerà?



Chi mi conosce sa che non leggo mai un libro solo alla volta, patisco soprattutto l'inizio, mi viene voglia di cambiare. Sono pochissimi quindi i libri che inizio e finisco senza mollarli mai. Questo è uno dei pochi, fin da subito mi ha catturata con l'ironia della penna di questa bravissima autrice. Di suo avevo letto Qualcosa di vero, grazie Lgs libro meraviglioso, e quindi quando ho visto l'ebook in offerta non ho resistito e rimpiango di avere la versione digitale (dettaglio a cui porrò rimedio a breve), perché Chanel non fa scarpette di cristallo merita veramente, mi è piaciuto ancor di più!
Ma anche i cinici sono stati bambini nutriti a favole. Una vera condanna, un imprintig a cui difficilmente si sfugge.
Quindi, in fondo in fondo, un po' tutti ci crediamo e un po' tutti ci speriamo. 
L'idea del libro è geniale, cosa succederebbe se i personaggi di alcune fiabe vivessero nel presente fra noi? Come sarebbero? E perché rifuggono l'amore, anzi il lieto fine in maniera così ostinata?
Ma era pronta a pagare il prezzo per quel lieto fine?
Le protagoniste sono tre: Beatrice, Maddalena e Penelope, di cui non vi dirò il nome della fiaba da cui arrivano perché è bello scoprirlo pian piano. Ma i personaggi presenti sono molti, dalla Nonna al Lupo, e molti altri. La mia preferita è la scorbutica Vecchia, per cui facevo già il tifo nella fiaba originale.
Bello leggere una storia così moderna e cercare di associare il nuovo nome con quello originale, non sempre così scontato come per la Nonna. Ma la cosa migliore è lo stile. Barbara Fiorio scrive benissimo, proprio come piace a me, è scorrevole e ironica al punto giusto. La storia poi è decisamente originale e alcune cose non vengono svelate fino alla fine.
Tra guerre, epidemie, morti atroci, violazioni dei diritti umani, ingiustizie sociali, malattie incurabili o la fame nel mondo, Beatrice aveva l'imbarazzo della scelta per immaginare qualcosa di peggio di quel momento. Ma ciò non riuscì a sollevarla.
Ci sono poi molti particolari che fanno proprio ridere. Il gatto di Penelope ad esempio mi ha regalato dei bei momenti. Così come le citazioni finali. 
Ho letto una recensione che definiva questo libro un fantasy. Io amo il genere, ma a parte l'espediente per realizzare la trama qui non ci sono elementi magici. Rassicuro chi storce il naso a prescindere, io l'ho trovato più un chick lit. 
E' un libro allegro e travolgente, ma non frivolo (provateci voi a dare della frivola a Maddalena o Penelope). Nelle note finali si capisce che è il suo primo libro e devo dire che come esordio è travolgente. Mi è sembrato che l'autrice abbia messo molto di sé in questa opera.
Cosa ne dite, vi ho incuriosito? Conoscete l'autrice? Cosa aspettate a leggerlo? 




mercoledì 24 agosto 2016

Chi ben comincia #8

Ciao, oggi nuova puntata di questa rubrica ideata dal blog Il profumo dei libri.


REGOLE:

- Prendete un libro qualsiasi contenuto nella vostra libreria
- Copiate le prime righe del libro (possono essere 10, 15, 20 righe)
- Scrivete titolo e autore per chi fosse interessato

- Aspettate i commenti


Oggi ho pensato di lasciarvi l'incipit di questo libro, che mi è stato consigliato e di un autore che ho avuto la fortuna di sentire dal vivo, che è simpatico e divertente quanto i suoi libri. "Odore di chiuso" di Marco Malvaldi, Sellerio editore. Spero che vi incuriosisca perché a breve sul blog ci sarà una sorpresa legata a questo.





L'aspetto della collina di San Carlo dipende principalmente dall'ora della giornata.
Di mattina, il sole si alza alle spalle del colle; e poiché il castello è stato costruito un po' sotto la sommità, i suoi raggi diretti non arrivano a penetrare nelle finestre delle camere dove riposano il settimo barone di Roccapendente, i suoi familiari e i suoi (solitamente molti) ospiti, che così possono tranquillamente dormire fino a tardi. 
Nel primo pomeriggio, i raggi solari puntano impietosamente sul castello, sui suoi giardini e sulla tenuta circostante, e costringono chiunque si trovi fuori a sopportare una calura micidiale, resa ancora più spietata dall'umidità delle vicine paludi; ma, a quell'ora, il barone e i suoi familiari solitamente si trovano all'interno del castello, nelle cui stanzone dai soffitti a volta si gode una frescura piacevole e confortante, che aiuta le menti a concentrarsi nel gioco delle carte, nella lettura e nel ricamo di difficili intarsi. Fuori, sotto il sole che picchia, rimangono solo i braccianti, il fattore e gli addetti alle stalle e al giardino, che d'altronde al caldo ci sono abituati.




Come vi sembra l'inizio? Mi sembra di vederlo il castello, immerso nella maremma. Questo libro è uno storico, quindi una sfida per me che di solito non li leggo. Però sono curiosa. E voi?



lunedì 22 agosto 2016

Recensione "Asiatici ricchi da pazzi" di Kevin Kwan

Buon lunedì a tutti! Io sono di nuovo in vacanza ma ormai ho preso il giro con le programmazioni e conto di tenervi compagnia tutta la settimana. Contenti? L'unico problema è che dove sono ora non c'è connessione e il Wi-Fi  lo trovo poco. Quindi nei commenti sarò molto lenta a rispondere, chiedo scusa in anticipo. 
Vi lascio il mio pensiero di un libro che ho letto al mare (sempre in giro!), mi è piaciuto ma non mi ha convinta del tutto.

Autore: Kevin Kwan
Titolo: Asiatici ricchi da pazzi
Editore: Mondadori
Data di pubblicazione: 28 giugno 2016
Pagine: 432

Trama:
Quando la newyorkese Rachel Chu accetta di conoscere la famiglia del fidanzato Nicholas Young, con la scusa di accompagnarlo a un matrimonio a Singapore, certo non si immagina che Nick è lo scapolo d'oro del mondo asiatico. Che la sua casa di famiglia sembra un castello uscito dalle favole e che probabilmente nel corso della sua vita lui ha preso più jet privati che taxi. Non ha idea che sta per partecipare al matrimonio dell'anno, a un evento senza precedenti, con il Cirque du Soleil e i Piccoli cantori di Vienna ad aprire le danze, abiti disegnati ad hoc da Valentino e una silenziosa gara a chi è il più ricco fatta a suon di regali di nozze che nessuno in Occidente potrebbe mai permettersi.
E sicuramente non può arrivare a pensare che la madre del fidanzato le ha messo un detective privato alle calcagna perché sicuramente lei non è all'altezza del figlio, l'uomo più ricco di tutta l'Asia. Un po' Dallas, un po' Orgoglio e pregiudizio, Asiatici ricchi da pazzi è una commedia sfavillante, un viaggio nel jet set dei veri ricchi. Un racconto esilarante su cosa significhi essere asiatici, giovani, innamorati e pieni di soldi ben oltre l'immaginabile.




Questo libro l'ho scelto perché ambientato in Asia, mi serviva per una challange. Il bello di partecipare a queste sfide è proprio il fatto di variare molto e uscire spesso dalla comfort zone. Il titolo e la trama sono accattivanti e devo dire che rispecchiano bene la trama.
Ma come poteva parlare della sua famiglia, sopo che per tutta la vita era stato condizionato a evitare l'argomento?
Con la scusa del matrimonio del suo migliore amico, Nicholas convince Rachel a passare l'estate con lui a Singapore, dalla sua famiglia, che è decisamente diversa da come si aspettava.
Viene presentato un mondo assurdo, dove spendere e ostentare la propria ricchezza è una ragione di vita, soprattutto per le donne. Dove se ti sei arricchito recentemente o provieni dal continente o, peccato dei peccati, da Hong Kong, sarei sempre guardato male, con sufficienza. 
A Rachel, di umili origini e Americana (anche se nata in Cina) ne combinano di tutti i colori e cercano in tutti i modi di sabotare la sua relazione con Nicholas, che è considerato lo scapolo più ambito di tutta Singapore.
"Tutto il paese è un resort tropicale di lusso"
E' un libro carino con una storia originale, di sicuro io non avevo idea che si potesse sperperare così tanto in cose veramente inutili. Mi sembrano cose impossibili, assurde, come quando guardi un film totalmente al di fuori del tuo contesto. Molte delle griffe citate neanche le conosco.
L'idea del libro però mi è piaciuta, partire dalla storia romantica e raccontare un intero mondo, poco conosciuto.
Secondo me però alcune cose hanno stonato. Innanzitutto le troppe note. Tantissimi termini originali con il rimando alla spiegazione, veramente troppe, ad un certo punto non le leggevo neanche più, cercavo di capirne il senso così. 
E poi ha ribadito troppo la sregolatezza della nuova generazione. Ci credo a questo, ma ha dipinto un quadro troppo esagerato con di contro i personaggi di Astrid e Nick inspiegabilmente estranei a questo.
"Sai, quando hai sempre avuto denaro nella vita, non passi molto tempo a pensarci."
E' un libro ricco, con capitoli abbastanza brevi e che passano da un contesto ad un altro, spiegando un mucchio di cose, ma si legge bene ed è scorrevole e di sicuro ho imparato molte cose sui nuovi ricchi e l'élite di Singapore.
Il finale ha abbassato il giudizio perché tutto si incastra fin troppo bene, dopo tutto quello che succede è troppo perfetto e giusto, ha stonato un po'.
Una storia diversa dal solito che in alcuni momenti fa sognare e in altri arrabbiare.



sabato 20 agosto 2016

Recensione "Il leone e il corvo" di Eli Easton

Buon sabato a tutti. Io sono di nuovo in partenza, campeggio questa volta, che bello. Una settimana di relax totale. Oggi vi lascio la recensione di un libro particolare, che ho molto apprezzato.


Autrice: Eli Easton
Titolo: Il leone e il corvo
Editore: Dreamspinner Press
Data di pubblicazione: 2 agosto 2016
Pagine: 158

Trama:
Nell’Inghilterra medievale il dovere è tutto, l’onore personale vale più della vita stessa e l’omosessualità non è tollerata né da Dio né dalla società. 
Sir Christian Brandon è cresciuto in una famiglia che lo ha sempre odiato per la sua insolita bellezza e per le sue origini. Essendo il più piccolo di sei rozzi fratellastri, ha imparato a sopravvivere usando l’astuzia e le sue doti da stratega, guadagnandosi il soprannome di Corvo. 
Sir William Corbett, un imponente e feroce guerriero conosciuto come il Leone, sopprime i suoi desideri contro natura da tutta la vita. È determinato a incarnare il proprio ideale di cavaliere valoroso. Quando decide di mettersi in viaggio per salvare la sorella dal marito violento, è costretto ad affidarsi all’aiuto di Sir Christian. Il loro accordo metterà alla prova ogni briciola della sua fibra morale e, alla fine, la sua concezione di cosa significhino dovere, onore e amore.




Questo è un m/m cioè un libro in cui i protagonisti sono entrambi maschi. E' un genere abbastanza nuovo di cui ogni tanto leggo qualcosa volentieri. Complice quindi la voglia di tornare a questo tipo di libro e la cover che mi ha rapita, mi sono buttata così, senza sapere quasi nulla. Mi è andata proprio bene!
E' un romanzo storico, ambientato nell'Inghilterra medievale, intorno al 1300. All'epoca essere gay era considerato un abominio e in alcuni casi si veniva persino giustiziati per questo.
I protagonisti di questa storia lo sono entrambi, ma mentre il corvo, il giovane Christian lo accetta, il leone, il possente William lo combatte. Complice un viaggio per il salvataggio della sorella di William si troveranno insieme in intimità e scopriranno qualcosa di più forte del presunto onore.
Perché era nato così? Perché Christian era nato così? Perché l'unica persona a renderlo felice, una persona coraggiosa e sincera, che gli faceva venire voglia di cantare ballate d'amore e rendersi ridicolo, gli era preclusa da Dio e dal Re?
Questo libro è poco più di un racconto ma è completo. Non lascia in sospeso, racconta tutto fino alla fine e lo fa senza tralasciare nulla, né sentimenti, né azione.
La storia d'amore si accompagna alla storia personale dei protagonisti, fatta di inganni e sopravvivenza. Mi ha fatto molto riflettere il fatto che l'omosessualità venisse considerata così diabolica quando era lecito invece violentare i giovani scudieri o le mogli. Il diverso è sempre stato temuto e combattuto ma in un'epoca così oscura forse ancor di più. Fa pensare sul ruolo in questo dei signori del castello e della chiesa e a quanto poco contano le persone se nate femmine o dopo molti fratelli.
Io leggo poco i romanzi storici, ma questo mi è sembrato ben fatto, con i giusti riferimenti. E mi è piaciuto molto l'ambientazione. I castelli, i cavalieri e poi dopo la Scozia. Tutto descritto bene senza eccessi.
Ho amato molto i protagonisti, soprattutto il corvo, bello e intelligente. E ho apprezzato che la sua bellezza fosse quasi un difetto, qualcosa da temere. Come cambiano i tempi.
Possedeva una bellezza che William non aveva mai visto in un uomo. In verità, nemmeno in una donna. Tale bellezza gli ispirava ben poca fiducia.
Questo libro mi ha fatto palpitare il cuore per le emozioni trasmesse e ne consiglio la lettura, anche a chi non conosce ancora questo genere, non è eccessivamente spinto e non c'è solo la loro storia d'amore ma una trama fitta di azione, a volte decisamente cruenta, in sintonia con l'epoca.
Leggete libri m/m? Vi incuriosisce? 


giovedì 18 agosto 2016

Recensione "Olivia: Ovvero la lista dei sogni possibili" di Paola Calvetti

Ciao a tutti! Oggi vi lascio con la recensione di un libro che mi ha accompagnata per tutta la vacanza, perché ci ho messo più di una settimana a leggerlo. Non è lungo, anzi, ma proprio non riuscivo ad andare avanti, l'ho preso a piccole dosi, come una medicina. Volete sapere quale e la mia opinione?

Autrice: Paola Calvetti
Titolo: Olivia, ovvero la lista dei sogni possibili
Editore: Mondadori
Data di pubblicazione: 15 maggio 2012
Pagine: 181

Trama:
Inaspettati. Così sono tutti i doni degni di questo nome. E del tutto inaspettato è l'inizio di questa storia, con gli sguardi di due bambini che si sfiorano da lontano. Qualche anno dopo, a pochi giorni dal Natale, Olivia - la poco più che trentenne protagonista di questo romanzo - viene licenziata. O meglio: non viene licenziata perché non è mai stata assunta; semplicemente perde il posto di lavoro precario e si ritrova più precaria e fragile di prima. Così, con la sola compagnia dello scatolone che ha dovuto portare via dall'ufficio, di una buona dose di malinconia e degli stratagemmi che la nonna le ha insegnato per affrontare le difficoltà, Olivia si avvia per le strade della sua città. Trovato riparo in un bar tabacchi, scorre il suo curriculum pensando a tutto ciò che quelle pagine tralasciano: gli incontri che l'hanno segnata, gli amori veri e quelli che credeva lo fossero, le persone che non ha fatto in tempo ad abbracciare. E le passioni, i sogni, i fallimenti, la forza dei desideri. In quel bar tabacchi, che con il passare delle ore si popola di personaggi buffi, matti, generosi e pedanti, su Olivia veglia la nonna mai scomparsa davvero dalla sua vita, capace di leggere i segnali segreti della felicità nelle scie di un aereo o nel verso di una poesia. La stessa nonna che le ha fatto un dono speciale: una Polaroid con la quale strappare al tempo gli istanti più belli, complici dell'inarrestabile e salvifica fantasia di Olivia. Tra le mura ospitali di quel provvisorio rifugio, lungo una giornata iniziata nel peggiore dei modi, Olivia riflette che le cose migliori succedono sempre quando ci si rinuncia... Nelle stesse ore, come in un film a montaggio alternato, irrompono tra le righe i passi di Diego. Anche per lui è un giorno speciale, forse l'alba di un nuovo inizio, che saprà offrire una tregua all'innominabile ferita che ha segnato la sua infanzia. Olivia e Diego non sanno di essersi sfiorati per tutta la vita, ma fra loro vibrano le onde invisibili della serendipità, quella sensazione di euforia che si prova quando si scopre una cosa mentre se ne sta cercando un'altra. E se è vero che il destino segue regole invisibili, in quelle ore forse il loro, di destino, si sta organizzando in una bizzarra successione di eventi. Paola Calvetti dà vita a un romanzo popolato di personaggi intensi e vitali, che racconta con delicatezza le fragilità più estreme - quelle dell'anima, dell'età, del lavoro e della sua mancanza - e intona le note coraggiose di chi, anche quando piovono guai, sa scrutare nel cielo cercando lo squarcio di sereno sempre pronto ad aprirsi.


Ci sono istanti nella vita in cui tutto cambia. Istanti in cui succede qualcosa che modifica  radicalmente tutto quello che è esistito fino all'attimo che li ha preceduti.
Come ormai saprete partecipo alla challange delle LGS, che ogni mese ci sfidano a leggere due libri bonus, scelti da loro. Quando ho visto cover e sinossi di questo ero molto felice, di mio sono ottimista o almeno ci provo e adoro le storie di rinascita dalle proprie ceneri. Qualcosa però non ha funzionato e da subito. Ho odiato profondamente questo libro e la sua protagonista, sentimento mitigato solamente dalla noia profonda che ho patito. Non mi è piaciuto il modo di scrivere dell'autrice e non mi capacito del perché. E' scorrevole e moderno e, cosa che apprezzo sempre, molto sincero. Ma mi sono annoiata. Andavo avanti a fatica e ho avuto la voglia di mollarlo praticamente per tutto il tempo. Ho sperato sempre in un colpo di scena o in qualcosa di stimolante per me, ma non è mai arrivato. Mi sono imposta di finirlo sia per la challange, dopotutto è una sfida, sia perché è piaciuto a tante persone e ho letto belle parole. E' proprio vero che la lettura è soggettiva.
Non so bene cosa aspettarmi, ma aspetto. Una soluzione, una tregua, qualcosa che somigli a un'idea.
La storia si svolge in un bar tabacchi dove Olivia si rifugia per leccarsi le ferite dopo aver perso il lavoro. Fa un bilancio della sua vita, soprattutto quella lavorativa, e cerca di stilare liste per il futuro, per non soccombere all'autocommiserazione e darsi da fare. Intervallata alla sua storia conosciamo quella di Diego, figlio superstite dal fratello, con delle lacerazioni nel profondo non indifferenti. La sua vita e quella di Olivia si sono sfiorate in continuazione senza mai incontrarsi, come spesso accade, a pensarci bene. Ma sono anime affini ed è destino che prima o poi si incontrino, o forse no?
L'idea di scegliere una via piuttosto che un'altra e che questo porti a un incontro oppure no è veramente interessante. Una specie di Sliding doors. Così come l'idea di prendere un brutto colpo e ripartire da lì per trovare finalmente la felicità. Così pure come l'idea del bar tabaccheria e degli strani incontri che si possono fare se si presta la dovuta attenzione. 
Ci sono storie dappertutto, basta saperle ascoltare. Forse non sono buone storie, ma sono vere. E non devono necessariamente avere un lieto fine.
Questo libro è pieno di temi che mi piacciono ma che durante la lettura mi hanno solo annoiata. Credo che sia dovuto anche all'antipatia profonda che ho provato per la protagonista. L'autrice ce la presenta piena di difetti (cosa che di solito apprezzo tanto), ma poi vuole convincermi che i suoi difetti in realtà sono pregi, che tutti gli altri sono sbagliati, solo lei e la sua perfettissima nonna hanno capito tutto dalla vita. Poi è pieno di parti su come una volta era tutto migliore, un po come i vecchietti che dicono sempre "Ai miei tempi...". Olivia nel libro ha poco più di trent'anni, è nata nel 1976 (io l'anno dopo), quindi le cose che ha citato le conosco tutte ma questo modo di porsi, questo dire che quello che abbiamo vissuto noi è per forza migliore, mi irrita sempre. Si può avere un buon ricordo senza imporlo agli altri come superiore. 
Olivia si sente diversa ed è contenta di questo. Ma fa sembrare gli altri "normali" sbagliati e superficiali. E' snob e viziata e le sue stranezze non mi hanno per niente affascinata. 
E ora Diego. Ho avuto un compagno delle elementari che ha perso il fratello tragicamente e troppo presto ed è stato trasformato nel figlio sopravvissuto, proprio come lui. Diego mi ha fatto pensare a lui. Un bambino e un ragazzo molto provati dalla vita. Ma non mi sento di giudicare. Prima di diventare madre un comportamento come quello dei genitori di Diego l'avrei giudicato severamente. Ora non so dire come reagirei e non ci voglio nemmeno pensare. Credo solo che molta terapia avrebbe aiutato tutti. A parte la compassione però non ho avuto nessun'altra emozione per lui, è freddo e distaccato, ha i suoi motivi ma non mi ha conquistata.
Un libro di cui forse non ho colto il significato, che non è riuscito a conquistarmi, neanche nel finale.
Una storia che inneggia all'ottimismo ma che mi ha lasciato come immagine solo quella di una polaroid scattata a una sedia vuota.
Voi l'avete letto? Vi è piaciuto? Siete incuriositi?


mercoledì 17 agosto 2016

Chi ben comincia #7

Ciao, per chi non è in ferie o ha voglia di curiosare nella blogosfera vi lascio una nuova puntata di Chi ben comincia, rubrica ideata da Alessia del blog Il profumo dei libri.


REGOLE:

- Prendete un libro qualsiasi contenuto nella vostra libreria
- Copiate le prime righe del libro (possono essere 10, 15, 20 righe)
- Scrivete titolo e autore per chi fosse interessato

- Aspettate i commenti


Oggi ho proprio pescato a caso nella libreria, stavo cercando un'idea per l'angolo vintage e ho riscoperto questo libro, che ho comprato da molto, ma non ho mai iniziato perché è il primo di una serie interrotta. Anche se sembra che le cose stiano per cambiare, è uscita una nuova versione con cover e titolo originali, spero quindi che traducano anche i seguiti, ho sentito commenti molto positivi, incrocio le dita. "Schegge di me" (ora Shatter me) di Taheren Mafi. ed. Rizzoli.




Sono rinchiusa da 264 giorni. A tenermi compagnia ci sono solo un quadernetto, una penna malridotta e i numeri che mi frullano in testa. 1 finestra. 4 pareti. 15 metri quadrati di spazio. 26 lettere di un alfabeto di cui non mi sono mai servita nel corso di 264 giorni d'isolamento.
6336 ore dall'ultima volta che ho toccato un essere umano.
"Tra poco dividerai la cella la stanza con qualcuno" hanno detto.
"Speriamo che tu ci marcisca, qui dentro Una gratificazione per la tua buona condotta" hanno detto.
"Tra psicopatici v'intenderete Basta isolamento" hanno detto.
A parlare sono stati i tirapiedi della Restaurazione. Il movimento che in teoria avrebbe dovuto soccorrere la nostra società agonizzante. Le stesse persone che mi hanno trascinata fuori dalla casa dei miei genitori e mi hanno rinchiusa in manicomio per colpa di qualcosa che non sono in grado di controllare. A nessuno di loro è importato che non sapessi di cos'ero capace. Che non sapessi cosa stavo facendo.
Non ho idea di dove mi trovo.


Che ve ne pare? Io già sono rapita, la mia passione per i numeri ha preso il sopravvento e credo che metterò da parte le letture che avevo in programma per tuffarmi in questa. 
Lo conoscete? L'avete letto? Vi ispira? Fatemi sapere, come sempre sono curiosa.




martedì 16 agosto 2016

Recensione "Ritorno a Cape Love" di Viviana Giorgi

Ciao lettori, come va'? Tutti in ferie? Io sono ritornata e sto già preparandomi per ripartire, se riesco. Nel frattempo vi lascio qualche commento alle letture che mi hanno accompagnata al mare la settimana scorsa. Inizio con un raccontino breve, collegato ad un libro già letto e molto apprezzato.


Autrice: Viviana Giorgi
Titolo: Ritorno a Cape Love
Editore: Emma Books
Data di pubblicazione: 23 luglio 2014
Pagine: 42

Trama:
«Ho ambientato questo racconto a Cape Love, il villaggio (fittizio) del Maine dove si svolge il mio romanzo “Alta Marea a Cape Love”. Cape Love è un luogo che sembra fatto su misura per le storie d’amore, romantico e bellissimo, e dove tutto, o quasi, può succedere. Anche di incontrare un tipo come Steve, undici anni dopo...» (Viviana Giorgi)








Questo libro è ambientato a Cape Love, il paesino già conosciuto per me nel libro Alta marea a Cape Love, che ha confermato il mio apprezzamento per questa autrice. Ritorno a Cape Love non è collegato con quella storia, può tranquillamente essere letto sia prima che dopo o anche da solo.
La protagonista è Fiona che torna al paese natale dopo undici anni di assenza e con un "bagaglio" particolare. Ma non ha fatto i conti con il destino che le presenta davanti proprio il motivo della sua fuga, Steve.
La trama è un pochino scontata, ma è un racconto per presentare un luogo e per sorridere un po', quindi mi ha fatto proprio piacere. Fiona è simpatica e un vulcano, non a caso il suo soprannome è uragano.
"Guarda guarda, ma sei proprio tu, Fiona Lawn? Uragano?"
Adoro il modo di scrivere di Viviana Giorgi, ha tutto quello che cerco dai romance: ironia, simpatia, quel tocco di sensualità e spensieratezza. Non mi delude mai.
Dannazione! Si era bruciata undici anni di latitanza sentimentale nel tempo di un bacio.
In questo caso mi ha rapita da subito, anche se avrei apprezzato qualche accenno in più agli abitanti di Cape Love, così originali. Mi ricordano quelli di Star Hollow, il paese immaginario della serie Una mamma per amica.
Non voglio dilungarmi tanto, il racconto è breve ma ne consiglio la lettura anche solo per conoscere un'autrice nostrana molto talentuosa. A costo zero per giunta.
Vi incuriosisce? 




venerdì 12 agosto 2016

Recensione "Fai il tuo gioco" di Sagara Lux

Buongiorno a tutti, sono agli sgoccioli della mia vacanza al mare, ma grazie alla programmazione dei post (spero funzioni tutto) vi lascio il mio pensiero su un libro allegro e spensierato, di cui avevo proprio bisogno.


Autrice: Sagara Lux
Titolo: Fai il tuo gioco
Editore: Rizzoli
Collana: You feel
Mood: Erotico
Data di pubblicazione: 1 luglio 2016
Pagine: 94

Trama:
Benvenuti a Las Vegas, dove tutto sembra vero.
Corinne sta sorseggiando un drink nel lounge bar del Bellagio quando viene avvicinata da un uomo. Quella sera ha vinto molto al tavolo di Black Jack, e l’euforia e l’alcol la rendono audace. Si diverte a provocare gli uomini, ma Ryan non è come gli altri: prima che possa capire cosa stia accadendo, Corinne viene spinta in una stanza per un interrogatorio. Ryan Mill è un controller che lavora per il casinò. Corinne ha barato, deve restituire la vincita e andarsene. Ma Corinne è giovane e sfacciata, ha i capelli rosa, un corpo piccolo e sensuale e una carica erotica esplosiva: azzarda una controproposta, e Ryan non sa tirarsi indietro. Tra una canzone di Elvis e un gioco di prestigio, segreti per cui rischiare la morte e incontri bollenti, la vita di Corinne diverrà la posta in gioco di una pericolosa scommessa. Finché Ryan sarà costretto a smettere di bluffare e a scoprire tutte le sue carte.
Un romanzo appassionante e sfavillante come le mille luci di Las Vegas. Una scommessa sensuale in cui la posta in gioco è altissima: il cuore.


"Io sono pronta. Fai il tuo gioco, Ryan Mill".
Dopo una lettura impegnativa dai contenuti forti e importanti come Le tartarughe tornano sempre, sentivo proprio il bisogno di staccare, di leggere qualcosa di leggero e divertente. La mia amica Anna del blog Libri d'incanto mi ha intimato suggerito più volte di leggere questa autrice e così ho iniziato questo libro, che è breve ma completo. Avevo già letto altri titoli della collana You feel e la trovo ottima. Letture veloci, suddivise con criterio nei vari mood e di qualità.
Fai il tuo gioco è ambientato a Las Vegas e i protagonisti sono Corinne e Ryan. Lei è una truffatrice e lui un controller del Bellagio. Ma in realtà entrambi nascondono molte cose e si scopriranno più simili di quanto sembra.
Rientrare nel centro di Las Vegas era sempre un'emozione. Non si sapeva dove guardare. Era tutto luminoso, tutto ingannevole e pericoloso al tempo stesso.
Mi è proprio piaciuto il modo di scrivere di Sagara Lux. E' scorrevole, divertente e ironico e ha usato il metodo che più preferisco per questo genere: i due POV. Le emozioni vissute sia da Corinne che da Ryan mi hanno fatto tifare per loro sempre. Corinne con i suoi capelli rosa e il coraggio di rischiare L'ho adorata da subito e fino alla fine. Ryan con la battuta pronta e le ombre passate mi ha conquistata immediatamente. 
Corinne aveva il potere di tirare fuori una parte di me che credevo di avere sepolto da tempo. Quando la guardavo le regole crollavano, gli ordini si sovvertivano. E tornavo libero.
E' un erotico quindi ci sono diverse scene di sesso, ma c'è anche da scoprire il passato di Ryan, che inevitabilmente influisce nella loro storia. Avrei apprezzato qualche spiegazione in più per questo, oltre che per la famiglia di Corinne, ma confido in un seguito. Infatti viene spesso nominato Neil, un personaggio un po' nell'ombra e che non ha risolto tutto.
La cosa che mi è piaciuta di più è stata il corteggiamento fra i due protagonisti. I tentativi di seduzione, le battutine ironiche, i dispetti. 
Dio come mi piaceva la sua voce... Avrei continuato a sentirla all'infinito e a farlo arrabbiare sempre di più. Mi tirai indietro e lo sfidai a prendermi.
E' un libro che si legge in fretta e fa staccare la spina, curato nei dettagli e allegro. Un'autrice che mi è piaciuta molto e di cui leggerò altro sicuramente.
L'avete letto? Conoscete l'autrice? Vi piacciono gli You feel? 



mercoledì 10 agosto 2016

Chi ben comincia #6

Ciao, anche in vacanza non mollo! Per chi c'è vi lascio con un'altra puntata di Chi ben comincia, rubrica ideata dal blog Il profumo dei libri.


REGOLE:


- Prendete un libro qualsiasi contenuto nella vostra libreria
- Copiate le prime righe del libro (possono essere 10, 15, 20 righe)
- Scrivete titolo e autore per chi fosse interessato

- Aspettate i commenti

Oggi ho deciso di proporvi l'inizio di un libro allegro, adatto all'estate, che sicuramente leggerò presto. Si tratta di "Viola, Vertigini e Vaniglia" della simpaticissima Monica Coppola, ed. Book Salad.





"E quello dove vorresti metterlo?" mi chiede Emma, osservando perplessa il Ducato già stracolmo.
"Proprio qui..." annaspo spingendo lo scatolone.
"Se infili ancora qualcosa, quel catorcio esplode."
"Ma no, guarda, è entrato! Se solo 'sto coso si chiudesse..."
In quello stesso istante il portellone si spalanca riversandomi addosso una catapulta di oggetti, forme e dimensioni assortite.
Una ciabatta a forma di mucca volteggia in aria e, dopo una serie di allegre piroette, va a depositarsi direttamente ai piedi di Emma.
"Te l'avevo detto che esplodeva!"



Cosa ne pensate? Lo conoscete? Adesso torno in spiaggia, ma sono curiosa di sapere le vostre opinioni.



lunedì 8 agosto 2016

Recensione "Le tartarughe tornano sempre" di Enzo Gianmaria Napolillo

Buon lunedì, come state? Io sono finalmente al mare questa settimana, ma grazie alla possibilità di programmare i post conto di essere presente anche qui sul blog, se tardo un pochino nelle risposte sapete il perché, poi arrivo però!

Autore: Enzo Gianmaria Napolillo
Titolo: Le tartarughe tornano sempre
Editore: Feltrinelli
Data di pubblicazione: 11 marzo 2015
Pagine: 216

Trama:
Salvatore è nato quando in pochi conoscevano il nome della sua isola: un luogo di frontiera posto alla fine del mondo, con il mare blu e la terra arsa dal sole. È cresciuto sulle barche, vicino alle cassette di alici, con lo sguardo nell'azzurro, sopra e intorno a lui. Forse è lì che tutto è cominciato, tra ghirigori nell'acqua e soffi nel vento. Di sicuro è lì che ha conosciuto Giulia, anche se lei vive a Milano con i genitori emigrati per inseguire lavoro e successo. Da sempre Giulia e Salvatore aspettano l'estate per rivedersi: mani che si intrecciano e non vogliono lasciarsi, sussurri e promesse. Poi, d'inverno, tante lettere in una busta rosa per non sentirsi soli. Finché, una mattina, nell'estate in cui tutto cambierà, Giulia e Salvatore scoprono il corpo di un ragazzino che rotola sul bagnasciuga come una marionetta e tanti altri cadaveri nell'acqua, affogati per scappare dalla fame, dalla violenza, dalla guerra. Gli sbarchi dei migranti cominciano e non smettono più. L'isola muta volto, i turisti se ne vanno, gli abitanti aiutano come possono. Quando Giulia torna a Milano, il filo che la lega a Salvatore si allenta. La vita non è più solo attesa dell'estate e amore sincero, corse in spiaggia e lanterne di carta lanciate nel vento. La vita è anche uno schiaffo, un risveglio, la presa di coscienza che al mondo esistono dolore e differenze. Una scoperta che travolge i due ragazzi e che darà valore a tutte le loro scelte, alla loro distanza e alla loro vicinanza.



Ho scelto di leggere questo libro in quanto bonus della challange delle Lgs. Quando ho letto la sinossi ero contenta e spaventata per la scelta, perché quello degli sbarchi è un argomento che conosco poco ma di cui vorrei saperne di più. Anche se la lettura per me è più che altro evasione e scarico, questo libro l'ho iniziato sapendo di non cercare questo ma di affrontare un tema impegnativo e necessario, di leggere un pezzo di storia dei nostri tempi che troppo spesso tendiamo a dimenticare.
E poi c'è una parola nuova, la stupida ripicca di uomini senza cuore né cervello. Ripetuta e sezionata, ben descritta dall'odio che contiene.
Respingimenti.
Respingere i barconi in acque internazionali, una procedura semplice con effetti immediati. L'incarcerazione, la tortura, lo sfruttamento, senza alcuna tutela, dei migranti nei paesi di partenza.
I protagonisti sono Salvatore e Giulia, lui nato sull'isola e lei di Milano, la cui famiglia da sempre passa l'estate lì. Questa contrapposizione fra Nord e Sud, fra Milano e Lampedusa, fra brutto e bello e giusto e sbagliato è molto netta e dura per tutto il libro. La capisco anche se mi ha dato fastidio. Il padre di Giulia è l'esempio del milanese arricchito che passa le vacanze in un posto meraviglioso e alla prima difficoltà vende tutto, sputando sentenze e con un razzismo evidente. Purtroppo è vero che ci sono molte persone che hanno agito e pensato così, inutile non dirlo. E sfortunatamente esistono ancora. Ma non tutti gli abitanti del Nord sono così, non tutti la pensano in quel modo e non tutti si sono comportati così o lo fanno ora. Come non tutte le persone che abitano tutto l'anno l'isola si sono mostrate così solidali come Salvatore e suo padre. Questo è un libro e racconta una storia, ma secondo me è troppo di parte, c'è una separazione troppo netta. Anche questo è razzismo.
C'è però da aggiungere che non si può conoscere così bene una situazione come la conosce chi abita lì e vede i morti, la disperazione, i maltrattamenti. Ho sempre provato a immaginare come dev'essere stato vivere gli sbarchi proprio sul luogo, come la vita così come si è conosciuta fino a quel momento viene stravolta. Provo una profonda ammirazione per le persone come Salvatore che hanno capito la disperazione che porta ad abbandonare tutto e hanno aiutato come potevano.
"L'isola è di chi rimane e di chi arriva. Non di chi se ne va." Salvatore parla, spicca con il suo accento enfatizzato dalla lontananza.
Un altro argomento molto sottolineato è il ritorno alle radici, la mancanza per la propria terra quando si è costretti a lasciarla. Io questo non l'ho vissuto personalmente ma immagino che sia proprio come descritto in questo libro, come se si fosse incompleti.
"Qualche volta tornare può essere l'unica via d'uscita".
La trama è incentrata sulla storia d'amore tra Salvatore e Giulia, moderni Romeo e Giulietta che si amano tanto ma sembra non basti. In un libro con un'impronta così realistica non l'ho trovato molto adatto, anche se mi è piaciuta e ho tifato tutto il tempo per loro. Ho apprezzato però la fine non così scontata e non del tutto chiusa.
La vita cosa sarebbe senza quella sensazione che ti fa credere di essere felice? Una sensazione che molti non conoscono, che hanno seppellito con milioni di ragioni, e che ignorano con imbarazzo. Chimica, temperatura e sensi. Ingredienti basilari: un ragazzo e una ragazza. Il primo amore, la distanza, l’estate. Una montagna di ricordi rocciosi, la costituzione di un’illusione.
Nell'insieme mi è piaciuto e mi ha soddisfatta però ho patito un pochino lo stile dell'autore così volutamente poetico, quasi retorico. In alcuni momenti per me è stato troppo, troppe descrizioni, troppa tristezza, troppi buoni sentimenti.
Sono contenta di averlo letto e lo consiglio soprattutto a chi vive lontano dalle proprie origini, a chi si sente un esule. E mi piacerebbe anche lo leggesse chi vorrebbe attuare la politica del respingimento, chissà mai possa servire.
L'avete letto? Cosa ne pensate?