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mercoledì 17 settembre 2025

L'angolo vintage 2.0 - Recensione "Lo strano caso del cane ucciso a mezzanotte" di Mark Haddon

Buongiorno lettori, ecco oggi questa rubrica inventata da me (nel 2016) che è stata rivista e alla quale si sono aggiunte compagne di viaggio. L'idea sembra piaciuta (ha pure dato spunto ad altri), ne sono veramente felice

In cosa consiste la rubrica? Anche se la qualcuno pensa che a noi blogger i libri vengano sempre e solo regalati vi assicuro che non è così, noi ne compriamo e pure tanti! Se poi si è un po' compulsivi, tipo me e le mie socie, ci si ritrova ad avere intere pile di arretrati da leggere.
Quindi ogni mese sceglierò (magari facendomi aiutare con qualche sondaggio sui social) un libro comprato da un po' e non ancora letto e lo recensirò. Sarò in compagnia e pubblicherò ogni 17 del mese.

Per questo mese ho scelto questo titolo, (s)consigliato da una challenge alla quale partecipo.
Il libro:
Autore: Mark Haddon
Titolo: Lo strano caso del cane ucciso a mezzanotte
Editore: Einaudi
Data di pubblicazione: 28 maggio 2013
Pagine: 248

Trama:
Questo è un giallo diverso da tutti gli altri. L'investigatore è Christopher Boone, ha quindici anni e soffre della sindrome di Asperger, una forma di autismo. Christopher ha un rapporto molto problematico con il mondo. Capisce tutto di matematica e pochissimo degli esseri umani. Odia il giallo e il marrone, ama il rosso e detesta essere toccato. Non mangia se cibi diversi entrano in contatto l'uno con l'altro, si arrabbia se i mobili di casa vengono spostati, non riesce a interpretare l'espressione del viso degli altri, non sorride mai.
Christopher non è mai andato più in là del negozio dietro l'angolo, ma quando scopre il cadavere di Wellington, il cane della vicina trafitto da un forcone, capisce di trovarsi davanti a uno di quei misteri che il suo eroe, Sherlock Holmes, era così bravo a risolvere.
E inizia così un viaggio straordinario che gli cambierà la vita.






Come ogni libro che parla di autismo, sono stata titubante a lungo sull’eventualità di leggerlo, ma l’ho comprato da un po’. Grazie a una challenege alla quale partecipo ho deciso, finalmente, di recuperarlo.
Posso dire però che questa volta aspettare non ha fatto bene, perché questo libro è un po’ datato e si sente, mentre se l’avessi letto anche solo 10 anni fa sarebbe stato diverso.

Mi spiego: per fortuna negli ultimi anni si è sdoganato un po’ l’autismo, se ne parla di più, si conoscono di più le dinamiche e i comportamenti, c’è più cinematografia e bibliografia riguardo. Non sempre questa è risultata a mio avviso una cosa positiva, ma comunque è indubbia l’importanza che ha anche solo il parlarne, che non sia più tabù.

Quindi questo libro avendo più di 20 anni è obsoleto, sia per scelta di termini utilizzati, che per descrizioni dei comportamenti dei neurotipici (termine non usato ovviamente nel libro). Questa caratteristica mi ha un pochino destabilizzata all’inizio della lettura, soprattutto perché appunto l’argomento mi riguarda personalmente.


Questo libro narra la storia di Christopher, definito Asperger (in realtà autistico ad alto funzionamento) e della sua famiglia, raccontata in prima persona proprio dal ragazzo, con i suoi modi di parlare e di esporre. Nonostante sia scorrevole, non è semplice entrare in confidenza con la mente di un ragazzo autistico e quindi capisco le perplessità riscontrate da alcuni lettori, ma nell’insieme questo metodo narrativo io l’ho trovato efficace, soprattutto per l’intento iniziale, quello di far conoscere l’atteggiamento a prima vista strano che a volte certe situazioni portano.


Quello che mi è dispiaciuto è l’asetticità della storia. Mi è sembrato quasi di leggere un manuale, pur sempre di qualche anno fa, sull’autismo e che l’autore abbia voluto “spuntare” le caratteristiche, per elencarle tutte.

Come spesso di dice, ogni persona autistica è a sé e diversa, lo posso confermare, e non tutti hanno tutte quante le prerogative più conosciute (amore per la matematica, disturbi ossessivo compulsivi, sensibilità uditiva, selezione cromatica del cibo ecc.). Mi è sembrato quasi un trattato ecco. Inoltre i genitori non ne escono bene e questo mi è dispiaciuto, perché manca del tutto la parte di impatto emotivo che una diagnosi di questo tipo ha su tutta la famiglia (e che Christopher non tratta perché non lo rileva).


Mi è piaciuto questo libro? Per certi versi sì, sicuramente è stato utilissimo quando è uscito, credo però che ora sia obsoleto. Ha però un pregio enorme, che io ho amato tanto: i capitoli sono ordinati per numeri primi.

Il titolo però non mi ha convinta, ho anche guardato l’originale e poi ho scoperto che in inglese è una frase pronunciata da Sherlock Holmes, cosa più che mai inerente con la storia, ma del tutto tralasciata nella traduzione italiana, peccato.
Voto: 3.5*
Voi l'avete letto?
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Grazie Dolci per la grafica


3 commenti:

  1. Peccato perché il tema trattato è importante. Sicuramente negli ultimi venti anni sono stati fatti tanti passi avanti nel campo delle neuroscienze.

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  2. Libro interessante, mi piacerebbe leggerlo nonostante sia abbastanza vecchiotto

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  3. Ciao Chiara. Questo romanzo è noto, ma io non l'ho mai letto. Peccato che risulti un po' datato... ma in questi dieci anni sono stati fatti tanti passi avanti in merito a questo tema così delicato, nella scienza ma non solo. Forse è un buon segno...

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