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venerdì 17 ottobre 2025

L'angolo vintage 2.0 - Recensione "If we were villains" di M.L. Rio

Buongiorno lettori, ecco oggi questa rubrica inventata da me (nel 2016) che è stata rivista e alla quale si sono aggiunte compagne di viaggio. L'idea sembra piaciuta (ha pure dato spunto ad altri), ne sono veramente felice

In cosa consiste la rubrica? Anche se la qualcuno pensa che a noi blogger i libri vengano sempre e solo regalati vi assicuro che non è così, noi ne compriamo e pure tanti! Se poi si è un po' compulsivi, tipo me e le mie socie, ci si ritrova ad avere intere pile di arretrati da leggere.
Quindi ogni mese sceglierò (magari facendomi aiutare con qualche sondaggio sui social) un libro comprato da un po' e non ancora letto e lo recensirò. Sarò in compagnia e pubblicherò ogni 17 del mese.

Per questo mese ho scelto questo titolo, pescato dalla mia personale 12 mesi challenge.
Il libro:
Autrice: M.L. Rio
Titolo: If we were villains
Editore: Frassinelli
Data di pubblicazione: 19 giugno 2018
Pagine: 368 

Trama:
Quando gli amici diventano nemici, non c'è limite al male che possono farci.
Oliver Marks ha scontato dieci anni di carcere per l'omicidio di un compagno di college. Ai tempi della condanna, non tutti erano convinti della sua colpevolezza, in primis il detective Colborne, che ora lo attende fuori dal carcere per sapere finalmente la verità. La storia che Oliver si accinge a raccontargli si svolge alla Dellecher, una delle più prestigiose scuole di arte drammatica degli Stati Uniti, dove Shakespeare è venerato come un dio e non c'è limite alla competizione. Giovani, belli, ambiziosi, Oliver e i suoi sei amici sono inseparabili e dividono il tempo fra prove, performance e feste all'insegna dell'eccesso. Ma, una volta giunti al quarto e ultimo anno, qualcosa nel gruppo si incrina. I ruoli dei drammi che mettono in scena prendono sempre più spazio nella loro vita reale, ed emergono gelosie sopite, invidie, rancori. È Richard, più di tutti, a perdere il controllo, finché, un freddo mattino di novembre, viene trovato morto. A quel punto, per ognuno dei sei giovani attori rimasti inizia la prova di recitazione più ardua: convincere la polizia, gli altri e se stessi della propria innocenza. Perfetta per i fan del 'dark academia', una storia di lealtà e tradimento, follia e ossessione, colpa ed espiazione, che conduce il lettore lungo il confine magico e pericoloso tra la vita e l'arte.





Dark Academia in versione thriller, ecco che cosa mi ha attirato di questo libro, che sicuramente è risultato decisamente originale.

Questa è una storia molto particolare, soprattutto per la sua struttura. È come se fosse un’opera teatrale anche qui, non solo nella trama e nel fatto che i protagonisti siano studenti di recitazione. Praticamente il teatro, e Shakespeare per la precisione, è quasi un personaggio a sé, quello che lega tutti.

Il libro parte con una scarcerazione, quella di Oliver, in prigione per 10 anni per l’omicidio di Richard, durante la loro permanenza alla prestigiosa scuola di arte drammatica Dellecher. Al momento dell’uscita di prigione Oliver racconta quindi la verità, portando alla luce segreti, bugie e intrighi rimasti celati fino a quel momento.

L’autrice caratterizza in maniera approfondita i sette ragazzi protagonisti, che risultano però molto definiti: c’è quello egocentrico, la vamp, il cattivo, l’amicone ecc., quasi che debbano recitare un ruolo nella vita oltre che sul palco. Questo è molto sottolineato, infatti le dinamiche iniziano a sgretolarsi quando per esercizio devono cambiare tipo di ruolo. Non sono sicura di aver apprezzato questa caratteristica, troppo netta, senza sfaccettature. Preferisco di più i personaggi ambigui.

La cosa che mi ha lasciata più fredda però è proprio lo scoprire la verità, in quanto a me è venuto in mente quasi subito che potesse essere andata così. Con un racconto così strutturato e complesso nello stile, mi sarei aspettata qualcosa di più eclatante.

Lo stile, oltre che la forma, invece è ciò che mi ha più positivamente colpita. L’autrice è bravissima e di un livello altissimo di conoscenza delle opere che cita. Pur non essendo una fanatica di Shakespeare, non ho potuto non apprezzare la passione e l’amore che traspaiono da ogni pagina. Inoltre la sua penna è proprio ricercata, colta, elegante.

Una lettura originale, non facile ma particolare, ideale per chi ama le opere teatrale e le citazioni di Shakespeare (sempre più che azzeccate al momento).
Voto: 3.5*
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Grazie Dolci per la grafica


1 commento:

  1. Ciao Chiara!
    Ho già sentito nominare questo titolo, ma non sapevo che avevo a che fare con Shakespeare. Forse proprio per questo potrebbe piacermi :-)

    RispondiElimina