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lunedì 1 agosto 2016

Recensione "L'armadio dei vestiti dimenticati" di Riikka Pulkkinen

Bentrovati a tutti, è arrivato anche agosto! Fra un po' finalmente andrò in vacanza, sto provando a scegliere le letture, una sorta di TBR, ma come al solito in questo sono una frana, vedrò sul momento cosa scegliere. Voi avete già stilato una lista? Se volete scartare a priori un titolo vi lascio il mio commento a questo libro, dire che non mi è piaciuto è riduttivo.

Autrice: Rikka Pulkkinen
Titolo: L'armadio dei vestiti dimenticati
Editore: Garzanti
Data di pubblicazione: 10 gennaio 2013
Pagine: 308

Trama:
La stanza è invasa dalla polvere e dalla luce. Sono passati anni, ma a casa della nonna Elsa non è cambiato nulla: la bambola, il cavallo a dondolo e poi il vecchio armadio. Ad Anna, sua nipote, basta aprirlo per tornare di colpo bambina, quando insieme alla nonna giocava a vestirsi da grande. Gli abiti ci sono ancora tutti e Anna li riconosce; stoffe che sanno di festa e di risate. Eppure c'è un vestito che la giovane non ricorda: ha la gonna ampia e un nastro alto in vita. Uno stile molto diverso da quello della nonna. Anna lo prova. Basta quel semplice gesto perché il suo mondo cambi per sempre. Quando sua nonna la vede con quell'abito, bella come non mai, capisce che è giunto il momento sfuggito tanto a lungo. Ora che le rimangono pochi giorni di vita, non può più mentire. Lo deve a sé stessa ma anche a sua nipote, deve dirle la verità. Deve confessare a chi appartiene quell'abito, deve pronunciare quel nome taciuto da anni, Eeva. Un nome che Anna non conosce. Il nome di una donna dimenticata nel silenzio, di cui non esistono nemmeno fotografie. Un nome che affonda le radici in un segreto forse incomprensibile. Spetta ad Anna capirlo. Ma per farlo deve tornare indietro a un tempo antico, a una storia di perdono, di tradimento e di bugie. Ma soprattutto alla storia di un amore unico come quelli che lega indissolubilmente una madre e una figlia, nel bene e nel male. Un amore in cui tutto, a volte, può essere perdonato.


Ho ricevuto questo libro grazie a una'iniziativa meravigliosa: Il libro geograficamente sparpagliato. Se mi conoscete un po' sapete che seguo i blog e le iniziative delle quattro Lettrici Geograficamente Sparpagliate (La libridinosaDesperate bookswifeUn libro per amicoLa biblioteca di Eliza). Hanno avuto la splendida idea di creare una specie di catena di lettura di libri. In ordine di iscrizione riceviamo il libro, lo commentiamo con note a margine e biglietti in fondo e lo inviamo alla successiva. La trovo un'idea proprio bella, permette di condividere non solo il libro, proprio tutti i contorni della lettura, commenti, sensazioni ecc. Questo libro in particolare mi incuriosiva molto, ultimamente gli scrittori nordici mi attraggono tantissimo. 
Inizio piena di speranza questo tomo e subito mi areno. Lo stile proprio non mi prende, fatico a stare concentrata, alterno fra tristezza e noia. Perché inizialmente tutto ruota intorno alla malattia di Elsa, che è terminale e sembra abbia i minuti contati. Parlare di malattia non è mai una cosa felice, ma c'è modo e modo di farlo, anche con tristezza. In questo caso arrivata a pagina 35 già non vedevo l'ora che morisse. Sono una brutta persona ma non ne potevo più, praticamente la trattavano già da morta e nei suoi confronti zero empatia. Il libro è pieno di protagonisti. Ci sono Elsa e su marito Martii, la figlia Eleoonora e la sua di figlia,  Anna. C'è poi anche Eeva che non fa parte della famiglia ma è collegata ad essa e pian piano la sua storia viene svelata.
Sebbene i vivi non sappiano nulla della morte, essa, da evento senza clamore qual è, si insinua nella loro vita. Il tempo rallenta, la realtà si rinchiude nelle mura della sofferenza, all'interno delle quali il morente e coloro che gli sono accanto celebrano i loro ferventi riti.
Credo che il libro sia una introspezione dei vari personaggi di fronte alla morte, un riguardare al passato per chiudere con esso. Dico credo perché non ne sono per nulla sicura. A fine libro posso dire di non averne affatto afferrato il significato, di non aver capito il messaggio che voleva comunicare. 
Lo stile, come dicevo prima, proprio non mi è piaciuto, non mi sono abituata man mano come è capitato con altri scrittori nordici. Mi ha annoiato sempre e pure tanto. Dopo poche pagine inevitabilmente mi perdevo, pensavo ad altro. Infatti ho pensato di mollarlo, poi però mi sono incaponita a finirlo, ne ho fatto una questione personale. Entravo in casa, mi fermavo sulla soglia e fissavo il libro, mi mancava solo la musichetta western in sottofondo.
E ho vinto, l'ho finito! Ero convinta che a la fine mi avrebbe fatto capire il senso del libro, o almeno che spiegasse qualcosa sulla storia o sui perché. Niente! Assolutamente niente. E' una non-fine. Semplicemente l'autrice ha messo fine alla mia agonia smettendo di scrivere, ma non è concluso. Verso il finale le storie si sono sovrapposte, c'è stata confusione dei personaggi, credo voluta per far capire che hanno avuto la stessa esperienza, ma ad un certo punto non capivo più nulla. Ho dovuto rileggere alcuni passaggi (sì, lo so, masochismo) per cercare di dare un senso a quanto scritto. Solo che un senso io non l'ho visto, ho solo trovato tante persone molto egoiste che vivono le esperienze pensando solo a sé stessi e facendosele scivolare addosso. 
Peccato perché l'argomento era interessante così come lo spunto di riflessione sul passato che condiziona il presente, sul perdono.
"Una volta ho pensato che Eeva amasse in maniera smisurata. Gliel'ho anche detto. Non sempre capivo i suoi sentimenti. Lei mi chiese:<Come si può amare moderatamente? E perché poi? Una cosa simile non esiste>. Io ritenevo che ognuno di noi dovesse fare in modo da non annullarsi in un'altra persona, da non vivere completamente la vita degli altri. Sono cose che si devono imparare per sopravvivere. Nessun altro deve rappresentare la condizione essenziale per la propria esistenza".
Ho faticato a finire questo libro come poche altre volte mi è capitato. L'unica cosa che mi ha salvato sono state le annotazioni fatte dalle lettrici precedenti nella lista, che mi hanno confortata. Ho apprezzato anche molto i segnalibri spediti insieme al libro e tutto il contorno. Ottima iniziativa, pessimo libro.
Mi piacerebbe a questo punto parlare con qualcuno che l'ha amato, anche per farmi spiegare tutta una serie di cose che non ho capito neanche a fine lettura. E' il classico caso secondo me adatto ad un gruppo di lettura, perché ho sentito il bisogno di parlarne per tutto il tempo.
Conoscevate questo titolo? L'avete letto? Lo farete? 



20 commenti:

  1. Io sono stata la prima ad averlo letto (escludendo Laura che ha letto 20 pagine!!!) pensa la mia solitudine a leggerlo!! Ahah :)

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    1. oh poverina! Non so se avrei resistito senza le note a margine. Sei stata coraggiosa

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  2. Beh, allora diciamo che il libro può essere tranquillamente dimenticato come i vestiti che stanno dentro quell'armadio XD

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    1. davvero! L'iniziativa è meravigliosa ma questo libro è da dimenticare

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    1. a lettura ultimata posso dire che la cosa migliore l'hai fatta tu!

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  4. Ehm... stendiamo un maxi velo in modo da avvolgerlo più e più volte, dopo di che ci leghiamo una bella pietra e lo gettiamo dove dovrebbe stare: in fondo al mar, in fondo al mar (mi sento come la sirenette :D)

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    1. ihihih mi sto canticchiando la canzone. Anche per me il suo posto è lì

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  5. Perchè mi sono iscritta? Perchè non ho scelto Central Park di Musso???
    Credo dovrò mettere pure io musichetta western come sottofondo mentale.
    Brava Chiara. :)
    Ciao da lea

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    1. Ciao Lea, la musichetta western è un ottima motivazione, con me è servita. Sono molto curiosa di sapere la tua opinione riguardo a questo libro

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  6. Ciao Chiara!! Sono una tua nuova lettrice e followare! :)
    Questo libro l'ho acquistato la scorsa estate (proprio l'edizione di cui hai messo la foto tra l'altro).
    all'inizio mi ispirava molto, poi meno e ora, vista la tua recensione, temo non possa piacermi..
    Prima o poi verrà comunque il suo turno perchè i libri che possiedo mi piace leggerli tutti! :)
    Ti seguo con piacere!
    Jasmine
    https://stoffedinchiostro.blogspot.it/

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    1. Ciao Jasmine, grazie! Questo libro è stato una delusione per me, spero che quando lo leggerai avrai un'altra impressione. Leggerò sicuramente la tua opinione

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  7. "Entravo in casa, mi fermavo sulla soglia e fissavo il libro, mi mancava solo la musichetta western in sottofondo" ahahahahah mi fai ridere anche quando fai recensioni negative ;D
    Bellissima iniziativa ma il libro mi sembra davvero uno strazio. Perché lo avete scelto? Io evito di solito i libri angoscianti ma questo sembra un supplizio dall'inizio alla fine. Povere voi :D

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    1. Ciao Anna, ultimamente i libri di scrittori nordici mi attraggono tantissimo e quando ho letto la sinossi di questo ero convintissima che mi sarebbe piaciuto. Purtroppo stavolta non è andata bene ma ci riproveremo!

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  8. Ciao Chiara!! Grande, con la musichetta western sappi che hai spaccato!!!! Così si fanno le recensioni negative, brava fanciulla. Ehm io quel libro non l'ho finito, uno dei pochissimi, ma ti ammiro, hai vinto tu. Se l'autrice sperava di farci capitolare...tu hai vinto!!! Un bacione

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    1. l'ho presa proprio come una sfida personale ad un certo punto, in realtà speravo ci fosse quel momento che ti fa cambiare idea su tutto, ma purtroppo non è successo. Tornassi indietro lo mollerei anche io

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  9. Che peccato! La trama non sembrava davvero niente male... passo v_v

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  10. Ahah ok ... Dopo la tua recensione ... NON leggerò mai questo libro! Inoltre, parlando superficialmente della cover ... Che strano che è edito da Garzanti! Normalmente la CE non sbaglia con le copertine! Questa ... NONONO!

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    1. Ihihih, questo libro me lo ricorderò a lungo e non per buoni motivi! Grazie di essere passata, baci

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