Pagine

venerdì 9 dicembre 2016

Recensione "Sono tossica di te" di Beatrice Masini - Perché te lo dico io! #1

Ciao a tutti! Oggi sono molto emozionata perché inauguro una nuova rubrica, in collaborazione con Lea del blog Due lettrici quasi perfette


E' un'idea che è nata parlando della nostra passione comune: i libri di narrativa per ragazzi. E' un genere che non a tutti piace, a noi ovviamente moltissimo, e spesso ci scambiamo titoli e opinioni. E allora perché non farne una rubrica? Quindi ogni volta una di noi consiglierà all'altra un titolo, spiegando il perché di quella scelta e ci sarà la recensione. La cadenza sarà del tutto casuale perché noi due in fondo ci sentiamo ancora adolescenti e quindi pubblicheremo quando ci pare e piace!
Per questa prima volta (gioco di parole voluto) il libro consigliatomi da Lea è "Sono tossica di te" di Beatrice Masini e lei me lo consiglia perché:

Perché ti consiglio Sono tossica di te Perché è un libro realistico e crudo che mette in guardia dall’amare senza criterio e senza cautele. Perché a volte i sentimenti non vanno assecondati se ci portano a stare male e a perdere il rispetto per noi stesse. Perché non bisogna mai allentare il dialogo con chi ci ama veramente. Lo consiglio perché nella sua sgradevolezza svela verità che è meglio conoscere.


Autrice: Beatrice Masini
Titolo: Sono tossica di te
Editore: Fanucci
Data di pubblicazione: 17 settembre 2008
Pagine: 120

Trama:
Carolina, sedici anni, preda di una storia d'amore che non è andata proprio secondo i suoi desideri, non aveva mai pensato a sé stessa come a una drogata. È la sua mamma a insinuare il sospetto, anzi, la certezza: ma sì, è proprio così. La sua mamma, preoccupata per lei a tal punto da mostrarle una sorta di inquietante decalogo di anomalie, un ritaglio di giornale in cui si elencano gli effetti della droga sui ragazzi. Cambio delle abitudini, sbalzi d'umore, isolamento, insofferenza, cambi di orari, scomparsa di oggetti da casa, disturbi del sonno... Tutti sintomi che corrispondono ai comportamenti di Carolina negli ultimi mesi, appunto. Ma la droga non c'entra. C'entra un ragazzo, una specie di amore. Una storia, per farla breve. E Carolina si trova a ripercorrere, elenco alla mano, tutte le tappe che l'hanno trasformata nell'ombra di sé stessa. Succede, quando si ama molto, quando si ama sbagliato. E alla fine non c'è niente di male, se non il male che ci si infligge. In fondo la sua è solo una storia come tante. Inutile fare drammi. L'importante è guardarsi allo specchio, respirare a fondo e trovare la forza di andare avanti. Perché è ancora troppo presto per dimenticare.


Può l'amore creare dipendenza come la droga? Sicuramente il primo di amore, quello dei sedici anni, vissuto a tutto volume (cit.), più idealizzato che altro. E' quello che succede a Carolina, quello che sta vivendo, la dipendenza da un sentimento creato su misura nella sua testa. Sua madre preoccupata dai cambiamenti della figlia scopre che ha tutti i sintomi di una persona drogata e allora Carolina spiega a lei, ma accusa anche il suo ex, cosa è successo.
Perché alla fine, e ammetterlo mi costa, non posso farne a meno. La mamma ha ragione: io mi drogo, io sono drogata, sono una tossica. Tossica di te.
Questo libro è una specie di diario, punto per punto prende i comportamenti problemi dati dalla droga e li applica alle sensazioni che prova Carolina. Lei prima era schiva, diversa dalla massa, studiosa, tranquilla. Poi viene notata dal belloccio della scuola, tutto fumo in realtà, ma lei lo idealizza appunto, porta la persona e la relazione su un livello più alto della realtà, dove vivono le sue speranze. Mi sono ritrovata tantissimo in Carolina, da adolescente avevo lo stesso vizio con tutti. Li mitizzavo, ragazzi, amici, familiari, li rivestivo di ruoli e azioni non loro.
E' un libro molto reale, secondo me succede spesso così. E' uno spaccato di sentimenti provati. E' vero che a sedici anni ci sembra di provare un amore inguaribile, tutto è amplificato. Ed è vero che spesso è l'indifferenza quella verso cui sbattiamo la faccia. Però non sono d'accordo sul pensiero finale. L'autrice sostiene che un'esperienza così cambia le persone e non torneranno mai più quelle di prima. Concordo. Però per lei è una cosa brutta e qui io non sono d'accordo. Secondo me ogni esperienza, anche la peggiore, accresce quello che siamo, ci fa diventare più maturi e questo per me è sempre positivo. Quando cambiare vuol dire maturare per me non è mai negativo. Serve anche a far capire ai ragazzi che la vita non è sempre facile e bella, serve tantissimo sbagliare. E' il come si affronta lo sbaglio a far capire com'è veramente la persona.
Ecco: con te io non mi rispettavo più. Non c'ero proprio. Sparivo. Mi rattrappivo come l'ombra di un'ombra, per lasciare posto a te.
Questo libro è molto triste, non mi ha convinto questo, secondo me poteva trarre delle cose positive da tutto quanto, come ad esempio una madre attenta. E poi, sempre a parer mio, non è l'ideale di lettura dei ragazzi, secondo me si annoiano con uno scritto così introspettivo. Mentre servirebbe tantissimo che lo leggessero, sarebbe importante che capissero che ogni nostra azione ha conseguenze sugli altri, a volte tremende.
Ne consiglio comunque la lettura a tutti i ragazzi e soprattutto a tutti gli educatori, insegnanti, genitori ecc. Serve molto a ricordarsi come funziona la mente a quell'età e dove guardare per scoprire i segnali di un disagio. E a dire sempre ciò che si prova.

Come prima volta per questa rubrica mi è capitato un libro molto impegnativo e sono contenta di averne parlato con Lea, altrimenti credo non avrei notato questo piccolo libro così pieno di insegnamenti, che mi ha fatto piacere leggere. Lo terrò da parte per i miei figli, così magari da fargli capire l'importanza delle proprie azioni o almeno a dargli una lettura diversa.


Siete curiosi di sapere quale libro ho consigliato io a Lea? Passate a guardare qui.
Spero che questa idea vi sia piaciuta, a presto


16 commenti:

  1. Ciao Chiara,
    io di solito lo consiglio alle mamme più che alle figlie. E' un libro triste, lo so. Putroppo anch'io come l'autrice sono un po' pessimista, nel senso che sarebbe meglio evitare certe esperienze perchè poi ti cambiano per sempre e non in senso positivo.
    Stai pensando al prossimo libro da propormi?
    un bacione da Lea

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Sì Lea, ci stavo giusto pensando, perché mi ha fatto piacere tutto, dall'idea della rubrica alla lettura ecc. Anche perché mi fai uscire dai miei soliti libri, mi proponi titoli nuovi e questo è sempre uno stimolo

      Elimina
  2. Chiara, come già scritto sul blog di Lea, volevo farvi i complimenti per questa rubrica che seguirò con vero piacere e con molta attenzione per prendere spunto dai vostri consigli. L'intento è quello di cimentarmi in generi diversi dai miei soliti standard :)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Bravissima Anna, ogni tanto è bello e interessante spaziare, grazie!

      Elimina
  3. Avete avuto davvero una bella idea ragazze! Io sono più d'accordo con il punto di vista di Chiara: evitare di soffrire in certi casi è molto difficile, a meno di chiudersi completamente in se stessi fuggendo le esperienze. "Ciò che non ti uccide ti fortifica":sembra una banalità ma è vero, e te ne accorgi solo crescendo e vivendo.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Grazie Nadia, mi fa tanto piacere! Ed è importante concedersi e concedere agli altri di sbagliare

      Elimina
  4. Come mai il tuo blog è pieno di rubriche carine e simpatiche? Mmmmmh....credo perché rispecchino la blogger ;D
    Bacione!

    RispondiElimina
  5. Accidenti Chiara, Lea ti ha messo tra le mani una cosa bella tosta!
    Però sono in tutto e per tutto d'accordo con te: il dolore è indubbiamente brutto ed è normale sentirlo come "sbagliato", in fondo a nessuno dispiacerebbe fare a meno della propria dose di sofferenza, ma se una ferita deve rimanere, noi possiamo cambiare ed è vero che il dolore se ci cambia lo fa in maniera drastica, senza guanti, però ci fa scoprire una forza che nella rassicurante "normalità" di una vita comoda neanche sospetteremmo.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Si Rosa, una lettura tosta e impegnativa. Mi ha fatti piacere leggerla, anche per imparare qualcosa di nuovo

      Elimina
  6. Ciao Chiara :) La tua recensione mi è piaciuta molto, poiché hai descritto al meglio ciò di cui tratta il libro. Ho aggiunto il libro alla mia wishlist, poiché sono sicura che rispecchia al massimo le mie corde! 💕

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ciao Mjchela grazie mille, ne sono contenta. Spero che ti piaccia, di sicuro ti farà riflettere

      Elimina
  7. Finalmente ho avuto tempo di passare a curiosare su questa nuova rubrica. Non conoscevo questo libro, intanto è in tbr, poi vedremo.

    RispondiElimina
  8. Adesso tu mi devi fare la lista delle rubriche che fai ahahahah.
    Anche questo non mi ispira particolarmente. Mi sembra tristissimo e no, in questo periodo proprio no >_<

    RispondiElimina
    Risposte
    1. La lista c'è! Ho creato una pagina apposta, in alto ihihihih. Mi piacciono le rubriche, si capisce? Questo libro è molto triste e adatto secondo me a genitori con figli adolescenti o quasi

      Elimina