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martedì 7 novembre 2017

Recensione "Non volare via" - Le BB leggono Sara Rattaro

Buongiorno, oggi torno in veste di Bancarella Blogger con questa iniziativa: le BB leggono. Ogni mese ognuna di noi leggerà e recensirà un libro di un autore/autrice deciso precedentemente. Questo mese è toccato a Sara Rattaro e io ho letto questo:

Autrice: Sara Rattaro
Titolo: Non volare via
Editore: Garzanti Editore
Data di pubblicazione: 2 maggio 2013
Pagine: 222

Trama:
Per essere straordinari non è necessario nascere perfetti. Matteo ama la pioggia, adora avvertire quel tocco leggero sulla pelle. È l'unico momento in cui è uguale a tutti gli altri, in cui smette di sentirsi diverso. Perché Matteo è nato sordo. Oggi è giorno di esercizi. La logopedista gli mostra un disegno con tre uccellini. Uno vola via. Quanti ne restano? La domanda è continua, insistita. Ma Matteo non risponde, la voce non esce, e nei suoi occhi profondi c’è un mondo fatto soltanto di silenzio. All’improvviso la voce, gutturale, dice: «Pecché vola via?». Un uccellino è volato via e Matteo l’ha capito prima di tutti. Prima della mamma, Sandra. Prima della sorella, Alice. È il padre a essere volato via, perché ha deciso di fuggire dalle sue responsabilità. All’inizio non era stato facile crescere il piccolo Matteo. Eppure tutti si erano fatti forza in nome di un comandamento inespresso: restare uniti grazie all’amore. Ma è stato proprio l’amore a travolgere Alberto, un amore perduto e sempre rimpianto. Uno di quei segreti del passato che ti sconvolgono la vita quando meno te l’aspetti. Lo fa quando credi di essere al sicuro, perché sei adulto e sai che non ti può succedere. E poi ti trascina nell’impeto di inseguire i tuoi sogni. Ma adesso Alberto ha una famiglia che ha bisogno di lui. Sandra, la donna che ha sacrificato tutto per il figlio. Alice, la figlia adolescente che sta diventando grande troppo in fretta. Ma soprattutto ha bisogno di lui Matteo, che vorrebbe gridare: «Papà, non volare via». Questa è una storia che parla di tutti noi, che parla di un amore grande e imperfetto. Questo è il romanzo di un bambino coraggioso, di un padre spaventato e di una ragazza con i piedi per terra. Ma anche quello di una madre che non ha dimenticato di essere una donna. Questo è il momento indecifrabile della vita in cui amore, colpa e perdono si fondono in un unico istante.

Ho divorato questo libro in un giorno. Mi capita sempre con i libri di questa autrice di non riuscire a staccarmi ma questo in particolare mi ha toccata nel profondo perché mi ci sono ritrovata, è stato un po' come fare autoanalisi. 
Era questo fare il genitore? Seguire l'altalena dei sentimenti di un figlio che, raggiunta una certa età, non si riesce più a controllare? Forse sì, e forse era molto di più, ma quel che è certo è che ci devi essere in mezzo per capirlo.
Il libro racconta la storia di Matteo, nato audioleso, e della sua famiglia, di ciò che questo ha comportato, di come questa particolarità ha ovviamente cambiato le dinamiche e le priorità.
Dico che mi ci sono immedesimata perché anche io ho vissuto una situazione simile, ho un bambino speciale e un altro che cerca in tutti i modi di essere perfetto, di compensare.

Non volare via però non parla di diversità, di coraggio, di difficoltà quotidiane, di come è necessario mettere da parte sogni ed esigenze personali, almeno non parla solo di questo. Per me questo è un libro sull'amore e sulla famiglia.
Improvvisamente tutto mi sembrò incredibile. Ero così lontano da loro da essermi perso tutto questo: i miei ragazzi se la sapevano cavare da soli mentre io senza di loro non sapevo fare un passo.
La particolarità è che è narrato (quasi interamente) dalla voce di Alberto, il papà. Sara è stata straordinaria a creare il POV maschile, riuscendoci in maniera egregia. Un punto di vista diverso e coraggioso.

Ho sofferto per tutta la lettura sia con Alberto che con tutti gli altri personaggi. Perché la verità non è mai semplice, sarebbe troppo facile giudicare le cose da fuori, bisogna viverle. Questo libro ha permesso questo, di sentire sulla propria pelle le emozioni, di provare amore e sofferenza, indecisione, disperazione e speranza.
Perché la dobbiamo a qualcuno. O perché non abbiamo scelta. O perché non ci resta altro da dire. E' per questo che diciamo la verità.
La trama a prima vista potrebbe risultare scontata, vi assicuro che non è così anche se non è la cosa più importante, per quello ci pensano i sentimenti e le emozioni che i personaggi provano e trasmettono.

I vari personaggi sono talmente ben caratterizzati che si capisce che esistono veramente, a fine libro mi sembrava di conoscerli anche io. In questo l'autrice è veramente eccezionale.
Il suo stile è coinvolgente. In maniera semplice ti inchioda alle pagine, non permettendoti pause. Vi consiglio di iniziarlo avendo a disposizione almeno un paio d'ore perché è difficilissimo interromperne la lettura.

Credo si capisca che mi è piaciuto, tanto. Mi ha toccato nel profondo, facendomi rivivere determinate emozioni e facendomi provare molta empatia nei confronti dei genitori e una profonda compassione  e tenerezza riguardo entrambi i figli. 
Il libro aiuta a riflettere su moltissime cose, ma alla fine mi ha lasciato la consapevolezza dell'importanza dell'amore in famiglia. E di come i sogni possono cambiare.
Essere genitore aumenta i tuoi doveri, ma essere madre di un bambino disabile annienta quasi tutti i tuoi diritti.
Nella nota finale l'autrice dice che questo libro parla di Matteo e di cosa è capace di insegnarci. Non sono d'accordo, questo libro parla di Matteo e della sua famiglia che è composta da persone imperfette che, come tutti, a volte commettono errori, ma che a differenza di molti riescono a superarli. Il destino non ha facilitato le cose ma la loro forza esiste anche per questo e ne sono consapevoli. Questo li rende straordinari.
Per parafrasare il libro: scacco matto, leggetelo!
Voto:

Conoscete questa autrice straordinaria? Vi piace questa iniziativa?

18 commenti:

  1. Non ho mai letto niente di suo, ma le parole mi hanno convinto a dare una possibilità a quest'autrice

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  2. Ciao, ho letto questo libro. Mi è piaciuto anche se certi punti mi sono sembrati un po' troppo romanzati, da telenovela. Per questo motivo non ho dato 5 ma 4, è stata però una bellissima lettura e mi piace come scrive Sara Rattaro. Consiglio di leggere questo libro.

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    1. Davvero? Beh è giusto, le emozioni provati sono sicuramente personali. Io pure la consiglio a tutti, sempre. Questo libro poi in particolare

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  3. Ogni romanzo della Tartaro tocca temi forti, ma sempre con tanta delicatezza!
    La tua è una recensione bellissima!

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    1. Grazie mille! Lei tocca temi pesanti ma in maniera perfetta

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  4. È l'ultimo libro di Sara che mi rimane da leggere e penso che aspetterò a farlo, ma solo perché so che, dopo, dovrò accomodarmi sul muretto e attendere il suo prossimo lavoro. Sara è una di quelle scrittrici che io definisco "il mio posto sicuro", una di quelle da cui mi rifugio quando voglio essere sicura di avere tra le mani l'eccellenza!

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    1. capisco la sensazione, non vuoi finire. Per fortuna di suoi ne ho ancora qualcuno da leggere

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  5. Anni fa ho letto Un uso qualunque di te. Ricordo mi piacque molto, ma da allora non lessi più niente. A quanto pare dovrei rimediare ☺☺

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    1. Ti consiglio proprio di proseguire con la conoscenza di questa autrice straordinaria

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  6. Io credo che questo sia un libro molto particolare, perché affrontare le dinamiche famigliari non è mai semplice, se poi nell'equazione entrano i bambini piccoli, risulta ancora più difficile. Lei affronta sempre temi molto difficili e con delicatezza. Un pregio per chi scrive.

    Baci

    Baci

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    1. Sara riesce a parlare al cuore anche con argomenti così delicati e difficili

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  7. Sono davvero pochi i libri che riescono a psicoanalizzarci, e quando succede la folgorazione è garantita ^^

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  8. Ho letto altri libri suoi e mi piace lo stile, mi piacciono le storie e i personaggi che tratteggia, e anche a me è capitato di divorare i suoi libri! Questo però mi manca!

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    1. anche io devo recuperarne ancora qualcuno, ormai per me questa autrice è una garanzia, tu mi capisci

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  9. Mi colpisce che sia stato scritto dal POV di Alberto, proprio perchè è sicurament il più controverso. Sembra che sia tutto approfondito al punto giusto.
    Devo mettermi in pari coi romanzi di Sara.

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    1. Anche a me ha colpito il POV di Alberto, scelta particolare e veramente ben riuscita

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