Autore: Steve Sem-Sandeberg
Editore: Marsilio
Data di pubblicazione: 25 gennaio 2018
Pagine: 576
Trama:
Spiegelgrund non esiste più. Le mura che circondavano l’ospedale viennese sono state abbattute e tutto quello che il personale aveva giurato di non rivelare mai a nessuno non è più un segreto. Tra il 1940 e il 1945, in quel diabolico istituto il cui obiettivo ufficiale era di raddrizzare i bambini più ribelli e di assistere quelli affetti da malattie psichiche, la realtà era tragicamente diversa. Adrian Ziegler vi arriva nel gennaio del 1941, in una fredda e limpida mattina d’inverno scintillante di brina. Quegli edifici pallidi all’ombra della collina, con le facciate di mattoni scrostate e le inferriate alle finestre, diventeranno la sua casa negli anni a venire. La sua, come quella degli altri bambini rinchiusi a Spiegelgrund – orfani, ritardati, disabili, piccoli delinquenti, «degenerati razziali» –, è una vita indegna di essere vissuta. Non ci sono cure ad attenderli, solo medici pronti ad attuare il programma nazista di eutanasia infantile voluto da Berlino. Persone convinte che contrastare la malattia, fisica o morale, sia necessario per rafforzare la razza, o forse, banalmente, solo attirate dall’opportunità di tormentare qualcuno. E ancora, ligi esecutori degli ordini, perché a seguire le leggi in vigore non c’è ragione di sentirsi in colpa. Come l’infermiera Anna Katschenka, che pur amando i bambini ubbidisce per lealtà e senso del dovere e, quasi senza rendersene conto, finisce per scivolare dalla parte dei mostri.
Leggo soprattutto per evadere dal quotidiano, quindi spesso i titoli che vi propongo sono leggeri. Nel giorno della memoria però mi pare doveroso uscire dalla mia confort-zone e parlarvi di questo libro.
Tutti noi sappiamo molte cose riguardo all'olocausto. Sono convinta che non sia mai abbastanza, ma libri e film possono aiutarci. Il nazismo però non ha solo preso di mira gli ebrei, ma ha sistematicamente cercato di eliminare ogni imperfezione alla razza ariana, che sia data da zingari o da persone con problemi fisici e mentali. Questo argomento, purtroppo, è molto meno conosciuto e trattato, così quando ho letto la trama de I prescelti mi è sembrato giusto leggerlo, per saperne di più. Credo che lo scopo del giorno della memoria sia proprio questo.
Il libro racconta di quanto accaduto a Spiegelgrund, l'ospedale di Vienna predisposto a curare i bambini con difficoltà. In realtà in quel posto veniva fatto di tutto, tranne pensare al benessere dei suoi occupanti.
L'atrocità di quanto accaduto mi ha colpita molto, è stato proprio un pugno nello stomaco. Ero a conoscenza di qualcosa ma leggere nero su bianco e in modo dettagliato ciò che è accaduto mi ha turbata, tanto. Tutti i bambini sono indifesi, quelli con difficoltà ancora di più. Per un ideale di purezza si è provveduto all'eutanasia sistematica, dopo averne studiato ogni aspetto.
Oltre a essere inorridita per queste pratiche, sono stata ulteriormente turbata dall'assenza di ogni emozione da parte dei medici e di alcune infermiere. Le piccole vittime sono state pezzi di carne da studiare, da analizzare e infine da eliminare. Il tutto per un ideale di razza pura.
Ciò che è accaduto a Spiegelgrund, così come in altri posti, poi non ha avuto riconoscenza né vendetta. Manca la giustizia per quelle vittime, in quanto le testimonianze non sono state credute e reperirle è stato difficoltoso. C'è veramente da riflettere su questo, ci si sente impotenti.
L'argomento trattato dal libro quindi mi ha molto colpita e coinvolta. Purtroppo però la forma in cui è scritto ha notevolmente frenato il mio entusiasmo.
Ho trovato tutto molto impersonale, non romanzato. Non c'è una storia da seguire, è più un resoconto di fatti accaduti, raccontati a posteriori. I due protagonisti, Adrian, il ragazzo internato e Anna, l'infermiera che pur non credendo alle ideologie obbedisce ciecamente, non vengono seguiti come in un classico romanzo, ma ci viene raccontato di loro in maniera analitica.
Manca il trasporto, è tutto molto freddo. Mi è sembrato di leggere un saggio più che una storia.
Questo per me è stato un punto negativo del libro perché io non amo questo metodo narrativo. Ho faticato tantissimo perché nonostante la tematica così d'impatto non sono riuscita a provare empatia per i protagonisti, solo molta pena.
Credo che sia proprio un limite mio, ma non mi è venuta voglia di leggere altro di questo autore e ho proprio faticato a leggere questo.
Sicuramente chi ama i resoconti storici apprezzerà I prescelti.
Il giorno della memoria per me è un monito a non dimenticare, affinché la storia non si ripeta. È importante parlarne e far venire alla luce ogni risvolto accaduto in quei terribili anni. Speriamo possa servire, me lo auguro anche in memoria di quelle piccole vittime.
questi libri fanno sempre molto male. Ma sono necessari.
RispondiEliminaAssolutamente d'accordo
EliminaOgni volta che leggo uno di questi libri mi sento male. E non riuscirò mai a capire e ad accettare tutto questo.
RispondiEliminae bisogna continuare a parlarne affinché la storia non si ripeta
EliminaTrama triste e cruda come tutti i libri che trattano questo argomento.
RispondiEliminaA parte Il diario di Anna Frank non ho mai letto libri sulla tragedia degli ebrei, ma ne ho solo visto i film.
Magari un giorno riempirò questa mia lacuna.
io ne ho letti tantissimi da ragazza. Ora me ne concedo qualcuno, soprattutto in queste occasioni
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