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venerdì 13 luglio 2018

Recensione "Volevamo andare lontano" di Daniel Speck

Autore: Daniel Speck
Titolo: Volevamo andare lontano
Editore: Sperling & Kupfer
Data di pubblicazione: 30 aprile 2018
Pagine: 534

Trama:
Milano, 2014. Julia, giovane e brillante stilista tedesca, sta per affrontare la sfilata che potrebbe finalmente coronare i suoi sogni. Ma, proprio mentre guarda al futuro, il passato torna a cercarla nei panni di uno sconosciuto che sostiene di essere suo nonno. Dice di essere il padre di quel padre che lei ha sempre creduto morto, e le mostra la foto di una ragazza che potrebbe essere Julia stessa, tanto le somiglia, se solo quel ritratto non fosse stato scattato sessant'anni prima.
Milano, 1954. Vincent, promettente ingegnere tedesco, arriva da Monaco con il compito di testare una piccola automobile italiana che potrebbe risollevare le sorti della BMW. È così che conosce Giulietta, incaricata di fargli da interprete, e se ne innamora. Lei è una ragazza piena di vita e di sogni - ama disegnare e cucire vestiti - ma è frenata dalla sua famiglia, emigrata dalla Sicilia, e da una promessa che già la lega a un altro uomo. Si ritroverà a scegliere tra amore e dovere, libertà e tradizione, e quella scelta segnerà il destino di tutte le generazioni a venire…
Fino a Julia. Proprio a lei, oggi, viene chiesto da quel perfetto estraneo di ricucire uno strappo doloroso, di ricomporre una famiglia che non ha mai conosciuto. Ma che ha sempre desiderato avere. Se accetta, l'attende un viaggio alla ricerca della verità, un tuffo nel passato alla scoperta delle sue radici. L'attendono bugie e segreti che potrebbero ferirla: il prezzo da pagare per riavere un mondo di affetti che le è sempre mancato. L'attende la scoperta emozionante di un amore incancellabile a cui va resa giustizia e di una donna luminosa che, all'insaputa di Julia, vive da sempre dentro di lei e dentro i suoi sogni.

Immaginate di partire per un viaggio, di salire su una macchina d'epoca, magari proprio una Iso Rivolta, e di ripercorrere stagioni e paesi, dal 1954 ai giorni nostri, dalla Sicilia alla Germania, Magari pure di conoscere tre generazioni di una famiglia italo-tedesca legata al mondo delle automobili. Ecco questa è stata la mia esperienza nel leggere questo libro, un viaggio attraverso tutto questo.
Capì che la Germania della sua famiglia non era il Paese di cui aveva letto nei libri, la terra degli inventori e delle infinite possibilità. Era il Paese di quelli che dovevano ubbidire ai tedeschi.
Mi avevano parlato bene di questo libro, avevo letto diverse recensioni positive, era nel limbo dei "mi piacerebbe leggerlo un giorno" e poi al salone di Torino un'amica mi ha dato l'occasione per farlo. Non posso che ringraziarla di questo perché Volevamo andare lontano si è rivelato una splendida esperienza, molto più ampia di come avevo immaginato.
Quello che rimane è il dolore che nessuno ci potrà più togliere. Quello che rimane è tutto quello che non è stato detto. Quello che rimane è una ferita aperta.
La storia è molto corposa e abbraccia appunto tre generazioni. Non voglio raccontarvi nulla perché secondo me è importante scoprirla lentamente leggendola. Tratta argomenti decisamente importanti, quali l'immigrazione, il rapporto con la famiglia, il bisogno di rincorrere i propri sogni che si scontra con la necessità di soddisfare le aspettative, la ricerca di un luogo d'origine, di radici.
"È la nostra famiglia", disse. "Il talento non è un dono. È una maledizione"
Si parla molto di famiglia, andando a esplorare i meccanismi che ne regolano il funzionamento ma anche i vari tipi possibili. Quella tradizionale meridionale ma anche quella moderna più nordica, passando da quella borghese. Tutte complicate e con segreti, come succede nella realtà.

Il libro ha due punti di forza: ricostruzione storica e personaggi.

L'ambientazione, il lavoro di studio e di ricerca dei particolari è qualcosa di unico. Daniel Speck è stato magnifico in questo, mi sembrava ogni volta di respirare la giusta aria, di essere fisicamente proprio nel luogo e nel tempo descritto. I riferimenti storici poi sono stati integrati agli avvenimenti narrati rendendoli parte integrante del racconto. Sono rimasta affascinata da questo, un grande impegno.

I personaggi sono caratterizzati benissimo. Con questo tipo di storia più volte si sarebbe corso il rischio di stereotiparne i tratti ma l'autore anche qui si è preso il suo tempo per presentarli in maniera reale. Più che personaggi sono persone e questo è quello che ho apprezzato di più. Non esiste un buono o un cattivo di turno, ma esseri umani che vivono e sbagliano, in costante ricerca della felicità. Si impara a conoscerli bene e a libro terminato, sfogliando l'ultima pagina, ho avuto l'impressione di aver lasciato degli amici. 
"Ma a volte si ama di più l'idea di una persona che la persona stessa".
Ora passiamo invece alla critiche, al perché del mezzo voto in meno. Ci ho impiegato molto a leggerlo, ho avuto quella sensazione di non andare avanti. Il libro è ricco di di descrizioni e particolari ma non solo. Contemplando così tanti anni e luoghi è pieno di cose da conoscere. Questo è l'unico appunto che mi viene da fare, è "tanto". Forse non è neanche una cosa negativa, magari il periodo scelto per me per la affrontarlo non è stato il migliore.
Ma quando ti manca qualcosa, ti accorgi di quanto sei triste solo quando te lo ritrovi davanti all'improvviso. E allora ti fa ancora più male.
Ho provato una sorta di malinconia durante la lettura, l'empatia con i personaggi è stata potente. La sensazione profonda quasi di rimpianto è stata spazzata via dal finale che mi ha colpita, lasciandomi con grande senso di appagamento.

Ne consiglio la lettura, è stato un viaggio coinvolgente e soddisfacente, che mi ha lasciata piena di emozioni difficili da contenere.
Voto:

Vi ho incuriosito? Trovo anche la cover molto bella.


22 commenti:

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    1. Brava segna! Tu sei pure siciliana quindi secondo me ancor più partecipe

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  2. Sembra una storia davvero interessante.

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  3. Ispira anche a me. Me lo segno ma forse lo leggerò tra decenni. Comunque sembra profondo e sì... anche molto malinconico...

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    1. È proprio così entrambe le cose. E pure molto bello

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  4. Sono felice ti sia piaciuto. E' una storia intensa, profonda e nonostante non sia breve è una lettura davvero bella

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    1. Susy ricordo bene la tua recensione mi aveva colpita. Davvero una lettura profonda

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  5. Come sempre una recensione che non trascura nulla <3 Bravissima
    E da come lo descrivi sembra un libro proprio nelle mie corde. Metto in lista ;-)

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  6. una recensione molto ispirata la tua. in questo ultimo periodo devo dire che quelle di pancia ti stanno riuscendo meravigliosamente bene tanto da spingermi a segnare libri sul libri.

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  7. Ciao Chiara! Credo che questo romanzo mi piacerebbe molto :-)

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  8. Una bellissima recensione per un libro che sicuramente è nelle mie corde: emozionante e profondo. Mi hai incuriosita, segno subito il titolo!

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    1. Maria sono sicura che a te piacerebbe un sacco! Grazie

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  9. Non rientra proprio nel mio genere preferito ma ci faccio un pensierino

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    1. Non è il tuo Dolci, ma sono sicura che se lo leggessi ti piacerebbe

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  10. Ciao Chiara questo romanzo l'ho messo da parte senza un reale perché ma ora in seguito alle tue parole l'ho inserito in lista... mi hai fatto cambiare idea! Baci Rosa

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  11. Lo avevo visto e avevo lasciato correre. Speck mi ricorda Spark che non amo così, a causa di un’assonanza, ho lasciato perdere. Credo che lo recupererò

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    1. secondo me devi recuperarlo Baba, mi sembra proprio il tipo di romanzo adatto a te

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