Titolo: Due fiocchi di neve uguali
Editore: SEM
Data di pubblicazione: 24 gennaio 2019
Pagine: 251
Trama:
Margherita Fiore ha diciotto anni e da pochi giorni ha superato brillantemente l’esame di maturità classica. Sta preparando il test per entrare all’università. Un’amica la invita al mare per due giorni di pausa dallo studio. Il treno però ha un disguido e Margherita accetta un passaggio in auto da un ragazzo incontrato per caso. Nell’arco di poche ore la sua vita accelera. La Mercedes cabrio su cui i due viaggiano sfreccia sull’Aurelia spinta al massimo. L’urto è improvviso, la macchina sbatte contro il guardrail, esce di strada, quindi salta nel vuoto. L’ultimo pensiero di Margherita è per Carlo, un compagno di scuola che, senza una ragione apparente, si è ritirato da scuola e non è più uscito da casa.
Al momento dell’incidente Carlo è davanti al computer. Da tempo non lascia la sua stanza, che è ormai il suo mondo. Come molti suoi coetanei è diventato un hikikomori, così si chiama chi decide di recludersi in casa, al riparo da tutto. Carlo ha alzato un muro tra sé e gli amici, la scuola e i genitori. Vuole solo scomparire. Non sa che Margherita, la sua compagna di classe preferita, l’unico suo ricordo positivo, è in coma vegetativo.
Nella luce dorata dell’estate le vite di Margherita e Carlo risplendono in stanze buie che tengono fuori il mondo.
Laura Calosso, in questo suo nuovo, intenso romanzo, mette in scena con grande bravura e delicatezza una generazione di ragazzi brillanti, sensibili, che per motivi diversi si trovano a vivere momenti di profonda difficoltà.
Al momento dell’incidente Carlo è davanti al computer. Da tempo non lascia la sua stanza, che è ormai il suo mondo. Come molti suoi coetanei è diventato un hikikomori, così si chiama chi decide di recludersi in casa, al riparo da tutto. Carlo ha alzato un muro tra sé e gli amici, la scuola e i genitori. Vuole solo scomparire. Non sa che Margherita, la sua compagna di classe preferita, l’unico suo ricordo positivo, è in coma vegetativo.
Nella luce dorata dell’estate le vite di Margherita e Carlo risplendono in stanze buie che tengono fuori il mondo.
Laura Calosso, in questo suo nuovo, intenso romanzo, mette in scena con grande bravura e delicatezza una generazione di ragazzi brillanti, sensibili, che per motivi diversi si trovano a vivere momenti di profonda difficoltà.
Tristezza. La mia lettura di questo libro è stata ammantata da questa emozione, prevedibile tra l'altro dalla trama. Non è una storia facile e l'autrice non fa sconti nel raccontarla. Ero prepararata a soffrire, lo stesso è stata impegnativa da portare a termine e non perché l'abbia trovata brutta, anzi, ma proprio per l'attenzione che questa esige.
Quello che invece non sa è che non basta una porta a tenere fuori il dolore. Il dolore non è solido, né liquido e neppure gassoso. È invisibile. Penetra negli interstizi, attraverso fessure che non si possono mai chiudere ermeticamente.
Margherita è in coma, dopo un brutto incidente di cui non si capiscono le dinamiche. Carlo è chiuso in camera sua da oltre un anno, con un problema sociale che nessuno comprende. Loro due sono legati, sono simili, sono come due fiocchi di neve uguali, una cosa inspiegabile in natura.
Il libro racconta la giornata vissuta da Margherita prima dell'incidente, riportando episodi passati che si intrecciano a quanto narrato. La trama è meno importante in realtà, ciò che emerge è la parte introspettiva. Questo è un libro che scava nell'animo umano, portando in superficie emozioni difficili da gestire per la loro intensità.
Lo stile dell'autrice è molto ricercato e colto, quasi filosofico. Anche questo non ne aiuta lo scorrimento, ma è un bene perché questa storia deve essere elaborata lentamente, letta a piccole dosi e ragionata. Io sono una lettrice forte, che legge molto e in fretta ma per Due fiocchi di neve uguali mi sono proprio presa tutto il tempo necessario per capirlo, interiorizzarlo ed elaboralo.
Posso dire che oltre la tristezza mi ha lasciato addosso molta preoccupazione in quanto madre di due quasi adolescenti. Il disagio sociale è difficile da individuare, da comprendere e ancora di più da aiutare.
Sembra avvolto in una membrana impermeabile che lo isola dal mondo.
Mi ha fatto riflettere molto anche sulle aspettative che tutti noi abbiamo nei confronti degli altri, maggiormente nei propri figli che in cuor nostro dovrebbero renderci orgogliosi. Questo è un errore che spesso noi genitori tendiamo a commenttere e mi fa bene ricordarmi che è sbagliato farlo.
Un'altra cosa che mi ha terrorizzata è il senso di impotenza della madre di Margherita, il non riuscire a stare senza far nulla, l'impotenza provata a non poter aiutare. Da madre è stato angosciante.
Il finale mi ha stupita e riflettendoci è perfetto così. Subito dopo averlo letto avrei preferito qualcosa di più netto ma dopo averlo elaborato ho capito che invece l'autrice è riuscita in poche righe a trasformare l'afflizione in speranza, cosa non semplice né scontata.
Forse Margherita e Carlo si somigliano, in entrambi c'è qualcosa di oscuro e inafferrabile, una specie di sospetto nei confronti della realtà. È proprio questo a unirli, è proprio questo a tenerli distanti.
Un libro difficile, intenso, da metabolizzare ed elaborare, che fa male ma allo stesso tempo bene e che consiglio, soprattutto a chi è genitore o a chi si trova in quel difficile periodo che è la fine della scuola e l'inizio della vita "adulta", che tanto destabilizza.
Ringrazio ancora la casa editrice per la copia ricevuta
Segno, ma non per ora, non ce la posso fare
RispondiEliminaBacio
Bacci questo libro te lo consiglio proprio, però quando arriva il suo momento
EliminaL'avevo già adocchiato, ma devo aspettare il momento giusto (se mai arriverà)...
RispondiEliminaBisogna essere preparati, condivido
EliminaL'avevo visto su Amazon e avevo intuito non fosse una storia facile, le tue parole me lo confermano e come Sabrina credo che devo aspettare il momento giusto se voglio tuffarmi perchè sono sempre più convinta che ogni libro ha un momento tutto suo
RispondiEliminaCondivido il pensiero, ci vuole la giusta predisposizione
EliminaWow! Avevo il sospetto si trattasse di una bella lettura, e, a quanto vedo daltuo voto, la è:)
RispondiEliminaMolto bella Gresi, molto intensa
EliminaCiao Chiara, avevo letto una recensione non proprio positiva su questo romanzo, tanto da averlo depennato. Poi compari tu e allora che si fa? Invece di depennarlo ci metto un bel punto interrogativo per ricordarmi di pensarci su :)
RispondiEliminaAnna Rita questo libro è molto intenso, molto profondo. Conoscendoti un po' credo che lo apprezzeresti
EliminaMa che bella recensione, mi hai fatto proprio venir voglia di leggerlo.
RispondiEliminaMa grazie Ilaria, che piacere
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