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sabato 2 marzo 2019

Questa volta leggo - Recensione di Ludovica di "Il passato di Sara" di Chevy Stevens




Buongiorno, è il turno di Ludovica in questa rubrica, nata da una mia idea, alla quale si è aggiunta la collaborazione di Dolci



Ogni mese verrà scelto un argomento e troverete le recensioni sui vari blog partecipanti. Ognuno quindi avrà un titolo diverso, sarà una specie di catena di recensioni, tutte con un comun denominatore.

L'argomento di febbraio è

Un thriller

Lei ha scelto un libro che le ho consigliato io, letto prima di avere il blog. Ci tenevo a complimentarmi con lei perché di solito non legge questo genere, ma non ha snobbato la rubrica e ci ha provato, senza farsi a priori troppi pregiudizi. Questo ultimamente è veramente raro.

Autrice: Chevy  Stevens
Titolo: Il passato di Sara
Editore: Fazi
Data di pubblicazione: 17 luglio 2014
Pagine: 444

Trama:
Sara sta per sposarsi, trentaquattro anni, restauratrice di mobili antichi e madre di Ally, una bambina di sei anni nata da una relazione precedente. È una fase della vita costruttiva, ogni giorno è da affrontare con pienezza e Sara rovista nei pensieri, non smette di fare somme e sottrazioni, di definire se stessa quanto più possibile. Per questo le è inevitabile andare a cercare i propri genitori naturali: da figlia adottiva non li ha mai conosciuti, ma ora l’urgenza è inarrestabile, Sara è pronta per iniziare la ricerca delle proprie origini. Ma Julia Laroche, la madre naturale, appena se la trova di fronte la respinge con durezza, una reazione comprensibile sulle prime, che nasconde però un segreto custodito da oltre trent’anni. È da qui che iniziano a serpeggiare i primi sospetti di una storia molto più nera di quanto la donna potesse mai immaginare, nella quale si trova a dover fronteggiare le insidie di un padre il cui profilo umano è quel che di più basso possa realizzarsi nella nostra specie.
Narrato attraverso capitoli corrispondenti a una sequenza di sedute psicanalitiche, Il passato di Sara è il racconto di una discesa agli inferi, dove i pericoli sono mortali e minacciano ciò che di più caro ha la protagonista. Sara confessa le terribili scoperte incontro dopo incontro, attraverso quella che è ormai la cifra stilistica della sua autrice. Acuta narratrice di thriller psicologici, Chevy Stevens produce un romanzo in cui la suspence si dosa goccia a goccia fino al compimento di un intreccio perfettamente tessuto. 

Non leggo thriller per (mia) scelta, ma solo se obbligata da challenge o dalla Comandante del mio cuore (Chiara Ropolo, La lettrice sulle nuvole), non perché sia una lettrice altisonante e snobbi alcuni generi, ma perché semplicemente mi mettono ansia, troppa, e la lettura deve causarmi sì suspense ed adrenalina, ma non certo tachicardia (meglio un bel libro per ragazzi che mi restituisca la mia parte più vera, quella adolescenziale!)

La mia scelta è caduta su questo thriller psicologico perché mi sembrava il più sicuro, un viaggio all’interno della mente di una donna, Sara, adottata da neonata, che sente il bisogno di ritrovare, ad insaputa della sua famiglia, la sua madre naturale. Mi sembrava l’unico in cui potessi non ritrovare un assassino seriale (che è in assoluto il mio più grande terrore, motivo per cui smisi di vedere Criminal Minds), in cui non vivessi con l’incubo di girare l’angolo e ritrovarmi di fronte uno psicopatico che uccida per non sentire più voci nella testa. Bene! Ovviamente in questo libro c’era questo e molto altro!

Mi sento un po’ a disagio a giudicare un thriller visto che non ne leggo mai, è come se una che detesti romance si trovasse a definirli raccapriccianti prima ancora di sfogliarne uno, ma con mia grande sorpresa il libro mi è piaciuto (prova che ogni tanto si dovrebbe essere più temerari e provare anche cose diverse dalle solite letture!) Non sono riuscita a staccarmi dalle sue pagine. Non ho neanche sentito il bisogno di leggere altro contemporaneamente. Avevo solo un obiettivo: arrivare alla fine e capire come Sara, insieme alla Polizia, sarebbero riusciti a catturare un assassino seriale, che uccideva sempre d’estate, nei campeggi.

Il rapporto tra la protagonista ed il killer è forse facilmente intuibile, ma il percorso con cui lei arrivi a lui, e soprattutto come lui arrivi a lei, con cui giungeranno ad avere, in fondo, un certo dialogo, anche se solo telefonico, mi ha stupito e mi ha inquietato.

Il libro non è diviso in capitoli ma in sedute che Sara avrà di fronte alla sua psicologa, a colei che per anni le ha fornito un supporto psicologico per affrontare la sua famiglia d’origine e soprattutto il rapporto, non equivalente e sicuramente ingiusto ed anche poco “familiare”, che lei ha sempre avuto con il suo padre adottivo. Più che conflittuale è molto ambiguo, almeno secondo me, tant’è vero che è stato uno dei personaggi che ho meno amato e poco capito.

Anche con Sara, pur essendo la protagonista, non posso dire di essere entrata completamente in sintonia, alle volte non ho condiviso le sue prese di posizione e le sue scelte, la sua istintività ed il suo bisogno, sempre di fare il contrario di quel che razionalmente fosse più idoneo. Il suo futuro marito Evan che, da perfetto sia diventato sempre più oppressivo e poco comprensivo, a lungo andare mi ha impensierito. La persona, invece, di cui mi sono subito fidata “a pelle” è stato Billy, uno dei due poliziotti che hanno convinto Sara a fare qualcosa per cui lei non si sentiva pronta e neanche idonea: aiutarli a scovare il killer.

Lo so che forse non può considerarsi una recensione esaustiva, ma ovviamente il non potere svelare più di tanto, mi ha reso le cose un po’ più difficili di quanto sperassi e di quanto fossi abituata a fare.

Cosa ho imparato da questo thriller? Che mai niente è come sembra, che spesso il carnefice ha un’anima ben nascosta sotto la sua volontà di uccidere, che i buoni non lo sono quasi mai e che la famiglia non sempre dà le sicurezze che ci aspettiamo.

Leggerò mai un altro thriller? Probabilmente sì, ma solo se indotta da altre challenge o da rubriche a cui Chiara mi darà la (ENORME) possibilità di partecipare!  
Voto: 










Le altre tappe del mese:


29 commenti:

  1. Il bello di queste rubriche è proprio che ti spinge, quasi a forza, a provare altri generi. E te lo dice una che snobba i romance come non mai. Il motivo è molto simile al tuo. A te non piace che ti "traumatizzi" mentre a me non piacciono, nemmeno nella vita reale, tutto quello zucchero. Non a caso io sono per il salato, sempre.

    Detto questo... Se non vado errata lessi anni fa il suo primo romanzo, Scomparsa. Ricordo che mi era piaciuto molto. Questo è un romanzo tutto suo oppure si collega in qualche modo al primo?

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    1. Oddio! Non mi fare queste domande “tecniche”😱
      Essendo io molto ignorante in materia ho chiesto a Chiara di consigliarmi tre/quattro titoli e questo mi sembrava il più “tranquillo”...😭😭😭ma non lo è stato!
      Sono felice di scoprire nuovi autori e nuovi generi, anche se so che mi costi un po’ di fatica!

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    2. Rosaria non sono collegati anche se lo stile è lo stesso (io devo ancora leggere Scomparsa)

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  2. Ludovica sei stata bravissima ad avvicinarti ad un genere non tuo e credimi la tua recensione è piu che esaustiva. Scritta bene e fa venire voglia di leggere il romanzo che non conosco ma che metteró in lista

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    1. Grazie Chicca,confesso di essere stata un po’ in ansia,quando invece la scrittura è sempre piuttosto naturale...vi prometto che ne leggerò altri🙂

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  3. La tua recensione mi ha incuriosita molto! Mi vado a segnare il titolo e a cercare anche altri romanzi dell'autrice:)

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  4. Anche io lessi l'altro libro di questa autrice ed è tuttora tra i miei preferiti. QUesto non lo conoscevo, COmandante non mi dici nulla tu???
    Brava Ludovica, anche io non snobbo nessun genere perché l'importante è che il libro mi piaccia!

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    1. Sono o non sono un’adepta della Comandante??? Lei mi riserva delle specialità 😂😂😂

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    2. Dolci ricordo benissimo di avertelo consigliato. E allora, non mi ascolti? Op op

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  5. Anche a me i thriller psicologici mettono ansia, vedi quello che ho letto per il QVL che pubblicherò il 5 marzo, ma sono bellissimi. A me piacciono molto e quando me ne capita uno buono sono felice.

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    1. Tra me ed il thriller purtroppo ancora non è scoccata la scintilla! Aspetterò....

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  6. Io ti capisco ma al contrario con i romance. Sono contenta però che questo genere non ti abbia lasciata traumatizzata ahahahah :)

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  7. Chiara riesce a far fare cose che credevamo impossibili xD
    Questo libro non lo conoscevo, potrei farci un pensierino...umh

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  8. Brava Ludovica, per esserti messa in gioco ed esserne uscita vittoriosa, e per questa recensione che mi ha incuriosita molto. Io, al contrario di te, sui generi che non mi sono affini ho messo una bella croce, non per questioni di snobismo, ma perché il mio tempo è poco e forzarmi a leggere cose che non mi appartengono e non mi ispirano mi pare uno spreco inutile.

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    1. Stefania,anch’io ho i miei generi del cuore(fantasy,letteratura per ragazzi,classici e narrativa in generale,compresa quella rosa) ed ovviamente le mie scelte ricadono continuamente su questi,ma mi piace ugualmente partecipare a delle rubriche in cui il fattore divertente è proprio trovare dei punti in comune o opposti ad altre persone🙂
      Buona lettura

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  9. Anch'io come te non amo i thriller, mentre li leggo faccio brutti pensieri, mi incupisco e provo ansia crescente, tutte sensazioni che non cerco. Anch'io come te evito in particolare quelli alla "Criminal minds", non riesco, sono troppo realistici e mi riempiono di paure. Per questo motivo non credo leggerò questo libro anche se la tua recensione è davvero bella!

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    1. Che bello! Mi sento meno sola...tutto il mondo impazzisce per i thriller!🤣🤣
      Grazie!!

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  10. Ciao Ludovica,
    sai che l'ho letto, ma non lo ricordo del tutto? Ricordo solo che a tratti mi era parso inverosimile. L'altro romanzo di questo autore (o autrice Boh?) "Scomparsa" lo ricordo benissimo. Mi aveva veramente sconvolta. Brrrr. Leggo pochi thriller, meglio se sono inglesi.
    un saluto da Lea

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    1. Ciao Lea,
      Credo che, purtroppo, anche io dimenticherò a breve la storia, ma mi rimarrà la sensazione di paura...😰

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  11. Io mi trovo a mio agio coi thriller, però applico le stesse regole che valgono per tutti i generi: alcuni libri e autori mi piacciono, altri no. Avvicinarsi a una categoria che si pensa non faccia per noi può essere un'occasione di scoperta: i trhiller psicologici mi piacciono meno degli altri, preferisco il thriller con maggiore azione e ci sono autori che adorato e di cui aspetto ogni uscita. Della Stevens ho letto solo Scomparsa, ricordo poco ma non mi è dispiaciuto.

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    1. Quando,e se,diventerò più coraggiosa mi deciderò a leggere thriller puri😱😱😱

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  12. Io ho iniziato con i thriller ed i gialli anche se ora leggo più romance. E' vero che a volte mettono ansia e paura e, per certi versi, è proprio quello il bello!!
    Comunque, sei stata brava a metterti in gioco e a leggere un genere che non ti appartiene e devo dire che sembra una storia interessante

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    1. Grazie Erica! Superare i miei limiti è il mio sport preferito 🙂🙂🙂

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  13. uhm libro che non conosco ma sembra interessante

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