Buongiorno lettori, anche quest'anno ho voluto dare il mio contributo a questa giornata, per me così importante, parlandovi di un libro che tratta l'argomento.
Lo scorso anno mi ero cimentata con una lettura difficile e impegnativa (recensione A bocca chiusa non si vedono i pensieri qui), quest'anno ho optato su qualcosa di più semplice, non meno importante.
L'occasione è stata utile anche per scoprire una nuova penna, che sicuramente seguirò.
Autrice: Rebecca Quasi
Titolo: Celestiale
Editore: Self
Data di pubbliazione: 21 maggio 2018
Pagine: 274
Trama:
Un uomo comune, una donna particolare.
Giorgio, 44 anni, di mestiere fa l'agronomo ed è divorziato.
L’estate che incombe su Torino gli porta una grossa preoccupazione: dovrà trascorrere due mesi con il figlio Emanuele, un adolescente affetto da una leggera forma di autismo.
Un pomeriggio, quando le cose si complicano, nella mansarda sopra il loro appartamento arriva Agata, una modella con una personalità “particolare” e le certezze di Giorgio vanno a farsi un giro.
Giorgio, 44 anni, di mestiere fa l'agronomo ed è divorziato.
L’estate che incombe su Torino gli porta una grossa preoccupazione: dovrà trascorrere due mesi con il figlio Emanuele, un adolescente affetto da una leggera forma di autismo.
Un pomeriggio, quando le cose si complicano, nella mansarda sopra il loro appartamento arriva Agata, una modella con una personalità “particolare” e le certezze di Giorgio vanno a farsi un giro.
Questa recensione
non potrà essere obiettiva, perché l’argomento trattato mi riguarda da vicino.
Ho deciso di leggerlo e recensirlo oggi perché è la 12.ma giornata mondiale per
la consapevolezza sull’autismo, nonché il 12.mo compleanno di mio figlio Riky, autistico.
Capirete quindi anche voi che il mio giudizio sarà senza ombra di dubbio
influenzato dal mio vissuto personale.
Questo libro parla di autismo, è vero, ma anche di famiglia. E di voglia di ritornare a vivere, ma di come in alcune situazioni sia così difficile farlo. Ci si limita a sopravvivere, si trasforma un rapporto di coppia in una squadra e lo si fa senza esitazione, magari con qualche rimpianto, ma con la consapevolezza di fare l’unica cosa possibile.
Come se avesse avuto un risveglio, come se pian piano vedesse in suo figlio non solo l’autismo ma anche le cose particolari che sono eccezionali. Come se avesse imparato ad apprezzare suo figlio, finalmente.
Questo libro parla di autismo, è vero, ma anche di famiglia. E di voglia di ritornare a vivere, ma di come in alcune situazioni sia così difficile farlo. Ci si limita a sopravvivere, si trasforma un rapporto di coppia in una squadra e lo si fa senza esitazione, magari con qualche rimpianto, ma con la consapevolezza di fare l’unica cosa possibile.
Io ho capito perfettamente Giorgio, il protagonista del libro. Lui ha avuto un figlio che non si aspettava, con comportamenti non “normali” o “socialmente accettabili”, e si è dovuto adattare. Finché non incontra la sua nuova stramba vicina di casa non si rende conto nemmeno di quanto la sua vita sia incentrata sulla sopravvivenza. E realizza che vuole tornare a vivere davvero, iniziando così un percorso di maturazione, anzi di accettazione che sfocia in un cambiamento di approccio alla vita.Certe situazioni ti deformano a tal punto che anche l'amore può prendere un aspetto irriconoscibile.
Come se avesse avuto un risveglio, come se pian piano vedesse in suo figlio non solo l’autismo ma anche le cose particolari che sono eccezionali. Come se avesse imparato ad apprezzare suo figlio, finalmente.
È abbastanza istruttivo sentirsi in minoranza.
Questo ovviamente è
il sentimento che ho maggiormente percepito io, che mi sono subito identificata
con Giorgio, ma il libro è anche altro. Credo di poter dire che sia anche una
storia d’amore dolce e profonda.
Lo stile di Rebecca mi è piaciuto. Non lesina l’ironia, che tanto mi piace e permette di non avere quella cappa di buonismo che l’argomento può far scaturire e che io non sopporto. Pungente ma anche delicata, leggera nell’accezione buona del termine. Questo è un libro che non parla solo di autismo e che può essere letto anche se non si ha voglia di cose troppo impegnative.
Caratteristica della penna dell’autrice è la grande presenza di dialoghi, oltre a frasi brevi. Mi è piaciuto in questo contesto, perché ha permesso una lettura scorrevole e frizzante.
Ho amato molto la caratterizzazione dei personaggi, alcuni sicuramente non facili. Sono riuscita a provare empatia e trasporto per tutti. Ho particolarmente apprezzato Agata, tratteggiata in modo stupendo, fragile e coraggiosa.
Dietro questo libro ho trovato tanta cura, tanta ricerca, tanta attenzione. Anche se è “solo una storiella” e non un trattato, c’è molta attenzione nel raccontare la quotidianità e a farlo con un senso di consapevolezza della situazione.
A parte qualcosa
sul finale, che ho trovato troppo utopico, c’è molta verità in questo libro. Mi
ha coinvolta e ho fatto il tifo per Giorgio sempre, ho adorato tutti, anche i
personaggi secondari (un libro su Andrea non mi dispiacerebbe affatto).
Lo consiglio, a tutti, non solo a chi ha a che fare con l’autismo. È un libro bello, scritto bene, con una storia originale. Leggerlo fa sorridere e stare bene e magari ci scappa anche qualche riflessione che male non fa mai.
Voto:
Lo stile di Rebecca mi è piaciuto. Non lesina l’ironia, che tanto mi piace e permette di non avere quella cappa di buonismo che l’argomento può far scaturire e che io non sopporto. Pungente ma anche delicata, leggera nell’accezione buona del termine. Questo è un libro che non parla solo di autismo e che può essere letto anche se non si ha voglia di cose troppo impegnative.
Caratteristica della penna dell’autrice è la grande presenza di dialoghi, oltre a frasi brevi. Mi è piaciuto in questo contesto, perché ha permesso una lettura scorrevole e frizzante.
Ho amato molto la caratterizzazione dei personaggi, alcuni sicuramente non facili. Sono riuscita a provare empatia e trasporto per tutti. Ho particolarmente apprezzato Agata, tratteggiata in modo stupendo, fragile e coraggiosa.
Dietro questo libro ho trovato tanta cura, tanta ricerca, tanta attenzione. Anche se è “solo una storiella” e non un trattato, c’è molta attenzione nel raccontare la quotidianità e a farlo con un senso di consapevolezza della situazione.
Era rassicurante vedere che, nonostante tutto, le stelle non si spostavano mai.
Lo consiglio, a tutti, non solo a chi ha a che fare con l’autismo. È un libro bello, scritto bene, con una storia originale. Leggerlo fa sorridere e stare bene e magari ci scappa anche qualche riflessione che male non fa mai.
Voto:
oh Chiara ma che bella recensione, questo libro ce l'ho già nel kindle che aspetta, ero curiosa di sapere la tua opinione..ora lo leggo sicura che mi piacerà..
RispondiEliminaGrazie Sabri, leggilo, te lo consiglio proprio
EliminaBella recensione, complimenti
RispondiEliminaGrazie mille Benedetta
EliminaChe bella questa recensione Chiara, si vede che ti ha colpito e ti colpisce profondamente l'argomento ma sei stata obiettiva e brava a giudicare il libro in sè.
RispondiEliminaDi certo non è una lettura facile e tu sei brava a cimentarti anche in quelle più difficili
Ma grazie Susy, che piacere
EliminaSapessi come ero in ansia io😅😅😅
RispondiEliminaTalmente in ansia che non l’ho più neanche nominato!!!! E quanto sono felice che,al di là dell’argomentro che conosci bene,tu abbia apprezzato la sua scrittura!sappi che io ho letto l’autrice dietro consiglio di Bianca Marconero. Conosci?🤣🤣🤣🤣
Ludo consigli di consigli, mi piace un sacco! Adesso mi faccio consigliare altro da te, così ti tengo alta l'ansia
Elimina😳😳😳😳😳stronza😰😰😰😰
Eliminatanto bene anche io
Eliminauna recensione molto emotiva, di quelle belle che colpiscono. Adoro quando scrivi così di cuore, credo ti riesca benissimo, riesci a trasmettere moltissime emozioni
RispondiEliminaMa grazie Chicca, che piacere
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