Grazie a Ylenia, che organizza e mi coinvolge sempre, e alla casa editrice La nave di Teseo che mi ha fornito la copia, partecipo a questo evento, per la presentazione del libro di Paolo Nelli. Dopo il post del blogtour (qui) oggi vi lascio la mia recensione.
Il libro:
Autore: Paolo NelliTitolo: Il terzo giorno. La prima indagine del commissario Colasette
Editore: La nave di Teseo
Data di pubblicazione: 3 settembre 2020
Pagine: 439
Trama:
Il venerdì di Pasqua un paesino lombardo, Colle Ventoso, è sconvolto dal ritrovamento di tre cadaveri. Due sono riversi sulle scale di un condominio: si tratta di Tore, un trentenne assillato dai creditori, e di un bellissimo ragazzo biondo, chiamato “l’angelo” per via di due ali disegnate sulla schiena. Il terzo corpo, quello di Ilde Ardenghi, viene scoperto nel suo appartamento pieno di raffinate opere d’arte. A investigare è il commissario di polizia Valerio Colasette, un meridionale trapiantato al nord, in difficoltà con regole e superiori e con una lettera di dimissioni pronta da dieci anni. Iniziano così due indagini parallele: da una parte Irene Iannone, fidanzatina di Tore ai tempi dell’infanzia, un’assistente sociale spinta da ragioni personali che agisce di puro intuito; dall’altra Colasette, scontroso, spesso insofferente eppure capace di entrare in sintonia con i suoi compaesani, affiancato nel caso dalla brillante ispettrice Maddalena Bercalli. Tra i due la collaborazione prende presto le forme di un’intimità inaspettata. Le indagini si incontreranno, inevitabilmente, il giorno di Pasqua, per scoprire che anche nelle case di Colle Ventoso, come nell’animo dei protagonisti, niente è mai come sembra. La prima indagine del commissario Colasette e dell’ispettrice Bercalli è un giallo letterario che gioca con le regole del genere: Paolo Nelli trasforma un mistero di condominio in una vertiginosa indagine in equilibrio tra il male e il bene.
Siamo a Colle Ventoso, un paesino – immaginario – della Brianza, dove tutti si conoscono. Il venerdì di Pasqua vengono rinvenuti due cadaveri e un terzo uomo è in fin di vita. A guidare le indagini il commissario Cosalette, uomo del Sud che vive lì; ad aiutarlo Irene, assistente sociale e fidanzatina d'infanzia di una delle vittime, con un passato non proprio idilliaco.
Il romanzo si svolge nel giro di tre giorni, dal Venerdì Santo alla domenica di Pasqua, durante i quali l'autore va a scandagliare non solo i vari personaggi, ma proprio la mentalità di un intero paese, simbolo purtroppo di una nuova Italia.
Questo giallo, un pochino diverso dai soliti sia per ambientazione che per protagonisti, ha una trama interessante e per nulla scontata. Ho apprezzato molto i riferimenti tanto politici che religiosi, questa denuncia al bigottismo e al razzismo così presenti nel nostro tempo e purtroppo in grande aumento.
L'autore sottolinea come la politica venga spesso presa a esempio e scusa per azioni che sono frutto di chiusura mentale e pochezza culturale. Ho apprezzato anche i riferimenti religiosi, l'intreccio che parte proprio dai giorni in cui è ambientato.
Sui personaggi l'autore ha fatto un lavoro straordinario, li ha resi persone, non inquadrabili in stereotipi. Nessuno è particolarmente buono o cattivo, tutti hanno lati positivi e negativi e soprattutto questi ultimi sono ben rimarcati. Ho adorato Irene, così bisognosa di riconoscimento e a modo suo forte, anche se in principio è più presente, salvo poi passare leggermente in secondo piano.
Cosalette invece non è riuscito a conquistarmi, nonostante sia diverso dai vari commissari conosciuti finora. È un personaggio complesso, ricco di sfaccettature, è pessimista ma ha un difetto che io poco tollero: si sente superiore a tutti. Questo me l'ha reso antipatico fin da subito, così come la sua incapacità, o meglio, mancanza di voglia, di provare a cambiare ciò che non gli piace della sua vita. Si lamenta spesso, ma poi non fa nulla di concreto, né sul lavoro (dove persone più giovani fanno carriera più velocemente), né nella sfera personale, con la sua relazione poco convinta con una ragazza più giovane.
Nonostante il mio giudizio non positivo però il personaggio funziona, forse perché molto realistico, è facile immaginarselo come persona. Vedrei bene pure un adattamento cinematografico.
Con lo stile dell'autore ho faticato, perché per me non semplice. Nelli ha voluto scrivere una storia inserendo nei dialoghi frasi in dialetto e modi di dire locali, per i quali spesso ho avuto difficoltà, così come con i periodi corti e incisivi. Ha usato un linguaggio crudo, diretto, però non semplice, come fosse un esercizio di stile. Molto capace a farlo, il risultato lo ottiene, io però ho trovato un po' ostica e poco scorrevole questa lettura.
Forse perché, grazie anche a questo modo di scrivere, tutta la storia ha una sorta di aura cupa, negativa, di sofferenza. Io l'ho patita un po', anche se condivido la denuncia sociale che vuole trasmettere.
Un libro fuori dai miei soliti schemi, che ho faticato a leggere, ma sono contenta di averlo fatto.
Vi ho incuriosito?
Interessante e diverso dal solito; ottima recensione, grazie
RispondiEliminaGrazie Benedetta
EliminaInteressante, però non so se leggerlo.
RispondiEliminaper cambiare un po' può essere un'idea. Grazie!
Eliminaanche se tu hai faticato nella lettura devo dire che mi ispira
RispondiEliminaQuesto secondo me a te piacerebbe tantissimo!
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