Pagine

giovedì 18 marzo 2021

Recensione di Ludovica - Tu leggi? Io scelgo! - "Quello che non siamo diventati" di Tommaso Fusari

Buongiorno lettori, oggi tocca a Ludovica, per questa rubrica che amo molto, nata dall'idea di Rosaria e ora gestita da me e Chicca. Se vi facesse piacere partecipare fatemi un fischio.


La rubrica, a cadenza mensile, consiste nel leggere un libro recensito da un altro blog partecipante. 

Questa volta ha scelto tra le recensioni di Francesca del blog Punto di lettura e ha pescato questo titolo.
 
Il libro:
Autore: Tommaso Fusari
Titolo: Quello che non siamo diventati
Editore: Mondadori
Data di pubblicazione: 9 luglio 2019
Pagine: 262

Trama: 
«Andrà tutto bene, Michael.» «E come fai a dirlo, Sara? Prevedi il futuro?» «Non prevedo il futuro, ma siamo insieme, no?» Mi volto verso il campo di cocomeri e le vigne, che avevamo attraversato per arrivare alla recinzione. Non c'è nessuno all'orizzonte.
«E se andasse tutto male?» «Be', restiamo insieme.» «Sempre?» «Per tutta la vita.» Una promessa fatta da bambini, calda e rassicurante come una carezza, come un abbraccio quando fuori fa tanto, tanto freddo. Un fratello e una sorella, Michael e Sara, che una volta erano inseparabili e ora sono quasi due estranei, due che, pur abitando sotto lo stesso tetto, si sfiorano appena. E, nel mezzo, la vita, fatta di momenti belli ma anche brutti, momenti in cui tutto può andare avanti, oppure può interrompersi bruscamente. Momenti che arrivano inaspettati per dirti che tutto deve cambiare. Anche se non vuoi, anche se non sei pronto. E a quel punto, poco importa come, tu devi trovare un modo per andare avanti. E questo hanno fatto Sara e Michael. Ognuno per conto proprio, però. Lei attenta a non far trapelare il dolore che le si appiccica alle ossa, agli occhi, ai battiti cardiaci e che le fa mancare l'aria, e a controllare sempre tutto, a non lasciarsi sfuggire niente, in un ingenuo tentativo di tenere ogni cosa in equilibrio. Lui in balia di ciò che accade, senza trovare mai la forza di avere un orientamento, col cuore imbottito di hashish e la testa di sogni infranti. Entrambi sempre più estranei, e lontani l'uno dal cuore dell'altra.
Ma a un certo punto però qualcosa, o meglio qualcuno, irrompe nella loro vita facendo vacillare il loro piccolo mondo cristallizzato, fatto di giorni sempre uguali, silenzi, muti rimproveri, possibilità sospese, distanze che diventano siderali e ricordi sbiaditi. Di nuovo, Michael e Sara sono di fronte a qualcosa che potrebbe stravolgere la loro esistenza. E se soltanto smettessero di vivere ogni cambiamento come una crepa dalla quale possono entrare solo cose brutte, forse potrebbero riprendere il cammino interrotto tanti anni prima, trovare il modo di tornare a respirare, a credere nel futuro, e, magari, infine, ritrovarsi.


 

Io sono tra quelle persone che nel 2017 lesse il primo romanzo di questo giovanissimo autore, Tempi duri per i romantici, senza neanche un briciolo di aspettativa, ma solo con la voglia, e non so neanche io bene da cosa mi provenisse questa necessità, di leggere qualcosa di giovanile, fresco e senza molto pathos. Ovviamente io sono tra quelle persone che ha pianto tutte le sue lacrime alla fine del libro, talmente tante da non aver avuto mai neanche il coraggio di scrivere una mezza specie di recensione. (Il libro, forse perché del tutto inaspettatamente, mi era piaciuto tantissimo!)

 

Eccomi qui di nuovo, priva di alcun tipo di aspettativa, perché negli anni ho capito che più costruisco palazzi alti e più mi faccio male quando crollano miseramente a terra.

 

Un tema molto diverso, infatti se avevamo sospirato e pianto per Stefano ed Alice nel primo libro, per la loro travagliata e dolcissima storia d’amore, qui ci troviamo di fronte ad un’altra forma di amore, quella tra sorella e fratello. Non in una situazione tranquilla e che profumi di normalità, ma una drammatica in cui i due ragazzi hanno perso entrambi i genitori in un incidente anni prima rispetto al racconto.

 

Si conferma una scrittura giovanile molto molto evocativa, anche fin troppo intrisa di durezza e realismo, una trama lineare senza troppi colpi di scena, ma assolutamente in grado di farti entrare nella storia, nei personaggi, in una caldissima Roma estiva.

 

Ci sono molti elementi a lui cari, a partire proprio dalla sua Roma, una città che nasconde tesori ad ogni curva, ma che ad ogni angolo ti sorprende con delle insidie, inaspettate e dolorose.

 

Il rapporto difficile che c’è tra i due fratelli, Sara e Micheal, invece, è proprio nell’aria, si respira nell’aria che i due non respirano insieme, pur condividendo un piccolo appartamento; si intravede nella loro lontananza, nei loro prolungati silenzi, interrotti solo da un fatto che li andrà a sconvolgere entrambi. Riporterà a galla vecchie ferite mai rimarginate, farà riemergere fragilità, debolezze, cerchi non chiusi ma in attesa di essere proprio affrontati.

 

Ho provato molta pena per questi due personaggi, ho sentito il loro dolore, la loro esigenza di comunicare all’altro, ma allo stesso tempo la grandissima difficoltà di sedersi uno davanti all’altro, con in mezzo un piatto di spaghetti al pomodoro. Tutto in loro è portato all’esasperazione, alla drammaticità della solitudine, all’incapacità di aprirsi, chiedere aiuto, denunciare.

 

Ho ricevuto sensazioni positive, anche nelle scene più ombrose, e qui credo sia la grande capacità dello scrittore, cioè buttarti proprio nel mezzo delle situazioni, senza mediare nessuna risposta, darti tutto quello che è, senza sconti o abbellimenti, farti sperimentare, proprio sulla tua pelle, il dolore, la solitudine, l’arrendevolezza, la vita.

 

Però, perché un grande però l’ho trovato pur non essendomi messa a cercarlo, è che non ho visto la luce, se non nelle ultimissime pagine, ho visto oppressione, negatività, zone oscure, forse un po’ troppo concentrate in trecento pagine. Volevo leggerezza, superficialità a tutti i costi? No, per carità, ho adorato il primo e non era certo una commedia, avrei solo desiderato più positività, sole, luce nel rapporto tra i due fratelli. Ed invece ad un certo punto, giravo le pagine chiedendomi quale altra tragedia sarebbe avvenuta.

 

Il mio è un ni, che poi io odio le mezze misure, ma davvero credevo che scrivendo la recensione mi sarei schiarita le idee e sarei stata in grado di dare un giudizio più pertinente. E so anche che famose blogger ne hanno elogiato tema, scrittura e tutto il resto, ma io, che sono una semi-blogger ignorante, faccio mea culpa e confesso che forse non ho capito la grandezza del libro. Scusatemi!

Voto: 3*


 
 Le altre recensioni:





 
 












16 commenti:

  1. allora io posso dirti che per me anche il primo libro fu un ni, nonostante in tanti lo avessero adorato io sono rimasta tiepida perchè la storia si era conclusa così come me l'aspettavo, per me nulla di nuovo. quindi all'uscita del nuovo romanzo di fusari ho deciso di non leggerlo. mi spiace che stavolta non sia riuscito a prenderti però la tua recensione è come sempre bellissima

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Grazie Chicca! Invece io che non mi accorgo mai di niente, ho subito quasi un accidente con il primo. Il secondo invece tiepido tiepido

      Elimina
  2. Io devo dire onestamente che non conosco autore, non coNosco il suo primo libro e non conosco neanche questo e per assurdo preferisco molte volte gettarmi a capofitto proprio su quei libri che hanno un ni e non un sì osannato, quindi mi hai convinta come mi hai convinta e incuriosita del primo che si chiama?... vabbé cercherò su internet!!!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Tempi duri per i romantici è il primo libro. Che per me è stato un sì pieno ed inaspettato. Questo invece...insomma!

      Elimina
  3. le tue recensioni Ludovica sono sempre meravigliose e io mi fido più del tuo giudizio rispetto alle più famose

    RispondiElimina
  4. Bella recensione. Sì è vero il libro lascia questo velo di tristezza, onnipresente. A me ha fatto riflettere e mi sono sentita un po' a casa, nella mia città piena di contraddizioni.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. L’amore che l’autore prova per la sua città, Roma, è grande ed indiscusso. Avrei voluto, e pensavo quello effettivamente, di ricevere altre sensazioni.

      Elimina
  5. Ho sentito parlare di questo autore ma non ho letto i suoi libri e se per te è un ni non vuol dire che non hai capito nulla solo che non ti ha preso, non ha soddisfatto le tue aspettative, non ti ha convinto e, se devo essere sincera, preferisco le recensioni con qualche dubbio che quelle superstra positive che puzzano di costruito ad hoc...

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Hai ragione Erica. Anche io preferisco quelle sincere che quelle costruite!

      Elimina
  6. Ho intravisto questo libro in libreria e - cosa che probabilmente non dovrei ammettere - la copertina e il titolo mi attiravano. Forse per conoscere questo autore dovrei provare a questo punto a leggere questo e solo dopo l'altro. Bella recensione!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Il primo ha fatto breccia nel mio cuore, questo molto meno

      Elimina
  7. Ho amato il primo, ma questo ancora non l'ho letto

    RispondiElimina
  8. Wow che recensione emozionante! Grazie per averla condivisa con noi :)

    RispondiElimina