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lunedì 28 giugno 2021

Ci provo con - Recensione "Aglio, olio e assassino" di Pino Imperatore

 Buongiorno, torna la rubrica mensile nata da una mia idea per buttarsi su nuovi autori. 

Rubrica a cadenza mensile in cui si legge un autore o un'autrice per la prima volta.

A me piace fare rubriche in compagnia, ovviamente senza nessun obbligo, così ho esteso l'invito alle mie amiche blogger. Se vi facesse piacere partecipare avete solo da dirlo.

Ho letto:
Autore: Pino Imperatore
Titolo: Aglio, olio e assassino
Editore: DeA Planeta
Data di pubblicazione: 29 maggio 2018
Pagine: 367

Trama:
Un ispettore di polizia scapolo incallito, un commissario con la faccia da duro e due maestri della cucina napoletana con la battuta sempre pronta: la squadra investigativa più divertente del giallo italiano!

Nell’affascinante quartiere di Mergellina, Francesco e Peppe Vitiello gestiscono la premiata trattoria Parthenope, dispensando buoni piatti e aneddoti ancor più saporiti. L’ispettore Gianni Scapece, amante della cucina non meno che delle donne, lavora nel commissariato appena aperto di fronte al locale e dove si racconta che viva il fantasma di una vedova allegra. Per lui è un ritorno a casa, perché in quel quartiere ci è nato, e nell’ospitalità dei Vitiello ritrova il calore e la veracità che aveva perduto. Nelle settimane che precedono il Natale, però, Napoli è scossa dall’omicidio di un ragazzo, il cui corpo viene letteralmente “condito” dall’assassino con aglio, olio e peperoncino. Perché un rituale così macabro? Quale messaggio nasconde? Per trovare la risposta, l’ispettore dovrà scavare tra simboli, leggende e credenze della cultura partenopea, aiutato dalla tenacia del suo capo, il commissario Carlo Improta, e dalle scoppiettanti intuizioni dei Vitiello. In un romanzo che mescola con sapienza la commedia e l’indagine poliziesca, Pino Imperatore dirige un formidabile coro di passioni e allegria, di bassezze e colpi di genio. Un’avvincente corsa contro il tempo, con uno straordinario, pirotecnico finale.


Un uomo viene trovato ucciso in una scena del crimine ricostruita in maniera particolare. Il nuovo ispettore di polizia, di ritorno alla sua città natale, indaga quindi su questo omicidio, che purtroppo non sarà l’unico, intrecciando le vicende con i proprietari di una trattoria vicina al commissariato.

Questo libro è un giallo ambientato a Napoli, dove la città è parte integrante, diventa quasi una protagonista.

Credevo di trovarmi di fronte a un giallo allegro, un po’ sullo stile di Malvaldi, con elementi pittoreschi che stemperano le parti di investigazione e in effetti è stato così, ma pure troppo.

La parte investigativa infatti viene messa in ombra rispetto a quella più descrittiva della città (non solo per la cucina, ma anche per storia, arte, religione ecc.) e soprattutto dalla eccentricità dei personaggi.

La cosa che più ho patito è proprio questa, il fatto che i vari personaggi siano estremamente stereotipati, insieme all’uso di termini dialettali soprattutto nei dialoghi. Ho trovato questi particolari esagerati e fastidiosi.

Il libro è scritto bene, si vede la cura che l’autore ha dedicato alla stesura e alla ricerca, ma io, per gusto personale, l’ho trovato esagerato. Sarà anche che non sono mai stata a Napoli e quindi forse non posso capire.

Quindi pur rendendomi conto di trovarmi di fronte a un buon prodotto, curato e ricco di particolari, non ho saputo apprezzarlo, finendo per infastidirmi o annoiarmi.
Non è il libro adatto a me.
Voto: 2*



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16 commenti:

  1. Ahí, mi spiace non sia piaciuto; grazie comunque per la recensione

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  2. Non conosco l'autore ma mi fido del tuo giudizio, non lo segno, per una volta non segno. 😁

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  3. capisco bene il tuo pensiero. io come sai mi sono divertita moltissimo a leggere questo libro soprattutto per i riferimenti alla mia città. peccato stavolta è andata così

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  4. Questo è nel mio e-reader non so più da quanto tempo, ma ancora non lo ho letto... prima o poi lo leggerò

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  5. Penso che certi libri siano adatti solo a chi capisce il dialetto e non lo dico per un senso di superiorità ma perchè anch'io al tuo posto mi sarei trovata in seria difficoltà, mi è capitato di leggere libri con dialetto sardo, milanese e non mi è piaciuto penso che vadano bene qualche forma dialettale magari poi tradotta ma non tante perché così si rende la lettura complicata per chi non la capisce e quindi non per tutte. I personaggi sterotipati poi sono il male e anche qui ti capisco quindi la tua opinione ci sta, e visto quanto ho detto prima io invece voglio proprio leggerlo perchè anche se è un giallo mi sembra simpatico e se parla di Napoli sono curiosa

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    1. infatti il problema per me è stato proprio quello. A te Susy lo consiglio

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  6. Non ho letto nulla di Pino Imperatore, però mi incuriosisce come autore, anche perché Iaia lo ha letto e ne è rimasta entusista. E' vero anche che molte volte le grandi difficoltà nascono quando c'è molto uso del dialetto che non aiuta tanto

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    1. È molto accurato, prova a leggerlo, magari a te può piacere

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  7. A me in realtà questo autore piace tanto ma capisco la difficoltà per chi non capisca il dialetto, ma soprattutto per chi non abbia presente Napoli davvero.
    Comunque mi piacerebbe partecipare a questa rubrica perchè mi piace scoprire sempre nuovi autori!

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    1. Sempre aperte a nuove iscrizioni, contattami in privato

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  8. Non ho letto nulla di questo autore e non so perché ma non mi attirano particolarmente questi gialli italiani

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