Il libro:
Autrice: Alice Basso
Titolo: Le ventisette sveglie di Atena Ferraris
Editore: Garzanti
Data di pubblicazione: 21 gennaio 2025
Pagine: 368
Trama:
Mi chiamo Atena Ferraris e mi sa che non sono come gli altri, inutile girarci intorno. Mia madre mi ha sempre detto che siamo tutti diversi, e quindi è come se fossimo tutti uguali. Non ne sono convinta, ma mi fido di lei. Ho trent’anni, vesto fuori moda e odio le sorprese. E ho ben ventisette sveglie ogni giorno per ricordarmi di lavorare, di mangiare, di andare a letto, di smettere di pensare. Soprattutto faccio troppe domande, dicono. Perché per me è essenziale che ogni cosa abbia una spiegazione. Per questo dirigo una rivista online di enigmistica dove ogni gioco, rebus o anagramma ha una soluzione univoca. Mi fa sentire al sicuro. So che siamo in pochi a ragionare così. Ora, però, è successo qualcosa che ha scombinato le carte.
Tutta colpa del mio fratello gemello. Febo è uno scrittore in crisi e, per ritrovare l’ispirazione, si caccia nei guai più assurdi. Al momento, per esempio, si è iscritto a una scuola di magia. Sembrerebbe una cosa innocua, se non fosse che, fra giochi di prestigio e illusioni, è inciampato in un mistero vero, di quelli che scottano. Mi ha supplicata di aiutarlo, dice che ha bisogno della mia capacità di vedere particolari che gli altri non notano. E così eccomi costretta a uscire di casa, a conoscere persone nuove e ad avere conversazioni normali. Ma forse è quello che ci vuole: forse è arrivato il momento di mettersi in discussione e capire se mia madre ha detto la verità sul mio modo di essere. A volte bisogna uscire dal guscio per capire chi si è davvero.
Il nuovo progetto di un’autrice da mezzo milione di copie vendute, opzionato dalla più importante casa di produzione cinematografica italiana prima ancora della pubblicazione. Dopo averci fatto sognare con le avventure di Vani Sarca e Anita Bo, Alice Basso torna dai suoi lettori con una nuova protagonista: diversa, ma che assomiglia un po’ a ognuno di noi. Perché siamo pieni di fragilità, ma anche di una forza che non sappiamo di avere. E Atena è qui per dimostrarcelo.
Devo fare due premesse:
1. Ho un viglio neurodivergente, per la precisione autistico livello uno (c.d. alto funzionamento) e sono molto molto critica sui libri che trattano questi argomenti, proprio perché mi è impossibile essere obiettiva. Spesso non me la sento proprio di leggerli, perché vivo la lettura come evasione e questi libri, nonostante l’accezione “leggera”, per me non lo sono;
2. Amo Alice Basso, mi piace proprio tanto il suo stile, ma stavo allegramente rimandandone la lettura per i motivi di cui al punto 1. La challenge alla quale partecipo e soprattutto due mie amiche carissime (che mi hanno regalato il libro con tanto di dedica) hanno posto termine a questo periodo di procrastinazione.
Cosa posso dire di questo libro? Mi è piaciuto tantissimo, molto di più di quanto mi aspettassi. È stato sì non leggero per me, assolutamente, ma è anche capitato in un momento in cui ne avevo bisogno, avevo proprio la necessità di analizzare ed elaborare diversi pensieri che questo libro mi ha aiutata a fare. Quindi grazie Mery e Patty e grazie Alice Basso.
Non è un trattato sull’autismo, anzi questa parola, purtroppo ultimamente troppo abusata, compare forse una volta sola. Racconta piuttosto di Atena, delle sue fragilità ma anche dei suoi punti di forza, delle sue – poche – relazioni, delle sue tantissime difficoltà, mettendoci pure in mezzo un giallo da risolvere.
Ma lo fa alla maniera di Alice Basso, regalando al lettore ben più di una risata, oltre ovviamente a coinvolgerlo dall’inizio alla fine.
Ho amato molto questa donna, con le sue contraddizioni (e in cui ho rivisto molto di quanto ho in casa io), ho amato suo fratello e pure suo padre. La madre è un grosso punto interrogativo, ancora da risolvere, cosa che spero faccia con i volumi successivi (perché è necessario per me averli ecco, anche se non lascia in sospeso).
Mi è piaciuta la trama e anche la struttura, insomma è un libro che mi ha conquistata dall’inizio alla fine. Ma quando dico la fine per me è doveroso comprendere anche la postfazione dell’autrice, che ammetto avermi fatta commuovere. Da persona che vive di riflesso, da cargiver passatemi il termine, condivido tutto e di nuovo la prima parola che mi viene da dire è grazie.
Consiglio la lettura di questo libro a tutti quanti, ma proprio tutti tutti, perché è piacevole e divertente, perché è utile, soprattutto perché una persona neurotipica spesso fatica a capire cosa significhi essere neurodivergente, o come può vivere lei o anche un suo famigliare.
Voto: 5*
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Non conosco; ottima recensione; grazie
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