Buongiorno lettori, oggi vi parlo di un libro che esula un po' dalle mie solite scelte. Domani è la Giornata della memoria e ogni anno in questo periodo sento l'esigenza di leggere qualcosa riguardo, proprio per onorare l'intento di questa giornata, ricordare.
Ma guardando i libri comprati e non letti, che sono sempre troppi, sono stata attirata da questo titolo che non parla di persecuzione degli ebrei ma della deportazione dei lituani effettuata dal regime russo sempre nello stesso periodo.
Autrice: Ruta Sepetys
Titolo: Avevano spento anche la luna
Editore: Garzanti
Data di pubblicazione: 22 marzo 2011
Pagine: 338
Trama:
Lina ha appena compiuto quindici anni quando scopre che basta una notte, una sola, per cambiare il corso di tutta una vita. Quando arrivano quegli uomini e la costringono ad abbandonare tutto. E a ricordarle chi è, chi era, le rimangono soltanto una camicia da notte, qualche disegno e la sua innocenza. È il 14 giugno del 1941 quando la polizia sovietica irrompe con violenza in casa sua, in Lituania. Lina, figlia del rettore dell'università, è sulla lista nera, insieme a molti altri scrittori, professori, dottori e alle loro famiglie. Sono colpevoli di un solo reato, quello di esistere. Verrà deportata. Insieme alla madre e al fratellino viene ammassata con centinaia di persone su un treno e inizia un viaggio senza ritorno tra le steppe russe. Settimane di fame e di sete. Fino all'arrivo in Siberia, in un campo di lavoro dove tutto è grigio, dove regna il buio, dove il freddo uccide, sussurrando. E dove non resta niente, se non la polvere della terra che i deportati sono costretti a scavare, giorno dopo giorno. Ma c'è qualcosa che non possono togliere a Lina. La sua dignità. La sua forza. La luce nei suoi occhi. E il suo coraggio. Quando non è costretta a lavorare, Lina disegna. Documenta tutto. Deve riuscire a far giungere i disegni al campo di prigionia del padre. È l'unico modo, se c'è, per salvarsi. Per gridare che sono ancora vivi. Lina si batte per la propria vita, decisa a non consegnare la sua paura alle guardie, giurando che, se riuscirà a sopravvivere, onererà per mezzo dell'arte e della scrittura la sua famiglia e le migliaia di famiglie sepolte in Siberia. Ispirato a una storia vera, Avevano spento anche la luna spezza il silenzio su uno dei più terribili genocidi della storia, le deportazioni dai paesi baltici nei gulag staliniani. Venduto in ventotto paesi, appena uscito in America è balzato in testa alle classifiche del «New York Times». Definito all'unanimità da librai, lettori, giornalisti e insegnanti un romanzo importante e potente, racconta una storia unica e sconvolgente, che strappa il respiro e rivela la natura miracolosa dello spirito umano, capace di sopravvivere e continuare a lottare anche quando tutto è perso.
Titolo: Avevano spento anche la luna
Editore: Garzanti
Data di pubblicazione: 22 marzo 2011
Pagine: 338
Trama:
Lina ha appena compiuto quindici anni quando scopre che basta una notte, una sola, per cambiare il corso di tutta una vita. Quando arrivano quegli uomini e la costringono ad abbandonare tutto. E a ricordarle chi è, chi era, le rimangono soltanto una camicia da notte, qualche disegno e la sua innocenza. È il 14 giugno del 1941 quando la polizia sovietica irrompe con violenza in casa sua, in Lituania. Lina, figlia del rettore dell'università, è sulla lista nera, insieme a molti altri scrittori, professori, dottori e alle loro famiglie. Sono colpevoli di un solo reato, quello di esistere. Verrà deportata. Insieme alla madre e al fratellino viene ammassata con centinaia di persone su un treno e inizia un viaggio senza ritorno tra le steppe russe. Settimane di fame e di sete. Fino all'arrivo in Siberia, in un campo di lavoro dove tutto è grigio, dove regna il buio, dove il freddo uccide, sussurrando. E dove non resta niente, se non la polvere della terra che i deportati sono costretti a scavare, giorno dopo giorno. Ma c'è qualcosa che non possono togliere a Lina. La sua dignità. La sua forza. La luce nei suoi occhi. E il suo coraggio. Quando non è costretta a lavorare, Lina disegna. Documenta tutto. Deve riuscire a far giungere i disegni al campo di prigionia del padre. È l'unico modo, se c'è, per salvarsi. Per gridare che sono ancora vivi. Lina si batte per la propria vita, decisa a non consegnare la sua paura alle guardie, giurando che, se riuscirà a sopravvivere, onererà per mezzo dell'arte e della scrittura la sua famiglia e le migliaia di famiglie sepolte in Siberia. Ispirato a una storia vera, Avevano spento anche la luna spezza il silenzio su uno dei più terribili genocidi della storia, le deportazioni dai paesi baltici nei gulag staliniani. Venduto in ventotto paesi, appena uscito in America è balzato in testa alle classifiche del «New York Times». Definito all'unanimità da librai, lettori, giornalisti e insegnanti un romanzo importante e potente, racconta una storia unica e sconvolgente, che strappa il respiro e rivela la natura miracolosa dello spirito umano, capace di sopravvivere e continuare a lottare anche quando tutto è perso.
Ho comprato questo libro subito dopo aver letto Ci proteggerà la neve, scritto dalla stessa autrice, perché la sua penna mi aveva conquistata. Finora non l'avevo ancora affrotato proprio per la tematica, così forte. Perché per leggere questi libri bisogna essere preparati psicologicamente, ci vuole il momento giusto, l'impatto è devastante.
Lina è una ragazza di 15 anni, serena e con una famiglia solida alle spalle. Il suo sogno è frequentare una corso per imparare a disegnare come il suo pittore preferito, Edvard Munch.
Una notte però la sua vita viene stravolta e senza un reale motivo, se non l'appartenenza alla borghesia del suo popolo, i lituani.
Il regime totalitario russo, nel corso del conflitto mondiale, ha deportato i popoli della Estonia, Lituania e Lettonia proprio solo in quanto tali, per motivi di egemonia politica. Questo fatto oltraggioso per molti anni è stato pure negato dalla Russia e l'autrice, come ben spiegato nelle note finali, ha effettuato una lunga e particolareggiata ricerca, riuscendo a parlare anche con qualche sopravvissuto.
Mi immaginai un tappeto che veniva sollevato e un'enorme scopa sovietica che ci spazzava sotto.
Ceneri - Edvard Munch |
Ho sofferto tantissimo durante questa lettura proprio perché consapevole di leggere qualcosa di reale anche se lo stile dell'autrice non è così crudele o forzatamente scioccante. Anzi, essendo la protagonista una ragazza mantiene un registro semplice. Ho apprezzato molto anche il mettere in ogni capitolo piccoli pezzi di ricordi passati, scritti in corsivo, contestuali alla storia e che hanno creato un contrasto netto tra la realtà attuale di Lina e quella passata.
Il libro racconta una storia drammatica ma lo fa mantenendo sempre un clima di speranza. I momenti di rabbia, giustificata e dovuta, sono stemperati da riflessioni se non positive almeno non disfattiste. Ho amato molto questo anche perché manca del tutto il buonismo smaccato. Tutti sanno cosa è giusto e cosa è sbagliato, chi sono i buoni e chi invece meriterebbe di marcire all'inferno, ma questo non è esasperato. Anzi, la morale che viene trasmessa alla fine della lettura è proprio la compassione e il perdono, senza fare retorica o generalizzare. Alla fine quasi una redenzione.
Erano a conoscenza dell'orrendo segreto dei sovietici? Facevano finta di non sapere?
Io ho provato molta rabbia di fronte a questa ingiustizia e delle volte ho pensato che non sarei riuscita a comportarmi come i vari personaggi hanno fatto. Mi sono sentita più cattiva e decisamente meno incline al perdono. Sono una persona meno buona e per fortuna non ho neanche lontanamente idea di ciò che hanno provato. Il loro atteggiamento mi ha colpito e di nuovo fatto riflettere molto. L'animo umano è capace di enormi bassezze, inconcepibili, ma anche di grazia. E io provo ammirazione per questo.
L'autrice ha scritto un romanzo curato nei minimi dettagli, che mi ha toccata nel profondo. Lo renderei una lettura obbligatoria a scuola, alle superiori, anche per comprendere una parte dell'assetto politico che spesso viene appena accennata e che per troppo tempo è stata censurata.
Intrappolati fra l'impero sovietico e quello nazista, dimenticati dal mondo, gli stati baltici scomparvero semplicemente dalle carte geografiche.
Questa è una storia intensa, toccante e che porta a grandi riflessioni, lasciandoti con una sensazione di speranza che asciuga le lacrime versate.
Da leggere assolutamente.
Ed io lo leggerò. E tanto che voglio farlo la sepetys è una bravissima autrice e non posso farmi mancare questo titolo.
RispondiEliminaBellissima recensione Chiara. È davvero scritta con il cuore
grazie Chicca, questo libro mi ha colpito tantissimo. Leggilo, piacerà anche a te
EliminaVoglio leggerlo! Assolutamente! Bellissima recensione,Chiara 🥰
RispondiEliminaGrazie Ludovica! Te lo consiglio proprio tanto
EliminaBella la recensione mi hai incuriosito con questo libro.. Me lo segno..
RispondiEliminaGrazie Sabrina, fai benissimo
EliminaHo letto l'altro libro che hai citato di quest'autrice e mi era piaciuto molto, questo ce l'ho in lista e la tua recensione mi fa ben sperare che mi piacerà
RispondiEliminaSusy quando riesci leggilo perché merita come se non più dell'altro
EliminaDell'autrice mi interessa molto sia questo che Ci proteggerà la neve, ma sono letture piuttosto difficili da digerire e devo trovare il momento buono per recuperarli.
RispondiEliminaHo letto anche Ci proteggerà la neve e te li consiglio entrambi. Concordo con te sul trovare il momento giusto per farlo
EliminaUn libro straziante, ma bellissimo!
RispondiEliminaHo anche scoperto che lo scorso anno è uscito il film, ma purtroppo non è arrivato in Italia
Davvero il film? Mi piacerebbe vederlo, speriamo arrivi anche qui prima o poi
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