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mercoledì 5 febbraio 2020

Recensione di Ludovica - Tu leggi? Io scelgo! - "Sei il mio sole anche di notte" di Amy Harmon

Buongiorno lettori, oggi tocca a Ludovica, per questa rubrica che amo molto, nata dall'idea di Rosaria. Se vi facesse piacere partecipare fatemi un fischio.


La rubrica, a cadenza mensile, consiste nel leggere un libro recensito da un altro blog partecipante. 

A lei questa volta è capitata Erica (blog Libri al caffè) e ha scelto questo libro, che ho letto anche io.


Autrice: Amy Harmon
Titolo: Sei il mio sole anche di notte
Editore: Newton Compton
Data di pubblicazione: 19 marzo 2015
Pagine: 351

Trama:
Ambrose Young è bellissimo, alto, muscoloso, con lunghi capelli che gli arrivano alle spalle e uno sguardo che brucia di desiderio. Ma è davvero troppo per una come Fern Taylor. Lui è perfetto, il classico protagonista di quei romanzi d’amore che Fern ha sempre adorato leggere. E lei sa bene di non poter essere all’altezza di un ragazzo del genere… Ma la vita a volte prende pieghe inattese. Partito per la guerra dalla piccola cittadina di provincia in cui i due giovani sono cresciuti, Ambrose tornerà trasformato dalla sua esperienza in prima linea: è sfigurato nei lineamenti e profondamente ferito nell’anima. Fern riuscirà ad amarlo anche se non è più bello come prima? Sarà in grado di conquistarlo? Saprà curarlo e ridargli la fiducia in sé? Versione moderna de La bella e la bestia, il nuovo romanzo di Amy Harmon – dopo il grande successo di I cento colori del blu – ci dimostra che in ognuno di noi convivono una parte mostruosa e una meravigliosa creatura e che solo l’amore può essere capace di farle andare d’accordo.
Amy Harmon, una delle autrici più amate dalle tante blogger che seguo (quelle che ovviamente confessano, senza vergognarsene, di leggere romance).
Amy Harmon, di cui non avevo ancora letto niente, a parte il suo splendido fantasy, L’incantesimo della spada.
Amy Harmon, su cui avevo aspettative altissime, ma che temevo come un demone può temere l’acqua santa (sono presa in questo momento da un demone, Il Demone, Roth, e lo devo infilare a forza in ogni mia conversazione!)

L’incontro iniziale non è stato dei migliori, non è scoccato nessun colpo di fulmine, anzi, per metà del libro, che ho difficoltà anche ad inserire in una consueta catalogazione, Young Adult?, New Adult?, boh?, mi sono sforzata di finirlo senza stare a predicare ad ogni pagina che giravo. Mi sono obbligata a finirlo, perché questa è una rubrica ed avevo degli impegni “morali” verso le persone che vi partecipano, perché da tantissimo tempo avevo voglia di leggere un suo libro, perché, anche se Pennac ci ha autorizzato ad abbandonare un libro se non ci stia piacendo, la Comandante mi avrebbe ucciso, però, però...è un “ni” il mio. Cerco di spiegarmi meglio.

Ambrose e Fern sono due compagni di liceo, hanno appena iniziato l’ultimo anno, quello del diploma, dei sogni, quello in cui la spensieratezza dovrebbe essere la parola d’ordine, ma l’11 settembre 2001, quando il mondo si fermò per tutti, non risparmiò quei ragazzi che in diretta assistettero al crollo delle torri gemelle.
L’autrice alla storia principale, ambientata nel 2004, va a legare altri racconti, di quando erano piccoli, dell’11 settembre 2001, evento che fa da spartiacque tra un “prima” ed un “dopo”, che indurrà Ambrose, e i suoi più intimi amici, ad una scelta significativa: arruolarsi volontario per l’Iraq. Tanti elementi, forse troppi, che, se generalmente servono per aggiungere informazioni, per dare dinamismo alla storia, hanno avuto su di me l’effetto contrario, contribuendo solo a destabilizzarmi, addirittura a distrarmi dalla storia principale.

Ambrose è il bello della scuola, lo sportivo della scuola, il bello ed irraggiungibile (almeno per Fern), Fern è il suo esatto opposto, diciamo un fiore che a diciotto anni ancora deve sbocciare. Secondo i soliti cliché lui dovrebbe essere bello ed un po’...superficiale, lei, invece, profonda, intelligente e timida. Ed invece no, perché la Harmon rende Ambrose, Brosey per gli amici, anche un tipo riservato e sensibile e poeta, che in un picco di umanità, il giorno prima di partire e difendere la sua Patria, riesce a scorgere qualcosa dietro l’apparecchio che Fern porta ai denti. Qualcosa che potrebbe piacergli di lei, che lo incuriosisce, ma purtroppo sta partendo ed è costretto a portare il suo ricordo nel tumulto della guerra.

Lo so, scusate, sono stata un po’ ironica, perché se pure sia pienamente cosciente del fatto che un romanzo vada costruito a tavolino, questo mi è sembrato sin dalle prime pagine un concentrato di troppe disgrazie tutte insieme, tutte messe lì non casualmente: il cugino di Fern, Bailey, tra parentesi un personaggio brillante, intelligente, altruista, innamorato della vita, su una sedia a rotelle a causa della distrofia, l’11 settembre e gli effetti della tragedia, la guerra. Ed allora mi sono chiesta se siano stati posizionati tutti lì per provocare i sentimenti del lettore, che secondo me è l’unico fine della lettura, o per spingerlo alla commiserazione, più che alla compassione?

Mi sono commossa, lo ammetto, quasi alla fine del libro mio marito mi ha trovato a singhiozzare, perché senza dubbio l’autrice riesce nel suo intento di scombussolare gli animi, ma alla fine gli elementi improbabili (può essere che tu Ambrose, così sensibile da scrivere delle bellissime lettere, abbia dovuto aspettare il giorno prima della partenza per accorgerti della bellezza interiore di Fern e che soprattutto in tre mesi estivi non siate riusciti ad incontrarvi neanche per sbaglio nelle vie di una città non grandissima?) e quelli inverosimili (cinque amici partono per la guerra insieme, lo decidono come se stessero progettando il viaggio da fare dopo il diploma, e guarda caso, finiscono tutti e cinque insieme nello stesso battaglione, sullo stesso veicolo, a svolgere lo stesso incarico?), la lentezza che io ho percepito almeno fino a metà libro, tantissimi cliché utilizzati, non me lo hanno fatto apprezzare. Quasi per niente.

L’unica nota davvero positiva è il ritorno di Ambrose a casa dopo l’incidente che lo ha sfigurato fuori e devastato dentro, perché qui la Harmon cerca di dargli coraggio e positività ed amore ed amicizia, attraverso le parole e l’esempio di Fern e Bailey. Con loro, e grazie a loro, riesce ad uscire dal buio e a ridare un senso alla sua vita.
Leggerò altro della Harmon, lo so, perché mi conosco e perché non mi è dispiaciuto totalmente, ma purtroppo con questo romanzo non ha fatto centro nel mio cuore di lettore.
Voto:


Le altre tappe:


28 commenti:

  1. Dunque dunque... il mio incontro con la Harmon era stato piuttosto tiepido. Il fantasy mi era piaciuto ma Il segreto di Eva non mi aveva fatto impazzire. Questo però, potrebbe anche piacermi. Io non leggo romance, di solito, ma sto rivalutando il genere. Certo non leggo tutto e seleziono con molta cura le mie letture ma alla fine, perché no?

    Di solito a me piace tutto quello che fa schifo agli altri 😂😂😂

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    1. A quanto pare a me non piace ciò che piace a tutti😭😭😭

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  2. Bailey è un personaggio favoloso, di una forza impareggiabile. Alcuni libri della Harmon stracciano il cuore. Io ho singhiozzato anche per I cento colori del blu

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  3. la paura che infondo io può tutto! E nonostante tutto dillo che sei ancora viva. A parte gli scherzi a me questo libro era piaciuto, ma non del tutto, è stato quello che ho preferito di meno dell'autrice, sono veramente tutti troppo buoni (che ti stia influenzando?)

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    1. Sono ancora viva no, io sono ancora buona, non mi stai influenzando😛😛😛😛

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  4. Della Harmon ho letto solo il fantasy, ho in lista da una vita "il segreto di Eva" questo lo conosco ma onestamente non mi attira per nulla.

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  5. Questo libro è stato letto molto tempo fa da Dolci e ricordo che lei lo aveva adorato. Io non ho letto ancora nulla e sinceramente in questo momento non sono alla ricerca di nuovi libri, a meno che non mi facciano battere il cuore già dalla copertina

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    1. Come detto, io leggerò atto di suo. Magari è un mio momento no, quindi non mi fossilizzerò su un parere negativo,ma ci riproverò!

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  6. Ciao, a me questo libro non è dispiaciuto, ma della stessa autrice ho preferito "Il segreto di Eva" :-)

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  7. Anni fa questo ero molto attratta da questo titolo, ma non mi sono mai decisa a prenderlo. Inizio a pensare di aver fatto bene XD

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    1. Questa è la mia opinione, ma so che a moltissime persone è piaciuto, quindi vale sempre la pena leggere e farsi una propria idea!

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  8. Purtroppo non ho letto nulla di questa autrice nonostante siano anni che mi ripropongo di farlo.

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    1. Non sono la sola, allora, ad aver letto poco di questa autrice! Pensavo di essere rimasta solo io!

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  9. Non so se leggerlo.. grazie comunque per la recensione

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  10. Nooooo! Che peccato!
    Io adoro la Harmon. :(
    Però in effetti il suo più bel romanzo, secondo me, oltre a "L'incantesimo della spada" è "I cento colori del blu". Stupendo a mio avviso.

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    1. Lo soooooo! Avevo letto la tua recensione (bellissima)! Allora il prossimo sarà I cento colori del blu!

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  11. Noooooooo
    Io questo Romanzo l'ho adorato. Mi sono innamorata di tutto di Bailey di Ambrose e Fern.
    Ho pianto come una disperata per ciò che accade ma ho anche sorriso.
    Sono così dispiaciuta che tu non abbia amato il libro. Un peccato davvero

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    1. Anche io ho pianto e mi sono emozionata, giuro. Però troppo troppo buono!
      OH MIO DIO! Sto diventando come lei: L comandante 🤦🏼‍♀️🤦🏼‍♀️🤦🏼‍♀️🤦🏼‍♀️

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  12. Oh, mi dispiace che non ti sia piaciuto molto. Io l'ho adorato! Però mi fa piacere sentirti dire che proverai a leggere altro di questa autrice

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    1. Leggerò altro! Do sempre una seconda possibilità a tutti

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  13. Per me, invece, è uno dei più belli della Harmon. Mi spiace che non ti sia piaciuto.

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    1. Lo so che era piaciuto a molti, ma magari tra qualche tempo lo rileggerò anche io e cambierò idea! Mi era già successo con Black Friars... sai com’è andata a finire, no????

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  14. Peccato non sia riuscito ad arrivarti. Ero curiosa di leggerlo, e penso che lo farò sperando di non trovarmi nella tua stessa situazione, percè lo so già che seguirei il consiglio di Pennac :)

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    1. Io adoro Pennac, e rispetto il suo decalogo, ma per una mia fissazione letteria cerco sempre di portare a termine le letture...anche quando sono pessime!

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