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venerdì 17 aprile 2020

L'angolo vintage 2.0 - Recensione "Legend" di Victoria E.Schwab e recensione di Ludovica "Sono cose da grandi" di Simona Sparaco

Buongiorno lettori, torna puntuale questa rubrica inventata da me che è stata rivista e alla quale si sono aggiunte compagne di viaggio, compresa Ludovica a cui presto questo spazio. L'idea sembra piaciuta (ha pure dato spunto ad altri), ne sono veramente felice, questo mese potrete trovarla anche sui blog: La nostra passione non muore ma cambia coloreI miei magici mondiLe mie ossessioni librose, Letture a pois, Librintavola, Libri al caffè, Romance e altri rimedi

In cosa consiste la rubrica? Anche se la qualcuno pensa che a noi blogger i libri vengano sempre e solo regalati vi assicuro che non è così, noi ne compriamo e pure tanti! Se poi si è un po' compulsivi, tipo me e le mie socie, ci si ritrova ad avere intere pile di arretrati da leggere.
Quindi ogni mese sceglierò (magari facendomi aiutare con qualche sondaggio sui social) un libro comprato da un po' e non ancora letto e lo recensirò. Sarò in compagnia e pubblicherò ogni 17 del mese.

Per questo mese ho scelto questo libro, finalmente sono riuscita ad andare avanti con la serie (anche grazie a una challenge organizzata da Ilaria e Maria Cristina).
Il libro:
Autrice: Victoria E. Schwab
Titolo: Legend
Editore: Newton Compton
Data di pubblicazione: 11 ottobre 2018
Pagine: 510
Serie: #2 Shades of Magic

Trama:
Dopo la Notte Nera, una nuova minaccia incombe su Londra Grigia, Londra Bianca e Londra Rossa.
Sono passati quattro mesi da quando Kell ha trovato la pietra nera. Quattro mesi da quando ha incrociato il suo cammino con quello di Delilah, Rhy è stato ferito e i terribili gemelli Dane sono stati sconfitti. Ma, soprattutto, quattro mesi da quando la terra ha inghiottito il corpo di Holland insieme alla pietra, trascinandoli per sempre a Londra Nera. Le vite di Rhy e Kell ora sono indissolubilmente legate: se Kell muore, muore anche Rhy. Di notte, gli incubi perseguitano Kell con le immagini vivide degli eventi magici che si sono susseguiti e con il ricordo di Lila, sparita come era sua intenzione sin dall’inizio. Intanto, mentre a Londra Rossa fervono i preparativi per i Giochi degli Elementi, una competizione magica internazionale, un’altra Londra si sta lentamente risvegliando. Come un’ombra che, invece di dissolversi al mattino, accresce la sua oscurità, Londra Nera sta nuovamente interferendo con l’equilibrio magico. E per ripristinare l’ordine è necessario che un’altra Londra cada…


Ho faticato, ho faticato tantissimo con questo libro, non mi sembrava nemmeno la stessa autrice di Evil, tanto ho fatto fatica, soprattutto nella prima parte. 
Ammetto anche che ho lasciato passare troppo tempo dalla lettura di Magic, il primo della serie, e un sacco di cose proprio le avevo scordate. La Schwab poi non aiuta in questo perché non ti ricorda molto le cose. Non è che io pretenda un riassunto o una citazione ogni passaggio, ma due cosucce qua e là per chi, come me, aveva tabula rasa sarebbero state d'aiuto. Spesso mi sono chiesta: e questo cosa/chi é? Cosa era già successo? Quindi per me è stato molto impegnativo, amplificato dal fatto che l'inizio è noioso, non c'è altro modo di dirlo.
Prima Kell si era sentito una proprietà. Adesso si sentiva un prigioniero.

Immagine originale
Il problema più grande, però, l'ho avuto con i personaggi. I principali sono diversi e, a parte un'eccezione, li ho detestati tutti. Il protagonista assoluto è Kell e se nel primo non mi aveva rubato il cuore, qui proprio non sono riuscita a sopportarlo. Che lagna, ragazzi! Raggiunge vette inaspettate, può vincere gare di broncio e insoddisfazione. Capisco il modo in cui è stato cresciuto, capisco la situazione particolare in cui si trova, capisco tutto davvero, ma dall'uomo più potente dei vari mondi un atteggiamento da adolescente annoiato anche no, grazie. Non è riuscito a farmi provare nemmeno un briciolo di simpatia, figuriamoci di empatia, neanche alla fine quando quelle cacchette dei suoi pseudo genitori/ reali lo trattano in maniera assurda (e lui sbuffa al posto di dare fuoco a qualcosa che so io). L'empatia è stata lontana anni luce e quindi la fatica è stata anche nel cercare di provare a capire il perché di alcuni atteggiamenti. Le parti con lui sono state per me le più impegnative anche perché stavolta neanche Rhy è riuscito a farsi apprezzare
Quel legame assomigliava a una catena.
Il giovane rampollo ha perso lo smalto, comprensibile dopo quello che gli è capitato, è diventato però meno divertente, meno scanzonato. Ribadisco il fatto che questo suo cambiamento sia giustificabile e in qualche modo dovuto, non ha aiutato però a mantenere l'attenzione viva.

Immagine originale
L'altra parte di storia (all'inizio sono due differenti che poi si congiungono) ha protagonista Lila. Ecco, lei l'avrei presa a schiaffi dall'inizio alla fine. Il suo bisogno di mettersi nei guai, di fare qualcosa di stupido per il gusto di farlo, degno anche qui di un'adolescente bisognosa di attenzioni, nonostante sia troppo molto spiegato, per me non è comprensibile. Un po' andrebbe anche bene, sarebbe in linea col personaggio, qui però è portato all'estremo e stona, rendendo la ragazza solo insopportabile e saccente. Però con lei c'è Alucard, che è l'unico personaggio degno di nota del libro. Quanto mi è piaciuto lui, con il suo passato misterioso (mi aspetto una spiegazione nel terzo libro) e il suo atteggiamento irriverente, da imbonitore. Il libro merita di essere letto già solo per lui. Riuscitissimo, secondo me.

La trama è molto statica nella prima parte, fin oltre la metà. L'ho trovata una sorta di preparazione per il finale che, per fortuna, è più accattivante. Gli Essen Tasch, i giochi degli elementi, mi sono piaciuti e hanno reso tutto più avvincente. 

Di nuovo il worldbuilding è strepitoso, così come la magia. Mi erano già piaciuti nel primo libro e continuano a farlo, sono particolari. 
"La politica è una danza fino al momento in cui diventa una guerra. E noi controlliamo la musica".
Il finale, che è sospeso (non avete idea delle mie imprecazioni, dopo TUTTE QUELLE PAGINE), lascia curiosità per il terzo e ultimo libro. Sicuramente mi prenderò una pausa per riprendermi, avendola trovata una lettura faticosa, senza però far passare troppo tempo, altrimenti non capirò di nuovo un tubo. 
Dopo tutto, si possono uccidere le persone, ma non la magia. Non veramente
Mi aspettavo di più da questa storia, sono rimasta un pochino delusa, ma voglio lo stesso finire la serie.
Voto:











Ora tocca a Ludovica che propone questo libro:
Autrice: Simona Sparaco
Titolo: Sono cose da grandi
Editore: Einaudi
Data di pubblicazione:24 gennaio 2017
Pagine: 98

Trama:
Un giorno, davanti alla televisione, per la prima volta Simona riconosce negli occhi del figlio la paura. E non è la paura catartica delle fiabe, è quella suscitata dalla violenza del mondo. La frase usata fino ad allora per proteggerlo - «sono cose da grandi» - non funziona più. Così decide di rivolgersi a lui, con semplicità, per dirgli ciò che sulla paura ha imparato. Ma anche per raccontargli la dolcezza di una vita quotidiana a due, tra barattoli pieni di insetti e scatole magiche dove custodire i propri desideri. Scrivendogli scopre la propria fragilità, e in questa fragilità, paradossalmente, una forza.




È sempre pericoloso, per una madre, leggere qualsiasi cosa un’altra madre decida di scrivere, non solo che parli dei propri figli, ma che addirittura indirizzi direttamente a loro! Perché io, come è risaputo, sono più un generale che addestra, che una madre con un innato istinto materno? Sarà perché, lo dico anche con un po’ di rammarico, riempio la mia bocca più di regole che di parole affettuose, a parte quando la mia corazza crolla e mi dispero, anche di fronte a loro, per i miei fallimenti? No, o almeno non solo per questo.

Ho paura di questi libri, perché ho sempre il sottile presentimento che si cadrà nel retorico o nel melenso, due cose che odio troppo per andare a cercarle di proposito, ma ora, in questo preciso periodo storico, in cui ci troviamo di fronte ad una realtà più grande e spaventosa di noi, in cui ci troviamo segregati in casa, e lo sono anche i nostri figli, e spiegarglielo non è stato facilissimo, ho deciso di riesumare questo libro, acquistato tantissimo tempo fa, dopo che di questa scrittrice avevo letto (e mi ero disperata come poche altre volte!) il bellissimo Equazione di un amore.

È una madre, che al momento della storia non vive con il padre del figlio Diego, che decide di parlare a suo figlio, un piccolo quattrenne, della paura dell’ignoto, ma anche più empiricamente parlando, paura degli attentati, dopo quello di Nizza del 14 luglio 2016, e dei terremoti, dopo quello di Accumoli del 24 agosto 2016.

È una madre che non teme di mettersi a nudo, di mettere in evidenza le sue ansie, le sue fobie, la sua adulta conoscenza dell’ineluttabilità degli eventi. È una madre che non sa spiegare a suo figlio perché esistano delle persone cattive, su “un mostro bianco”, che ne uccidano delle altre, è una madre che non riesce ella stessa a nascondere la sua paura a sentir tremare la terra, ed infatti non lo fa.

Mi sono ritrovata molto in questa madre, anche se siamo diversissime ed abbiamo proprio un approccio agli antipodi, però di uguale abbiamo che siamo madri e non sempre, anzi, quasi mai, è facile riuscire a guardare un bimbo negli occhi, tuo figlio, e dirgli che tutto andrà bene, se non si è assolutamente certi dell’affermazione. Ho avuto anche io la fobia degli attentati, ma ancor di più, da sempre, soprattutto da quello de L’Aquila, ho il terrore dei terremoti. Nel 2016 i miei figli avevano cinque e quattro anni e la cosa più difficile per me fu proprio rapportarmi a loro, non nascondendo la realtà, perché non si può fare, o almeno io non amo omettere, ma dovendo fare pace con te stessa e cercare di non trasferire a loro le tue paure!

Leggerlo in questo periodo, più che se lo avessi letto in qualsiasi altro, ed ancora di più mi convinco che i LIBRI ABBIANO UN LORO TEMPO, CHE NON È NOSTRO, MA SOLO LORO, me lo ha fatto apprezzare, permettendomi di immedesimarmi ancor di più. In alcuni passaggi mi è sembrato scadere un po’ nel retorico, un po’ nell’ovvio, ma ho ritrovato una scrittura che mi era già piaciuta tantissimo, che dovrò affrontare ancora, magari, però, con qualcosa di diverso. Tipo un romanzo?

Quindi? Giudizio tiepido. Mi è piaciuto, perché ho ritrovato alcune difficoltà comuni a tanti genitori, ma poteva essere trattato in maniera più profonda e meno scontata.
Voto:










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8 commenti:

  1. Chiara la tua recensione l'ho adorata ah ah e decisamente non fa per me,
    Il libro di Ludovica invece devo ammettere che mi incuriosice molto l'autrice

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  2. Miiii Chiara ma la delusione? Odio profondo quando i personaggi non ci piacciono e così anche la lettura ne risente.

    Ludo anche io come Susy sono molto incuriosita da questa autrice

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  3. Ciao! Il libro di Chiara mi sa che non fa per me... già non sono tipo da serie fantasy, poi, considerata che è stata anche una delusione… lasciamo perdere!
    Quello di Ludovica, invece, mi potrebbe interessare.

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  4. Legend lo devo recuperare, il precedente volume mi era piaciuto molto.
    La Sparaco l'ho letta poco, ma mi è sempre piaciuto quel che ho provato e spero di leggere altro.

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