Autore: Pascal Croci (testi e disegni)
Titolo: Auschwitz
Editore: Il nuovo Melangolo
Data di pubblicazione: 30 settembre 2004
Pagine: 80
Trama:
Da qualche parte nella ex-Iugoslavia. Il vecchio Kazik e sua moglie ricordano Auschwitz. Quando, nel marzo del 1944, scoprono che la barbarie ha assunto forma umana: quella del boia nazista. Primo racconto realistico a fumetti sulla Shoah, questa storia sconvolgente, direttamente ispirata alle testimonianze dei sopravvissuti del campo di Auschwitz-Birkenau, descrive la vita quotidiana nel campo di sterminio. L'autore non cerca di riassumere la storia della "Soluzione finale", né di prospettare una qualche tesi storiografica, ma solo di sensibilizzare le nuove generazioni al dovere della memoria. Per non dimenticare mai i milioni di vittime del nazismo.
Il giorno della memoria mi spinge verso argomenti che spesso accantono, in quanto quasi sempre associo la lettura all’evasione, e in questa occasione mi piace fare letture a tema: bello e utile, ogni tanto, uscire dal guscio e buttarsi. Quest’anno ho deciso di provare una graphic novel, dopo aver visto questo titolo.
Auschwitz racconta, come si evince dal titolo, proprio scorci di vita nel più tristemente famoso campo di concentramento, usando soprattutto le immagini per urlare al mondo di non dimenticare. La storia, breve, è il racconto di una coppia sopravvissuta all’inferno di Auschwitz, che si ritrova in un nuovo inferno nella guerra della ex Jugoslavia.
Secondo me l’autore ha fatto bene ad associare i due conflitti, mi sarei aspettata però un maggior approfondimento su quello più recente che è usato unicamente come motivo di racconto, un contenitore della storia. Avrei preferito sottolineasse il fatto che bisogna non dimenticare per evitare, appunto, il ripetersi della storia, con qualche pagina in più.
La parte relativa ad Auschwitz invece è ben documentata e si percepisce il preciso lavoro di ricerca che è stato fatto, anche nel citare episodi particolari.
La cosa che più mi ha colpita sono proprio i disegni, che mi hanno scossa nel profondo. L’autore ha un tratto molto incisivo ideale per far comprendere lo stato psicofisico dei personaggi e il messaggio per me è stato più diretto ancora di una trasposizione cinematografica. Anche i colori delle tavole, cupi, mi hanno fatto percepire l’orrore del campo di concentramento, soprattutto per quanto riguarda la rappresentazione dei volti.
Ho apprezzato leggere l’intervista finale che ha colmato le lacune della storia e che mi ha aiutata a capire le motivazioni dell’autore. Forse io avrei in questo caso preferito una storia più completa e un’appendice meno lunga. Non ho inoltre capito il perché del finale.
Sicuramente un libro da leggere in questo periodo, da affrontare con piena consapevolezza in quanto molto crudo. Assolutamente necessario.
L'ho letto proprio stamattina, mi sono piaciuti i disegni che, per me, rappresentano molto bene la storia
RispondiEliminaè vero i disegni sono molto suggestivi
EliminaSembra interessante, grazie per la recensione
RispondiEliminaGrazie a te Benedetta
EliminaPenso che leggere certe tipologie di libri sia sempre bello perchè comunque si parla di vita vera, vissuta. L'argomento è interessante e purtroppo attuale, deve però capitare il momento giusto per leggerle perchè tante ingiustizie fanno male al cuore e tu hai sfruttato il momento ideale
RispondiEliminaapprofitto di queste giornate per entrre nel giusto spirito
EliminaI liked your blog, thanks for sharing this.
RispondiEliminagrazie
Elimina