Buongiorno lettori, torna puntuale questa rubrica inventata da me (nel 2016) che è stata rivista e alla quale si sono aggiunte compagne di viaggio. L'idea sembra piaciuta (ha pure dato spunto ad altri), ne sono veramente felice, questo mese potrete trovarla anche sui blog: La nostra passione non muore ma cambia colore - Le mie ossessioni librosi - Libri al caffè.
In cosa consiste la rubrica? Anche se la qualcuno pensa che a noi blogger i libri vengano sempre e solo regalati vi assicuro che non è così, noi ne compriamo e pure tanti! Se poi si è un po' compulsivi, tipo me e le mie socie, ci si ritrova ad avere intere pile di arretrati da leggere.
Quindi ogni mese sceglierò (magari facendomi aiutare con qualche sondaggio sui social) un libro comprato da un po' e non ancora letto e lo recensirò. Sarò in compagnia e pubblicherò ogni 17 del mese.
Per questo mese ho scelto questo libro:
Autore: Davide CamparsiTitolo: Una geografia delle tenebre
Editore: Dunwich Edizioni
Data di pubblicazione: 25 ottobre 2019
Pagine: 250
Trama:
Ci sono parole che formano rigagnoli aridi, petrosi e incolti: sentieri malfermi e poco battuti, disegnati su carte sgualcite. Altre che si inoltrano in boschi oscuri e rovine metropolitane. Parole che corteggiano coste infrante e abissi. Storie tracciate sotto muti cieli capovolti, orfani di qualunque respiro sacro. Una sorta di segreta geografia delle tenebre. Una mappa oscura per lo spirito, il cui scopo non è trovarsi, ma perdersi.
Non me la sento più di dire che il genere horror non sia il mio, anche perché lo scorso anno l'ho apprezzato parecchio e perché comunque ne sono sempre attratta.
Ho comprato questo ebook nel 2019 spinta dal nome dell'autore, dopo averlo letto in altre antologie; l'avevo apprezzato e volevo capire se fosse una giusta prima impressione. A lettura ultimata confermo il fatto che lo sia stata.
Una geografia delle tenebre è una raccolta di racconti strutturata in tre blocchi: Racconti della montagna e degli abissi, Racconti del mare e della costa, Racconti del cielo capovolto. Ogni "ubicazione" contiene tre o quattro titoli.
I miei preferiti sono stati senza ombra di dubbio quelli del mare, anche perché concatenati. In sottofondo è sempre presente la medesima casa, degna delle più temibili storie horror. In assoluto ho amato di più Canto d'estate, anche se con Affari di cuore il finale mi ha lasciata letteralmente a bocca aperta, geniale!
Quelli che ho apprezzato meno sono stati quelli del cielo capovolto, credo che siano proprio un sottogenere non adatto a me.
Tutti quanti mi hanno trasmesso diverse emozioni; li ha accomunati una sensazione di malinconia, di tristezza finale e soprattutto tanta, tantissima ansia! Non sono riuscita a leggerli prima di dormire, l'agitazione è stata eccessiva, ho dovuto affrontarli in momenti in cui la paura è più facile da tenere a bada.
Lo stile dell'autore mi è piaciuto molto: curato, semplice, diretto, senza troppi fronzoli né carente di descrizioni.
Come ho ribadito più volte credo che scrivere un racconto sia molto più complesso rispetto a un libro corposo, bisogna concentrare l'indispensabile in poche righe, senza lasciare quel senso di insoddisfazione o di mancanza.
Davide Camparsi è decisamente capace di farlo, li ho trovati tutti appaganti.
Consiglio questa raccolta, per immergersi in un'atmosfera inquietante che lascia a bocca aperta.
Voto: 4*
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Interessante, ottima recensione, grazie
RispondiEliminagrazie a te Benedetta
EliminaCiao Chiara, grazie per aver letto la raccolta, per le buone parole e per il tempo speso per la recensione!
RispondiEliminaGrazie a te Davide
EliminaNon conosco questo autore e concordo sul fatto che scrivere un racconto sia più complesso di un libro ma io fatico ad apprezzarli proprio per la brevità
RispondiEliminaIo ultimamente li apprezzo molto di più
EliminaLa copertina mi piace tantissimo e mi avevi già incuriosita quando me ne parlavi durante la lettura.
RispondiEliminaho pensato a te leggendolo
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