La rubrica avrà cadenza casuale e Jules darà il suo parere irriverente stroncando un libro che non le è piaciuto.
Il libro:
Che bello essere di nuovo qui! Avete
sentito la mia mancanza? Io sì!
Non è che, nel frattempo, non abbia letto
libri più o meno trash, solo che non sono stata abbastanza ispirata da
riuscire a parlarne. Però adesso eccomi finalmente qui, dopo una lettura che,
praticamente ad ogni pagina, mi ha fatto mettere le mani nei capelli... non per
la tensione e la suspense, sia chiaro.
Ho fatto davvero molta fatica a scrivere
questa recensione perché è arduo decidere da che parte cominciare. Ho letto
tante recensioni positive fino al delirio, così come ne ho lette di molto
negative (principalmente su Goodreads, pare che da Amazon scompaiano come per
incanto; d’altra parte, questo dovrebbe essere un libro Urban Fantasy; perciò,
suppongo che faccia parte della magia creata dalla storia).
Poi ho letto il libro.
Infine, non contenta, sono andata a
guardarmi diversi video e interviste in cui l’autore parla della sua opera e
niente, ho pensato di aver forse letto un libro diverso o di aver completamente
frainteso tutto quanto (potrebbe essere, per carità, sono poco concentrata
negli ultimi tempi).
Adesso bando ai convenevoli, così comincio
a raccontarvi di questa mia ultima faticosa lettura.
Quattro, di cui avete di sicuro letto la
trama qui sopra, mi ha riportato alla mente in più modi alcune letture che
facevo da bambina in particolare i libri di fiabe e i fotoromanzi che
pubblicavano sul giornalino di Barbie che la mamma mi comprava ogni tanto.
Partiamo
dalle fiabe. Come in teoria si conviene al genere, elementi irreali,
sovrannaturali e magici sono incastonati nella realtà, visibili solo a pochi
eletti e se qualche essere umano “normale” assiste a fenomeni inspiegabili, viene
sparaflashato finisce con il ritrovarsi con la memoria cancellata da un
incantesimo.
Qui di elementi magici ne potete trovare
per tutti i gusti, davvero! Mancano giusto draghi e unicorni, ma siamo solo al
primo capitolo di una trilogia, quindi non escludo niente. Il problema è che
non sono riuscita a prenderli sul serio nemmeno per un minuto.
I demoni sono cattivi, ma non è quella
cattiveria sottile in grado di farti trovare ben fatto perfino un personaggio
che di solito si fa fatica ad amare. Sono macchiette di cattivi,
iperstereotipati, che uccidono e squartano e fanno sacrifici umani, ma anche
nelle scene più crude non sono riuscita a provare un minimo di raccapriccio.
Come in certi film splatter, dove più che l’orrore subentrano lo schifo, la
noia (perché tanto sono tutti uguali) e l’assuefazione che porta
all’insensibilità. Le streghe cattive (ci sono anche quelle buone) sono brutte,
vecchie e vivono in appartamenti lerci nelle zone sordide di Milano. La
regina dei cattivi è... non saprei come descriverla. Se dovessi disegnarla,
prenderei come modello quei personaggi femminili molto discinti e provocanti di
certi anime giapponesi per adulti. Oppure... aiutatemi... non c’era forse una
regina cattiva in una qualche stagione di Sailor Moon? Ecco, la disegnerei
così, provocante e lussuriosa e, indovinate un po’?, tanto, tanto, tanto
cattiva.
Le creature “buone”, invece, sembrano
uscite da Harry Potter o dalle illustrazioni dei libri per bambini molto
piccoli: indimenticabili i nanetti “da giardino” a cui uno dei quattro
protagonisti (il più insopportabile, secondo me) va a tirare la barba per
vedere se sono veri, oppure la regina dei buoni che ha un ingombrante
guardaroba dalle vivaci tinte arcobaleno. Come si fa a prendere sul serio una
regina così? Non ha la minima ombra di regalità (almeno, io non l’ho colta), in
tutto quel frusciare di crinoline e l’atteggiamento eccessivamente informale
che ha con il suo popolo (non so nemmeno se sia giusto definirlo così). Non è
una figura che susciti il rispetto che mi aspetterei dovesse meritare una
sovrana tanto eroica come viene descritta.
Forse ora vi starete chiedendo perché
abbia parlato anche di fotoromanzi. Pensandoci adesso, forse già da bambina
avevo una predisposizione al trash: li leggevo non perché mi appassionassero, ma
perché provavo una fascinazione insana per le cose che trovavo brutte. Guardavo
quelle figure ingessate in un fotogramma, i fumetti che uscivano dalla bocca di
personaggi che non cambiavano mai espressione e mi domandavo se a qualcuno
quella roba potesse veramente piacere. Ecco, Quattro mi ha dato l’ebbrezza di
riprovare quelle sensazioni: i personaggi sono poco caratterizzati, non
ispirano niente (a parte Cody, che credo sia il preferito dell’autore, che a me
ha ispirato solo molto fastidio: è insopportabile), sono lì, con i loro bei
faccini, che corrono avanti e indietro per il mondo cercando di scappare dai
cattivi. Durante la lettura, a un certo punto, ho perfino pensato che, se
anziché la Sperling fosse stata la Panini ad accaparrarsi la storia, ne sarebbe
forse venuto fuori qualcosa di meglio.
I luoghi esistenti sono descritti in modo
leggermente più accurato, quelli immaginari sono un ammasso nebuloso di piccoli
particolari messi lì (di sicuro si capisce che a Nuramen il cellulare prende
benissimo), da assemblare tipo i mobili dell’Ikea; i personaggi non hanno
praticamente spessore, come nella migliore tradizione di Wattpad che
privilegia il casting alla caratterizzazione: divertentissimo il
giochino di Cody, usato come espediente per tentare di descrivere almeno i
protagonisti, in cui lui paragona i nuovi amici a personaggi famosi del mondo
dello spettacolo. Non avendo idea di che faccia abbiano i VIP citati (e non
avendo sviluppato il benché minimo interesse che mi spingesse a cercarli
su Google), non sono nemmeno riuscita a visualizzare questi quattro fenomeni.
Li ho catalogati così: Piaga Insopportabile (Cody, che ha l’indole del
principino viziato e che si è mangiato le unghie talmente tante volte,
soprattutto nelle ultime pagine, da essere probabilmente arrivato all’osso), lo
Splendido (in senso ironico, è Matt, astro nascente della narrativa che ha
scritto un libro d’esordio di grande successo e sta cercando di produrre il
secondo), il Caso Umano (Sybil, altro personaggio che ho trovato davvero pesante)
e, infine, la mia preferita: la Spugna Umana (Rose, modella italo americana che
vive a Milano e il cui corpo è composto per il 99% di alcool. Non ho dubbi che
se c’è una cosa davvero infernale, in questo libro, deve essere il fegato di
questa giovane donna. In effetti definirla solo spugna potrebbe non renderle
giustizia).
“UN MILIONE E MEZZO DI VISUALIZZAZIONI SU
WATTPAD”, bercia la fascetta... per me somiglia tanto al “nuoce gravemente alla
salute” che viene stampato sui pacchetti di sigarette. Insomma, senza
demonizzare siti come Wattpad e simili
(dove si trovano anche cose scritte davvero bene, se solo si ha la pazienza di
cercare), devo dire che questo libro ha tutte le caratteristiche tipiche di
tante storie che si trovano lì: abbondanti descrizioni inutili (di solito
l’abbigliamento, qui invece partiamo con la descrizione di un pranzo a base di
sushi; leggendo, sentivo nella mente la voce di Gordon Ramsey che, con il suo
caratteristico aplomb, ululava volgarità al malcapitato di turno, come in
Hell’s Kitchen o in Kitchen Nightmares); worldbuilding abbozzato, buchi di
trama in cui cadevo tipo Alice nella tana del Bianconiglio e mi perdevo in
considerazioni agghiaccianti sulla mia incapacità di ricordare certi dettagli
(che poi, controllando, in effetti non c’erano); artifici macchinosi per il
cambio di POV; i flashback continui che, soprattutto all’inizio, procurano un
destabilizzante effetto jet-lag; i personaggi belli belli in modo assurdo
che, sotto la loro patina dorata, non riescono a emozionare e coinvolgere; una
storia che, se fosse stata lunga la metà, forse avrebbe reso meglio... devo
continuare?
Di buono c’è che si legge abbastanza in
fretta, anche se lo stile non è eccellente. A tratti mi è sembrato addirittura
un po’ infantile, come Cody. Arrivata intorno al 70/ 80% mi è venuta una gran
voglia di mollare, per dispetto: chi se ne importa di come va a finire! Se la
storia non è memorabile, di certo non si salva sul finale.
In fin dei conti ammiro il coraggio
dell’autore che ha accettato la sfida di fare il salto da un sito di scrittura
amatoriale alla grande editoria, ma è impensabile esibirsi in un doppio salto
mortale con avvitamento senza affidarsi agli insegnamenti di un esperto: questa
storia aveva bisogno, come minimo, di un editing più approfondito (suvvia, non
si può scoppiare a ridere in un momento cruciale, che dovrebbe essere pieno di
tensione, per una scena a dir poco da cartone animato!).
io ancora non ho letto il libro ma vedo che ci sono due diverse scuole di pensiero. da una parte i fan adoranti che poi sono quelli che più mi fanno paura e sui quali mi viene il dubbio che leggano un libro all'anno, e poi ci sono i detrattori che nelle loro recensioni su goodreads sono tutti concordi nel trovare a questo libro i medesimi difetti, che poi sono quelli che hai indicato anche tu.
RispondiEliminadiciamo che a tempo perso (cioè in un'altra vita probabilmente) inizierò a leggerlo soprattutto per mia curiosità personale.
nel frattempo confermo che le tue recensioni sono il TOP
Vedo che questo libro ha spaccato in due i lettori, da una parte quelli esaltati dall'altra i detrattori. Leggendo le varie recensioni ho trovato che quelle negative evidenzino tutte gli stessi difetti. Io non so se lo leggerò, sicuramente non a breve, magari aspetto che escano tutti i libri. Comunque Jules mi sono mancate le tue recensioni. Bentornata
RispondiEliminaNon credo che lo leggerò, preferisco credere a chi come Jules ha saputo evidenziare gli aspetti negativi (perché c'erano, mica se li è inventati!) e non a chi lascia tremila stelle adoranti, prive di significato.
RispondiEliminaSì ci sei mancata e tanto 😊 come sai io mi colloco nel mezzo, non ho trovato il libro un capolavoro e sinceramente non comprendo proprio le tante 4 o 5 stelle date,resta un mistero, ma trattandosi di un primo libro nemmeno mi sento di essere troppo severa pur trovandomi in tante cose d'accordo con il tuo pensiero!
RispondiEliminaHo sentito anche che c'è una scena razzista e onestamente questo ha diminuito ulteriormente il mio interesse.
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