mercoledì 1 settembre 2021

Le recensioni irriverenti di Jules - "Quattro. Il risveglio" di Luca Farru

 Dopo tanto, troppo, tempo ecco che torna Jules con le sue recensioni irriverenti, in questo caso proprio richiesta a gran voce




La rubrica avrà cadenza casuale e Jules darà il suo parere irriverente stroncando un libro che non le è piaciuto.


Il libro:
Autore: Luca Farru
Titolo: Quattro. Il risveglio
Editore: Sperling & Kupfer
Data di pubblicazione: 18 maggio 2021
Pagine: 374
Serie: #1 Quattro

Trama:
Cody, Matt, Rose e Sybil sono quattro ragazzi che vivono in città lontanissime tra loro - rispettivamente a Vancouver, New York, Milano e Singapore - e che conducono esistenze diametralmente opposte. Sennonché, un giorno, tutti loro notano sulla pelle l'apparizione di un marchio insolito e cominciano ad avere strane visioni, oltre a manifestare poteri inspiegabili.
Ed è allora che il velo che separa naturale e soprannaturale si squarcia, e i ragazzi scoprono di essere presi di mira dai seguaci di Serafyn, un antico demone che dominava il reame oscuro di Inferium, e che è stato sconfitto in passato dalle forze del bene, di stanza a Nuramen e guidate dalla regina Melania. Tra fughe rocambolesche, addestramenti serrati e scoperte sconvolgenti, i Quattro dovranno lasciare che il loro destino si compia. Riusciranno a impedire il ritorno di Serafyn e a salvare chi amano?

Dopo aver conquistato Wattpad, approda in libreria Il risveglio, primo volume di Quattro, saga urban fantasy tutta italiana di Luca Farru, che non solo racconta di soprannaturale, magia e poteri incredibili, ma anche di legami famigliari, amore e amicizia.



Che bello essere di nuovo qui! Avete sentito la mia mancanza? Io sì!

Non è che, nel frattempo, non abbia letto libri più o meno trash, solo che non sono stata abbastanza ispirata da riuscire a parlarne. Però adesso eccomi finalmente qui, dopo una lettura che, praticamente ad ogni pagina, mi ha fatto mettere le mani nei capelli... non per la tensione e la suspense, sia chiaro.

Ho fatto davvero molta fatica a scrivere questa recensione perché è arduo decidere da che parte cominciare. Ho letto tante recensioni positive fino al delirio, così come ne ho lette di molto negative (principalmente su Goodreads, pare che da Amazon scompaiano come per incanto; d’altra parte, questo dovrebbe essere un libro Urban Fantasy; perciò, suppongo che faccia parte della magia creata dalla storia).

Poi ho letto il libro.

Infine, non contenta, sono andata a guardarmi diversi video e interviste in cui l’autore parla della sua opera e niente, ho pensato di aver forse letto un libro diverso o di aver completamente frainteso tutto quanto (potrebbe essere, per carità, sono poco concentrata negli ultimi tempi).

Adesso bando ai convenevoli, così comincio a raccontarvi di questa mia ultima faticosa lettura.

Quattro, di cui avete di sicuro letto la trama qui sopra, mi ha riportato alla mente in più modi alcune letture che facevo da bambina in particolare i libri di fiabe e i fotoromanzi che pubblicavano sul giornalino di Barbie che la mamma mi comprava ogni tanto.

Partiamo dalle fiabe. Come in teoria si conviene al genere, elementi irreali, sovrannaturali e magici sono incastonati nella realtà, visibili solo a pochi eletti e se qualche essere umano “normale” assiste a fenomeni inspiegabili, viene sparaflashato finisce con il ritrovarsi con la memoria cancellata da un incantesimo.

Qui di elementi magici ne potete trovare per tutti i gusti, davvero! Mancano giusto draghi e unicorni, ma siamo solo al primo capitolo di una trilogia, quindi non escludo niente. Il problema è che non sono riuscita a prenderli sul serio nemmeno per un minuto.

I demoni sono cattivi, ma non è quella cattiveria sottile in grado di farti trovare ben fatto perfino un personaggio che di solito si fa fatica ad amare. Sono macchiette di cattivi, iperstereotipati, che uccidono e squartano e fanno sacrifici umani, ma anche nelle scene più crude non sono riuscita a provare un minimo di raccapriccio. Come in certi film splatter, dove più che l’orrore subentrano lo schifo, la noia (perché tanto sono tutti uguali) e l’assuefazione che porta all’insensibilità. Le streghe cattive (ci sono anche quelle buone) sono brutte, vecchie e vivono in appartamenti lerci nelle zone sordide di Milano. La regina dei cattivi è... non saprei come descriverla. Se dovessi disegnarla, prenderei come modello quei personaggi femminili molto discinti e provocanti di certi anime giapponesi per adulti. Oppure... aiutatemi... non c’era forse una regina cattiva in una qualche stagione di Sailor Moon? Ecco, la disegnerei così, provocante e lussuriosa e, indovinate un po’?, tanto, tanto, tanto cattiva.

Le creature “buone”, invece, sembrano uscite da Harry Potter o dalle illustrazioni dei libri per bambini molto piccoli: indimenticabili i nanetti “da giardino” a cui uno dei quattro protagonisti (il più insopportabile, secondo me) va a tirare la barba per vedere se sono veri, oppure la regina dei buoni che ha un ingombrante guardaroba dalle vivaci tinte arcobaleno. Come si fa a prendere sul serio una regina così? Non ha la minima ombra di regalità (almeno, io non l’ho colta), in tutto quel frusciare di crinoline e l’atteggiamento eccessivamente informale che ha con il suo popolo (non so nemmeno se sia giusto definirlo così). Non è una figura che susciti il rispetto che mi aspetterei dovesse meritare una sovrana tanto eroica come viene descritta.

Forse ora vi starete chiedendo perché abbia parlato anche di fotoromanzi. Pensandoci adesso, forse già da bambina avevo una predisposizione al trash: li leggevo non perché mi appassionassero, ma perché provavo una fascinazione insana per le cose che trovavo brutte. Guardavo quelle figure ingessate in un fotogramma, i fumetti che uscivano dalla bocca di personaggi che non cambiavano mai espressione e mi domandavo se a qualcuno quella roba potesse veramente piacere. Ecco, Quattro mi ha dato l’ebbrezza di riprovare quelle sensazioni: i personaggi sono poco caratterizzati, non ispirano niente (a parte Cody, che credo sia il preferito dell’autore, che a me ha ispirato solo molto fastidio: è insopportabile), sono lì, con i loro bei faccini, che corrono avanti e indietro per il mondo cercando di scappare dai cattivi. Durante la lettura, a un certo punto, ho perfino pensato che, se anziché la Sperling fosse stata la Panini ad accaparrarsi la storia, ne sarebbe forse venuto fuori qualcosa di meglio.

I luoghi esistenti sono descritti in modo leggermente più accurato, quelli immaginari sono un ammasso nebuloso di piccoli particolari messi lì (di sicuro si capisce che a Nuramen il cellulare prende benissimo), da assemblare tipo i mobili dell’Ikea; i personaggi non hanno praticamente spessore, come nella migliore tradizione di Wattpad che privilegia il casting alla caratterizzazione: divertentissimo il giochino di Cody, usato come espediente per tentare di descrivere almeno i protagonisti, in cui lui paragona i nuovi amici a personaggi famosi del mondo dello spettacolo. Non avendo idea di che faccia abbiano i VIP citati (e non avendo sviluppato il benché minimo interesse che mi spingesse a cercarli su Google), non sono nemmeno riuscita a visualizzare questi quattro fenomeni. Li ho catalogati così: Piaga Insopportabile (Cody, che ha l’indole del principino viziato e che si è mangiato le unghie talmente tante volte, soprattutto nelle ultime pagine, da essere probabilmente arrivato all’osso), lo Splendido (in senso ironico, è Matt, astro nascente della narrativa che ha scritto un libro d’esordio di grande successo e sta cercando di produrre il secondo), il Caso Umano (Sybil, altro personaggio che ho trovato davvero pesante) e, infine, la mia preferita: la Spugna Umana (Rose, modella italo americana che vive a Milano e il cui corpo è composto per il 99% di alcool. Non ho dubbi che se c’è una cosa davvero infernale, in questo libro, deve essere il fegato di questa giovane donna. In effetti definirla solo spugna potrebbe non renderle giustizia).

“UN MILIONE E MEZZO DI VISUALIZZAZIONI SU WATTPAD”, bercia la fascetta... per me somiglia tanto al “nuoce gravemente alla salute” che viene stampato sui pacchetti di sigarette. Insomma, senza demonizzare siti come Wattpad  e simili (dove si trovano anche cose scritte davvero bene, se solo si ha la pazienza di cercare), devo dire che questo libro ha tutte le caratteristiche tipiche di tante storie che si trovano lì: abbondanti descrizioni inutili (di solito l’abbigliamento, qui invece partiamo con la descrizione di un pranzo a base di sushi; leggendo, sentivo nella mente la voce di Gordon Ramsey che, con il suo caratteristico aplomb, ululava volgarità al malcapitato di turno, come in Hell’s Kitchen o in Kitchen Nightmares); worldbuilding abbozzato, buchi di trama in cui cadevo tipo Alice nella tana del Bianconiglio e mi perdevo in considerazioni agghiaccianti sulla mia incapacità di ricordare certi dettagli (che poi, controllando, in effetti non c’erano); artifici macchinosi per il cambio di POV; i flashback continui che, soprattutto all’inizio, procurano un destabilizzante effetto jet-lag; i personaggi belli belli in modo assurdo che, sotto la loro patina dorata, non riescono a emozionare e coinvolgere; una storia che, se fosse stata lunga la metà, forse avrebbe reso meglio... devo continuare?

Di buono c’è che si legge abbastanza in fretta, anche se lo stile non è eccellente. A tratti mi è sembrato addirittura un po’ infantile, come Cody. Arrivata intorno al 70/ 80% mi è venuta una gran voglia di mollare, per dispetto: chi se ne importa di come va a finire! Se la storia non è memorabile, di certo non si salva sul finale. 

In fin dei conti ammiro il coraggio dell’autore che ha accettato la sfida di fare il salto da un sito di scrittura amatoriale alla grande editoria, ma è impensabile esibirsi in un doppio salto mortale con avvitamento senza affidarsi agli insegnamenti di un esperto: questa storia aveva bisogno, come minimo, di un editing più approfondito (suvvia, non si può scoppiare a ridere in un momento cruciale, che dovrebbe essere pieno di tensione, per una scena a dir poco da cartone animato!).

 
Voto? Preferisco non darlo, in considerazione del fatto che si tratta di un romanzo d’esordio che non ha ricevuto, secondo me, un’attenzione adeguata da parte dell’editore.   





  

 





5 commenti:

  1. io ancora non ho letto il libro ma vedo che ci sono due diverse scuole di pensiero. da una parte i fan adoranti che poi sono quelli che più mi fanno paura e sui quali mi viene il dubbio che leggano un libro all'anno, e poi ci sono i detrattori che nelle loro recensioni su goodreads sono tutti concordi nel trovare a questo libro i medesimi difetti, che poi sono quelli che hai indicato anche tu.
    diciamo che a tempo perso (cioè in un'altra vita probabilmente) inizierò a leggerlo soprattutto per mia curiosità personale.
    nel frattempo confermo che le tue recensioni sono il TOP

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  2. Vedo che questo libro ha spaccato in due i lettori, da una parte quelli esaltati dall'altra i detrattori. Leggendo le varie recensioni ho trovato che quelle negative evidenzino tutte gli stessi difetti. Io non so se lo leggerò, sicuramente non a breve, magari aspetto che escano tutti i libri. Comunque Jules mi sono mancate le tue recensioni. Bentornata

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  3. Non credo che lo leggerò, preferisco credere a chi come Jules ha saputo evidenziare gli aspetti negativi (perché c'erano, mica se li è inventati!) e non a chi lascia tremila stelle adoranti, prive di significato.

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  4. Sì ci sei mancata e tanto 😊 come sai io mi colloco nel mezzo, non ho trovato il libro un capolavoro e sinceramente non comprendo proprio le tante 4 o 5 stelle date,resta un mistero, ma trattandosi di un primo libro nemmeno mi sento di essere troppo severa pur trovandomi in tante cose d'accordo con il tuo pensiero!

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  5. Ho sentito anche che c'è una scena razzista e onestamente questo ha diminuito ulteriormente il mio interesse.

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