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martedì 7 dicembre 2021

Recensione "La stanza delle illusioni" di Diego Pitea

Ringrazio la casa editrice per la copia

Il libro
Autore: Diego Pitea
Titolo: La stanza delle illusioni
Editore: Altrevoci Edizioni
Data di pubblicazione: 12 novembre 2021
Pagine: 392

Trama:
Roberto Calli, noto avvocato penalista di Roma, si rivolge a Richard Dale, psicologo con la sindrome di Asperger e già collaboratore della Polizia in diverse indagini, per sottoporgli un problema: al suo assistito, un finanziere di nome Cesare Borghi dal passato avvolto nel mistero, vengono indirizzate delle lettere anonime nelle quali si preannuncia la sua morte. Sembra un caso banale e Richard è restio ad accettare ma, prima di congedare Calli, nota un'incongruenza: l'indirizzo nelle buste è scritto a mano e la scrittura sembra quella di un bambino. Troppi elementi strani per una mente sempre alla ricerca di misteri come la sua. Parte così un caso che lo porterà, insieme alla moglie Monica, in una villa sulle Dolomiti con dei perfetti sconosciuti e all'interno della quale accadranno avvenimenti sconcertanti e inspiegabili: un uomo che cammina in piena notte con una scala in mano, un anello con un'iscrizione misteriosa, un ritaglio di giornale di trent'anni prima, un quadro famoso che sembra celare un segreto. Non ultima, la sfida intellettuale più ardua per un investigatore: un omicidio compiuto in una camera chiusa dall'interno. Sono questi gli enigmi con i quali dovrà scontrarsi Richard Dale per venire a capo di un caso che sembra uscito direttamente dalle pagine di un libro di Agatha Christie.


Ho letto questo libro dietro proposta dell’addetta stampa, attirata dal fatto che il protagonista ha la Sindrome di Asperger. La stanza delle illusioni è un giallo dalle tinte noir, non proprio il mio genere, ma quando di parla di autismo e Asperger io sono sempre curiosa, vista anche la familiarità con l’argomento. Familiarità che però a volte è un’arma a doppio taglio, in quanto essendo così coinvolta rischio di non essere obiettiva. Per cui questa sarà una recensione molto soggettiva, dettata soprattutto da sentimenti personali.

Di questo libro la cosa che più ho apprezzato è l’atmosfera, che mi ha ricordato i gialli di Agatha Christie. Infatti i vari personaggi si trovano isolati in una villa in mezzo alla neve, c’è un omicidio e c’è il protagonista che deve risolvere il caso.

Anche la storia, e soprattutto la sua risoluzione, mi è piaciuta, non così scontata.

Però ho avuto difficoltà, non poche, con i personaggi, con la loro caratterizzazione, soprattutto per quanto riguarda il protagonista, Richard Dale.

Credo che l’autore non abbia ben presente cosa significhi avere la Sindrome di Asperger, perché Richard ha manie ossessive compulsive e una scarsa socialità, ma nient’altro che lo inquadri in questo senso. Anzi, e qui ho avuto la pelle d’oca tutto il tempo, usa il sarcasmo in maniera smodata, in ogni occasione, proprio come abitudine. Le persone affette da Asperger non lo capiscono quasi mai il sarcasmo, figuriamoci usarlo in maniera così massiccia.

Capisco l’esigenza dell’autore di creare un antieroe, non proprio simpatico e fuori dai canoni, ma ho avuto difficoltà a tollerarlo, proprio perché vivo con una persona con Asperger. È un problema mio, me ne rendo conto, ma mi ha precluso la possibilità di apprezzare questo libro.
Inoltre il rapporto di Richard con la moglie mi ha lasciata parecchio perplessa e non solo per la questione Asperger.

Anche con gli altri personaggi ho avuto difficoltà, spesso dovevo rileggere dei pezzi per capire di chi si stesse parlando, ho provato molta confusione.

Non un libro adatto a me, peccato.
Voto: 2.5*













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