Trama:
Mia si è conquistata un posto tra gli assassini della Chiesa Rossa, ma sono in moltia ritenere che non ne sia degna. Prima di portare a termine il suo piano di vendetta, sarà costretta a vedersela con nuovi nemici e a fronteggiare pericolose congiure.
Quando
il Caso ha deciso che dovessi scegliere la prossima lettura dal blog di Chiara
Ropolo, La lettrice sulle nuvole, ho esultato come fossi una bambina ed
ho subito pensato che la decisione dovesse cadere su un libro importante per
lei, ma anche per me, che dovesse essere un libro con una storia, la nostra
storia. È così che finalmente ho letto il secondo capitolo dell’imponente
trilogia Nevernight.
Kristoff
non è una novità nella mia libreria, anche perché, se vuoi rimanere amica della
Ropolo, è uno degli autori che devi conoscere, e addirittura amare, se non vuoi
subire le sue dolci pressioni, ma diciamo che trattandosi di lui non c’è stato
bisogno di chissà quale sforzo.
Ho
un problema con questo autore, ed arrivata al suo quinto libro, ne ho la più inconfutabile
certezza: devo arrivare almeno alla metà per entrare nella storia, per restare
incollata alle pagine, per capire che cosa stia leggendo. Inizialmente pensavo
che la causa fosse sempre un mio particolare momento, arrivata a questo
punto penso, invece, che sia solo il mio personale approccio a questo
autore e che, soprattutto, mi vada benissimo così. Ormai so che, per quanto lui
si sforzi di tornare a dare al lettore delle coordinate ben precise, per
raccapezzarsi tra le centinaia di pagine e parole, io ho bisogno di andare
lentamente e di non capire necessariamente tutto da subito.
Quello
che sento spesso dire dai suoi lettori, è che ci vuole attenzione per
approcciarsi ai suoi scritti, ci vuole concentrazione e ci vuole anche la
capacità di scrollarsi di dosso ogni aspettativa o insinuazione, perché poi
lui, da vero maestro quale ho imparato a conoscere, capovolge ogni situazione
che sembrava così scontata. Ecco, già io non posso fare supposizioni con nessun
libro, ma con questo autore, e questo libro in particolare, è assolutamente
vietato. Lui, geniale e malvagio, è in grado, come pochi, di regalare colpi di
scena ad ogni nuovo capitolo.
La
protagonista, Mia Corvere, nonostante sia quanto di più lontano dal mio
essere e sentire, continua a piacermi in maniera sempre più profonda, continua
a girare nella mia testa, anche quando non sto leggendo. Lei, con i suoi
sinuosi movimenti, lei con con la necessità di vendicarsi, lei con i suoi
sentimenti, potenti e duraturi.
Ciò
che sempre mi entusiasma è la mia capacità di adattarmi ad uno stile, a volte
talmente schietto da arrivare ad essere persino brutale, che non sento
propriamente mio, ma che accetto e alla fine apprezzo tantissimo. Tutta quella
violenza, e durante i Giochi, malvagi e perversi, ne abbiamo vista e vissuta
tanta, generalmente mi mette a disagio, ma qui sembra che non possa non
esserci. Tutto è dove solo dovrebbe essere.
Non
ho parlato molto della storia, a parte perché non amo fare il riassunto dei
libri che leggo, per quello c’è la quarta di copertina, ma soprattutto perché non
voglio svelare niente, e poi anche perché avevo bisogno, più di ogni altra
cosa, di tirare fuori emozioni e sensazioni che la semplice lettura possa donare.
Ecco.
Questo libro, come pochi, pur non essendo di immediata comprensione, pur avendo
una costruzione solida e complicata, pur necessitando di un approccio diverso,
ti scoppia davvero dentro il cuore e superata la metà davvero non puoi fare
altro che arrenderti.
A
lui.
A
Mia.
Alle
parole.
Ai
sentimenti.
Quali essi siano.
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