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venerdì 11 ottobre 2019

Purché sia di serie - Recensione "Half Wild" di Sally Green e recensione di Ludovica di "La corte di nebbia e furia" di Sarah J.Maas

Buongiorno, torna puntuale la rubrica sulle serie, nata da una mia idea e che ha come obiettivo di cercare di portarne a termine qualcuna delle millemila iniziate.

Appuntamento fisso quindi ogni 11 del mese per parlare di serie.

Le mie ossessioni librose - Libri al caffè - Made for books - Punto di partenza

La rubrica quindi consiste nel leggere mensilmente un libro appartenente a una serie cominciata (quindi non il primo) e di parlarne sul blog, però con una recensione speciale in questo caso.
Infatti per invogliarmi ho pensato di cambiare un pochino il metodo, avvisando prima. Farò una cosa che normalmente aborro, cioè farò spoiler, sulla serie e sul libro letto. Più un delirio da fangirl, che richiama perciò i gruppi di lettura sui social, che una recensione vera e propria.

Appuntamento fisso anche per Ludovica, mia cara collaboratrice, quindi armatevi di pazienza perché le recensioni saranno due.

Io vi parlo del secondo strazio libro della serie Half bad, letto per fortuna con un Gruppo di lettura, che mi ha permesso di divertirmi.

Autrice: Sally Green
Titolo: Half Bad
Editore: Rizzoli
Data di pubblicazione: 25 giungo 2015
Pagine: 412
Serie: #2 Trilogia di Half Life

Trama:
Il mondo sta cambiando. I capi degli Incanti Bianchi mirano a sterminare i Neri. Per contrastarli nasce un’Alleanza in cui Neri, Bianchi e Mezzo Sangue combattono fianco a fianco.
Nathan viene invitato a farne parte, ma prima deve ritrovare Annalise che è prigioniera, perché liberarla gli sta più a cuore di tutto il resto. Annalise, il grande amore di Nathan, appartiene a una famiglia di Bianchi che lo odia. Nathan è convinto di potersi fidare di lei, ma ha ragione di farlo, oppure dovrebbe ascoltare i dubbi dell’amico Gabriel? Conteso tra Annalise e Gabriel, Nathan lo è anche tra la sua natura bianca e quella nera, tra il desiderio di vedere Marcus, suo padre, e il timore. L’Alleanza sarà il pretesto per ritrovare il suo temibile genitore. Scoprire quell’uomo che nella sua vita è sempre stato assente sarà la grande sfida personale di Nathan. 
di Chiara
Recensione priva di spoiler
Premessa doverosa: non avrei proseguito questa serie se non fosse per un gruppo di lettura, perché se già il primo libro mi era piaciuto così poco, era facile pensare che potessi continuare a non apprezzare. Come in effetti è successo. Leggendo insieme ad altri, però, almeno è stato divertente, in più non ho mai faticato a rispettare le tappe (vediamo i lati positivi).

In questo secondo capitolo della vicenda, il nostro eroe prescelto Nathan è, se possibile, ancora più lagnoso di prima, battuto solo dalla smorfiosa Annalise, che me la figuro tipo Barbie, carina carina e cretina cretina.
Immagine originale

La trama, più che concentrarsi sull’imminente guerra fra incanti, sembra volgere su una questione: chi sceglierà Nathan fra Annalise e Grabriel? Perché ovviamente è uno young, e quindi chissene delle battaglie, viva le ship! ( sarcasmo mode on). 
Ho trovato terribile tutto questo, che la Green si sia concentrata solo su un aspetto, e soprattutto mi è sembrato un enorme spreco di potenziale. Questa storia avrebbe potuto spaccare, aveva tutte le caratteristiche per farlo, ma è stata gestita talmente male da risultare ridicola (questo ovviamente è il mio pensiero e gusto personale, so per certo che non è così per tutti).

Il difetto maggiore è, di nuovo come in Half Bad, non elaborare nulla! Mancano totalmente le spiegazioni, per tutto! A mio avviso in questo modo non funziona nulla, anche se la scorrevolezza è assicurata.

Altro punto dolente: i personaggi. MIO DIO CHE PALLE! Lo voglio urlare, nessuno ha il benché minimo spessore, neppure il tanto amato da tutti (gli altri) Gabriel (non odiatemi). Sono buttati lì, caricature di se stessi, zero empatia, zero carisma, zero trasporto. Persino i cattivi non sono riusciti a convincermi anche qui zero fascino. Non ne salvo nessuno, sono prevedili, scontati e descritti male.

Nel mezzo della mia lettura soporifera (l’ho usato spesso come rimedio all’insonnia), c’è stato un guizzo di speranza. Gli ultimi capitoli. Lì sì che mi è piaciuto, sempre troppo poco spiegato, ma almeno c’è stata una svolta non prevedibile che mi fa ben sperare per il terzo e se Dio vuole ultimo libro, che leggerò nonostante tutto, non per masochismo, non per dover per forza criticare, ma per coerenza verso il gruppo di lettura. 
Voto:






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Ludovica ha letto:

Autrice: Sarah J.Maas
Titolo: La corte di nebbia e furia
Edizione: Mondadori
Data di pubblicazione: 18 giugno 2019
Pagine: 622
Serie: La serie della corte di rose e spine Vol.2

Trama:Dopo essersi sottratta al giogo di Amarantha e averla sconfitta, Feyre può finalmente ritornare alla Corte di Primavera. Per riuscirci, però, ha dovuto pagare un prezzo altissimo. Il dolore, il senso di colpa e la rabbia per le azioni terribili che è stata costretta a commettere per liberare se stessa e Tamlin, e salvare il suo popolo, infatti, la stanno mangiando viva, pezzetto dopo pezzetto. E forse nemmeno l'eternità appena conquistata sarà lunga a sufficienza per ricomporla. Qualcosa in lei si è incrinato in modo irreversibile, tanto che ormai non si riconosce più. Non si sente più la stessa Feyre che, un anno prima, aveva fatto il suo ingresso nella Corte di Primavera. E forse non è nemmeno più la stessa Feyre di cui si è innamorato Tamlin. Tanto che l'arrivo improvviso e molto teatrale di Rhysand alla corte per reclamare la soddisfazione del loro patto - secondo il quale Feyre dovrà passare con lui una settimana al mese nella misteriosa Corte della Notte, luogo di montagne e oscurità, stelle e morte - è per lei quasi un sollievo. Ma mentre Feyre cerca di barcamenarsi nel fitto intrico di strategie politiche, potere e passioni contrastanti, un male ancora più pericoloso di quello appena sconfitto incombe su Prythian. E forse la chiave per fermarlo potrebbe essere proprio lei, a patto che riesca a sfruttare a pieno i poteri che ha ricevuto in dono quando è stata trasformata in una creatura immortale, a guarire la sua anima ferita e a decidere così che direzione dare al proprio futuro e a quello di un mondo spaccato in due.


 di Ludovica
Recensione priva di spoiler


Il primo libro della saga, La corte di rose e spine, mi era indubbiamente piaciuto, mi aveva permesso di scoprire lo stile articolato e molto descrittivo della Maas, autrice per me ancora sconosciuta, mi aveva ricordato una delle mie favole preferite, La bella e la bestia, trattandosi di un retelling, ma in questo secondo volume, La corte di nebbia e furia, c’è un sovrappiù che proprio non può non essere considerato. Il suo nome è Rhys, il Signore Supremo della Corte della Notte.

Rhys. Cosa non è Rhys.

Non so se sia “professionale” iniziare una recensione così, per quanto recensire per me è ancora un divertimento e la necessità di dire quello che penso, più che un modo di pavoneggiarmi facendo liste lunghissime di libri serissimi (e pesantissimi, come chi li legge!) ma è proprio il primissimo pensiero che ho fatto appena chiuso il libro. Perché, diciamolo subito ed in maniera spassionata, se nel primo Rhys era piaciuto solo alla Ropolo, sempre perché il suo sadismo la porta a vedere i cattivi anche quando sono solo accennati, in questo secondo volume Rhys è il fulcro da cui parte tutto, è il porto sicuro in cui attraccare, è il Sentimento dipinto con mille sfumature, è tutto quello che una donna possa desiderare. Punto.

Se nel primo la nostra Feyre, che avevamo conosciuto come una ragazza coraggiosa, si sacrifica per la sua famiglia d’origine, con questo secondo impariamo a capire quanto il suo nuovo spirito e la sua forza da Fae possano spingerla a fare tutto non solo per amore, come aveva già fatto per Tamlin, il suo promesso sposo, il Signore Supremo della Corte di Primavera, ma per un Bene più grande. Per evitare una guerra che porterebbe il mondo umano a scomparire del tutto, che porterebbe solo morte e distruzione. Per un Amore che non ha niente a che vedere con il sentimento che aveva nutrito per Tamlin.

Questo secondo volume inizia con Feyre che deve sposarsi con Tamlin e Rhys che giunge proprio nel momento in cui lei sta per tirarsi indietro. La salva, e non sarà l’ultima volta che lo farà. La porterà lontano, nella sua Corte, quella che tutti credono malvagia ed orribile e spaventosa e brutale, perché è lui che per secoli ha voluto che apparisse così, ma con Feyre fa ciò che mai aveva osato fare per nessuno che non appartenesse alla sua schiera di Amici, si vuole a tal punto fidare di lei che la mette a conoscenza del suo più grande segreto: Velaris. Una delle poche città che si sono salvate dalla precedente guerra. Velaris è il suo peccato di vanità (come direbbe Ashton!) una città fatta di arte e bellezza e libertà, un posto utopico dove il Signore Supremo può girare per le strade, osservare il fiume che la attraversa, mangiare con la sua famiglia senza mettersi su nessun piedistallo, un luogo in cui ancora è possibile Sognare.

«La Corte dei Sogni.
Le persone che sapevano che c’era un prezzo da pagare,
ed un prezzo che valeva la pena pagare, per quel Sogno.
I guerrieri bastardi, l’Illyrian mezzosangue,
il mostro intrappolato in un bellissimo corpo,
la sognatrice nata in una Corte di incubi...
E la cacciatrice con l’anima da artista.»

Cosa ho amato a dismisura di Rhys? La sua pazienza. Nell’aspettare Feyre, nel tempo che le ha concesso per guarire se stessa, per capire cosa lei fosse diventata, quale grande potere avesse tra le mani, per permetterle di venire a patti con il suo dolore, i suoi incubi, i suoi fantasmi.
Ciò che ho adorato di lui è la libertà che lascia a Feyre di fare le sue scelte, anche quelle che potrebbero farla tornare da Tamlin.
Libertà. Non sicurezza o protezione. Libertà.
Ho amato il suo modo di introdurla nella sua Corte, così diversa da tutte le altre, la fiducia che le dimostra sempre verso le sue capacità, il non aver paura della sua forza ma il suo voler, invece, aiutarla a diventare ancora più volitiva, ad acquisire sicurezza.

«Tu puoi essere una pedina, essere il premio di qualcuno,
e passare il resto della tua vita immortale a inchinarti e a fare salamelecchi e
a fingere di valere meno di lui, meno di tutti noi.
 Se è quella la strada che vuoi seguire, benissimo.
 È una vergogna, ma spetta a te decidere.
Ma io ti conosco, più di quanto tu pensi, direi,
 e non credo neanche per un minuto che possa andarti bene
essere un grazioso trofeo per qualcuno che non ho mosso il culo per cinquant’anni,
poi non ha mosso il culo mentre ti facevano a pezzi...»

La mia è una seconda lettura, la prima era avvenuta solo due mesi fa, ma la fretta e la voglia di scoprire chi fosse veramente Rhysand e di capire cosa ci fosse tra lui e Feyre, non mi avevano permesso di assaporare tutto come avrei dovuto. Ho ingurgitato informazioni, legami, sentimenti, senza però metabolizzarli, senza concedere loro la profondità che meritavano.
Questa seconda lettura ha decisamente riequilibrato il tutto ed ho potuto, finalmente, godere della lettura (ed ancora di più di ogni piccola sfumatura di Rhys che mi era sfuggita prima!)

Anche in questo secondo volume, almeno nella prima parte, ho subito un po’ la lentezza, in questi continui spostamenti tra la Corte della Notte e quella di Primavera, ma mi hanno aiutato a capire, anche grazie all’autrice che metteva in contrapposizione sempre più spesso Rhysand e Tamlin, quanto un amore che ti chiude in una gabbia dorata scompaia del tutto di fronte ad un amore che mette tutto se stesso ai tuoi piedi, che ti dimostra, tra uno scherzo ed un rimprovero, di credere davvero in te!
Una volta entrata a Velaris, dopo aver conosciuto meglio i Compagni di viaggio di Rhysand, Cassian ed Azriel, Mor ed Amren, ognuno con il suo carattere, con il proprio potere, con un proprio ed esclusivo rapporto con il Signore Supremo, ho apprezzato anche le descrizioni più minuziose di una Corte affascinante e piena di vita, delle loro usanze. È proprio attraverso la descrizione della sua città che si può capire a fondo un personaggio complesso come Rhys: non si può arrivare a lui, se non si comprende prima cosa rappresenti il suo popolo per lui, che tipo di legame lo stringe ai suoi amici/famiglia/compagni/guerrieri.

È vero, qui mancano le battaglie epiche, gli scontri tumultuosi, si dà più spazio alla quotidianità di una Corte, si parla di sentimenti e lo si fa in tantissimi modi, ma credo sia solo per preparare il terreno a ciò che avverrà dopo, nel terzo e conclusivo capitolo, ed allora ben venga tutto!

È stata una recensione di pancia, lo so, me ne scuso, ma in fondo quando la fantasia entra prepotentemente nella realtà, anche in quella del lettore, quando le parole che trovi scritte le senti come tue e ti riconducono inevitabilmente a dei tuoi pezzi di vita, non puoi che scrivere di pancia e tutto quello che ne verrà fuori sarà magari poco coerente, poco chiaro, ma certamente sincero e vero!
Voto:














 Passate anche a leggere gli altri blog, appuntamento al mese prossimo!

23 commenti:

  1. Ciao! Non ho letto queste serie, anche se di quella di cui ha parlato Ludovica ho sentito parlare :-)

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    1. sono entrambi fantasy, prima o poi ti convertirò!

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    2. Precisamente da CHI ne hai sentito parlare? Forse, per caso, dalla Ropolo? Buona serie!

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  2. @ Chiara guarda ogni giorno che passa sono sempre più contenta di non aver intrapreso la lettura di questa serie….l'unico rimpianto di aver saltato questo gdl è per la compagnia
    @ Ludovica che te lo dico a fare...questa serie s'ha da leggere...

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    1. io sono la più infastidita da questa serie, non sta piacendo tantissimo, ma io sono quella che la sopporta meno

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    2. ANCORA non l’hai letta? Come è possibile?😜

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  3. Ciao, non è il mio genere, eppure la tua recensione ha acceso una piccola luce di curiosità

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  4. E allora! La smetti di maltrattare Nathan! Ahahahah su resisti che siamo alla fine

    Ludovica posso dire che ti adoro? Quando hai parlato di liste di libri serissimi e pesantissimi come chi li legge ti avrei eretto una statua!

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    1. Ultimamente sembra quasi che ci si debba vergognare a leggere ed amare fantasy, a leggere ed amare i romanzi rosa. Leggo quello che mi fa stare bene, e se tra Dostoevskj e Calvino voglio infilarci una Marconero ed una Virginia de Winter, voglio essere libera di farlo senza per questo essere considerata SCEMA!

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  5. Chiara Half Wild è la noia e Nathan parente di Lagnette!
    Ludovica devo iniziare ancora questa serie

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  6. Half wild non mi è dispiaciuto, ma la Maas prima o poi la recupero assolutamente!

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  7. guarda io volevo proseguire solo per sapere se ci sarebbe stata una ship Nathan-Gavriel... e adesso che me lo hai confermato, sono tentata AHAHHA

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    1. se vuoi te lo racconto! Spero tanto nel terzo, tantissimo

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  8. Ho apprezzato il primo volume della Green, questo secondo un po' meno. Adoro sempre Nathan ma ho trovato alcuni siparietti con Annalise proprio melensi, stile principessa delle favole non adatti al tipo di libro ( e poi lei non mi piace proprio!!!), ci sono sempre più comparse e sempre meno spiegazioni.

    La Maas voglio iniziare a leggerla!!

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    1. è una serie che è andata solo peggiorando (e già per me partiva male)

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    2. Prima di questa trilogia non conoscevo la Maas. Da ora in poi non la mollerò più!

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