Anche per Ludovica è arrivato il turno di questa rubrica, rinnovata da questo mese.
Con il tempo ho imparato a fare anche le recensioni
negative, e devo dire che in alcuni casi sia stato divertente e liberatorio,
niente a che vedere con quelle di libri che ti hanno talmente segnato che le
parole si rincorrono sul foglio e non fai in tempo a fermarle, però per la
maggior parte delle volte, nutro ancora molte difficoltà a fare apprezzamenti
negativi sul lavoro di qualcuno. Proprio perché riconosco che dietro ogni
progetto ci sia, o debba esserci, una mole di fatica non indifferente, a partire
anche solo dalla decisione di credere talmente in se stessi da mettersi a
tavolino e cominciare a scrivere, costruire una storia, immaginare dei personaggi e renderli concreti
e più reali possibile, fare i conti con potenziali insuccessi, proprio perché non
mi piace sparare a zero sul lavoro altrui, cerco di trovare sempre valide
attenuanti.
Ma questa volta sarà molto difficile trovarne.
Questa volta mi sono chiesta per tutto il tempo come un libro del genere possa
essere arrivato in una casa editrice,
come possa un libro del genere non essersi scontrato con un sonoro NO.
Partiamo dal presupposto che io ami a dismisura la
narrativa per ragazzi, soprattutto della fascia adolescenziale, quindi ho un
bagaglio non indifferente su cui basare i miei giudizi. Cosa ricerco
generalmente da questo genere di narrativa? Scrittura brillante e frizzante,
zero retorica, immediatezza nel provare sentimenti, libertà di comunicazione.
Una storia può anche essere costruita su pochi fatti, lasciando più spazio ai
sentimenti, ma se ci sono devono essere sviluppati con coerenza e chiarezza,
devono avere una loro logica, deve esserci un preciso causa-effetto, gli eventi
non devono essere casuali.
Ecco, in questo romanzo, di una giovanissima
autrice, ho trovato tanta confusione, a partire dal motivo per cui ha inizio la
storia stessa: un ragazzo della malavita vede una ragazza, la vuole per sé,
senza neanche scambiare con lei due parole in croce e decide che deve averla ad
ogni costo. Un altro ragazzo, trovatosi per caso lì, mentre l’altro comunica ai
suoi scagnozzi di volere la ragazza, decide che la deve salvare ad ogni costo.
Perché? Come può essere questo il motivo per cui una storia prende le mosse e
svolge il suo essere per 180 pagine?
Troppi cliché: bad boy che affascina ragazza per
bene solo con uno sguardo, passato difficile in entrambi per rendere più sdolcinata
la storia, innamoramento super veloce, nel giro di una settimana succede tutto,
e di tutto, inseguimenti, tentate violenze, sparatorie, dichiarazioni d’amore,
tutto in sole 180 pagine.
Avevo delle aspettative perché ho grande fiducia
nelle giovani penne, se giovanissime ancora di più, ma qui ho trovato proprio
poco sia come scrittura, che come struttura, come trama, come descrizione di
personaggi ed ambiente. Tutto troppo superficiale e melenso. Ed il finale?
Vogliamo parlare del finale? Melodrammatico, ma senza sentimento, e soprattutto
una domanda: era necessario comunicare a potenziali giovani lettori che quando
incontri l’amore della tua vita, per quanto possa essere considerato così un
ragazzo conosciuto due settimane prima, possa finire tutto con un colpo sparato
per errore? Amo i finali tristi, anche tragici, ma solo se
e quando l’autore mi ha portato ad
affezionarmi ai personaggi, solo quando quel finale è il frutto di intrecci
precedenti, è inevitabile per l’evoluzione del racconto stesso, non quando
viene messo lì a caso!
Ed allora due considerazioni e poi mi taccio. Per
scrivere, e soprattutto per scrivere bene, non basta volerlo fare, bisogna sì saperlo
fare, ma anche leggere tanto, tantissimo, mettersi in discussione, studiare,
studiare e studiare.
E poi mi chiedo, anche con una nota polemica, perché
tanti scrittori, capaci, tanto capaci, si trovino a doversi auto-pubblicare,
quando invece storie, senza arte né parte, si trovano in bella vista sugli
scaffali delle librerie? Come può esserci tanto dislivello tra una realtà e l’altra?
Su questo amletico interrogativo, chiudo la mia personale riflessione su un
libro che ho letto in poche ore, ore che avrei a questo punto potuto impiegare
in modo migliore!
Per rispondere alla tua domanda come un libro così possa essere arrivato in libreria ti faccio io una domanda. Sai chi è Eleonora Gaggero?
RispondiEliminaDa mamma di due adolescenti posso dirti che si tratta di una giovane attrice di serie per ragazzi e ho il dubbio che l'editore abbia voluto puntare proprio sulla sua fama verso il pubblico giovane per spingere la vendita.
Non l’ho capito subito chi fosse l’autrice, ma poi l’ho riconosciuta! Comprendo motivi di marketing, ma non li condivido. Un libro deve almeno parlare di qualcosa, cavolo!
EliminaConcordo in pieno. Purtroppo spesso i meritevoli restano nell'ombra e quelli un filino famosi hanno la strada sgombera
EliminaConcordo con quello che dice Chicca perché purtroppo oggi si punta più sul nome che sulla qualità.
RispondiEliminaHo letto questo libro e come te non mi ha fatta impazzire
Mi consola saperlo!!!
EliminaCiao, da lettrice posso dirti che abbiamo tutti gusti diversi quindi è normale - sarebbe strano se non lo fosse - che un libro non ci piaccia.
RispondiEliminaDa aspirante scrittrice posso dirti che arrivare in libreria è sempre una durissima lotta. Me ne rendo conto quando partecipo ai concorsi letterari, spunta sempre lo scrittore/la scrittrice affermata sotto pseudonimo che vince il concorso.
A volte bisogna auto-pubblicarsi per farsi notare, quello che posso consigliare è la segnalazione in massa di libri belli da porre all'attenzione delle CE. Non risolve il problema ma aiuta.
Le tue riflessioni mi trovano parecchio d’accordo. È proprio perché leggo, ed ADORO, molte autrici che si autopubblicano, che non tollero questo dislivello!
EliminaOh god! Scappo! Scappo a gambe levate da un romanzo come questo, se si può definirlo romanzo. Le tue riflessioni sono assolutamente lecite libri così non dovrebbero essere pubblicati, soprattutto quando ce ne sono di bellissimi che rimangono non considerati!
RispondiEliminaÈ così fastidioso che molti autori vengano considerati di terz’ordine solo perché si autopubblicano, ed invece scrivono dei SUPER romanzi, quando invece scritti così mediocri trovino posto sugli scaffali delle librerie
EliminaAh, eventi drammatici messi alla membro di segugio in un libro solo per fare figo... Il non-sense è una delle cose che più aspetto al varco quando devo recensire negativamente un libro XD Comunque, vedila così... "Tolto il dente, Tolto il dolore" ;) Ora sai che quest'autrice non fa per te... Da ora in poi, le starai alla larga, leggendo bellissime storie piuttosto che le sue (sono quasi certa che ne verranno altre dopo la suddetta, per sfortuna ahah) ;)
RispondiEliminaP.S. La tua domanda pone l'accento su una questione ancora irrisolta e tanto controversa... Ma, come ti hanno già detto, purtroppo basta avere un nome conosciuto in altre vie per pubblicare con una casa editrice... Non importa se sai scrivere o meno, quello è un plus che non serve XD ahah (rido, ma ci sarebbe da piangere, sangue)
Mi trovi d’accordo, tristemente d’accordo!
EliminaChe peccato che non ti sia piaciuto
RispondiEliminaPeccato che abbia visto la luce😂
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