giovedì 31 ottobre 2024

Recensione "Juniper & Thorn" di Ava Reid

Ringrazio la casa editrice per la copia digitale

Il libro:
Autrice: Ava Reid
Titolo: Juniper & Thorn
Editore: Ne/oN
Data di pubblicazione: 23 ottobre 2024
Pagine: 320

Trama:
Marlinchen e le sue sorelle sono le ultime vere streghe di Oblya, una città in cui la magia sta lasciando posto all’industria. Considerate poco più che un’attrazione per turisti, trascorrono le giornate curando clienti con rimedi arcaici e incantesimi nostalgici, mentre tentano di ammansire il padre, uno stregone tirannico e xenofobo, che tiene le figlie rinchiuse nella casa fatiscente.
Di notte, però, riescono a sfuggire alla casa e al padre per godersi i palpiti della città, in particolare il teatro del balletto di nuova apertura, dove Marlinchen incontra un ballerino che le catturerà il cuore. A mano a mano che i loro incontri notturni si fanno più intesi e frequenti, però, la minaccia dell’ira del padre si fa più incombente.
E mentre la città prospera, qualcosa di mostruoso si cela nel suo ventre, nato dall’intolleranza e dal risentimento, soffuso del potere di un mondo antico.


Sono stata attratta dalla cover di questo libro, anche se l’horror non è il mio genere preferito, anzi spesso ho difficoltà. Però la storia si presenta come gotica, un po’ diversa dal solito e a lettura ultimata posso confermare questo fatto. Non è la classica storia di quando si pensa (o almeno io) all’horror, è risultata lo stesso molto disturbante, come nell’intento dell’autrice tra l’altro.

Non sono riuscita ad apprezzarlo del tutto, credo però proprio per una questione di gusto mio. Mi è piaciuto il fatto che le tematiche affrontate siano state molto forti, d’impatto, che fanno male e fanno riflettere: dal razzismo alla violenza (non solo quella “classica”), passando per molte altre questioni decisamente attuali e importanti. Questo secondo me è importante, un libro di questo tipo fa ragionare, pensare, aiuta a capire o almeno a cercare di farlo.

Non ho però apprezzato l’atmosfera così cupa, anche se giustamente, la cappa di ineluttabilità, di negatività che ha aleggiato per tutta la lettura. Ammetto che mi ha provata, che ho proprio faticato e solo per questo motivo, in quanto l’autrice ha uno stile curato ed evocativo, che mi ha positivamente colpita.

Forse anche per questa ragione ho faticato a entrare in empatia con la protagonista, che, pur capendone le ragioni, mi è risultata troppo remissiva e che si piange troppo addosso. Ho invece apprezzato molto la caratterizzazione del personaggio maschile, il ballerino. Trovo che l’autrice abbia fatto un ottimo lavoro soprattutto nella rappresentazione delle sue ombre, dei suoi tormenti.

I rimandi al folklore mi sono piaciuti anche se non li ho trovati così esaustivi, così come la descrizione dell’ambientazione e delle creature fantastiche. Tutto gira attorno a questa casa, in questa atmosfera cupa e pesante.

Una storia sicuramente originale, di cui ho apprezzato gli intenti ma che per mia predisposizione personale ho faticato un po’ ad affrontare.
Voto: 3.5*

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