Autrice: Rainbow Rowell
Titolo: Ti chiamo sul fisso
Editore: Piemme
Data di pubblicazione: 7 novembre 2017
Pagine: 352
Trama:
Se ti capitasse una seconda possibilità in amore, faresti di nuovo la stessa scelta?
Se si parla di macchine del tempo, un semplice telefono non sembrerebbe il modo più sofisticato di viaggiare nel passato… Eppure quando Georgie, madre di due bambini e autrice televisiva perennemente sotto stress, mette piede nella casa della sua infanzia, e in un momento di nostalgia alza la cornetta del vecchio telefono fisso - un vero reperto archeologico -, improvvisamente è trasportata a quindici anni prima. Non nel senso che può vedere il suo passato. Ma nel senso che può… telefonargli. Sperando che il passato risponda. Sperando che Neal, quello che oggi è suo marito e allora stava per diventare il suo fidanzato, risponda…
Perché se c'è una cosa che Georgie cambierebbe della sua vita è il modo in cui il suo matrimonio si è pian piano spento, fino a ridursi a quello che è oggi. Forse parlando al telefono con il Neal di ieri potrà rimediare a cose che oggi sembrano irrimediabili. Forse quello stupido telefono, così antiquato da essere ancora attaccato a un filo, può davvero darle una mano…
Con l'ironia e la freschezza cui ci ha abituati con Eleanor & Park, bestseller mondiale che ha battuto ogni record di permanenza in classifica, una delle autrici più amate d'America torna a raccontare una storia di sentimenti che a fasi alterne vi farà ridere e vi spezzerà il cuore. E vi insegnerà molto sul destino, sul tempo e sul vero amore.
Amo questa autrice, appena esce qualcosa di suo in italiano io mi ci butto subito. L'ho adorata sia nel genere young che in quello adult. Mi è piaciuto un po' meno il libro fantasy (Carry on) ma ho comunque sempre apprezzato la sua penna.
Cosa è successo qui? Ranbow cosa mi hai combinato?
Ho faticato tantissimo a leggere questo libro, proprio per lo stile. Mi sono annoiata. E più leggevo più ci rimanevo male perché non mi sembrava neanche lei.
L'argomento non è semplice e forse non apprezzabile da tutti, ma da me sì! Io sono sposata da 14 anni, ho due figli, lavoro, seguo il tran tran quotidiano! Io posso capire benissimo tutto ciò che la routine può portare, nel bene e nel male! Chiunque condivida la vita con un'altra persona da un po' di tempo può identificarsi in questa storia, io l'avrei fatto, se avesse fatto breccia.
Il problema è che non l'ha fatto.
A ventitré anni non te ne rendi conto.
Non ti rendi conto di cosa significhi entrare nella vita di un’altra persona e restarci. Non capisci in quanti modi finirete per attorcigliarvi l’uno all’altra, per fondervi pelle contro pelle. Non conosci l’effetto che vi farà l’idea di separarvi dopo cinque, dieci, quindici anni. Pensare al divorzio adesso, per Georgie equivaleva a immaginare lei e Neal distesi fianco a fianco su due tavoli operatori e circondati da un’équipe di medici intenti a districare il loro apparato vascolare.
Ma a ventitré anni non se ne rendeva conto.
Georgie è moglie e madre ma è soprattutto concentrata sul suo lavoro, che viene sempre prima di tutto. Suo marito Neal, dopo il suo ultimo imprevisto lavorativo, decide di partire lo stesso per la vacanza programmata, a casa della sua famiglia di origine, con le figlie e senza di lei. Georgie va in crisi e grazie a un telefono "magico" che sembra farla parlare con il Neal del passato, riflette sul suo matrimonio e sulla sua vita.
Io adoro i libri che fanno riflettere, soprattutto quando nell'argomento posso identificarmi. Il potenziale di questo libro poi è grandissimo: si parla di famiglia, di rapporto di coppia, di amicizia, di gelosia, insomma è ricco di spunti e personaggi teoricamente interessanti.
Da parte mia non c'è stato feeling. Non ho provato né empatia ma neanche un minimo di simpatia per Georgia. Una lagnosa che vuole tutto e subito senza rinunce, una persona che non sa cosa vuol dire la parola compromesso. Mi stupisco che il suo matrimonio sia durato tanto. Ma non ho parteggiato neanche per Neal, che rinuncia ai suoi sogni (che non ha mai avuto fra l'altro) per la famiglia ma poi rinfaccia. Non a parole certo, ma con i fatti. Un uomo insicuro e chiuso, che non riesce né a dire né a far capire cosa vuole, cosa pensa. Di solito i personaggi imperfetti li preferisco, questi però non li ho trovati tali, né reali, ma soltanto freddi. Insomma non sono riusciti a farmi appassionare alla loro storia.
L'unico che in qualche modo ha fatto breccia è Heather, la sorella di Georgie, anche se poi non viene ben sviluppato.
Lo stile è stato proprio il colpo di grazia. Mentre Fangirl l'ho divorato in un giorno, imponendomi di rallentare per cogliere bene ogni cosa, questo me lo sono trascinata per oltre un mese, ne leggevo un pochino ogni tanto, dovendo riprendere spesso quello già letto perché è stata una distrazione unica. Ho dubitato sul serio che fosse la stessa autrice, ho avuto più volte voglia di mollarlo.
Georgie era convinta che mettere al mondo dei figli fosse il peggior colpo che si potesse infliggere a un matrimonio. Si sopravvive, certo. Come a volte si sopravvive al crollo di un masso sopra la testa… ma tanto bene non fa di certo.
I figli assorbono una quantità inimmaginabile di tempo e di energia. E hanno sempre la precedenza. Hanno diritto di prelazione su tutto ciò che hai da offrire.
La fine un po' si riprende anche se mi aspettavo un finale aperto (lei è la regina di questo) e non è stato così, ma quello alla fin fine mi è piaciuto.
La delusione di questo libro è stata grande, forse anche perché le aspettative erano alte. Mi è proprio dispiaciuto.
Voto: