Ringrazio tanto Susy, che mi han chiesto di partecipare al review party, dopo aver tanto apprezzato il precedente libro, Piccola Sicilia.
Ringrazio la Casa Editrice per la copia.
Il libro:
Autore: Daniel Speck
Titolo: Il cuore non ha confini
Editore: Sperling & Kupfer
Data di pubblicazione: 31 maggio 2022
Pagine: 564
Serie: Piccola Sicilia #2
Trama:
Tre estranei davanti a una villa in riva al mare, tra le palme, in un ventoso giorno di primavera. È questo il primo incontro tra Nina Zimmermann, archeologa berlinese, Joëlle Sarfati, la sua zia ebrea arrivata da Parigi, e il dottor Bishara, palestinese. In quella casa a Mondello viveva un uomo che ha segnato la vita di tutti e tre, con la sua presenza e la sua assenza, e con l'insondabile mistero della sua identità: Moritz Reincke. Nipote, figlia e figlio sono lì riuniti per reclamarne l'eredità, ora che lui non c'è più e che anche intorno alla sua fine aleggia un enigma: omicidio o suicidio?
Tre estranei che incarnano tre famiglie, tre generazioni e tre culture attraversate da Moritz nel corso del suo viaggio nel cuore del Mediterraneo e della Storia del Novecento, alla ricerca di sé e di un posto nel mondo, mentre quel mondo lo accoglieva e lo respingeva ogni volta.
Tre destini con il loro bagaglio di ricordi e rancore, ognuno testimone parziale di quel segreto che li unisce: la vita di un uomo che è sfuggito a tutti ma a tutti ha ridato una vita. Un puzzle che solo insieme ora, forse, riusciranno a ricomporre e comprendere.
Dopo il successo di Volevamo andare lontano e Piccola Sicilia, Daniel Speck firma un'epopea che parte dal secondo dopoguerra per arrivare ai giorni nostri, e tocca Medio Oriente ed Europa passando per l'Italia. Una saga in cui passato e presente, vicende private ed eventi storici formano un'unica tela. Un intreccio fatto di legami e fratture: tra genitori e figli, amici e nemici, verità e menzogne, patrie perdute e ritrovate. Un romanzo polifonico dove il dialogo e l'ascolto si fanno unica arma possibile contro i conflitti e le barriere, oggi come ieri.
Dopo il colpo di coda finale di Piccola Sicilia aspettavo questo libro e lo temevo anche un po’ perché secondo me la storia precedente poteva avere già un suo finale. Avevo paura di una storia creata per “allungare il brodo”, che non avesse una trama sua, quindi mi sono approcciata a Il cuore non ha confini con timore. Felice di essermi preoccupata inutilmente, perché questo seguito ha un’anima sua, può persino secondo me esser letto da solo (anche se io consiglio comunque la lettura preventiva di Piccola Sicilia).
In questo libro ritroviamo alcuni personaggi del precedente e tutto stavolta ruota intorno a Moritz. Di nuovo su due piani temporali stavolta dalla Tunisia ci spostiamo in Palestina, dove il mistero di questo uomo, che nasconde non due bensì tre vite, viene svelato.
Un intreccio intricato che viene dipanato quindi, che va a intersecarsi con gli avvenimenti storici politici del dopoguerra, ovviamente alternato al presente.
Daniel Speck si è confermato un autore puntiglioso e preciso, a tratti maniacale, nel ricreare l’ambientazione storica giusta, con una cura dei dettagli sorprendente. Ero preparata al suo stile, così ricco e descrittivo, stavolta però ho patito un pochino la lentezza della lettura, necessaria per assimilare il tutto.
Forse d’estate ho bisogno di più leggerezza, forse le descrizioni sono state veramente tante, fatto sta che ho faticato, soprattutto all’inizio. Poi però sono stata coinvolta dalla storia, soprattutto quella generale.
Ho avuto minore empatia nei confronti dei personaggi, ma sono stata rapita dagli avvenimenti storici come raccontati da Speck.
La caratterizzazione dei personaggi è molto realistica, l’autore presenta persone che potrebbero essere esistite, con pregi e difetti comuni, dettati anche dalle usanze dell’epoca, oltre che dal proprio vissuto. Inoltre ha un modo di narrare la storia come se fosse esterno a tutto, senza giudizi, presenta tutti i vari punti di vista.
Questo è un particolare che apprezzo sempre molto e Speck ne ha proprio fatto un cavallo di battaglia: molti personaggi, spesso agli estremi, che raccontano il loro punto di vista, con un narratore esterno che non entra nel merito. Questo tipo di narrazione permette al lettore di avere una visuale a 360° su tutta la vicenda e trattando argomenti così delicati è quanto mai gradito.
La componente religiosa e politica mi ha fatto riflettere molto, così come per le dinamiche familiari. Trovo che l’autore sia stato molto delicato seppur mai retorico.
Un libro impegnativo, che necessita di molta attenzione e che va a chiudere ciò che è stato lasciato in sospeso con il libro precedente. Un autore che non delude.
Voto: 4*Vi ho incuriosito?
Sai che ho avuto la tua stessa impressione? Nell'altro libro non ho guardato le pagine, qua ho arrancato un po' sebbene la storia sia bella e scritta bene. Lui è molto bravo e penso che questo finale ci volesse per concludere e dare una chiusura totale
RispondiEliminaavevamo bisogno di questo finale!
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