Buongiorno lettori, appuntamento con la rubrica nata da un'idea di Rosaria, gestita da me, Chicca e Dolci, che adoro sempre di più.
La rubrica, a cadenza mensile, consiste nel leggere un libro recensito da un altro blog partecipante.
L'ordine di scelta è casuale, abbiamo usato random.org e questa volta mi è capitata Graziella, del blog Libri e librai. Sono subito incappata in questo libro, che mi incuriosiva e spaventava in egual misura, e ho voluto provarci.
Il libro:
Autrice: Chloe Liese
Titolo: Tu prima di me. Two Wrongs Make a Right
Editore: Newton Compton Editori
Data di pubblicazione: 7 febbraio 2023
Pagine: 352
Serie: #1 The Wilmot Sisters
Trama:
Jamie Westenberg e Bea Wilmot non hanno nulla in comune, a parte un primo incontro disastroso. Lei ha un disturbo nello spettro autistico, lui è un maniaco del controllo che detesta gli imprevisti. Per questo, quando i loro rispettivi amici gli tendono un tranello per farli mettere insieme, si sentono ingannati e realizzano di aver in comune finalmente una cosa: il desiderio di farla pagare a quegli insopportabili impiccioni. Fingeranno di essersi perdutamente innamorati, prendendosi gioco degli aspiranti Cupido, per poi rompere in maniera spettacolare, così da porre fine una volta per tutte alle intrusioni nelle loro vite sentimentali. C’è solo un problema: perché il piano funzioni è necessario che l’amore sembri autentico. Il che vuol dire trascorrere parecchio tempo insieme. E se fingere di essere innamorati diventasse improvvisamente sempre più facile? Forse, allora, gli intriganti Cupido non avevano sbagliato del tutto la mira…
Ero dubbiosa su questo libro perché quando si parla di autismo mi rendo conto di essere super critica e forse di non riuscire a essere così oggettiva, in quanto ho ben presente cosa voglia dire la quotidianità vissuta insieme a una persona autistica. Però ho letto diverse recensioni positive e soprattutto ho letto che l’autrice è neurodivergente ed ero speranzosa che rendesse giustizia e descrivesse un vissuto provato.
Purtroppo a lettura conclusa posso dire di essere rimasta delusa su tutti i fronti.
La cosa che più mi ha infastidita è proprio la caratterizzazione dei personaggi. L’ho trovata fatta male, soprattutto per quanto riguarda la sfera dei disturbi neurologici. La protagonista, Bea, è definita autistica. Fatto salvo le differenze che ogni individuo possiede, anche nella definizione di autismo, Bea a me non è sembrata per nulla inquadrabile così, ma questo non sarebbe stato un grosso problema, se nonché lei si trincera dietro il suo autismo per giustificare tutti i suoi difetti. Io sono una paladina dell’inclusione, dell’accettazione, ma non sopporto chi dice “io sono così e devi accettarmi, punto”. Ci sono atteggiamenti e dinamiche a cui bisogna venire incontro, per esempio Bea non sopporta la sovraccarico sensoriale (anche qui le descrizioni lasciano molto a desiderare), ma lei non sopporta nessuno e si giustifica con sono così dovete accertarmi. Inoltre non viene fatta descrizione alcuna di ciò che comporta essere autistica nel quotidiano né nel passato o con i famigliari, l’autismo viene “usato” passatemi il termine, solo per renderla diversa.
Idem nel caso di Jamie, ossessivo compulsivo, che è descritto semplicemente come “strano”.
L'aver poi tirato in ballo personaggi queer, ovviamente solo quelli positivi mentre i negativi sono bigotti, mi ha dato la sensazione di seguire una moda, per parlare di diversità a tutti i costi (specifico che io leggo sempre volentieri di personaggi queer).
Se l’intento dell’autrice voleva essere aumentare l’inclusione, far capire che la diversità non è un ostacolo ma un valore aggiunto, secondo me non ci è riuscita per nulla, anzi ha cementato l’idea opposta.
Non ho quindi provato empatia per i protagonisti e non mi sono rimasti simpatici, mi è mancato conoscerli più a fondo, forse sarei riuscita ad apprezzarli maggiormente. Un esempio: Jamie ha un brutto rapporto col padre, ma ci viene fornita solo la motivazione professionale. Quindi in passato era diverso? Oppure no? La non accettazione era più ampia? Non si sa e per l’autrice non è importante, in quanto si concentra unicamente sulla storia d’amore.
Anche dalla trama sono rimasta delusa. Il passaggio da odio ad amore è pressoché immediato; il bisogno di vendetta iniziale, potenziato al massimo, si sgonfia come un palloncino e senza clamore; sul finale poi c’è un’azione il cui motivo è veramente ridicolo, non ha senso con quanto fino a quel momento rappresentato dai personaggi.
Inoltre ho trovato diversi errori di traduzione, che aggiunti al resto hanno reso la lettura ancor meno lineare.
Un libro che vorrebbe parlare di diversità, ma che in sostanza racconta una storia d’amore, in maniera non precisa e spesso banale, in cui le problematiche dei protagonisti non sono un punto di forza. Peccato.
Voto: 2*
Per me è un tre stelle ma decisamente mi aspettavo di più peccato perché aveva del grande potenziale.
RispondiEliminaSusy
a me non è proprio piaciuto, peccato
EliminaChe odio queste cose, ti capisco! Proprio da poco mi è capitata una cosa del genere con un thriller con un protagonista Asperger che tutto era tranne che Asperger e poi il narratore che interveniva a spiegarlo come voce fuori campo, e le persone intorno che dovevano capirlo ed essere accomodanti e perbene…che odio! Come dici il risultato è controproducente!
RispondiEliminanon serve a sensibilizzare e questo mi dispiace
Eliminava bene ho già capito!!!
RispondiEliminaecco sì brava
EliminaAppena uscito, ho letto la trama di questo libro e non mi ha convinto del tutto quindi l'ho lasciato perdere. La tua recensione conferma che ho fatto bene.
RispondiEliminaio non te lo consiglio proprio
EliminaPurtroppo affrontare certi temi già di per sé non è semplice e di conseguenza per il lettore è piuttosto semplice restare deluso.
RispondiEliminaMi dispiace che sia stato un disastro totale però
non è facile per nulla
EliminaMi spiace per la lettura soprattutto se poi il messaggio che arriva su temi importanti e delicati é deludente e soprattutto superficiale. Del tutto inutile come lettura
RispondiEliminaper me lo è proprio stata
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