La mia amica Jules, che non ha un blog suo ma scrive per me divinamente, troppo spesso ogni tanto ama leggere quello che lei definisce Trash, letture che non piacciono e piene di errori, cliché ecc. Poi ne parla con noi (io e un'altra amica) e si sfoga. Detta così sembriamo un tantinello stronze e forse lo siamo ma lei per sopravvivere ha proprio bisogno ogni tanto di leggere qualcosa che proprio è da buttare.
Io che sono ancora più infida di lei ho ben pensato di farci una rubrica e così è nata questa.
La rubrica avrà cadenza casuale e Jules darà il suo parere irriverente stroncando un libro che non le è piaciuto.
Piccola avvertenza: La recensione può contenere SPOILER, quindi attenzione!
Autrice: Katy Evans
Titolo: Sei tu il mio per sempre
Editore: Fabbri Editore (Life)
Data di pubblicazione: 9 luglio 2015
Pagine: 315
Trama:
“Una notte è bastata. È sufficiente un suo sguardo e dimentico persino il mio nome. Sono attratta da lui come mai prima in vita mia. Lo voglio. Lo voglio senza paura. Senza riserve. Se solo sapessi che cosa vuole lui da me…”
Brooke ha reinventato se stessa dopo la tragedia che le ha cambiato la vita, e ora lavora come fisioterapista. Quando la sua migliore amica la trascina a un combattimento clandestino di pugilato, basta uno sguardo di Remington Tate – l’enigmatico vincitore dell’incontro – a sconvolgere ogni sua certezza. Data la sua fama, quando Remington la invita nello spogliatoio Brooke pensa che si tratti solo di una notte di sesso. Invece il dolce viso di Brooke l’ha colpito con la stessa forza di un gancio che ti coglie alla sprovvista. Remy la vuole a ogni costo e, pur di averla accanto, la assume come fisioterapista.
Brooke accetta subito, anche se non ha la minima idea di che cosa l’aspetta. Resistere alla bellezza e alla perfezione di quel corpo è impossibile. Resistere alla sensualità di quel le labbra e di quel sorriso sfrontato è totalmente inutile. Brooke non ha altra scelta che abbandonarsi a Remington, a quel piacere devastante che soltanto lui è capace di farle provare e all’amore incondizionato che pretende. Ma cosa succederà quando il lato oscuro di Remy prenderà il sopravvento?
Sei tu il mio per sempre è nato come fenomeno della rete: 150.000 copie in un mese, migliaia di recensioni a 5 stelle su Amazon, lettrici entusiaste che pregavano l’autrice di continuare la storia di Brooke e Remy. Finché non è stato notato dagli editori, ed è diventato un bestseller in corso di pubblicazione in 8 Paesi.
Cara Chiara,
mi hai suggerito questo libro con un: “Sono curiosa di sapere
cosa ne pensi”. Bene, non so se riuscirò ad esprimere i miei pensieri in
maniera coerente, perché questo la lettura è stata destabilizzante fin
dall’inizio, dalla primissima pagina.
Primo capitolo, dopo il titolo, la storia si apre così:
Brooke
Melanie mi urla nell’orecchio da mezz’ora […]
Non sapevo che questo romanzo fosse nato come “fenomeno della
rete”, altrimenti non avrei strabuzzato gli occhi leggendo la prima riga perché
l’espediente di indicare il PoV (Point of View) in quel modo è uno dei marchi di fabbrica di certe fanfiction
trash che mi capita di leggere su EFP. Proseguendo nella lettura, non ho certo
avuto modo di ricredermi. Il mio primo commento, se ben ricordi (ti metterei gli
screen della chat a conferma) , è stato: “Ma lei è per caso una ninfomane in
crisi d’astinenza?”
La domanda era perfettamente legittima perché, già alla seconda
pagina, alla protagonista si srotola la lingua fuori dalla bocca tipo red
carpet non appena questo fico
allucinante (testualmente) fa la sua comparsa. Leggendole mi è venuto da
ridere e ho capito che non sarei mai riuscita a prendere sul serio un libro che
utilizza un gergo tipico della scuola media (quando la frequentavo io).
Davvero. Attualmente la parola fico
la sento usare da mio figlio di sei anni (perché i bambini di oggi sono molto
più avanti!) quando parla di qualcosa che gli è piaciuto molto.
Da qui in poi assistiamo ad un inesorabile declino del buon
gusto visto che, incredibile ma vero, la “storia” è in gran parte un
susseguirsi di descrizioni di quanto lui, Remington (tra tutti i nomi assurdi
che poteva avere a disposizione, doveva proprio chiamarlo come un’arma?), sia
bellissimo/ forte/ grande/ sexy/ arrapante
(questa la dovevo scrivere perché è un altro favoloso termine da adolescenti, a
mio parere) e via discorrendo, alternate alle raccapriccianti disgustose
fin troppo particolareggiate informazioni sulle reazioni fisiche di Brooke alla
vista di questo “dio”.
Se riesco a trovare una certa logica nell’insistere sull’aspetto
fisico di Remy (in ambito di fanfiction i bad boy fighi attirano consensi e
visualizzazioni), proprio non riesco a spiegarmi perché indugiare tanto
parlando di come reagisca il corpo di lei (magari è un problema mio: sono
talmente schizzinosa che a sentir parlare di certe cose mi sembra di sentire la
puzza e mi viene lo schifo). La scelta di narrare in prima persona è stata
decisamente felice perché, in caso contrario, avrei cominciato a “leggere” con
la voce dei documentari del Discovery Channel (o di Alberto Angela, a seconda dell’ispirazione).
Perché? Semplicemente perché sembra di trovarsi davanti ad uno studio sui
rituali di corteggiamento e accoppiamento nel regno animale, con la
protagonista che si premura di informarci degli ormoni che entrano via via in
circolazione e degli effetti che hanno su di lei. Una pagina sì e una no ci
ritroviamo a sorbirci amenità come il sudore che le scivola fra i seni, i
capezzoli che si induriscono e lo schifo assoluto il mio preferito
(spero si colga l’ironia): sono tutta
bagnata (sì, sì: lo so che non sono problemi di incontinenza, ma a me viene
da pensare a quello, talmente tanto spesso ne parla).
Nelle pagine in cui non ci racconta di sé, abbiamo un elenco (ogni
volta sempre lo stesso, salvo sporadiche variazioni) delle caratteristiche
fisiche di Remy: i suoi occhi, i suoi capelli ma, soprattutto, i suoi muscoli
(tutti inventariati, in caso ci sfuggisse qualcosa: bicipiti, tricipiti,
deltoidi, quadricipiti e via discorrendo), le mani (grandi), le labbra carnose…
Quello che più mi ha dato fastidio di questa gestione dei
personaggi è che ne vengono fuori dei ritratti appiattiti perché non viene
mostrato quasi nient’altro se non il loro aspetto fisico. Brooke, in
particolare, sembra un adolescente (volutamente al maschile) in piena tempesta
ormonale: lei è puro istinto, puro desiderio, lo vuole in maniera completamente
irrazionale e non riesce ad accettare che lui non si dimostri assatanato
impaziente di saltarle addosso quanto lo è lei.
Qui, lo ammetto senza problemi, ho fatto una standing ovation
per Remy: mentre lei lo supplica di “prenderla” (lo ama, ma prima deve essere
lui a dirle la stessa cosa, ma è disposta a non sottilizzare, pur di essere
accontentata), lui la frena, vuole andarci piano. Le fa ascoltare tante canzoni
che possano dirle quello che lui non riesce ad esprimere. Peccato che Brooke sia talmente obnubilata
dagli ormoni e dal suo pensiero fisso di farselo che nemmeno se ne rende conto
così (siamo alla mia scena preferita) gli lancia l’ultimatum: o lo facciamo o
io me ne vado a dormire in camera mia. Lui le tiene galantemente la porta
aperta per farla andare. Bravo Remy!
Un piccolo appunto: abbiamo oltrepassato la metà e, di una vera
e propria trama, ancora non mi pare ci sia traccia.
Poco più avanti ecco, finalmente, il classico colpo di scena da
fanfiction: lui le dice che prima di andare a letto insieme vuole che lei conosca
tutto di lui (in pratica ti sta dicendo che ti ama, ma tu sei stupida e non lo
capisci), compresi i suoi lati più oscuri. Lei ribadisce che non le importa, le
va bene così com’è… allora lui le confessa di essere bipolare.
Gelo assoluto.
Lei non sa cosa voglia dire di preciso, ma continua ad avere il
solito pensiero fisso e qualunque altra cosa non ha la benché minima
importanza.
Bene. Ora, cattiva come sono, posso solo supporre che l’autrice
si stia identificando con la sua protagonista. Oppure si è bevuta il cervello.
Oppure essere bipolare le sembra un buon espediente, qualcosa che va di moda e
che attira lettrici e le fa sognare.
Il disturbo bipolare non vuol dire “ora sono felice e
tranquillo, magari fra un minuto mi girano e comincio a spaccare tutto”… non è
una cosa che si cura con un’iniezione di sedativo e il sesso (come più o meno
dice nel libro), ma, soprattutto, non è qualcosa che si possa curare solo con
l’amore (come più o meno si evince dal finale), rinunciando alle medicine. Che
razza di messaggio sta lasciando passare? L’autrice sta dicendo cose su cui non
sembra essersi assolutamente documentata e non si rende conto del danno che può
fare. Probabilmente non sa nemmeno cosa voglia dire dover fare una cura del
genere: dubito sia plausibile imbottirsi di farmaci per poi andare a battersi
sul ring, vincendo un incontro dopo l’altro.
D’altra parte i “fenomeni della rete” sono questi. Che
squallore.
Io mi aspettavo, che so?, che le confessasse di essere stato in
galera, di aver ucciso qualcuno in preda a un eccesso di rabbia, ma no. Niente.
Doveva tirare fuori il disturbo mentale.
Ovviamente, dopo questa travagliata confessione, finiscono a
letto, per buona pace degli ormoni di Brooke. Il nostro “documentario” potrebbe
anche chiudersi qui, ma a questo punto troviamo quel briciolo di trama, giusto
per dare il contentino a chi cercava una storia che andasse oltre la
superficialità che trasuda fin dalla prima pagina.
Valutazione per questo porno horror? Uno e mezzo (il mezzo è per
la scena della porta).
Scusa la prolissità.
Baci
Vi piace questa rubrica? Avete letto questo libro? Io sì e concordo con lei (qui la mia recensione).
Alla prossima, se sopravviviamo
Fantastica questa recensione!
RispondiEliminaVero? Io adoro come scrive Jules
EliminaContinua, mi raccomando!
EliminaCerto! Le sto dicendo un sacco di titoli, amica io
Eliminaadoro questa rubrica, adoro questa recensione, adoro il gatto nell'immagine in alto insomma adoro tutto.
RispondiEliminaho riso da morire, la lingua come un red carpet è un vero tocco d'artista! brava Jules! :D
l'immagine è opera di Laura, è sempre sul pezzo. Sono contenta che ti piaccia, è stato un esperimento. Mi sono divertita un sacco io
EliminaSono caduta dalla sedia dal ridere! Ottima recensione! Come diavolo fa certa gente a dare 5* a sta roba io non lo capirò mai.
RispondiEliminaOttima recensione, ne voglio altre!
Ps: ma solo io ho cantato tutta la sigla di Remi quando ho letto il nome del "fico allucinante" cioè con un nome così... mi passano tutte le fantasie 😵
I gusti sono gusti ed è giusto che siano differenti. Io non contesto chi da 5 a questo, lo faccio a chi non stronca mai nulla!
EliminaComunque anche io canticchiavo Dolce Remì.
Allora siamo in tre...
EliminaCiao Chiara! Ottima idea...mi piacciono queste recensioni ironiche sui cosiddetti "best seller della rete". Possibile che queste storie, oltre ad essere squallide, si assomiglino tutte? Aiuto...
RispondiEliminaSai che io leggo con piacere i romance e che tutti hanno una struttura simile. Ma si può scrivere di questo genere con un certo stile e non parlando unicamente del fisico e di quanto vorresti saltargli addosso
EliminaPerchè,scusa,anche questo dovrebbe essere un romance?!?
EliminaMi sa che devo rivedere le mie aspettative sul genere. ��
-Jules-
io parlavo dei romance in generale, ihihi
EliminaAnche l'ultimo che mi hai passato dovrebbe essere un romance...
Elimina-Jules-
sì sì, dovrebbe
EliminaLa prima e unica stella che io abbia mai assegnato sul blog! ^_^
RispondiEliminaanche tu nel club! Devo passare a leggerla
EliminaLo lessi anch'io, quando fu pubblicato, proprio per la dicitura: "Fenomeno in rete!". Il risultato? Pessimo! L'ho bocciato anch'io! Non mi era mai capitato di leggere un romanzo più brutto e insulso di così. E mi spiace che Jules, come altri lettori, e come me, abbiano perso tempo prezioso :(
RispondiEliminaSinceramente, non lo ritengo tempo perso: mi piace scrivere e letture di questo genere sono propedeutiche per imparare cosa non fare. ;-)
Elimina-Jules-
Tranquilla Gresi, lei si diverte. A me invece ha fatto venire il nervoso
EliminaNon l' ho letto e penso proprio che non lo faro' mai, anche perché ho già dato leggendo il primo After....
RispondiEliminaCome fenomeno della rete
EliminaUh vero, pure quello. Glielo farò leggere a Jules
EliminaSto ancora ridendo... non ho letto questo libro, ma molti simili sì... quindi mi veniva da ridere al pensiero di cosa avrebbe potuto dire sulle mie letture la tua amica...
RispondiEliminaLa recensione è bellissima e la scrittura di Jules è coinvolgente al massimo.
Giuro però ora voglio leggere questo libro...
Manu i gusti sono gusti, ci sta che una cosa possa o meno piacere. Questo però, anche fra i romance e gli erotici, è tutt'altra cosa
EliminaTu pensa che appena venne pubblicato ero curiosissima di leggerlo ma poi vedendo le infinite recensioni stroncatrici m'è passata la voglia....questa è l'ennesima prova che ho fatto bene! ^^
RispondiEliminaEcco passa oltre va
Eliminasignorsì signora!! ;)
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