lunedì 10 settembre 2018

Recensione "Reboot" di Domino Finn

Autore: Domino Finn
Titolo: Reboot
Editore: Dunwich Edizioni
Data di pubblicazione: 3 agosto 2018
Pagine: 371
Serie: Afterlife Online Vol.1

Trama:
Tad Lonnerman sta vivendo una giornata schifosa, bloccato in un traffico schifoso, in ritardo per una riunione schifosa. Il lato positivo è che la sua carriera come sviluppatore di giochi non è affatto schifosa, perciò la vita non è poi così male.
Almeno fino a quando non muore.
Ora Tad si ritrova caricato in un beta test di Haven, un MMO iper coinvolgente e non annunciato, in cui i morti hanno una seconda possibilità di vivere. Non è una realtà virtuale, è una realtà digitale. Un vero e proprio aldilà online.
Solo che Haven non è esattamente un paradiso. Tad si imbatte in una faida sanguinaria con i pagani, incontra angeli caduti e si ritrova a farsi raccontare balle dai santi. I suoi unici alleati? Un ragazzo con un’abilità speciale per morire e una fatina che gli rivolge a malapena la parola.
Tutto ciò che Tad desidera è tornare alla sua vecchia vita e farà qualsiasi cosa per riuscirci. Anche stringere un patto con il diavolo.

Ho conosciuto Domino Finn con la serie Il fuorilegge della magia nera, che ho semplicemente adorato! Urban fantasy con i controfiocchi, ma soprattutto una penna straordinaria. Infatti la cosa che ho maggiormente amato di lui è stato lo stile, così quando ho visto il suo nuovo lavoro non ho avuto tentennamenti, mi ci sono buttata a capofitto. Ma non ha funzionato e sapete per cosa? Lo stile, proprio quello. 


Io davvero ancora non mi capacito. Dov'è finita l'ironia che contraddistingueva Cisco? Dove la scorrevolezza? Dove la capacità di far sorridere ma anche quella di stritolare lo stomaco? Basita, sono rimasta senza parole.

Tad è un programmatore, vive con il fratello minore e provvede a lui dopo che sono rimasti orfani. Ha una vita soddisfacente e normale finché non muore, in un incidente d'auto. Si trova però catapultato in un beta test di Haven, un MMO iper coinvolgente e non annunciato, in cui i morti hanno una seconda possibilità di vivere. Non è una realtà virtuale, è una realtà digitale. Un vero e proprio aldilà online. Dopo lo smarrimento iniziale capisce di avere una seconda opportunità e inizia pure a divertirsi, a socializzare, però non è tutto come sembra e a volte ha come l'impressione di essere proprio una pedina, di un gioco le cui fila sono tenute da un'entità superiore, e proprio non ci sta.
"Questa è pura realtà digitale, giovanotto. La tua nuova realtà, potrei aggiungere. Benvenuto in una nuova e meravigliosa era, una seconda possibilità di vita."
Adesso ditemi voi se questa non è una trama pazzesca, qualcosa di assolutamente geniale. L'ho trovata un'idea brillante, che mi ha incuriosita da subito, facendomi sbattere ancora più forte contro il muro della delusione.
Io ho trovato questo libro noioso, proprio N O I O S O! Ma in una maniera che non ve ne fate un'idea. Proprio per com'è scritto. Sembra un elenco, come quando leggi la lista della spesa (cit.). É il resoconto passo passo di una giocata a un gioco di ruolo, con tanto di finestre di riassunto punteggi e termini tecnici.
Qui ammetto pubblicamente e con tanto di cenere sul capo che non sono una giocatrice. Secondo me questo ha influito molto sul mio gradimento (o meglio mancanza di tale), perché molte cose proprio non le sapevo e anche se il glossario c'è e tutto ed è tutto spiegato, ho arrancato.

Mi sono chiesta spesso quando ci sarebbe stata la svolta, quando il libro sarebbe decollato, quando sarebbe tornata l'ironia (sigh). Ho avuto un falso allarme quasi a metà con l'introduzione di un personaggio diabolico, ma è stato appunto falso.
Non cambia mai registro, è tutto uguale come stile, dall'inizio alla fine.


Talon, il protagonista, non mi è piaciuto. Forse perché mi aspettavo che fosse sagace come Cisco (della precedente saga) ma l'ho trovato solo arrogante, non sono riuscita a farmi piacere nessun personaggio, neanche i secondari (forse un pelino il cattivo, ma poco niente).
Strinsi i denti. Niente a Haven si stava rivelando come avevo immaginato. Era un dannato mistero, come lo era ogni singola persona.
Peccato perché l'autore ha ricostruito un mondo virtuale magistralmente, dando spiegazioni e significati credibili, imbastendo una storia che poteva spaccare.
Invece è stato un calvario, mi sono trascinata il libro per quasi un mese, mi imponevo qualche capitolo (che per fortuna sono corti) ogni sera.

Il finale non lascia in sospeso anche se getta le basi per una continuazione, che però non leggerò. Forse la fine è quello che mi ha convinta di più ma ero talmente stremata da non apprezzarla in pieno.

Una delusione insomma, sono ancora in fase di disperazione. Spero di rifarmi presto con Cisco e che questo autore mi sorprenda con altro. 
Voto:

Siete dei giocatori? Vi incuriosisce?

Ringrazio la Dunwich Edizioni per la copia digitale


10 commenti:

  1. il problema probabilmente sta nel nome! Talon è un personaggio ahi noi negativo! :D

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  2. Non amo molto gli Urban fantasy e ti dirò, la trama mi sa di già vista. Per chi è appassionato, come me, di anime, coglierà subito il riferimento con Sword Art Online, dove praticamente la trama è la stessa. Negli ultimi mesi ho visto così tanti libri con questa trama che ormai mi sembra non si abbiano più idee per quanto concerne gli Urban fantasy...

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    1. E pensa che la trama è l'unica cosa che salvo! Non essendo così esperta l'ho trovata pure originale

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  3. Ciao! Mi spiace che questo libro non ti abbia convinto :-( Io eviterò direttamente, visto che non è il mio genere!

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  4. O mamma… per dare uno vuol dire che proprio non ti ha convinto… io quindi passo!!!

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