venerdì 11 maggio 2018

Recensione "La scrittrice del mistero" di Alice Basso

Autrice: Alice Basso
Titolo: La scrittrice del mistero
Editore: Garzanti
Data di pubblicazione: 26 aprile 2018
Pagine: 320

Trama:
Per Vani Sarca fare la ghostwriter è il lavoro ideale. Non solo perché le permette di restarsene chiusa in casa a scrivere, in compagnia dei suoi libri e lontano dal resto dell’umanità, per la quale non prova grande simpatia. Ma soprattutto perché così può sfruttare al meglio il suo dono di capire al volo le persone, di anticipare i loro pensieri, di ricreare il loro stile di scrittura. Una capacità intuitiva innata che fa molto comodo all’editore per cui Vani lavora. Lui sa che solo la sua ghostwriter d’eccezione è in grado di mettersi nei panni di uno dei più famosi autori di thriller del mondo: perché Vani adora i padri del genere giallo, da Agatha Christie a Ian Fleming passando per Dashiell Hammett, e nessuno meglio di lei sa scrivere di misteri. Persino un commissario di polizia si è accorto delle sue doti e ha chiesto la sua collaborazione. E non uno qualsiasi, bensì Romeo Berganza, la copia vivente di Philip Marlowe: fascino da vendere, impermeabile beige e sigaretta sempre in bocca. Sono mesi ormai che Vani e Berganza investigano a braccetto. Ma tra un’indagine e l’altra qualcosa di più profondo sembra unirli: altrimenti Vani non saprebbe come spiegare i crampi allo stomaco che sente ogni volta che sono insieme. Eppure la vita di una ghostwriter non ha nulla a che fare con un romanzo rosa, l’happy ending va conquistato, agognato, sospirato. E il nuovo caso su cui Vani si trova a lavorare è molto più personale di altri: qualcuno minaccia di morte Riccardo, il suo ex fidanzato. Superare l’astio che prova per lui e decidere di aiutarlo è difficile, ma Vani sta per scoprire che la mente umana ha abissi oscuri e che il caso può tessere trame più intricate del più fantasioso degli scrittori.



Quando mi è arrivato il libro l'ho messo in bella vista sul comodino e l'ho guardato, a lungo. Ho aspettato tutto il tempo possibile prima di cominciarlo, apposta, perché chi mi conosce sa che io a volte ho paura di iniziare a leggere, perché so che mi piacerà talmente tanto da provare sofferenza fisica alla sua conclusione. Perché la controindicazione è proprio che prima o poi finisce, fin troppo in fretta.
Così sono riuscita a rimandarne la lettura per due giorni (una specie di record, davvero), passandoci vicino e sussurrando paroline che sappiamo solo io e lui, ma poi sabato non ho più avuto forza interiore e l'ho cominciato, anche qui imponendomi di andare piano e godermelo fino in fondo.
Due giorni sono riuscita a trascinarmelo, ma onestamente è stato un enorme sforzo e sono orgogliosa della mia forza di volontà.
Tutto questo antefatto inutile per farvi capire quanto io bramassi questa lettura, quanto la stessi aspettando. Avevo le mani che tremavano quando l'ho aperto la prima volta.
Sono molto felice.
Sospiro.
Crampo.
Dovete leggere i libri della Basso, DOVETE! È un dovere morale nei vostri confronti, dovete per forza regalarvi questa esperienza perché è raro trovare qualcosa di paragonabile anche solo lontanamente.
Ma qui mi sento anche di dire che vanno letti in ordine di uscita e non così a caso. Perché se ci si butta solo su questo non si possono capire bene le implicazioni pregresse, né la natura dei personaggi, come purtroppo è capitato guardando in giro. E poi davvero si può partire dal quarto libro di una serie? Ma soprattutto siamo matti a rinunciare ai tre capolavori prima?

Basta tergiversare, vi parlo di questo ora. Vani, la nostra ghostwriter preferita (non diteglielo perché potrebbe offendersi), stavolta deve occuparsi di thriller, ma di quelli prevedibile e stereotipati che lei disprezza, per una nuova serie che deve salvare la poltrona a Enrico, il suo capo. Quindi nel libro c'è tutta la parte relativa alla costruzione di un thriller, con riferimenti vari tipici suoi, sempre apprezzati, e l'apporto purista di Berganza. 
Ora parliamo proprio del suo Romeo. Sì perché la relazione tra Vani e il commissario si è evoluta in qualcosa di unico, prezioso. Visti i soggetti non si accenna a nessuna farfalla nello stomaco, ma i crampi sono assicurati. E cosa c'è di male? Anzi, perché no? Perché non godersi il momento senza spaventarsi del futuro? Vani ragiona un po' come me sul cominciare i libri tanto attesi: la paura che poi tutto finisca la blocca, la spaventa, ma non per questo ci si deve trattenere, anzi bisogna godersi ogni momento. E in questo libro sono presenti diversi momenti che mi hanno fatto stare bene, e dire: "Oh, finalmente!".
Gli innamorati hanno bisogno di privacy per molte più ragioni di quanto si creda. Il sesso non è la più sconcia delle cose che non vanno fatte in pubblico. Ci sono gli sguardi e i sorrisi, le parole in codice, i giochi, le  carezze a tempo perso: tutta roba che, a vederla da fuori, ottiene l’unico e immancabile risultato di farti sembrare un cretino.
Altra cosa importante è l'accettazione degli affetti. Vani si rende conto di tenere a qualcuno, con tutte le conseguenze che ne derivano. Ho amato molto in particolare il recupero del rapporto con Lara, sua sorella. Un venirsi incontro reciproco che migliora la vita di tutti. 
Ma ho adorato pure la famiglia che si è scelta e la scena finale del concerto mi ha quasi commossa (non diteglielo però!).

Questo libro mi è piaciuto tantissimo, c'è una maturazione nel punto di forza maggiore della serie, cioè nella protagonista. Cresce, sbaglia, riflette, osa, vive. Prova empatia ma anche emozioni sue e le accetta, tutte. Se possibile, l'ha amata ancora di più perché Alice Basso è riuscita a non snaturare il personaggio, rendendolo credibile anche in questo frangente. Niente Barbie sposa d'inverno innamorata, ma la nostra Vani, che tutti abbiamo conosciuto e apprezzato, in una veste più matura e felice.
Quindi non aspettatevi fiori e cuori, ma sempre l'immancabile impermeabile nero e l'ironia, la strafottenza che tanto abbiamo ammirato finora. Solo che mi sembra che sia un po' cresciuta, come è giusto che sia.
«In questo paesaggio desolato di gente che scambia l’ossessione per amore, dobbiamo preservarla, questa cosa fantastica che abbiamo noi. È proprio un dovere sociale, mi dispiace. È troppo preziosa.» «Siamo gli ultimi portabandiera di un universo di valori più nobili, capo», annuisco. «Aragorn e Arwen. Mica cazzi.»
Alice Basso si conferma una scrittrice di enorme talento, riesce sempre a non deludere minimamente le mie gigantesche aspettative, regalandomi ogni volta una storia impensabilmente più bella della precedente. 
Crampo. A ripensarci ho i crampi anche perché come faccio ora ad aspettare un anno? Soprattutto dopo aver letto la sadica ultima riga (cattiva Alice)

Voto: 

Ora se non conoscete questa serie per favore non ditemelo, fate finta di nulla, fatevi un regalo e recuperatela. Io invece da qui a un anno, quante volte la rileggerò?


22 commenti:

  1. Ciao Chiara! Non ho letto nessun libro di questa serie, purtroppo. Mi interesserebbe, però. Ovviamemte non parto dal quarto xD

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    1. Francesca leggi la Basso! Sono sicura che a te piacerà un sacco

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  2. Bella recensione, io sono a metá più o meno perchè il dottore mi ha detto di leggere un capitolo al mattino e basta, se proprio la sera dovessi avere dei crampi me ne è concesso un altro all'occorrenza. Non voglio che finisca! 😭 voglio che duri in eterno!

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    1. Oh Olimpia sei anche tu del team Non voglio leggere perché poi finisce! Crampi a più non posso

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  3. Devo decidermi a cominciare a leggerla (non dal quarto) perchè ne parlate davvero tutti benissimo e ora la mia curiosità è alle stele

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  4. Hai detto bene, Chiara, leggere la Basso è un dovere e anche, aggiungo io, una forma di rispetto verso il lettore che c'è in noi: sono storie e personaggi che meritiamo e che meritano. Complimenti per la recensione <3

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  5. Ho appena preso il primo libro, cartaceo. Mi aveva incuriosita già prima che sentissi parlare tanto bene della serie. Ora magari la comincio, tra un trash e l'altro, è cerco di tirare in lungo abbastanza da non dover aspettare troppo tempo il capitolo finale. Mi sa che sono peggio di te.


    -Jules-

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    1. Sì, tu mi batti per l'attesa. Adorerai la Basso, già lo so

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  6. Se dovessi cominciare a leggere la Basso, sceglierei proprio questo come primo titolo: mi sconfinfera assai!! *_*

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  7. Leggere la Basso è un dovere civico. La Corte si aggiorna. *batte martelletto*
    Ti stimo per questa recensione, precisa, come sempre, e vera.
    Crampo.

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  8. d'accordo d'accordo d'accordo su tutta la linea. lo sto leggendo proprio in questi giorni e un senso di irritazione mi prende quando devo interrompere la lettura. Forse è quello della serie che mi piace di più.
    e' così gradevole e poi Vani mi piace da impazzire. crampo
    ciao Chiara

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  9. AMIAMO TUTTE INSIEME ALICE BASSO.
    Voglio il seguito e non lo voglio. Poi finisce e io che faccio???????

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    1. e come ti capisco! Se ti consola il magone ce l'ha pure lei, l'ha detto al Salone. Giusto che soffra con noi

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  10. Anche io adoro i libri di Vani Sarca, scoperti per caso. Il primo era fenomenale, il secondo e il terzo li ho trovati un po' meno belli. Come trovi questo quarto libro rispetto agli altri tre?

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    1. io li ho trovati tutti meravigliosi ma secondo me il terzo e questo sono i migliori! Forse perché ancora più incentrati su Vani. Grazie di essere passata Andreina e sono curiosa di sapere se questo quarto libro saprà conquistarti

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