Titolo: Da domani mi alzo presto
Editore: Sperling & Kupfer
Data di pubblicazione: 9 maggio 2017
Pagine: 239
Trama:
Milano era per me quell'attimo beato e irripetibile nella vita in cui si spalanca davanti a te tutta la meraviglia del mondo… E poi, all'improvviso, mi sono ritrovata depressa in pigiama e spalmata sul divano dei miei.» Michela ha fatto il grande salto. Dalla sua Piccola Città del Sud è arrivata a Milano piena di entusiasmo e aspettative. L'ha amata da subito e, quando ha trovato impiego in una famosa agenzia pubblicitaria e anche un fidanzato, ha pensato che tutto quello che voleva era esattamente lì e in quel momento. Peccato che ora, dopo nove anni di vita nella metropoli, le tocchi fare ritorno al paesello, senza lavoro e senza fidanzato. A trentasei anni, quasi trentasette, è comprensibile che non l'abbia presa bene. E che si trascini dal letto al divano di casa dei suoi, fumando una sigaretta dietro l'altra e nutrendosi solo di Lexotan, non fa pensare che possa riprendersi in fretta dalla batosta. Per fortuna però ci sono l'inarrestabile cugina Giulia - l'unica in famiglia con uno stipendio fisso, quello che le passa l'ex marito - e una bimbetta di dieci anni sbucata un giorno sul pianerottolo. Sguardo vispo e parlantina sciolta, ma un fardello troppo grande per la sua età, Aurora vive sola con il papà, un bell'uomo schivo e dai modi un po' formali. Sarà lei a riscuotere Michela dal suo torpore e, con la saggezza dei dieci anni, a farle capire che la vita ti regala di continuo nuove occasioni. Basta saperle cogliere.
Che ridere. Bisogna dirlo, leggendo questo libro si ride, pure tanto. Già dal prologo ho capito che avrei avuto male alle mascelle, perché è ironia pura. (Se lo volete leggere potete trovarlo qui).
La storia parla di Michela, trentasei anni quasi trentasette, che nel medesimo giorno perde lavoro e fidanzato e quindi da Milano torna a Piccola Città, il paese di origine nel Sud. Torna proprio da mamma e papà, alla sua cameretta di quando era ragazza e si piange addosso. Non fa altro.
La società di oggi porta noi generazione di quasi quarantenni a voler a tutti i costi arrivare, accettando però qualunque tipo di compromesso, soprattutto in ambito lavorativo; ti fa perdere di vista i tuoi obiettivi, le tue aspirazioni, i tuoi desideri. Sempre di fretta, sempre in ritardo, mai contenti. Questo senso di insoddisfazione collettiva e nel contempo la mancanza di coraggio per distinguersi dalla massa è quello che mi è rimasto a fine lettura.
L'unico appunto che mi viene da fare è sul finale. Ne ho adorato l'evolversi della storia ma avrei preferito qualche pagina in più.
Come al solito non vi ho detto nulla della trama, ma fidatevi di me, vale proprio la pena leggere questo libro, io ora cercherò altro di questa autrice.
Voto:
Lo so che l'inattività fisica, insieme al fumo, alcol e cattiva alimentazione sono la prima causa dell'insorgenza di tutta una serie di catastrofi sanitarie e io, modestamente, indulgo con piacere in tutti e quattro questi cattivi costumi, ma credo che fare sport sia contro natura. Se Dio ci avesse voluto più sportivi, non avrebbe inventato i divani e le serie tivù.Ho letto questo libro dietro consiglio di un'amica che mi conosce bene, non avevo idea né del libro né dell'autrice, né avevo presente come fosse o di cosa parlasse. Ora posso dirlo: grazie Laura, davvero.
La storia parla di Michela, trentasei anni quasi trentasette, che nel medesimo giorno perde lavoro e fidanzato e quindi da Milano torna a Piccola Città, il paese di origine nel Sud. Torna proprio da mamma e papà, alla sua cameretta di quando era ragazza e si piange addosso. Non fa altro.
Basta storie, basta pensieri. D'ora in poi mi congelo i sentimenti, non voglio più sentire niente, castrazione emotiva totale: l'indifferenza è il sentimento del futuro, l'unica cosa che mi concederò di provare.Devo ammettere con voi che io non sopporto tanto chi si autocommisera, le persone depresse che si sentono il mondo addosso e non fanno nulla per cambiare la situazione. Ma Simona Toma è talmente brava a scrivere che sono riuscita a entrare da subito in sintonia con Michela e a capirla perfettamente.
La società di oggi porta noi generazione di quasi quarantenni a voler a tutti i costi arrivare, accettando però qualunque tipo di compromesso, soprattutto in ambito lavorativo; ti fa perdere di vista i tuoi obiettivi, le tue aspirazioni, i tuoi desideri. Sempre di fretta, sempre in ritardo, mai contenti. Questo senso di insoddisfazione collettiva e nel contempo la mancanza di coraggio per distinguersi dalla massa è quello che mi è rimasto a fine lettura.
"Lo devi mollare, questo paracadute, perché è vero che ti impedisce di cadere, ma ti impedisce anche di volare".E mi direte voi, dove sta la risata? E qui sta il genio dell'autrice. Perché mentre si legge il libro si ha l'impressione di avere fra le mani una storia leggera, con parti quasi comiche. Ma nello stesso momento in cui ti tieni la pancia per l'ennesima battuta di Giulia ti trovi pure a riflettere su tante cose, complice anche una bambina troppo matura. Le parti del diario di Aurora mi hanno quasi commossa.
L'unico appunto che mi viene da fare è sul finale. Ne ho adorato l'evolversi della storia ma avrei preferito qualche pagina in più.
Come al solito non vi ho detto nulla della trama, ma fidatevi di me, vale proprio la pena leggere questo libro, io ora cercherò altro di questa autrice.
Voto:
Ciao Chiara! Le mie intuizioni riguardo questo libro erano giuste, mi ha ispirato a pelle da subito, e ora non vedo l'ora di leggerlo! :)
RispondiEliminaLeggilo Maria, merita un sacco
EliminaUna delle mie prossime letture. Ciao Chiara!
RispondiEliminaLea
Curiosa di sapere poi il tuo pensiero
EliminaChiara come ti capisco! Io quando leggo un bel libro e arrivo alla fine vorrei anche un capitolo in più! ;)
RispondiEliminaSiamo incontentabili
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