Ciao e buon lunedì! Iniziamo la settimana con la recensione di un libro magnifico, ho ancora gli occhi a cuore se ci ripenso, di un'autrice che semplicemente venero.
Ricordo anche che fino a venerdì si può votare il
libro vintage con il sondaggio qui a destra nel sidebar.
Autrice: Tiffany Reisz
Titolo: Il ladro di ricordi
Editore: HarperCollins Italia
Data di pubblicazione: 7 luglio 2016
Pagine: 379
Trama:
Come è possibile che una sola bottiglia di buon whisky possa racchiudere in sé tante questioni irrisolte e vicende passate che hanno ancora un enorme impatto sul presente? Paris, ultima discendente della potente famiglia Maddox, se lo è chiesto parecchie volte e ora che finalmente è riuscita a mettere le mani su quell'unica bottiglia con il nastro rosso al collo potrà forse darsi una risposta e proseguire con la sua vita. Ma Cooper McQueen, l'uomo a cui appartiene di diritto la bottiglia e che ha pagato ben un milione di dollari per ottenerla, non è disposto a rinunciarvi senza ottenere qualcosa in cambio. Paris avrà ciò che vuole a patto che gli riveli le oscure gelosie e i reconditi segreti dei più importanti produttori di whisky, che hanno fatto delle vendette, degli incesti, dei tradimenti un proprio singolare stile di vita. Lui insomma vuole conoscere tutta la storia dei Maddox, produttori di quella preziosa bottiglia di whisky. E se questo vuol dire portare alla luce scomode verità, forse è giunto il momento.
“Prima di te non sapevo chi ero. Non so chi sarei dopo.” Levi aveva una
voce molto bella, con sonorità di un oboe. Strano che l’avesse notato soltanto
adesso. “Invece, quando sono con te, mi conosco”.
Io adoro questa scrittrice, ho
letto (e riletto) tutto quello che ha pubblicato in italiano, cioè la saga
peccato originale. Quando ho saputo dell’uscita di questo libro ho preordinato
l’e-book e, a mezzanotte e un minuto, ho iniziato a leggere. Mi è dispiaciuto
dover dormire, lavorare, occuparmi dei bambini ecc. perché avrei solo voluto
stare incollata al kindle.
La serie precedente era di genere
erotico BDSM, molto forte, non adatto a tutti e che non ha nulla a che vedere
con il boom suscitato dalle 50 sfumature. Tengo a precisare che io non disdegno
neanche quello, ma Tiffany (ormai la chiamo così fra me e me) è ancora altro. E’
molto di più. Diciamo che il suo lato romance emerge meno, punta di più sul
sarcasmo. E allora come posso io non adorarla? In più, la questione che
traspare da ogni suo scritto è: accettare ciò che è diverso, e la mia stima
sale. Poi vorrei ancora dire, a seguito di qualche discussione letta
recentemente, che lei è la prova che scrivere un buon libro anche romance
richiede impegno, dedizione e bravura, che nulla è lasciato al caso.
Questa enorme premessa per
spiegare la mia venerazione nei confronti di Tiffany, ma anche per far sapere a
tutti che questo libro non è un erotico!
È a malapena un romance. Ma è tutto fuorché leggero, tratta argomenti molto
forti. Quindi, secondo me, anche chi non digerisce molto il genere DEVE
leggerlo. E’ una saga familiare, c’è vendetta, sotterfugi e mistero. C’è anche
un amore ma non è incentrato su quello. Come
sempre il suo libro è molto di più.
Si sviluppa in due piani
temporali. C’è un presente con Paris che cerca di rubare una pregiata e costosa
bottiglia di bourbon a Cooper e c’è un passato in cui Tamara, con l’aiuto di
Levi, ha distrutto un impero e una famiglia. Il libro è il racconto di una
notte da parte di Paris della storia di Tamara, del perché decide di mettere in
atto la sua vendetta. E dato che parliamo di Tiffany non è tutto rosa e fiori e
gli argomenti saranno molto intesi: famiglia, potere, razzismo, libertà e anche
amore.
Quello che più ho apprezzato è
stata la caratterizzazione dei personaggi, di tutti. Riesce a farti vivere con
loro, mi sono sentita coinvolta personalmente, come se io fossi lì con loro a
lottare.
Anche l’ambientazione è ottima. Siamo
nel Kentucky, con tutti i risvolti tipici del Sud. Spazi enormi, grande
educazione, forte razzismo. Mi è piaciuto un sacco come ha elaborato il tutto.
Un’altra cosa che ho apprezzato è
stato il tocco mystery. Paris è molto
ambigua, volutamente, e lascia intendere senza svelare. Anche se, per fortuna,
nell’ultimissimo capitolo si fa chiarezza. Ho apprezzato anche il fatto che non
ci sia un finale aperto, ma che chiudendo il libro si abbia un’impressione di
completezza.
“Chi sei veramente?” chiese a voce bassa.
“Non vuoi saperlo.”
“Perché no?”
“Te l’ho spiegato. La verità è come il bourbon… brucia in gola.”
“Io voglio bruciare.”
Se devo per forza trovare un
difetto allora posso dire che il titolo originale era migliore, più indicato
per la storia. Anche se questo è già meglio delle scelte fatte per l’altra
serie.
Non voglio dirvi altro, se non di
leggerlo assolutamente. Lo consiglio a tutti, anche a chi storce il naso di
fronte ai classici romanzetti leggeri per l’estate. Questo libro è qualcos’altro,
ripeto: è molto di più