domenica 13 luglio 2025

Review party "I fiori che calpesti" di Eva Milani

Ringrazio la casa editrice per la copia 

Il libro:
Autrice: Eva Milani
Titolo: I fiori che calpesti
Editore: Hope Edizioni
Data di pubblicazione: 23 giugno 2025
Pagine: 523

Trama:
La danza li ha uniti. La vita li ha divisi.
Ma il destino non ha ancora detto l’ultima parola.

Seoul, 2008.
Park Dae-jung ha tutto, tranne ciò che più desidera: una vita dedicata alla danza. È il sogno proibito della sua adolescenza, che insegue con la determinazione e l’ambizione di chi è convinto che nessun obiettivo sia davvero irraggiungibile.
Kim Cheol-moo non ha nulla da perdere se non le proprie ombre, nelle quali si rifugia quando il mondo si fa ostile. Non ha mai visto nessuno danzare. Quando accade, qualcosa di innato e sconosciuto si risveglia dentro di lui e gli regala uno scopo.
In una Seoul in lotta tra tradizione e cambiamento, i loro mondi sono lontani, le loro vite destinate a non sfiorarsi, se non per una manciata di mesi, in cui condividono una palestra abbandonata e una guerra silenziosa, fatta di sfida e attrazione, che li spinge l’uno contro l’altro ma anche l’uno verso l’altro, fin sull’orlo di un legame impossibile.



Conosco e ammiro questa autrice con l’altra sua firma, quella relativa agli storici. Si è buttata in un contemporaneo, pure mm, young e ambientato i Corea, diciamo che ha voluto proprio cambiare tutto, ma potevo io lasciarmela sfuggire?

Eva Milani è brava, è bravissima anzi, ha un modo di scrivere, storico-epistolare-contemporaneo non importa, che ammalia, compie proprio una magia e con un’eleganza fuori dal comune ti accompagna dentro le sue storie.

I fiori che calpesti è ambientato in Corea, cosa che subito ammetto non avermi entusiasmata più di tanto. Non odiatemi, ma io non condivido questa passione per il K-pop o i K-Drama o in generale questa moda che ultimamente recluta tanti accoliti (tra cui la mia carissima amica Dolci). Però la situazione geopolitica da sempre mi interessa e devo ammettere che sul finale questo libro in questo senso mi ha dato molto.

Nonostante quindi un interesse iniziale tiepido per l’ambientazione, l’autrice è riuscita a conquistarmi e a farmela lo stesso amare. Il perché sta nella bravura della stessa, nell’opera di ricerca e cura, nella trasposizione delle tradizioni e degli usi, nell’enorme capacità di farti entrare – a piccoli passi ma in maniera inesorabile – dentro la storia, come se prendessi per mano i personaggi.

La storia, divisa in due piani temporali, è struggente nella sua intensità. Mi ha proprio rapita, facendomi balbettare parole sia in coreano che in francese (relative ai balletti), mi ha coinvolta fin da subito per non permettermi a un certo punto di mollare il libro, portandomelo dappertutto.

Ho amato i due protagonisti, soprattutto Kim Cheol-moo, ho odiato l’ingiustizia della vita, la codardia e l’egoismo, ma ho anche capito le motivazioni, l’assenza di maturità, il bisogno di rincorrere i propri sogni. Ho sofferto, tanto, quasi al punto di sbirciare il finale per avere la certezza del lieto fine (che per una fobica degli spoiler come me è tutto detto).

L’autrice è talmente brava nella caratterizzazione di tutti quanti i personaggi che mi è stato simpatico pure il fratello di Park Dae-jung!

La Danza riveste un ruolo talmente importante da essere quasi un personaggio a sé e io ne ho amato ogni passo. Anche qui la cura nella ricerca è straordinaria, così come la facilità con cui il lettore riesce a interfacciarsi a questo mondo.

Questo libro mi è piaciuto, tantissimo, sia per la storia raccontata, sia per il fatto che ogni situazione ha il suo perché e un intreccio che viene dipanato, sia per i personaggi così ben definiti, sia per lo stile, ma anche per l’ambientazione e il contesto sociale. Non è un romanzo leggero e facile, ma è un’emozione continua, che va letta, assaporata, vissuta. E amata, tantissimo.
Voto: 5*

Cosa aspettate a recuperarlo?

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