mercoledì 18 aprile 2018

(Flash) Blogtour "Tutta la vita che vuoi" di Enrico Galiano - Intervista all'autore

Sorpresa! Come accennato ieri sulla pagina facebook, per presentarvi il nuovo libro di Enrico Galiano io e le altre blogger abbiamo pensato a una nuova formula, un blogtour flash. Quindi oggi troverete i post nei vari blog e più commenterete più avrete la possibilità di vincere la copia cartacea messa in palio dalla casa editrice. Io ho già letto il libro e vi consiglio proprio di provare a partecipare.


Se non volete perdevi qualche pezzo ecco il calendario:

Mercoledì 18 aprile:- Presentazione e incipit - La Libridinosa
- I personaggi: Filippo - La Biblioteca di Eliza
- I personaggi: Giorgio - Silenzio, sto leggendo
- I personaggi: Clo - La spacciatrice di libri
- I motivi per cui vale la pena vivere - Scheggia tra le pagine
- Intervista/i disagi adolescenziali - La Lettrice sulle nuvole



GIVEAWAY 

Per potervi aggiudicare la copia cartacea in palio, dovrete seguire le seguenti regole:

Essere Lettori Fissi di tutti i blog aderenti:
Mettere Mi Piace alle pagine Facebook dei blog
Mettere Mi Piace alla pagina Facebook Garzanti Libri e a quella dell’autore Enrico Galiano
Commentare più post possibili

Avrete tempo per commentare sino alle 20 di domani, giovedì 19 aprile. Il nome del vincitore verrà annunciato venerdì 20 aprile sulle pagine Facebook.

La copia cartacea verrà inviata al vincitore direttamente dalla Casa Editrice.




Benvenuto Enrico e grazie mille.
Domanda: Per questo tuo secondo libro hai scelto di nuovo di rivolgerti ai ragazzi. Scelta consapevole o istinto? Ami leggere questo genere? (in caso di risposta affermativa) Quali sono i tuoi autori preferiti?

Risposta: Non so in futuro, ma per ora mi vengono solo storie che hanno al centro adolescenti, e in particolare ragazzi in quella fase difficilissima tra i diciassette e i diciotto anni: quella fase in cui andando per tentativi, prove ed errori, sei alla costante ricerca di quel mistero chiamato “te stesso”. Quindi istinto, direi. E in ogni caso i romanzi young adult sono i miei preferiti: gli autori che amo di più sono John Green e Christian Frascella (sebbene quest'ultimo non sia proprio un autore “di genere”).


D: Sei un insegnante e questo secondo me traspare dai tuoi scritti. La scuola per te ha un ruolo importante nella formazione dei ragazzi a livello proprio di comportamento sociale?

R: Più o meno è come se mi chiedessi: il cuoco è importante nella formazione della torta? Sì, anche se in quella particolare torta che sono i ragazzi i cuochi sono più di uno. Il nostro ruolo è determinante per i ragazzi nella ricerca della propria strada, del proprio stile, del proprio modo di incidere sul mondo. Sono convinto che possiamo fare tanto per aiutarli a trovare la ricetta per la loro torta, quella che gli riuscirà meglio, insomma quella più buona per loro.


D: In “Eppure cadiamo felici” abbiamo conosciuto il professor Bove, che è un esempio per tutti. In questo libro invece la comparsa la fa Marco Trevisan che tanto danno può fare. Due figure diametralmente opposte ma che esercitano entrambe molto potere sui ragazzi, con conseguenze ovviamente diverse. I prof. Bove sono rari da incontrare mentre sono più diffusi i prof. Trevisan, purtroppo. Come possono fare i ragazzi per contrastare le persone che hanno così potere su di loro e possono fare tanti danni?

R: È vero: a volte capitano anche i Prof Trevisan. Il mio consiglio per i ragazzi è solo uno: sforzarsi di comprendere che un prof “negativo” è solo un pezzo della loro strada, quindi di evitare l'errore di confondere quel pezzo con tutto il viaggio o, ancor peggio, fermarsi a quel pezzo e smettere di viaggiare. Nel mio caso, i Prof Trevisan che ho incontrato in vita mia, ad esempio, mi sono serviti molto per capire cosa non volevo essere, cosa non volevo diventare.


D: Le tematiche affrontate da questo libro sono molto forti. Disagio sociale, abbandono, bullismo. Quanto è importante parlarne nel modo giusto e secondo te come è possibile farlo? Da madre è un argomento che mi tocca molto.

R: Nella mia esperienza ho constatato questo: i ragazzi hanno bisogno di onestà. Hanno bisogno che si parli delle cose, anche di quelle più forti, che non le si censuri per paura che siano “troppo piccoli”, e che non ci si nasconda dietro termini edulcoranti, eufemismi o giri di parole. Se sei onesto con loro, loro saranno onesti con te. Da questo punto di vista ho imparato molto da un film, Captain Fantastic, con Viggo Mortensen, uscito due anni fa. Un padre che con grande calma e tranquillità spiega ai propri figli tutto, da che cosa sono le dipendenze ai rapporti sessuali, usando le parole esatte e non i vari “pisellino” o “patatina”. Sai, a volte ho l'impressione che molto spesso trattiamo i nostri ragazzi come degli stupidi, e alla fine alcuni di loro corrono il rischio di diventarlo sul serio proprio perché noi li abbiamo sempre trattati così.


D: I tre protagonisti sono molto diversi ma hanno in comune l’emarginazione. Anche la classe sociale di appartenenza è differente. Appartenere a un gruppo e amalgamarsi a esso è ancora così importante?

R: Sì, l'appartenenza a un gruppo, che sia ristretto o allargato, è fondamentale. L'adolescenza è quella fase della vita in cui cerchi la tua famiglia esterna, cerchi i tuoi simili, quelli che non ti sono stati dati per così dire in eredità dalla nascita. Giorgio, Filippo e Clo sono da questo punto di vista tre orfanelli che, per la prima volta, quando si incontrano riescono a creare quel gruppo in cui riconoscersi che non erano mai riusciti a trovare.


D: Ho amato molto la caratterizzazione dei vari genitori, figure secondarie nella storia ma fondamentali per lo sviluppo del carattere dei protagonisti. Tu in chi ti identifichi?

R: Sinceramente in nessuno di loro: ho qualcosa del padre di Filippo – la sua tutto sommato calma anche nei momenti di panico generale – ma sono davvero tutti personaggi molto lontani da me. O almeno spero!


D: Il libro si svolge praticamente in un giorno solo ma il viaggio che intraprendono i tre ragazzi è intenso. Metafora della vita o esperienza unica?

R: L'idea era quella di concentrare in 24 ore ciò che spesso nelle nostre vite accade in molto più tempo, ovvero il passaggio da uno stato di paura, sottomissione, emarginazione e tutto sommato inautenticità a uno in cui hai un'idea almeno vaga di chi sei: diciamo, un romanzo di formazione concentrato in un giorno! L'eccezionalità di quel che accade, il funerale del fratello di Giorgio, la macchina rubata, il furto al centro commerciale, sono tutte cose che spingono i personaggi a dire la fatidica frase “Ora o mai più”. E per fortuna la loro scelta è “ora”.


D: Hai anche tu uno zaino con i vari foglietti pieni di motivi per cui vale la pena vivere? Confesso che io sto pensando di farlo.

R: No, anche se a me piacerebbe fare una cosa simile con un salvadanaio, riempirlo di foglietti come fa Clo. Così quando arriva il giorno in cui la vita ti sembra tutto uno schifo prendi un bel martello, lo rompi e magari ti può servire a cambiare idea. Quell'aspetto della storia è un po' il cuore del libro, per me: nei bigliettini di Clo io ci vedo una specie di promemoria, di nodo al fazzoletto che serve a ricordarmi, a ricordarci, che siamo immersi in un oceano di bellezza, solo che molto spesso siamo così impegnati a nuotare affannosamente che ci dimentichiamo di aprire gli occhi e vederlo, sentirlo sulla nostra pelle.


D: Considerata l’ultima riga del libro, sentiremo parlare ancora di quel trio?

R: Sì, come per Gioia e Lo, sono qui che aspetto che tornino a trovarmi per raccontare come va a finire il loro viaggio. Il problema è che ho tante altre storie in testa che premono per farsi scrivere. Ad ogni modo, spero che quei tre ripassino di qui molto presto!

Grazie mille Enrico. Sono sempre più convinta che mi piacerebbe averti come insegnante per i miei figli.


41 commenti:

  1. che bella questa intervista e che felicità sentire che forse sentiremo parlare ancora di Gioia e Lo.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Vero? E pure di Giorgio, Filippo Maria e Clo. Che bello

      Elimina
  2. Il professor Trevisan mi sta già sulle scatole. Mi ricorda due professori delle medie di mia figlia. Tre anni da incubo!

    RispondiElimina
  3. Bella intervista. I miei figli sono ancora piccoli ma già tremo al pensiero di quando nella fase delicata dell'adolescenza. Ha ragione l'autore non bisogna trattare i ragazzi come stupidi ma dobbiamo parlare con loro di tutto.

    RispondiElimina
  4. ...quella fase in cui andando per tentativi, prove ed errori, sei alla costante ricerca di quel mistero chiamato “te stesso”... Galiano ha fotografato gli adolescenti in un'unica frase.

    RispondiElimina
  5. Cioè,tu lo hai intervistato????io adoro lui e tutto quello che dice/scrive/pensa! Seguendolo anche su Fb ho visto che lui non ha proprio peli sulla lingua,dice quello che pensa senza nascondersi dietro nessuna maschera,porta avanti le sue convinzioni,soprattutto inerenti alla scuola,senza falsi moralismi e risposte facili!bellissima intervista,mio guru letterario 😘😘😘😘

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Lo so, queste sono quelle che chiamo #gioiedablogger, poter intervistare autori che amo. Ludovica leggilo e poi ne parliamo, io sono innamorata

      Elimina
  6. complimenti intervista approfondita e interessante
    ai giorni nostri è dura essere adolescenti sarà interessante leggere il libro

    RispondiElimina
  7. Ammetto che da ragazza di 20 anni questa intervista mi mette un po' i brividi. Avrei tanto voluto incontrare un prof come Galiano nel mio percorso scolastico, ma purtroppo credo sia un esemplare unico!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ci credo! È un'intervista fatta da una quarantenne a un quarantenne ma entrambi amiamo i ragazzi (Enrico di più)

      Elimina
  8. Questa intervista mi è proprio piaciuta, in particolar modo la parte che riguarda il salvadanaio:"... riempirlo di foglietti come fa Clo. Così quando arriva il giorno in cui la vita ti sembra tutto uno schifo prendi un bel martello, lo rompi e magari ti può servire a cambiare idea". Davvero una buona idea!

    RispondiElimina
  9. Bella intervista Chiara!!! Enrico Galiano è straordinario sia come persona che come prof!!! Questo libro lo so già sarà bellissimo!!!
    Antonella Caruso

    RispondiElimina
  10. Bellissima intervista!
    Adoro l'idea dello zaino coi bigliettini, un'idea simile l'ho trovata anche in un altro libro "I giorni felici di Juniper Lemon".

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Lettori fissi: Rosy Palazzo
      Mail: rosy.palazzo1612@gmail.com
      Facebook: Rosy Palazzo

      Elimina
  11. Davvero complimenti, sia a te per la bella intervista che a Enrico. Mi sono piaciute le sue risposte, magari fossero tutti così i professori, di certo gli alunni imparerebbero di più. :)
    Luigi Dinardo
    luigi8421@yahoo.it

    RispondiElimina
  12. Ciao Chiara, una bellissima intervista, complimenti! Mi ha colpito molto la questione dello zaino con i vari foglietti pieni di motivi per cui vale la pena vivere: un'idea sicuramente valida per i (purtroppo, spesso, tanti) momenti "no" della vita. Spesso perdiamo di vista le cose belle per concentrarci solo sulle mancanze. :)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. I foglietti sono un punto fondamentale del libro, un'idea molto bella

      Elimina
  13. Bella intervista Chiara, purtroppo i professori Trevisan sono il male e si incontrano nelle scuole italiane ma confido nel fatto che presto si estingueranno per lasciare il posto a tanti professori Bove

    RispondiElimina
  14. Concordo con te ... anche io vorrei tanto averlo come professore per le mie figlie! Enrico è davvero una persona carismatica e riesce e far passare tutta la sua passione per i ragazzi e per il loro mondo nei libri che scrive. A noi genitori spetta trarne degli spunti per aiutarci ad interagire il meglio possibile con loro!

    RispondiElimina
  15. L'avessi avuto io un insegnante così a quest'ora sarei diventata Papessa ;D
    Comunque grande persona. I giovani dovrebbero avere tutti i giorni questo esempio ♥

    RispondiElimina
  16. Nelle scuole si ha bisogno di più Enrico Galiano e meno stronzate. Si capisce dalle sue parole che conosce i suoi alunni, che tiene a loro e alla loro educazione. Lo seguo su FB e ho letto il suo primo romanzo. Un autore da tenere d'occhio!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. da stalkerare proprio. In maniera amichevole si intende eh

      Elimina
  17. Un intervista davvero molto bella ed "educativa". A chi non piacerebbe avere Enrico Galiano come insegnante?
    Sarebbe sicuramente di aiuto a tutti gli adolescenti, con le sue parole riuscirebbe a comprendere e ad aiutare chi ha smarrito la strada per la felicità.
    Io ho avuto la fortuna di avere un insegnante bravissima, sempre pronta ad aiutare e sopratutto ad andare "oltre" a ciò che gli altri vedevano, con la sua sensibilità e con la sua dolcezza in qualche modo è riuscita a guardami dentro e a comprendere le mie insicurezze.
    Ci vorrebbero tanti "Galiano" in giro per le scuole.
    E' davvero una gran bella persona, ed io non vedo l'ora di conoscere i personaggi ideati dalla sua penna, Giorgio, Filippo e Clo sono ognuno di noi.
    Non mi resta che attendere la recensione di domani, sono troppo curiosa di leggere il pensiero delle due lettrici quasi perfette.
    Lettori Fissi: Elysa Pellino.
    Email: mora_1993_@hotmail.it
    Nome Facebook: Elysa Pellino.
    Buona Fortuna a Tutti.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Grazie Elisa, sei stata fortunata. Io ho avuto sia i Bove che i Trevisan e spero che i miei figli capiscano come gestirli

      Elimina
  18. Bella intervista, Chiara! Mi sono molto piaciute le tue domande :) e le risposte di Galiano non sono state da meno. L'idea dei fogliettini è davvero fantastica... sarebbe bellissimo fare un esperimento del genere :3 e magari tirar fuori i biglietti nei momenti in cui tutto sembra nero che più nero non si può.
    Devo comunque decidermi a leggere qualcosa di Frascella!
    readingisbelieving@live.com

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ai bigliettini sul serio sto pensando anche io, è un'ottima idea.
      Ho anche io cercato subito qualcosa da leggere di Frascella

      Elimina
  19. Non è facile parlare di adolescenza, il rischio è cadere sul banale e sul qualunquismo. Non mi sembra, soprattutto dai commenti di chi ha già letto questo libro o il precedente, che questo sia il caso di Enrico Galiano!

    RispondiElimina
  20. Ciao Chiara complimenti una bellissima intervista! Apprezzo molto Galiano per la sua attenzione verso gli adolescenti, un periodo particolare dove diventare grandi sembra un'impresa...un grosso abbraccio!!!! Rosa

    RispondiElimina