Con molta emozione oggi vi lascio le mie impressioni su questo libro, che credo ormai non abbia più bisogno di presentazione, forse vi ho già stressato a sufficienza.
Come anche i muri ormai sapranno, ho amato alla follia La figlia di Odino e ho atteso con trepidazione e una buona dose di ansia questo seguito. Ho avuto anche l'onore di far parte del Blogtour (qui il mio post) e vorrei ringraziare le mie colleghe, raramente ho trovato un gruppo così esaltato affiatato e carico di passione.
Autrice: Siri Pettersen
Titolo: Il marciume
Editore: Multiplayer Edizioni
Data di pubblicazione: 17 maggio 2018
Pagine: 492
Serie: #2 Raven Rings
Trama:
Immagina di essere braccata in un mondo ignoto. Sei senza identità, senza famiglia, senza soldi. Tutto ciò che hai è un cacciatore di teste, un nato da una carogna, e un’orribile, crescente consapevolezza della tua identità.
Hirka è prigioniera di un mondo morente, divisa tra cacciatori di teste, nati dalle carogne e la nostalgia di Rime: per rivedere il suo amico sacrificherebbe ogni cosa. Nel nostro ambiente urbano è un bersaglio facile. Ma la lotta per la sopravvivenza non è nulla rispetto a ciò che accadrà quando prenderà coscienza della propria identità. La fonte del marciume ha agognato la libertà per mille anni. Una libertà che soltanto Hirka può dare.
Questo libro riprende qualche mese dopo la fine del precedente. Per poter capire e godere appieno della lettura è necessario quindi aver letto La figlia di Odino.
Rime…Aveva fatto l’abitudine a quelle fitte improvvise. Si era abituata a essere sopraffatta dalle emozioni; eppure alla nostalgia non riusciva ad abituarsi. Quel buco in petto la divorava, ogni giorno. Da centocinquantaquattro giorni.
Troviamo Hirka nel nostro mondo, nel nostro tempo, completamente spaesata. Credeva che fra i figli di Odino avrebbe provato quel senso di appartenenza che tanto ha patito la mancanza a Ymslanda, che fra persone prive del Dono sarebbe stata accettata. Si è resa conto però che così non è, soprattutto perché questo mondo le è incomprensibile. Non c'è abbastanza natura, si mangiano schifezze, la popolazione si sente evoluta ma non ha neanche il Dono, non ha contatti con la natura. Insomma lei fatica proprio ad ambientarsi e si sente persino osservata, braccata. Diciamo che non è felice.
Perché era venuta fin lì? Quella non era casa sua. Odiava quel posto. Lo odiava: gli odori, il rumore. C’era così tanto chiasso. Eppure era un luogo morto. Un luogo senza il Dono. Un mondo freddo, pieno di vite orribili.
Rime invece è proprio incazzato nero. Ha la rabbia che lo divora, è rimasto nel loro mondo originale a capo del Consiglio ma non sa più di chi fidarsi e a chi credere. Inoltre è fermamente deciso a trovare la maniera per recuperare Hirka e anche se lo stanno pressando tutti, l'ultimo suo pensiero è sposarsi. Anche lui non è felice.
Rime era una ferita aperta. Una guerra che probabilmente avrebbe perso. Dolore.
Inizia così il libro, con questa alternanza di storie, due blocchi diversi, due ambientazioni differenti, che sono però intrecciati e che, magistralmente, si completano.
Come prima cosa vorrei proprio fare i complimenti a Siri (sì la chiamo per nome!) per il suo coraggio. In questo libro ha cambiato completamente registro e anche genere, facendo coesistere la parte di fantasy classico con una più moderna di urban. Il risultato è qualcosa di nuovo e straordinario, impensabile ma che funziona alla grande. Inoltre ha interamente stravolto anche la struttura del precedente. In questo capitolo cadono man mano tutte le convinzioni pregresse: ciò che era considerato buono prima ora non si sa più se lo è ancora e se lo è mai stato, idem con la parte cattiva. C'è proprio un rimescolamento dei vari personaggi, che ti fa arrivare a dubitare di tutto e tutti, senza però stravolgerne la caratterizzazione. Sembra un controsenso ma è proprio così e trovo che l'autrice sia stata magistrale e, di nuovo, coraggiosa.
Doveva raccogliere i pensieri, trovare la verità. Ma i confini tra vero e falso erano diventati liquidi. Giusto e sbagliato erano solo punti di vista mutevoli di persone che volevano ottenere qualcosa. L’unica cosa a cui si poteva aggrappare, era il fatto che nessuno sapeva la sua vera identità.
I personaggi quindi si evolvono e sono tutti ben descritti, mi è sembrato di conoscerli di persona. Hirka è sempre un'eroina che ammiro e non manca in lei quel pizzico di ironia che me la rende perfetta. Ma Rime in questo libro raggiunge dei livelli che mi hanno fatto tornare adolescente. Ho perso completamente la testa, l'ho amato in ogni momento, avrei voluto essergli accanto ecco. Abbiamo persino coniato l'hastag #piùrimepertutte. Secondo me merita leggere questa serie anche solo per fare la sua conoscenza.
Ho ritrovato lo stile che tanto ho apprezzato nel precedente. Non è di nuovo una lettura facile, ma coinvolgente ed evocativa, che richiede attenzione. Posso dirvi che per le ultime 70 pagine circa ho procastinato, perché non volevo che finisse. Secondo me Siri scrive benissimo, ha il giusto mix di descrizioni e introspezione, condito da un tocco ironico.
«Sangue, Rime. Non si tratta forse sempre di quello? Viviamo di sangue. Moriamo di sangue. Determina chi siamo. Quando esistiamo. Dicono che di esso sia fatto il Dono. Il sangue della terra. Che a sua volta colora il nostro sangue. Il cerchio si chiude».
La trama come dicevo prima è qualcosa di unico e meraviglioso, piena di colpi di scena e rivelazioni che lasciano a bocca aperta. Il finale è da shock e mi ha lasciata di stucco. Un po' ho odiato l'autrice e un po' avrei voluto prostrarmi ai suoi piedi e venerarla.
È il secondo libro di una trilogia quindi la storia non è conclusa, ma non termina con un cliffhanger. Lo stesso però non so come farò a resistere fino al prossimo. L'unica è rileggere, perché ormai questa storia mi è entrata nel cuore.
Avevo timore di leggere questo libro perché le aspettative non erano solo alte, molto di più. Posso dire che non sono per niente state deluse e che questo coraggioso libro sia magnifico come se non di più La figlia di Odino.
Dovete leggerli, davvero. È un regalo che fate a voi stessi, perché questo è un Signor Fantasy, curato e decisamente originale, scritto benissimo. Parola di Veggente. O di Nàbyrn.
Mi dispiace non leggere la recensione perché, non avendo letto il primo libro, ho paura di scoprire qualche particolare. Salvo il post e poi torno a leggerti, sono certa che sarà un articolo accurato e interessante come sempre.
RispondiEliminaGrazie Mariella, sempre gentilissima
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