lunedì 8 agosto 2016

Recensione "Le tartarughe tornano sempre" di Enzo Gianmaria Napolillo

Buon lunedì, come state? Io sono finalmente al mare questa settimana, ma grazie alla possibilità di programmare i post conto di essere presente anche qui sul blog, se tardo un pochino nelle risposte sapete il perché, poi arrivo però!

Autore: Enzo Gianmaria Napolillo
Titolo: Le tartarughe tornano sempre
Editore: Feltrinelli
Data di pubblicazione: 11 marzo 2015
Pagine: 216

Trama:
Salvatore è nato quando in pochi conoscevano il nome della sua isola: un luogo di frontiera posto alla fine del mondo, con il mare blu e la terra arsa dal sole. È cresciuto sulle barche, vicino alle cassette di alici, con lo sguardo nell'azzurro, sopra e intorno a lui. Forse è lì che tutto è cominciato, tra ghirigori nell'acqua e soffi nel vento. Di sicuro è lì che ha conosciuto Giulia, anche se lei vive a Milano con i genitori emigrati per inseguire lavoro e successo. Da sempre Giulia e Salvatore aspettano l'estate per rivedersi: mani che si intrecciano e non vogliono lasciarsi, sussurri e promesse. Poi, d'inverno, tante lettere in una busta rosa per non sentirsi soli. Finché, una mattina, nell'estate in cui tutto cambierà, Giulia e Salvatore scoprono il corpo di un ragazzino che rotola sul bagnasciuga come una marionetta e tanti altri cadaveri nell'acqua, affogati per scappare dalla fame, dalla violenza, dalla guerra. Gli sbarchi dei migranti cominciano e non smettono più. L'isola muta volto, i turisti se ne vanno, gli abitanti aiutano come possono. Quando Giulia torna a Milano, il filo che la lega a Salvatore si allenta. La vita non è più solo attesa dell'estate e amore sincero, corse in spiaggia e lanterne di carta lanciate nel vento. La vita è anche uno schiaffo, un risveglio, la presa di coscienza che al mondo esistono dolore e differenze. Una scoperta che travolge i due ragazzi e che darà valore a tutte le loro scelte, alla loro distanza e alla loro vicinanza.



Ho scelto di leggere questo libro in quanto bonus della challange delle Lgs. Quando ho letto la sinossi ero contenta e spaventata per la scelta, perché quello degli sbarchi è un argomento che conosco poco ma di cui vorrei saperne di più. Anche se la lettura per me è più che altro evasione e scarico, questo libro l'ho iniziato sapendo di non cercare questo ma di affrontare un tema impegnativo e necessario, di leggere un pezzo di storia dei nostri tempi che troppo spesso tendiamo a dimenticare.
E poi c'è una parola nuova, la stupida ripicca di uomini senza cuore né cervello. Ripetuta e sezionata, ben descritta dall'odio che contiene.
Respingimenti.
Respingere i barconi in acque internazionali, una procedura semplice con effetti immediati. L'incarcerazione, la tortura, lo sfruttamento, senza alcuna tutela, dei migranti nei paesi di partenza.
I protagonisti sono Salvatore e Giulia, lui nato sull'isola e lei di Milano, la cui famiglia da sempre passa l'estate lì. Questa contrapposizione fra Nord e Sud, fra Milano e Lampedusa, fra brutto e bello e giusto e sbagliato è molto netta e dura per tutto il libro. La capisco anche se mi ha dato fastidio. Il padre di Giulia è l'esempio del milanese arricchito che passa le vacanze in un posto meraviglioso e alla prima difficoltà vende tutto, sputando sentenze e con un razzismo evidente. Purtroppo è vero che ci sono molte persone che hanno agito e pensato così, inutile non dirlo. E sfortunatamente esistono ancora. Ma non tutti gli abitanti del Nord sono così, non tutti la pensano in quel modo e non tutti si sono comportati così o lo fanno ora. Come non tutte le persone che abitano tutto l'anno l'isola si sono mostrate così solidali come Salvatore e suo padre. Questo è un libro e racconta una storia, ma secondo me è troppo di parte, c'è una separazione troppo netta. Anche questo è razzismo.
C'è però da aggiungere che non si può conoscere così bene una situazione come la conosce chi abita lì e vede i morti, la disperazione, i maltrattamenti. Ho sempre provato a immaginare come dev'essere stato vivere gli sbarchi proprio sul luogo, come la vita così come si è conosciuta fino a quel momento viene stravolta. Provo una profonda ammirazione per le persone come Salvatore che hanno capito la disperazione che porta ad abbandonare tutto e hanno aiutato come potevano.
"L'isola è di chi rimane e di chi arriva. Non di chi se ne va." Salvatore parla, spicca con il suo accento enfatizzato dalla lontananza.
Un altro argomento molto sottolineato è il ritorno alle radici, la mancanza per la propria terra quando si è costretti a lasciarla. Io questo non l'ho vissuto personalmente ma immagino che sia proprio come descritto in questo libro, come se si fosse incompleti.
"Qualche volta tornare può essere l'unica via d'uscita".
La trama è incentrata sulla storia d'amore tra Salvatore e Giulia, moderni Romeo e Giulietta che si amano tanto ma sembra non basti. In un libro con un'impronta così realistica non l'ho trovato molto adatto, anche se mi è piaciuta e ho tifato tutto il tempo per loro. Ho apprezzato però la fine non così scontata e non del tutto chiusa.
La vita cosa sarebbe senza quella sensazione che ti fa credere di essere felice? Una sensazione che molti non conoscono, che hanno seppellito con milioni di ragioni, e che ignorano con imbarazzo. Chimica, temperatura e sensi. Ingredienti basilari: un ragazzo e una ragazza. Il primo amore, la distanza, l’estate. Una montagna di ricordi rocciosi, la costituzione di un’illusione.
Nell'insieme mi è piaciuto e mi ha soddisfatta però ho patito un pochino lo stile dell'autore così volutamente poetico, quasi retorico. In alcuni momenti per me è stato troppo, troppe descrizioni, troppa tristezza, troppi buoni sentimenti.
Sono contenta di averlo letto e lo consiglio soprattutto a chi vive lontano dalle proprie origini, a chi si sente un esule. E mi piacerebbe anche lo leggesse chi vorrebbe attuare la politica del respingimento, chissà mai possa servire.
L'avete letto? Cosa ne pensate?



10 commenti:

  1. Ciao Chiara! Sono contenta che tu abbia colto la palla al balzo e lo abbia letto. Capisco cosa intendi quando dici che è troppo netto, o bianco o nero. Io invece mi sono proprio innamorata di uno stile e mi sono lasciata trasportare, mi sono arrabbiata e ho sognato. Mi sono innamorata di qualcosa di diverso, di un punto di vista differente, di una storia non scontata. Un abbraccio grande e buone vacanze

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    1. Grazie! Questo libro è molto profondo e mi ha fatto riflettere tanto, dovrebbero leggerlo tutti gli italiani

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  2. Capisco cosa vuoi dire: a volte questa netta contrapposizione tra Nord e Sud, tra "buoni e cattivi" rischia di diventare uno stereotipo "forzato", se non si poggia su basi credibili e realistiche. Grazie per il tuo punto di vista, Chiara, se lo leggerò, e credo proprio che lo farò, sarò felice di confrontarmi con te!
    Oh! E salutami tanto il mare! Io per quest'anno gli ho già detto addio.

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    1. Ciao Rosa, leggilo, non vedo l'ora di parlarne con te! Un bacio

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  3. CIao CHiara!!
    Nonostante la tua bella recensione questo rimane un libro che, pur leggendo tantissime recensioni positive, ha una trama da cui sento di dover fuggire.
    Non mi ispira proprio niente.. lo so che è un peccato, ma che ci posso fare? :/
    Magari un giorno...

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    1. Ciao Jasmine, io sono dell'idea che si deve anche voler leggere un libro. Se non ispira meglio non farlo, non è un obbligo. Quindi fai bene a non leggerlo. Io sono contenta fo averlo fatto

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  4. Chiara, davvero, massima stima per te che d'estate ti lanci anche in letture più impegnative! Bellissima recensione! :**

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    1. Grazie Vale, è un libro che merita di essere letto, sempre

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  5. Ciao Chiara!
    Non ho letto questo libro, ma la tua recensione ha decisamente suscitato interesse. Devo solo ricominciare a leggere (non ho smesso solo di scrivere), nel frattempo lo inserisco nella TBR di Goodreads.
    Devo dire che un tema così attuale in un contesto "romantico" non mi era ancora capitato...vedremo!

    Un bacio ❤️

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    1. Ciao Jen, è un libro impegnativo ma molto interessante e hai ragione è anche insolito

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