Buongiorno, è il turno di Ludovica in questa rubrica, nata da una mia idea, in collaborazione con Dolci.
Ogni
mese verrà scelto un argomento e troverete le recensioni sui vari blog
partecipanti. Ognuno quindi avrà un titolo diverso, sarà una specie di
catena di recensioni, tutte con un comun denominatore.
L'argomento di luglio è
Un libro che leggeresti solo d'estate
Autrice: Rosa Teruzzi
Titolo: Non si uccide per amore
Editore: Sonzogno
Data di pubblicazione: 29 marzo 2018
Pagine: 159
Serie: Le signore del delitto Vol.3
Trama:
La terza indagine di Vittoria, Libera e Iole: le signore del delitto.
Un biglietto, ormai ingiallito, trovato in una vecchia camicia a quadri nel fondo di un armadio, riporta la memoria di Libera, la fioraia del Giambellino, all’episodio più doloroso della sua vita. Quella camicia è del marito, ucciso vent’anni prima senza che mai sia stato trovato il colpevole, e quel biglietto sembra scritto da una donna. Ma tanto tempo è passato: perché riaprire antiche ferite? Libera ha sempre cercato di dimenticare, piano piano ha messo su un’attività che funziona, se la cava abbastanza bene, altri uomini la sfiorano e la corteggiano. Eppure, quel buco nero della sua esistenza continua a visitare le sue notti insonni, tanto più che – ora lo vede bene – alcuni particolari, nell’archiviazione del caso, la convincono sempre meno. E così, dopo essersi improvvisata detective, nei romanzi precedenti, per risolvere i casi degli altri, questa volta Libera vuole trovare il coraggio per rivangare le vicende del suo passato. Con l’aiuto della madre, eccentrica insegnante di yoga dalla battuta facile e dai costumi spregiudicati, e di una giovane cronista di nera con un sesto senso per i misteri – e nonostante la vana opposizione della figlia poliziotta – Libera si spingerà dalla sua Milano fino in Calabria, per trovare una risposta alle domande che l’opprimono da vent’anni e per guardare in faccia l’amara verità. E per scoprire che forse il nemico si nasconde molto più vicino di quanto avesse mai immaginato.
Un biglietto, ormai ingiallito, trovato in una vecchia camicia a quadri nel fondo di un armadio, riporta la memoria di Libera, la fioraia del Giambellino, all’episodio più doloroso della sua vita. Quella camicia è del marito, ucciso vent’anni prima senza che mai sia stato trovato il colpevole, e quel biglietto sembra scritto da una donna. Ma tanto tempo è passato: perché riaprire antiche ferite? Libera ha sempre cercato di dimenticare, piano piano ha messo su un’attività che funziona, se la cava abbastanza bene, altri uomini la sfiorano e la corteggiano. Eppure, quel buco nero della sua esistenza continua a visitare le sue notti insonni, tanto più che – ora lo vede bene – alcuni particolari, nell’archiviazione del caso, la convincono sempre meno. E così, dopo essersi improvvisata detective, nei romanzi precedenti, per risolvere i casi degli altri, questa volta Libera vuole trovare il coraggio per rivangare le vicende del suo passato. Con l’aiuto della madre, eccentrica insegnante di yoga dalla battuta facile e dai costumi spregiudicati, e di una giovane cronista di nera con un sesto senso per i misteri – e nonostante la vana opposizione della figlia poliziotta – Libera si spingerà dalla sua Milano fino in Calabria, per trovare una risposta alle domande che l’opprimono da vent’anni e per guardare in faccia l’amara verità. E per scoprire che forse il nemico si nasconde molto più vicino di quanto avesse mai immaginato.
Quando è uscito il tema del
mese di luglio “Un libro che leggeresti solo d’estate” non
ho avuto dubbi nello scegliere un libro giallo, il mio famoso “tallone di
Achille”, perché ho pensato che in estate, con i figli che smettono di andare a
scuola, con le attività extra scolastiche che si interrompono, non avrei avuto
problemi a leggere un genere che da sempre presenta per me più problemi.
Essendo molto lunatica, mi
sono resa conto negli anni che il mio approccio alla lettura è dettato più da
bisogni dell’anima che da un effettivo piano a cui far fede, quindi nei momenti
di bisogno di evasione mi butto su generi che sono a me più congeniali, come la
narrativa, la letteratura per ragazzi, il fantasy, il rosa, ma stavolta ho
osato andare proprio al di là delle mie naturali inflessioni.
Sarà perché il giallo
italiano mi sta conquistando lentamente ma inesorabilmente, a partire da Alice
Basso, passando per Malvaldi e Manzini e Paoli, fino ad approdare alla Teruzzi,
sarà che se inizio una serie in cui una storia parallela a quella principale si
svolge su tutti i libri dell’intera serie, sento la necessità di leggere tutto
per chiudere l’intero cerchio, sarà perché sto imparando ad aprire la mente e
ci sto prendendo gusto a buttarmi su inchieste ed investigazioni, ma la mia
scelta è caduta proprio sulla Teruzzi, con il terzo libro della serie della
fioraia del Giambellino.
Le protagoniste della serie
sono Libera, la sua eccentrica madre Iole (che nessuno si azzardi a definire i
suoi 70 anni un’avanzata età) e la sua riservata e tutta d’un pezzo figlia
Vittoria che, di professione fa la poliziotta, per seguire le orme del padre.
Le altre due, vero centro di tutte le storie, sono coloro che improvvisandosi
detective, più per seguire cuore e curiosità che per senso di giustizia, si
troveranno a risolvere dei vecchi casi, ma che si cacceranno, inevitabilmente e
spesso, anche nei guai!
Aspettavo con ansia di
avvicinarmi a questo terzo capitolo dopo che l’autrice, Rosa Teruzzi, ci aveva
lasciato nel secondo con un grande ed infelice interrogativo: Libera scoprirà chi
sia stato ad uccidere il marito Saverio ventidue anni prima? In qualche modo c’entra
il migliore amico e collega di suo marito, tale Gabriele, che altri non è che l’unico
uomo che sia riuscito in qualche modo a farsi spazio nel suo cuore?
Il mio affetto per Libera
si è ulteriormente rinsaldato con questo nuovo libro, lei è senza dubbio il mio
personaggio preferito, lei che lascia parlare la sua voce interiore pur di non
scoprire troppo di sé, lei che cammina in punta di piedi, quasi timorosa di dar
fastidio o di esporsi troppo, lei che allo stesso tempo non dorme la notte,
impegnata come è ad arrovellarsi il cervello in cerca di spiegazioni e di
chiarimenti. In questo libro più che negli altri avrei voluto scuoterla per le
braccia ed indurla, anche a brutto muso, a chiedere, ad
aprirsi, ad esporsi, a dichiararsi. Ma so bene quanto sia difficile,
a volte, abbattere il muro che noi stesse costruiamo per salvaguardare quel che
resta di un cuore già ferito e sofferente. E quindi stavolta, più che negli
altri due, ho avuto un’empatia quasi totale. È vero anche che indagare proprio
sulle motivazioni che hanno portato all’uccisione del marito, l’ha spronata ad
uscire fuori da se stessa e a rischiare il tutto per tutto.
La scrittura della Teruzzi è
molto lineare e scorrevole, non si perde in descrizioni inutili e
cervellotiche, ma con fare pratico, sbroglia anche i nodi più complessi.
Ritrovare ambienti, personaggi, strade è la ciliegina sulla torta per una
lettrice abitudinaria come me.
A chi, come me, aveva
impellente necessità di sapere chi fosse stato il colpevole, posso dire che
avremo dei responsabili, molti nodi verranno al pettine e finalmente
ci sarà un bacio che aspetto da tre libri!
Le cose non andranno
proprio come avrei voluto, cioè nel momento in cui mi sembrava che i giochi
fossero fatti, ecco qui che la Teruzzi toglie il suo asso dalla manica e
rimette in mezzo possibilità e delusioni e cambiamenti, ma anche questo fa
parte del gioco!Vuol dire che ora dovrò solo correre a leggere l’ultimo.
Voto:
Ho proprio deciso di metterlo in valigia e di leggerlo mentre sono al mare! La Teruzzi è una garanzia. Per la rubrica ho scelto un rosa-chick lit, il mio, di tallone d'achille.
RispondiEliminaSempre un piacere leggerti, cara Ludovica.
un saluto da Lea
Grazie Lea! Il piacere è davvero reciproco🤩
EliminaSono davvero felice che il.libro ti sia piaciuto e mi ritrovo molto nelle tue parole. Ho l'ultimo volume pronto Sul Kindle devo solo trovare il tempo di leggerlo.
RispondiEliminaAnche io ce l’ho pronto! Smaltisco un po’ di letture legate al blog di Chiara e poi via libera a ciò che ho accumulato nei mesi😭
EliminaLudovica scrivi sempre recensioni meravigliose! Anche per me Libera è quella a cui va il mio affetto
RispondiEliminaVedi? Unite anche in questo😍
EliminaEhm... giù la frusta... la inizierò prima o poi :D
RispondiEliminaCioè, la Comandante ancora non riesce a farteli leggere? Sta perdendo proprio smalto questa Ropolo!
EliminaQuesta serie mi attira molto, ma non l'ho mai letta. Però la metto in lista subito
RispondiEliminaÈ molto molto spassosa!!
EliminaDevo recuperare anche io la Teruzzi... sto aspettando il primo libro della serie per godermi dall'inizio tutte le avventure di Libera & co.
RispondiEliminaIo a breve inizierò l’ultimo che ha scritto🙂🙂
EliminaQuesto commento è stato eliminato dall'autore.
RispondiEliminaSento sempre menzionare questa serie della Teruzzi, eppure ancora non l'ho letta... Prima o poi, lo farò, eh... Non ci penso, però... Perché, se riflettessi su quanti libri mancano al mio appello di lettrice, mi dovrei strappare i capelli XD Ahahahah
RispondiEliminaPian pianino riusciremo a leggere tutto!
EliminaBella recensione, mi ritrovo molto nelle tue parole! Soprattutto per quanto riguarda il colpevole dell'omicidio...
RispondiEliminaChe paura che fosse un altro il colpevole 😰
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