martedì 6 febbraio 2018

Recensione "Chi manda le onde" di Fabio Genovesi

Autore: Fabio Genovesi
Titolo: Chi manda le onde
Editore: Mondadori
Data di pubblicazione: 31 maggio 2016
Pagine: 391

Trama:
Ci sono onde che arrivano e travolgono per sempre la superficie calma della vita. Succede a Luna, bimba albina dagli occhi così chiari che per vedere ha bisogno dell'immaginazione, eppure ogni giorno sfida il sole della Versilia cercando le mille cose straordinarie che il mare porta a riva per lei. Succede a suo fratello Luca, che solca le onde con il surf rubando il cuore alle ragazze del paese. Succede a Serena, la loro mamma stupenda ma vestita come un soldato, che li ha cresciuti da sola perché la vita le ha insegnato che non è fatta per l'amore. E quando questo tsunami del destino li manda alla deriva, intorno a loro si raccolgono altri naufraghi, strambi e spersi e insieme pieni di vita: ecco Sandro, che ha quarant'anni ma vive ancora con i suoi, e insieme a Marino e Rambo vive di espedienti improvvisandosi supplente al liceo, cercando tesori in spiaggia col metal detector, raccogliendo funghi e pinoli da vendere ai ristoranti del centro. E poi c'è Zot, bimbo misterioso arrivato da Chernobyl con la sua fisarmonica stonata, che parla come un anziano e passa il tempo con Ferro, astioso bagnino in pensione sempre di guardia per respingere l'attacco dei miliardari russi che vogliono comprarsi la Versilia. Luna, Luca, Serena, Sandro, Ferro e Zot, da un lato il mare a perdita d'occhio, dall'altro il profilo aguzzo e boscoso delle Alpi Apuane. Quando il dolore arriva a schiacciarli lì in mezzo, sarà la vita stessa a scuoterli con i suoi prodigi, sarà proprio il mare che misteriosamente comincerà a parlare. E questa armata sbilenca si troverà buttata all'avventura, a stringersi e resistere in un on the road tra leggende antiche, fantasmi del passato, amori impossibili e fantasie a occhi aperti, diventando così una stranissima, splendida famiglia. Fabio Genovesi ha scritto un romanzo traboccante di personaggi e di storie, sospeso come un sogno, amaro ed esilarante, commovente e scatenato come la vita vera. Un romanzo che parla la lingua calda e diretta dei suoi personaggi, che scava dentro esistenze minime e laterali per trovarci un disegno: spesso lo chiamiamo "caso", ma la sua magia è così scintillante che per non vederla bisogna proprio tenere gli occhi stretti.


Di questo libro ho sentito parlare solo bene. Io l'ho comprato subito dopo aver letto Il mare dove non si tocca, perché volevo proprio leggere altro di questo autore. Quindi immaginate il mio sconforto quando le prime pagine non mi hanno proprio entusiasmata, mi hanno lasciata indifferente. Per fortuna però andando avanti con la lettura tutto è cambiato, sono riuscita a entrare in sintonia con lo stile dell'autore e a vivermi questa storia, che è un piccolo gioiellino.
Questa premessa per dire che non sarò fra quelle che stalkerano l'autore (ne conosco diverse), ma sicuramente mi aggiungerò alle fila delle persone che lo consigliano.

Siamo a Forte dei Marmi, in Versilia. Posto magnifico che io ho visitato da bambina e che mi fa scaturire ricordi nostalgici. L'ambientazione è importante, è parte del racconto. Si sente proprio l'appartenenza dell'autore, l'amore (non privo di critiche) per la sua terra.
La storia ci parla di Luna, una bambina albina, di Serena, sua madre, di Luca, suo fratello e delle persone che gravitano attorno a loro: Zot, un bambino di Chernobyl, Ferro, suo nonno adottivo e Sandro, un quarantenne che nella sua vita ha concluso poco niente.
Ma il coraggio è facilissimo se rischia un altro al posto tuo. Non è coraggio, è essere stronzi punto e basta.
I personaggi sono molti e decisamente particolari, delle macchiette. Impossibile non affezionarsi a tutti, compresi quelli che a prima vista paiono negativi. Proprio questo è il punto di forza: ognuno a proprio modo è speciale e unico, pregi e difetti, ed è giusto così. Personalmente ho adorato Zot, di una tenerezza incredibile, avrei voluto abbracciarlo. Le parti più divertenti però me le ha regalate Ferro, se ci ripenso ancora sorrido.

Lo stile è allegro, da sagra paesana, ma tira continue frecciatine lasciandoti una sensazione dolceamara. Fa sorridere e allo stesso tempo commuovere, ma soprattutto riflettere.

Parla di perdita, di come la si affronta e della vita. Di come è facile sprecarla e di come spesso è difficile viverla, soprattutto se si è speciali in un mondo ordinario.
Siamo tutti normali, finché non ci conosci abbastanza.
La penna di Genovesi non mi ha conquistata da subito, come ho detto sopra. Scritto in terza persona ma con diversi POV, tutti molto colloquiali e diretti. Ho avuto difficoltà a capirlo e apprezzarlo e a fine lettura posso dire che non è fra i miei preferiti. Ho amato moltissimo la storia e le varie riflessioni connesse, ma meno la forma. Non me ne vogliano le sue fans.

Posso dire che non è stata una lettura semplice però molto interessante, sono contenta di aver letto questo libro, mi ha fatta riflettere tantissimo, strappandomi qualche lacrima ma col sorriso sulle labbra. In più la parte di Pontremoli, dopo l'esperienza vissuta lo scorso luglio, per me è stata veramente emozionante.
"Mi sa che il problema non sono le bugie. Il problema è la verità, che fa proprio schifo."
Ah, chiude il libro citando un rinoceronte, cosa voglio di più?
Voto:

E voi l'avete letto? Conoscete questo autore? 


14 commenti:

  1. Mai letto niente di suo ma come te ne ho tanto sentito parlare bene.
    Per ora non mi ispira molto ma chissà che in futuro... non si sa mai. Mi è capitato molto spesso di cambiare idea su un libro quindi lo metto tra i forse

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  2. Ciao Chiara, anche io dopo aver letto "Il mare dove non si tocca" ho acquistato questo titolo insieme ad "Esche vive". Non ho ancora avuto modo di leggerli quindi ti saprò dire più il là però sono contenta che ci sia stato in te quel cambiamento tra inizio non proprio entusiasmante e prosieguo, tanto da arrivare ad un voto così alto :)
    Mi hai incuriosita per cui cercherò di inserirlo quanto prima!

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    1. Brava Anna Rita, vedrai che ti piacerà. In molte cose mi ha ricordato Il mare dove non si tocca, la struttura è quella

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  3. Ih ih ih! Per me questo resta il suo romanzo più bello.
    Firmato da una stalker (lea)

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    1. Lea ho pensato proprio a te! Sei la sua fan numero 1 e sono contenta che mi sia piaciuto, anche per te

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  4. Io non ho amato molto Il mare non si tocca, ma prendo nota. Chissà mai che decida di dargli un'altra possibilità .

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    1. Laura se non hai amato quello no so se consigliartelo. Me l'ha ricordato molto, la struttura è quella, lo stile pure.

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  5. Uhm, anche se a te è piaciuto, nonostante la forma, la storia non fa proprio per me Y_Y Passo!

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  6. Ho sentito anch'io parlare molto di quest'autore. Ho questo libro sullo scaffale e ogni volta che lo guardo mi strappa un sorriso perché non è proprio il mio genere. Di certo non lo scarto ma spero di essere pronta a prenderlo in mano in futuro ^-*

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    1. discosta un po' dalle letture solite tue ma non scartarlo a priori, magari può stupirti

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  7. Ho questo libro da tanto ma ne ho sempre rimandato la lettura. Mi incuriosisce anche se le tue piccole perplessità (sulla forma e sul fatto che all'inizio hai fatto fatica nella lettura) mi frenano un po'. Sicuramente gli darò una possibilità anche perché dell'autore ho sempre sentito parlare bene.

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