venerdì 9 luglio 2021

I pensierini

Torna dopo tanto tempo questa rubrica in cui vi lascio il mio piccolo parere su letture non recensite sul blog



"Ricco e ribelle" di Vi Keeland e Penelope Ward
Adoro le autrici, la Keeland è una delle mie preferite per il romance, come accoppiata secondo me funziona, ho letto diversi altri titoli ed ero curiosa per questo, soprattutto perché di solito adoro i cattivi ragazzi e Rush aveva le carte in tavola per essere un personaggio stupendo.
L'inizio mi ha subito coinvolta, ho trovato Gia un personaggio moderno e tenace, mi è piaciuto il fatto che sapesse ridere di se stessa. Le cose però sono degenerate in fretta, soprattutto per come è scritto il tutto. Non so se sia solo un problema di traduzione o se sia voluto, ma ho trovato terribile lo stile usato. Capisco che Rush arrivi da ambienti più popolari e che Gia abbia origini italiane (no comment), ma il lessico usato, non solo per i dialoghi purtroppo, mi ha fatto sanguinare gli occhi. Oltre a errori grammaticali e di mancanza di una rilettura (nomi sbagliati ecc) ho proprio trovato che fosse scritto in maniera assurda, con termini raccapriccianti, che richiamano il linguaggio da strada. Non sto parlando delle parolacce, che sono molte ma che di solito non mi danno nessun fastidio, anzi, proprio del modo di esprimersi.
Un esempio: "Dunque, mi dici male, vero?" per rendere l'idea.
Non so se sia voluto, se l'originale sia simile o se sia una traduzione fatta male, fatto sta che a me non è piaciuto per niente, ma niente niente.
Inoltre anche la storia non mi ha fatto impazzire, piena di cliché e con un finale troppo prevedibile. È un cliffhanger e lascia proprio sul più bello.
Un'altra cosa che non mi è piaciuta è la caratterizzazione di Rush. Altro che ribelle e cattivo ragazzo, è uno zuccherino che in due minuti si trasforma in uno zerbino. Senza spina dorsale.
Insomma non mi è proprio piaciuto e, anche se finisce sul più bello, non credo che proseguirò la serie.
Voto: 2* 



"Free" di E.L. James
Ho letto questa trilogia diversi anni fa e all'epoca l'ho molto apprezzata. Ho recuperato inoltre i primi due libri visti dalla parte di Christian e quindi non potevo non leggere anche questo capitolo conclusivo, sebbene il Rosso sia quello che ho meno apprezzato.
Devo ammettere che, nonostante conoscessi già bene la storia, questa lettura mi ha coinvolta molto, perché è incentrata sulla maturazione psicologica di Christian e leggerla dal suo punto di vista, col pov in prima persona, è stato interessante. Mi è piaciuta molto l'evoluzione dei sentimenti che questo ragazzo prova per se stesso, fino ad arrivare all'accettazione dell'amore che gli altri provano per lui.
L'ho trovata quindi una lettura molto introspettiva, a volte persino troppo ripetitiva (le pagine sono molte), ma decisamente scorrevole e mi ha lasciato un senso di chiusura di questa storia, come se avessi colmato le ultime lacune rimaste.
Ho inoltre apprezzato la maggior attenzione sul rapporto di Christian con la sua famiglia, soprattutto con Elliot. Non sono solo più personaggi di contorno, ma giustamente importanti.
Ana mi è stata abbastanza antipatica, ma ormai ho l'allergia a questo tipo di personaggio.
Le scene di sesso non sono così eccessive come ricordavo, ma non hanno brillato, le ho lette in maniera abbastanza indifferente. Il rapporto di coppia per i miei gusti è stato troppo sdolcinato, ma ricordo che l'avevo patito anche in Cinquanta sfumature di Rosso.
Sono stata contenta di aver letto questo libro, forse bisognava aspettare meno a far uscire anche la trilogia di Christian e far passare meno anni tra uno e l'altro.
Voto: 4* 




"Castello di sabbia" di Megan Hart
Racconto breve che parla a suo modo di seconde possibilità e di un amore che persiste nel tempo. Di questo libro la parte geniale è la fine, ho iniziato a intuire dove volesse andare a parare, ma mi ha lasciata lo stesso a bocca aperta.
Ho apprezzato molto proprio la storia, l'intreccio, mi sono lasciata proprio trasportare e l'ho letto d'un fiato.
Credo che farne un romanzo più corposo avrebbe aumentato il piacere, magari andando più nel dettaglio sul passato vissuto insieme dai protagonisti, che viene liquidato in fretta. Le parti di sesso invece sono diverse e ben descritte, ma forse per la brevità della storia risultano troppe.

Era da un po' di tempo che non leggevo questa autrice, ho ritrovato una penna che mi soddisfa, devo continuare a leggerla.
Voto: 3.5* 





"Amber" di Elle Casey
Amber è un romanzo allegro e leggero, l'ho letto con piacere e in poco tempo. Conoscevo già l'autrice per le precedenti pubblicazioni e il mio parere non si discosta molto da quello passato. L'autrice ha un modo coinvolgente di scrivere e secondo me dovrebbe puntare più sulla parte allegra, perché, quando vuole, sa far ridere.
Questo libro inizia benissimo, un po' sopra le righe e molto divertente, salvo poi essere più piatto da metà in poi, per poi sfociare in un buonismo per me fastidioso.
La storia mi è piaciuta, ho apprezzato la parte rock relativa alla musica e anche quella dei legami familiari. Mi ha dato però un po' fastidio la sdolcinatezza finale, il voler a tutti i costi giustificare ogni comportamento, trovare una scusa strappalacrime e altruistica. Sono troppo cinica per certe cose, ma capisco che possa essere un mio problema.
La storia d'amore qui secondo me passa un po' sottobanco, rispetto alla questione gruppo rock e famiglia fuori dal normale. Per i miei gusti è tanto sdolcinata, ma non insopportabile ecco. Avrei voluto vedere un po' più di verve da parte di Ty, che viene messo in ombra dal carattere spumeggiante della ragazza.
Come libro scacciapensieri ha funzionato benissimo.
Voto: 3.5*



"Macerie prime" di Zerocalcare
Ho letto Macerie Prime di Zerocalcare perché volevo leggere altro di suo, dopo A Babbo morto, e sono rimasta soddisfatta.
Questa storia racconta del gruppo di amici storico dell'autore, vero o inventato che sia, e di come arrivati a una età "matura" non tutto è andato come previsto o soprattutto come ci si aspettava.
Racconta inoltre del peso della fama, di come sia complicato soddisfare le aspettative di tutti, di come si perda per questo un pezzo di noi stessi.
Mi è piaciuto soprattutto perché non è per niente autocelebrativo, anzi, pure molto critico. Fa riflettere molto sulle relazioni sociali e sul peso che la società ci impone. L'ho trovato molto introspettivo e ho apprezzato le metafore disegnate.
La parte grafica mi è piaciuta molto, mi piacciono i suoi "disegnetti", trovo che riesca a rappresentare benissimo le sensazioni provate, che riesca a trasmettere il messaggio.
L'unica cosa che ho patito è lo stile dialettale. Non lo amo mai, ma partivo preparata, sapendolo e dopo un po' mi sono abituata.
Sicuramente leggerò il seguito, perché lascia sul più bello e sonno curiosa.
Voto: 4*





Ne conoscete qualcuno? Concordate? Vi ho incuriosito?









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