mercoledì 15 settembre 2021

"La sindrome di Rubens" di A.I.Cudil - Recensione e intervista all'autrice

Vi ho parlato di questo libro in questo post (link) dandovi anche 5 motivi per leggerlo, oggi vi lascio la mia recensione e qualche domanda posta all'autrice, che ringrazio ancora.

Il libro:
Autrice: A.I. Cudil
Titolo: La sindrome di Rubens
Editore: Triskell Edizioni
Data di pubblicazione: 3 settembre 2021
Pagine: 251

Trama:
Matthias Sallmann è un carismatico astro nascente nel panorama della critica d’arte europea. Durante una conferenza, attira l’attenzione del grande pubblico menzionando un’intrigante teoria, “La sindrome di Rubens”, in cui l’arte e il sesso si fondono in un legame piccante.
Quella che credeva una trovata per incuriosire i media, assume tutto un altro significato quando il professore viene contattato da una ragazza veneziana che sostiene di aver sperimentato di persona la sindrome. Dapprima è scettico nei confronti di Lidia, quando scopre che l’uomo che l’ha sedotta è niente meno che suo fratello, Karl, Matthias cambia approccio e decide di scrivere un saggio sull’argomento, facendosi aiutare proprio dai due ragazzi.
Tanja è l’assistente di Matthias da anni, lo ammira per il suo lavoro ma non può credere che la sindrome di Rubens esista davvero, soprattutto perché questa ricerca rischia di compromettere la sua amicizia con Karl.
Per Karl invece la sindrome di Rubens è stata una rivelazione, da sempre ha vissuto nell’ombra del fratello, ma quello che è successo con Lidia ha sconvolto tutto il suo mondo mostrandogli una parte di sé che soffocava. Adesso è deciso a prendersi quello che più desidera senza esitare.
Matthias è determinato a dare una svolta decisiva alla sua carriera grazie allo studio approfondito sulla sindrome di Rubens ma si ritroverà sempre più coinvolto da Lidia che con le sue stoccate e battute pungenti non sembra per nulla intimorita dalla fama del professore.
Tra le calli e i canali che bagnano Venezia quattro persone molto differenti tra loro, ma unite dalla comune passione per l’arte, dovranno fare i conti con una sindrome molto diversa da quella di Rubens e che assomiglia pericolosamente all’amore.



Questo libro è un romance che ha come idea centrale questa sindrome, che sostiene che di fronte a certe opere, in situazioni particolari, determinati individui possono provare un’eccitazione fortissima.
È una sindrome che esiste realmente e ho trovato l’idea alla base di questo romanzo estremamente intrigante e originale.

Ammetto di non essere un’appassionata di arte, mentre l’autrice lo è e il suo amore si nota in ogni pagina. Ho apprezzato molto imparare cose nuove e leggere queste parti.

Ho adorato molto l’idea della bellezza come fonte di emozioni, l’arte in ogni sua sfaccettatura è capace di dare molto.

Mi è piaciuta la storia d’amore, anzi le storie d’amore, ma ancora di più l’intreccio tra i vari personaggi, soprattutto il rapporto tra i due fratelli. L’ho trovato affascinante ed esposto molto bene.

La sensualità presente, fatta soprattutto di aspettativa e non detto, l’ho trovata molto ben esposta, mai volgare.

L’ho letto con piacere e in poco tempo, a livello stilistico è molto curato.

L’ambientazione è per la prima parte a Madrid e per la restante a Venezia. Per la città italiana le descrizioni sono così intense da dare l’impressione di attraversare ponti e calli insieme ai personaggi, mi ha fatto venire una voglia matta di tornare a visitarla.

Un bel libro, una storia d’amore dal contesto particolare.
Voto: 4*


Ho fatto qualche domanda all'autrice, ecco qui:


  1. Da cosa nasce l'idea del libro? Qualcosa hai spiegato a fine libro, ma come ti è venuto in mente di usare proprio questa sindrome?

Ciao a tutti e grazie per l’intervista.
Il libro nasce come una sfida lanciatomi da un amico e poiché proprio questo amico mi aveva parlato della sindrome ho pensato fosse giusto utilizzarla per scrivere il mio primo romanzo rosa. In realtà questo accadeva molti anni fa, ma anche oggi poche persone conoscono la sindrome di Rubens e questo rende molto intrigante la finzione narrativa che si insinua nella realtà scientifica.


  1. Il passaggio da self a casa editrice, qual è stata l'esigenza di rivedere la prima stesura dopo anni e con l'ausilio di una casa editrice?

La prima versione del romanzo secondo me ormai era poco appetibile e l’ho tolta da Amazon ancora quattro anni fa, ma la storia mi pareva attuale, proprio perché la sindrome di Rubens è qualcosa di poco conosciuto. Lavorare con Triskell mi ha permesso di raccontare al meglio una storia a cui sono molto affezionata. Per questo e altri motivi sono molto grata all’editrice e a tutto lo staff Triskell Edizioni per avermi accolta tra i loro autori.


  1. Mi incuriosisce molto il rapporto tra fratelli presente nel libro, che esperienza hai tu riguardo? E questa ti ha influenzato?

Anche a me piacciono molto i fratelli Sallmann, sono un’amante delle storie di fratelli, ne ho lette molte e mi incuriosiva mettere a confronto delle personalità differenti, ma entrambi forti e carismatiche. Più che la mia esperienza personale credo mi abbiano influenzato le mie letture, molti romanzi rosa hanno come protagonisti fratelli, io ho adorato The Vincent Brothers di Abbi Glines, se non avete letto questi due romanzi ve li consiglio!


  1. Quanto è importante per te l'arte?

Moltissimo! Per quanto non possa definirmi un’artista in senso stretto del termine, credo che la bellezza che l’arte sa suscitare sia parte del mio DNA e non posso farne proprio a meno. Il mio amore per l’arte lo devo alla mia famiglia che è composta da veri artisti, per lo più musicisti, anche se a dirla tutta, io sono la pecora nera della famiglia visto che non suono alcuno strumento. Mi hanno comunque trasmesso l’amore per ogni forma d’arte ed espressione artistica.


  1. Quanto è importante per te Venezia?

Venezia è la città dove ho vissuto e dove andrei a vivere anche domani, nonostante i luoghi comuni e la difficoltà che una città simile pone ai suoi abitanti, è proprio per le sue sfide quotidiane che dà enormi soddisfazioni. La parte più bella di Venezia per me restano sempre i suoi abitanti, uomini e donne unici proprio come la loro città.


  1. Ci sarà un libro su Lola e Francesco?

Mai dire mai!

Mi piace moltissimo Lola, è un personaggio che ho amato e a cui vorrei dare la gioia che merita. Vedremo che cosa porterà il futuro, ma sarebbe bello vedere il granitico fratello di Lidia vacillare per le bordate dell’effervescente Lola.




Ringrazio ancora la casa editrice Triskell e l'autrice per la disponibilità.

Vi ho incuriosito?







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