mercoledì 4 dicembre 2019

Recensione "L'ultima ragione dei Re" - Review tour "La prima legge. La trilogia" di Joe Abercrombie

Buongiorno, ultimo appuntamento per questa trilogia, che mi ha permesso di scoprire un autore e un tipo di stile adatti a me.


Ringrazio ancora tanto Ylenia per l'organizzazione e la casa editrice Mondadori per la copia in anteprima.
La trilogia è racchiusa in un libro, edizione Titan. Essendo però tre corposi libri, il tour avrà tre recensioni differenti, una a settimana.
Oggi vi parlo del terzo, L'ultima ragione dei Re.


Autore: Joe Abercrombie
Titolo: La prima legge. La trilogia
Editore: Mondadori
Data di pubblicazione: 19 novembre 2019
Pagine: 1152 (in edizione Titan, impaginate doppie)

Trama:
LOGEN NOVEDITA È UN GUERRIERO IN FUGA dal Nord di cui è stato il campione idolatrato tanto dai nemici che lo vorrebbero morto come dagli amici che farebbero meglio a crederlo tale. Perché dentro di lui si annida il Sanguinario, un'ombra per cui orrore, fuoco e morte sono un banchetto al quale invitare tutto e tutti. Glokta l'Inquisitore trascina il proprio corpo torturato nei palazzi del potere, investigando su una cospirazione in grado di ribaltare l'ordine costituito. Il giovane Jezal dan Luthar, che forse si accontenterebbe della propria bellezza, sfacciataggine e abilità nella scherma, scoprirà che qualcuno nutre grandi e pericolosi progetti per lui. Il Maggiore West deve lottare contro la propria sorella, l'idiozia delle gerarchie militari, e la costante feroce emicrania. Nelle vene della misteriosa e intrattabile Ferro Maljinn scorre sangue di demone, e una sete di vendetta che minaccia di travolgere un Impero. I loro cammini sono destinati a incrociarsi nella guerra che chiude le sue fauci sull'Unione da Nord a Sud, mentre alle ombre del passato e ai sortilegi si sommano le nuove, devastanti forze dell'oro e della tecnologia. Con questo grandioso affresco, ricco di pathos e umorismo nero, che comprende rovine ciclopiche e bettole, schermaglie politiche e duelli brutali in un cerchio di scudi, mercenari e prostitute, regine e banchieri, Joe Abercrombie ha portato il fantasy verso nuovi confini, capaci di fondere J.R.R. Tolkien e i noir americani, il realismo di G.R.R. Martin e l'ironia citazionista di Tarantino. Un pilastro della narrativa fantastica contemporanea, dopo il quale niente è stato più come prima.



  



Capitolo conclusivo di questa trilogia così intensa. Questo è il libro che fra i tre ho preferito, in quanto caratterizzato da macchinazioni e sotterfugi e da verità finalmente svelate. 

Dopo due libri di preparazione, in questo c’è una resa finale, un’epica battaglia conclusiva (ma si finisce mai di combattere?), in cui tutti i tasselli trovano la giusta collocazione. Per dirla alla Abercrombie questa sì che è stata una battaglia con i controcazzi! Scusate i termini non proprio puliti, ma dopo più di mille pagine di questo stile è difficile trattenermi. 

 A lettura ultimata posso affermare che:
  • Amo Abercrombie, ma intensamente. Il suo stile così crudo, cattivo e politicamente scorretto mi ha conquistata ogni riga di più, secondo me è uno degli autori migliori che io abbia letto;
Immagine originale
  • Amo questa storia. La vicenda creata sa mescolare magia a giochi di potere, tutto condito da più e più battaglie;
  • Amo questo finale, finalmente una conclusione di quelle che tanto mi piacciono, con morti, distruzioni, rivelazioni scioccanti e colpi di genio. Non senza qualche porta lasciata volutamente aperta e farcita da tanto sarcasmo, di bassa lega (che tanto mi piace);
  • Amo Glokta, che è in assoluto il mio personaggio preferito. Lui è talmente pieno di difetti, di rancore, di autocommiserazione, di crudeltà e assenza di pietà da essere eccezionale. Impossibile per me non apprezzarlo da subito e la stima è cresciuta pagina dopo pagina, battuta dopo battuta. Ardee è forse l’unica capace di tenergli testa e ho apprezzato non poco l’evoluzione del loro strano rapporto;
  • Amo anche molto Logen, anche i vari nordici. L’autore ha enfatizzato le loro barbare caratteristiche e io ho adorato la malinconia nell’affrontare la vita, che non cede mai però alla commiserazione. Il sanguinario è un personaggio complesso e la descrizione della sua solitudine e l’ineluttabilità delle sue scelte mi hanno veramente coinvolta;
  • Amo in generale la caratterizzazione di ogni personaggio. Le pagine da leggere sono molte, ma il tempo di descrivere ognuno non è mancato. Il lavoro dell’autore è stato meraviglioso, soprattutto perché non credo ci sia neanche un personaggio totalmente buono o cattivo. Sono tutti in qualche modo crudeli ed egoisti, chi più chi meno, e le varie sfaccettature mi hanno ammaliata. 

Credo si capisca che questo libro mi è piaciuto tanto, così come l’intera trilogia. Ho capito che è questo che io intendo per fantasy epico, che è questo stile che io ricerco. Non c’è molto spazio per le emozioni, non quelle tenere o romantiche, ma non se ne sente la mancanza, soprattutto nel finale che è incalzante. Se si parla di guerra la crudeltà deve esserci, se si parla di politica gli intrighi sono la base. Lo spazio per le nobili sentimenti è ridotto ed è ciò che io mi aspetto da questo tipo di storie.

Quindi, dopo aver ordinato quasi tutto quello che ha scritto il mio nuovo idolo Joe, non posso che consigliarvi questa trilogia, soprattutto se non cercate una storia buona e sdolcinata, ma impegnativa e intensa, meravigliosa e coinvolgente.  
Voto: 




La prossima settimana vi aspetto con il libro nuovo di questo meraviglioso autore, Un piccolo odio. Intanto voi se non l'avete ancora fatto leggete questo.



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