Buongiorno, è il turno di Ludovica in questa rubrica, nata da una mia idea, in collaborazione con Dolci.
Ogni
mese verrà scelto un argomento e troverete le recensioni sui vari blog
partecipanti. Ognuno quindi avrà un titolo diverso, sarà una specie di
catena di recensioni, tutte con un comun denominatore.
L'argomento di dicembre è
Un libro ambientato a Natale
Autore: Charles Dickens
Titolo: Canto di Natale
Editore: vari
Data di pubblicazione: 1873
Pagine: 130 circa
Trama:
Il Canto di Natale (A Christmas Carol) è un romanzo breve di genere fantastico del 1843 di Charles Dickens (1812-1870), di cui è una delle opere più famose e popolari. Il romanzo è uno degli esempi di critica di Dickens della società ed è anche una delle più famose e commoventi storie sul Natale nel mondo. Narra della conversione dell'arido e tirchio Ebenezer Scrooge visitato nella notte di Natale da tre spiriti (il Natale del passato, del presente e del futuro), preceduti da un'ammonizione dello spettro del defunto amico e collega Jacob Marley. Il Canto unisce al gusto del racconto gotico l'impegno nella lotta alla povertà e allo sfruttamento minorile.
Quando leggi tanti classici
nel periodo liceale e universitario, e non ultimo perché sei una malata di
letteratura e quindi non smetti mai veramente di farlo, neanche quando a
consigliartelo non sia più un istituto scolastico, arrivi ad un certo punto che
quasi ne hai il rifiuto, credi di non poter leggere più tante pagine tutte
insieme o che semplicemente tu abbia già dato, mettendo così a riposo la parte
più scolastica di te.
Il canto di Natale
giaceva sulla mia libreria da quando sono diventata madre per la prima volta
(2011), mi ero ripromessa di leggerlo ai miei figli durante il periodo
natalizio, in una fredda vigilia di Natale, al cospetto di legna che bruciava
allegra nel camino, ma poi, pur avendone viste tante trasposizioni televisive,
addirittura fanfiction harrypotteriane (Mirya), lo avevo sempre accantonato,
preferendogli libri più immediati, più recenti, più attuali.
Storia conosciuta, quindi,
da praticamente tutti dall’anno 1843: tre fantasmi che si presentano la vigilia
di Natale ad un protagonista, Scrooge, famoso per il suo dispotismo, per il suo
essere scorbutico e venale, ma soprattutto per la sua viscerale avversione
verso il Natale (come ti capisco, amico Scrooge!), dicevo, tre fantasmi che gli
si presentano davanti per ricordargli che un tempo anche lui amava il Natale.
Per avvertirlo che il suo tempo non è infinito, per dirgli, in definitiva, che
non è mai troppo tardi per rendersi conto che il nostro vicino di casa, il
nostro unico nipote, aspettano solo un piccolo gesto, umano ed umanitario, da
parte nostra per perdonarci di ogni nostra eventuale mancanza.
La prima considerazione che
mi sento di fare è che, pur essendo un’opera dell’Ottocento, ha mantenuto
davvero un’incredibile attualità, la storia è molto semplice, ed anche il linguaggio
risulta adatto a bambini delle elementari (l’ho consigliato a mio figlio, 8
anni), immagini vivide, piene di particolari, ma facilmente intuibili ed
immaginabili, ne fanno davvero una favola moderna.
Seconda considerazione è che
ad una prima lettura, più semplicistica e letterale, ne possiamo affiancare una
più approfondita in cui si nota lo spaccato perfetto dell’epoca storica in cui
il libro è ambientato, è così che si può ritrovare l’invettiva velata ma reale,
che Dickens fa alle condizioni di povertà ed analfabetismo ancora troppo
presenti nel suo periodo, la sua è una
denuncia vera e propria, sta a noi coglierla e farne tesoro.
Ciò che mi ha colpito
maggiormente di questo racconto è la necessità degli ultimi, dei più poveri,
dei reclusi, di quelli che vivono ai margini di una società che li rifiuta, li
costringe a vivere in miseria, di trovare comunque il positivo nelle piccole
cose, nel focolare familiare, in un tacchino che sfama la famiglia, in un dolce
che all’apparenza può sembrare non perfetto, ma che trova la sua perfezione
nella convivialità, nell’affetto, nei legami di sangue e non.
È la speranza di essere
tutti uguali almeno nel giorno di Natale.
È vero, i classici fanno
paura, per mole, per quello che si crede lontananza culturale, ma il fascino
dei classici, il loro messaggio, la loro capacità di andare oltre il tempo è quello
che ce li rende indispensabili, è quello che ci dovrebbe a spingere a leggerne
sempre di più, sono un rifugio tranquillo per anime sempre alla ricerca dell’imperscrutabile,
i classici, in questo caso, nel mio caso, hanno portato nella mia mente un po’ di
sano spirito natalizio, io che con il Natale non vado proprio d’accordo!
Ed è con uno sguardo ottimista e fanciullesco
che auguro a tutte.....
BUON NATALE!!
Voto:
Uno dei mie classici preferiti ☺️❤️📖
RispondiEliminaDavvero un bel libro, anche per chi, come me, non ami particolarmente il periodo!
EliminaIl mio libro preferito di Natale
RispondiEliminaSì? Ora sto facendo la corte a mio figlio per consigliare la lettura!
Eliminaquesto libro è puro Natale, se pensi al Natale pensi a lui, è un classico, è un must chiamalo come vuoi ma lui è IL LIBRO
RispondiEliminabellissima recensione come sempre
Grazie Chicca, anche perché io davvero sono la personificazione di Scrooge prima della “redenzione”😂
EliminaOhhhhhh, uno dei classici che amo di più! L'ho riletto più volte e, ovviamente, ho visto tutte le trasposizioni cinematografiche! Bellissimo, per è lo spirito natalizio fatto libro!
RispondiEliminaSì! Mi ha spinto a catapultarmi in un periodo che mi sta proprio stretto e che, se fosse possibile, eviterei! Ma poi i figli, la scuola, i buoni sentimenti che si fanno spazio ed è... Natale!
EliminaIo trovo che sia un classico perfetto, uno di quelli da consigliare a chi non ha mai messo il naso nella letteratura di spessore perché ne è intimamente terrorizzato. Breve, con una fabula chiara e conosciuta; euna fabula interpretata altrettanto chiara, che tu hai saputo cogliere con molta sensibilità. Penso di averlo letto e riletto parecchie volte nella mia vita. Ogni lettura nasconde una piccola sorpresa. :)
RispondiEliminaPrometto che l’anno prossimo tornerò a leggerlo! Non sia mai che la redenzione avvenga?
EliminaCiao Ludovica, pensa che ho letto due volte Casa desolata e zero volte questo. Devo comprarmelo per Natale. Grazie. Lea
RispondiEliminaLea, io ce l’avevo in libreria da dieci anni, figurati! Ma quest’anno mi ha proprio chiamato ed io ho raccolto l’invito
EliminaIl mio classico di Natale preferito!
RispondiEliminaDavvero? Io Le notti bianche. E poi Jane Eyre. E poi Orgoglio e pregiudizio e poi... altri, ma questo è stato, seppur conosciuto, una piacevole scoperta!
EliminaUn classico perfetto per questo periodo 😍
RispondiEliminaDavvero perfetto, sì!
EliminaIo ho un cattivo rapporto con i classici, questo non lo ho mai letto, mi limito a vederne le versioni cinematografiche
RispondiEliminaIo AMO i classici, anche quelli latini e greci, ma ne ho fatta talmente una scorpacciata tra liceo-università-post lauream, che oggi ne leggo meno. Quando li leggo, però, mi spiego il motivo per cui ami tanto leggere!
RispondiEliminaNonostante conosca tantissimo la storia e la ami nelle sue varie trasposizioni cinematografiche, oltre al fatto che il Natale, per me, è un must -no, non sono un Grinch, sebbene, per certi versi, lo sembri ahah-, non ho ancora letto questo piccolo capolavoro di Dickens, ma spero di recuperarlo presto <3 :D
RispondiEliminaAnche io come te vi ho messo una vita prima di leggerlo! Ma è un bel classico
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