lunedì 24 ottobre 2022

Recensione "Quel fantastico peggior anno della mia vita" di Jesse Andrews - Questa volta leggo

Oggi è il momento di questa rubrica 
 
Come sempre grazie a Dolci, Queen della grafica
 
 
Ogni mese verrà scelta una parola e nell'ultima settimana troverete le recensioni sui vari blog partecipanti. Ognuno quindi avrà un titolo diverso, scelto in relazione alla parola data, tutti con un comun denominatore.

La parola di ottobre è:

R A G A Z Z I

Stavolta ho voluto leggere questo libro, che ho comprato dopo aver visto un post su facebook di Alice Basso, che è un libro di narrativa per ragazzi con tre ragazzi in copertina.
Il libro: 
Autore: Jesse Andrews
Titolo: Quel fantastico peggior anno della mia vita
Editore: Einaudi
Data di pubblicazione: 1 dicembre 2015
Pagine: 254

Trama: 
Il primo giorno di scuola, per Greg, è stato anche meglio del previsto. Stavolta, se non altro, nessuno gli ha spremuto le bustine di senape sulla testa. II suo buonumore, però, dura poco. Il tempo che la madre torni a casa e gli spieghi che la sua compagna Rachel è ammalata e che lui dovrà starle vicino. Per uno come Greg, il nerd più asociale della scuola, non poteva esserci notizia peggiore. La sola consolazione è che con lui ci sarà pure il suo amico Earl. Insieme decideranno di girare un film per lei. Un film che avrà un'unica, devotissima fan.



Greg deve affrontare l’ultimo anno del liceo, prima del college. Già normalmente avrebbe timore di questo, ha passato tutti i suoi anni di scuola a cercare di risultare, se non invisibile, almeno non attaccabile, ma questo anno in particolare che lo aspetta lo spaventa più del solito per un motivo: Rachel, una sua ex ragazza, ha la leucemia e sua madre lo ha “incastrato” a esserle amico. Solo che lui non sa come fare, perché di amici non ne ha. Certo ha Earl, ma è più un avere interessi in comune che altro (entrambi amano i film, tanto da girarli pure) e comunque anche lui no sa bene come porsi.

In questo libro quindi Greg racconta direttamente al lettore la sua impresa, il film che vorrebbero dedicare a Rachel, come è nato e come è stato affrontato, tutto quanto insomma capita in quell’ultimo anno di scuola.

Ci sono ragazzi e c’è il cancro, ma se vi aspettate un libro tipo “Colpa delle stelle” (che io poi ho amato tantissimo), resterete delusi. Questo è più il resoconto di Greg, le critiche contro sé stesso, la fatica e la volontà di raccontare la sua versione. Non ci sono buoni sentimenti infarciti di frasi retoriche, ci sono però tante risate, alcune pure che ti vergogni un po’ a fare.

Greg è sarcastico e demolitore, prima di tutti verso di sé. Ha un modo tutto suo di affrontare le situazioni e non si piace, non ne fa mistero. La malattia di Rachel lo sconvolge, ma non nel senso in cui ci si aspetterebbe da un amico (non solo almeno). Lo fa arrabbiare e lo fa crescere, due cose che da sempre rifugge. Lo fa pensare al futuro (altra cosa che aborra), gli fa mettere in discussione tutto.

Si butta perciò sulla sua passione, i film. Anche qui però la piega che prende è inaspettata e non apprezzata da Greg.

La lettura di questo libro mi ha fatto molto riflettere, ho riso tanto, ma sul finale ho anche imprecato un po’. Perché la fine è amara, reale, pure troppo. Non c’è la componente romanzata, non c’è per tutto il libro, ma sul finale è una bella botta di realtà, che mi ha fatta star male, soprattutto in quanto madre di due adolescenti.

Non è un libro per evadere, è una storia diversa, uno spaccato di vita reale, quella che i libri, e i film, di solito non raccontano. Credevo mi avrebbe fatto più piacere questo, invece mi sento in colpa perché avrei voluto fosse diverso, con maggiore speranza.

È comunque un libro particolare che mi è piaciuto e sono contenta di aver letto.
Voto: 4*

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8 commenti:

  1. Peccato per il finale però a volte c'è necessità di realismo fino alla fine, sembra interessante me lo segno

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    1. è vero, a volte è necessario, però non sempre lo apprezzo

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  2. Peccato per il finale, ottima recensione, grazie

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    1. era un giusto finale, solo che io avrei voluto diversamente

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  3. io faccio fatica a leggere libri in cui i ragazzi son malati, infatti green non l'ho letto apposta, e nonostante il parere positivo, tuo e della Basso, non credo leggerò questo romanzo

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    1. questo in realtà non si concentra sulla malattia, ma capisco bene il tuo pensiero

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  4. Ho amato questo libro letto anni fa

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