venerdì 18 novembre 2016

Chi ben comincia #11

Ciao a tutti e buon venerdì. Oggi torno con una rubrica che ho un pochino trascurato, Chi ben comincia, ideata da Alessia del blog Il profumo dei libri. Ma ho in lettura un libro molto chiacchierato in questo periodo e vorrei parlarne anche io.


REGOLE:

- Prendete un libro qualsiasi contenuto nella vostra libreria
- Copiate le prime righe del libro (possono essere 10, 15, 20 righe)
- Scrivete titolo e autore per chi fosse interessato

- Aspettate i commenti

Il libro in questione è "Pista nera" di Antonio Manzini, Sellerio editore. E' il primo della serie avente per protagonista Rocco schiavone, di cui in questi giorni è uscita anche la serie TV. Questo personaggio ha il suo perché e io devo dire che mi accodo agli "imbecilli" che lo seguono.




Giovedì


Gli sciatori se n’erano andati e il sole, appena sparito dietro le cime rocciose grigio azzurre dove s’era impigliata qualche nuvola, colorava la neve di rosa. La luna aspettava il buio per poter illuminare tutta la valle fino al mattino successivo.
Gli impianti di risalita erano fermi e gli chalet in quota avevano spento le luci. Si sentiva solo il brontolio dei motori dei gatti che andavano su e giù per risistemare il fondo delle piste da sci scavate tra boschi e rocce sulle costole delle montagne.
L’indomani sarebbe cominciato il week-end e la stazione sciistica di Champoluc si sarebbe riempita di turisti pronti a mordere la neve con le lamine. Andava fatto un lavoro certosino.
Ad Amedeo Gunelli era toccata la pista più lunga. La Ostafa. Un chilometro di lunghezza per una sessantina di metri di larghezza. La pista principale di Champoluc, quella che serviva ai maestri di sci con gli allievi alle prime armi come agli sciatori esperti per provare la superconduzione. Era quella che richiedeva più lavoro, che perdeva il manto nevoso già all’ora di pranzo. Infatti era scoperta in più punti. Sassi e terra, soprattutto al centro, la deturpavano.
Amedeo aveva cominciato dall’alto. Faceva questo lavoro da soli tre mesi. Non era difficile. Bastava ricordarsi i comandi del bestione cingolato e la calma. Quella era la cosa più importante. Calma e nessuna fretta.
Aveva infilato le cuffiette dell’iPod con i successi di Ligabue e s’era acceso la canna che gli aveva regalato Luigi Bionaz, il capo dei gattisti, il suo amico più caro. Era grazie a lui se Amedeo aveva un lavoro e portava mille euro al mese a casa. Sul sedile accanto aveva appoggiato la borraccetta con la grappa e il walkie-talkie. Tutto era pronto per le ore di fatica.
Amedeo recuperava la neve dai bordi, la spalmava sui punti più scoperti, la trinciava con la fresa mentre i pettini la appiattivano rendendo la pista una tavola da biliardo. Era bravo Amedeo, solo che stare lì da solo non gli piaceva. Spesso si pensa che la gente di montagna ami la vita solitaria e un po’ forastica. Niente di più falso. O almeno, niente di più falso per Amedeo. A lui piacevano le luci, il casino, la gente e chiacchierare fino all’alba.


Allora che ve ne pare? L'avete già letto tutti o qualcuno come me sta recuperando? O non vi ispira per nulla? Fatemi sapere, intanto vi dico già che presto ci sarà anche la recensione.



6 commenti:

  1. Ciao Chiara,
    che posso dire? Rocco è per me una sorta uomo di ideale, nonostante tutti i suoi difetti e forse proprio in virtù di quelli. Ho letto tutti i libri, forse devo recuperare qualche racconto.
    Intanto aspetto la tua recensione.
    Lea

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    1. Mi sta conquistando proprio per i suoi difetti, adoro i protagonisti non perfetti. Arriverà a breve, spero di finirlo oggi

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  2. Carino l'inizio. Mi piace come scrive l'autore.
    Per la miseria quanto leggi. Ti invidio :'(

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