mercoledì 22 agosto 2018

Recensione "L'anno in cui imparai a raccontare storie" di Lauren Wolk - Perché te lo dico io #8

Buongiorno, rientrati tutti dalle vacanze? Oggi finalmente io e Lea del blog Due lettrici quasi perfette torniamo con questa rubrica, che personalmente adoro e ho trascurato troppo.



E' un'idea che è nata parlando della nostra passione comune: i libri di narrativa per ragazzi. Ogni volta una di noi consiglierà all'altra un titolo, spiegando il perché di quella scelta e ci sarà la recensione. La cadenza sarà del tutto casuale perché noi due in fondo ci sentiamo ancora adolescenti e quindi pubblicheremo quando ci pare e piace!

Lea mi ha consigliato questo libro dicendo:

Un romanzo che ci porta nei luoghi oscuri dell'animo umano. Per la protagonista crescere significherà diventare consapevole, ma non perdere la purezza o la tenerezza. Siamo piccole particelle dell'universo, ma possiamo fare la differenza! Un libro importante che consiglio a grandi e piccoli.


Autrice: Lauren Wolk
Titolo: L'anno in cui imparai a raccontare storie
Editore: Salani Editore
Data di pubblicazione: 10 maggio 2018
Pagine: 278

Trama:
Come Il buio oltre la siepe, a cui è stato paragonato da tutti i critici che l’hanno recensito, questo libro è la sintesi perfetta di avventura, suspense, impegno civile. Ambientato nel 1943, all’ombra delle due guerre, è il racconto di una ragazzina alle prese con situazioni difficili ma vitali: una nuova compagna di classe prepotente e violenta, un incidente gravissimo e un’accusa indegna contro un uomo innocente. Annabelle imparerà a mentire e a dire la verità, perché le decisioni giuste non sono mai facili e non possiamo controllare il nostro destino e quello delle persone che ci sono vicine, a prescindere da quanto ci impegniamo. Imparerà che il senso della giustizia, così vivo quando si è bambini, crescendo va difeso dalla paura, protetto dal dolore, coltivato in ogni gesto di umanità.
Una scrittura nitida e coinvolgente dà voce a una delle protagoniste più forti della letteratura contemporanea e terrà incollati alle pagine sia i ragazzi che gli adulti.L’anno in cui imparai a raccontare storie è già un classico.

Questo è un libro intenso nonostante sia pensato per un pubblico molto giovane. Racconta la storia di Annabelle, di una parte della sua vita in cui imparerà che la verità a volte non basta, che spesso la gente non vuole conoscerla e che a volte la vita è ingiusta.

Siamo nel 1943 e lo spettro delle guerre, sia quella passata che quella presente, incombe su tutto. Annabelle è una ragazzina attenta a ciò che la circonda, curiosa. Vive una vita serena e si sente fortunata, nonostante le privazioni. Finché un giorno una compagna la prenderà di mira e questo scatenerà una serie di eventi che avranno conseguenze più grandi di lei.

Il libro affronta tematiche molto importanti, parla di guerra, di bullismo, di come sia sbagliato giudicare dalle apparenze, di come raccontare la verità a volte non basti. Annabella in questo libro crescerà, imparerà tante cose sulla vita e sul diventare grandi.
Perfino il comportamento di un lupo ha le sue spiegazioni. Perfino un serpente mangia l'uovo di un pettirosso per un motivo.
Mi è piaciuto molto per i temi affrontati e anche per la maniera in cui lo fa. Semplicemente, con una forma adatta ai ragazzi, alla loro portata. Molto importante perché è proprio a loro che si rivolge.

Ho adorato il fatto che spesso Annabelle non sia integerrima ma abbia pensieri negativi (giustificati e che condivido) nei confronti di chi secondo lei ha sbagliato. Quindi nonostante questo sia un libro che vuole trasmettere buoni significati i personaggi non sono tutti belli, bravi e buoni e per me è un grande pregio perché più realistico.

Bellissima la figura di Toby, lo "strano" del villaggio, quello cupo e solo, è caratterizzata benissimo e mi ha fatto molta tenerezza. Anche solo per conoscere lui il romanzo merita di essere letto.

Ho apprezzato il finale, non poteva che essere così, ma è stato coraggioso e giusto. Mi ha coinvolta moltissimo questa parte.
E stabilii che certe cose non le avrei mai capite, per quanto mi fossi sforzata. Ma avrei cercato ugualmente di capirle. E che certe persone non avrebbero mai sentito la mia piccola voce, qualunque cosa io avessi da dire.
Ho tentennato un pochino nella parte centrale, l'ho trovata più lenta e infantile, cosa non sbagliata ma forse meno adatta a me. 

Una storia da far conoscere ai ragazzi, magari alle scuole medie, per ridimensionarne i giusti valori. La farò leggere ai miei figli.
Voto:

Conoscete questo titolo? Siete curiosi di sapere cosa ho fatto leggere a Lea? Trovate il suo post qui.

Alla prossima


10 commenti:

  1. Felicissima che tu lo abbia apprezzato, finale compreso. Mi incanta leggere le recensioni positive dei libri che ho amato. Grazie. Lea

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    1. Grazie a te Lea per questo consiglio, è una storia molto profonda

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  2. ce l'ho in lista da quando Lea ne aveva parlato! spero di riuscire presto a leggerlo! bellissima recensione Chiara

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  3. Sembra molto interessante, mi hai incuriosita! me lo segno ;)

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  4. E' un libro che voglio leggere da quando lo vidi per la prima volta nella newsletter della Salani, ma che sfortunatamente non ho ancora avuto modo di leggere. Devo dire che la tua recensione mi ha incuriosito parecchio, spero di leggerlo al più presto!

    Midori

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