martedì 29 marzo 2022

5 blogger per un autore #8 - Jodi Picoult

Torna questa rubrica, a cui tengo molto anche per la splendida collaborazione con alcune blogger che ormai conosco da diverso tempo e che stimo molto, Daniela del blog Un libro per amico, Baba del blog Desperate Bookwife, Ombretta del blog Ombre di Carta e Chicca del blog Librintavola .

Appuntamento bimestrale in cui noi 5 bologger leggeremo un romanzo di un autore o autrice scelto di comune accordo di cui abbiamo voglia di approfondire la conoscenza oppure di scoprirlo.
 
Grazie a Ombretta per la grafica
 
Per questo appuntamento il nome scelto è: Jodi Picoult.
 
Per l'occasione ho scelto questo tra i suoi libri:
Autrice: Jodi Picoult
Titolo: Le case degli altri
Editore: Corbaccio
Data di pubblicazione: 1 giugno 2011
Pagine: 623

Trama:
Jacob Hunt è un adolescente autistico. Non sa interpretare i comportamenti e i gesti degli altri e gli altri non capiscono i suoi. Come molti ragazzi affetti dalla sindrome di Asperger, Jacob ha degli interessi spiccati, anzi ossessivi: la sua passione sono i casi giudiziari e più di una volta si è presentato sulla scena di un crimine per offrire il suo aiuto, spesso risolutivo, alla polizia. Il fratello minore Theo, invece, è un tipo del tutto diverso, cioè... normale. Fin da piccolo però ha dovuto confrontarsi con le stranezze di Jacob e anche lui ha finito per sviluppare una personale ossessione: spiare le case degli altri, quelle delle famiglie diverse dalla sua, cioè delle famiglie normali, che a lui sembrano più felici. La sua gli sembra una famiglia con una vita troppo complicata, che diventa addirittura impossibile quando accade un fatto terribile: l'insegnante di sostegno di Jacob viene ritrovata morta e con segni di violenza sul corpo. Molti indizi sembrano condurre a Jacob, che finisce in tribunale, dove, inevitabilmente, tutte le manifestazioni della sua sindrome, l'incapacità di guardare negli occhi, i tic, i gesti compulsivi, vengono interpretate come prove di colpevolezza. Ma che cosa è successo davvero quel giorno?


Ho comprato questo ebook da molto tempo (non è nemmeno più disponibile), ma ho sempre tergiversato perché conosco lo stile dell’autrice e so che scandaglia a fondo sentimenti e situazioni e stavolta il protagonista è un ragazzo autistico, anzi con la Sindrome di Asperger.
Essendo così coinvolta (mio figlio maggiore è Asperger), avevo il timore – fondato – che l’impatto fosse forte e volevo essere pronta. Questa rubrica mi ha fornito la scusa per farlo e ne sono grata.

Ammetto subito però che questa recensione non sarà obiettiva, in quanto sono veramente troppo coinvolta con l’argomento trattato, che mi ha scombussolata non poco.

Le case degli altri è un romanzo corale, attraverso i vari personaggi conosciamo Jacob, 18.nne con la Sindrome di Asperger, e la sua famiglia composta dalla mamma Emma e dal fratello Theo. Il padre ha pensato bene di tagliare la corda e rifarsi una famiglia, schiacciato dalle troppe incombenze date da un figlio non normodotato.
L’autrice presenta i vari personaggi, sottolineando la “passione” (io le chiamo “fisse”) di Jacob per i casi giudiziari e le scene del crimine, delle analisi delle prove. Ci racconta di difficoltà quotidiane, di fatica, di mancanza di accettazione, ma anche di speranza e tenacia (soprattutto da parte di Emma, la madre). Tutto precipita quando Jess, educatrice di Jacob, viene trovata morta e tutti gli indizi puntano sul ragazzo, che fatica a relazionarsi in maniera ordinaria e le cui risposte portano a una facile accusa.

Jodi Picoult è un’autrice che mi piace, affronta sempre con molto tatto le dinamiche familiari e anche qui questo particolare è alla base di tutto. Inutile dire che mi sono immedesimata in Emma (anche se io sono molto più fortunata sul versante marito e altro figlio), ma sono riuscita a entrare in empatia con tutti quanti i personaggi, forse anche grazie al tipo di narrazione corale.

La ricerca fatta sulla Sindrome di Asperger è stata minuziosa e si nota proprio l’attenzione e la cura che l’autrice ha posto nel suo scritto. Questo però su di me ha influito in maniera quasi terapeutica, spesso ho dovuto mollare il libro e passare ad altro, era tutto troppo, ha portato di nuovo a galla sentimenti e emozioni che provo o che ho provato, non tutti positivi. Ci ho messo un po’ a leggerlo e a un certo punto ho pure pensato di mollarlo, mi ha proprio scombussolata, ma poi per fortuna la curiosità ha vinto, così ho concluso lettura e terapia.

In questo libro è proprio sottolineata la difficoltà del quotidiano: facile parlare di accettazione, facilissimo mettere i calzini spaiati una volta l’anno, però poi riuscire ad accettare o anche solo a interagire con persone dai comportamenti diversi è un’altra cosa e purtroppo anche io lo vedo ogni giorno. Non è semplice e mi è piaciuto il fatto che l’autrice non punti il dito su nessuno, che non cerchi una colpa, anzi che provi a presentare le varie spiegazioni e giustificazioni, condivisibili o meno. Questo è il suo più grande pregio secondo me, che ho riscontrato anche in altri suoi lavori.

La parte relativa al processo mi sarebbe piaciuta più fluida, l’ho trovata un pochino lenta, il finale però l'ho apprezzato tantissimo e sistema ogni tassello.

Non è un libro sull’Asperger, anche se io forse l’ho vissuto così. È una storia di famiglia, di comunità, di legami personali a volte difficili, che l’autrice tratta con grande maestria. In più secondo me racconta l’Asperger in maniera veritiera.
Voto: 4.5*

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2 commenti: