lunedì 28 marzo 2022

Ci provo con - Recensione "Una posizione scomoda" di Francesco Muzzopappa

Buongiorno, torna la rubrica mensile nata da una mia idea per buttarsi su nuovi autori. 

Rubrica a cadenza mensile in cui si legge un autore o un'autrice per la prima volta.

A me piace fare rubriche in compagnia, ovviamente senza nessun obbligo, così ho esteso l'invito alle mie amiche blogger. In basso trovate le partecipanti di questo mese e se vi facesse piacere partecipare avete solo da dirlo.

Ho letto:
Autore: Francesco Muzzopappa
Titolo: Una posizione scomoda
Editore: Fazi Editore
Data di pubblicazione: 21 marzo 2013
Pagine: 221

Trama:
Fabio è un ragazzo diplomato al Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma. Agli occhi di registi del calibro di Amelio e Sorrentino, Fabio è una promessa del cinema italiano. Peccato che, dopo essere partito con il sogno di scrivere film d’autore, oggi lo ritroviamo a fare lo sceneggiatore di film porno. Deprimente, vero? Ma è l’unico modo per sbarcare il lunario. Così, invece di veder realizzato Il cielo di piombo, copione che da anni ingiallisce in un cassetto della sua scrivania, a Fabio tocca sfornare a un ritmo da infarto sceneggiature come la parodia di 20.000 leghe sotto i mari (per ottenere il nuovo titolo, sostituire la elle di “leghe” con una esse). Ma il giorno in cui gli annunciano che uno dei film da lui firmati, L’importanza di chiamarsi Ernesto (sostituire la emme di “chiamarsi” con una vu), è in lizza al Festival del Porno di Cannes, a Fabio viene un’idea che cambierà il corso della sua vita...
In questo libro troverete, in ordine di apparizione: un personaggio di una simpatia micidiale, tenero e vero, a cui ne succedono di tutti i colori; il mondo grottesco ma umanissimo della pornografia; le eterne aspirazioni ad avere dalla vita proprio quello che la vita non ti dà (mentre ti elargisce generosamente cose a cui non tieni affatto); una storia intrigante di amicizia perduta e poi ritrovata. Ma la vera marcia in più di Muzzopappa è una prosa “meridionale moderna”. Una scrittura in cui ci sono i sapori e la ricchezza tipici degli scrittori del Sud, ma in una versione mai così scattante, veloce, sincopata.
E, soprattutto, si ride dalla prima all’ultima riga.



Questo autore lo corteggio da un po’, adoro i libri capaci di far ridere e il suo target è questo. Inoltre mio figlio Federico ha adorato L’inferno spiegato male e così, grazie anche a una challenge al quale partecipo, ho letto il suo primo scritto.

Ammetto subito che il libro mi è piaciuto, ma non quanto mi aspettassi e il motivo è che il protagonista è semplicemente insopportabile. L’ho detestato profondamente dall’inizio alla fine ed essendo l’io narrante in prima persona, è stata dura leggere la sua storia attraverso le sue parole (mentre scrivevo questa frase però ho sghignazzato per il doppio senso e quindi in qualche modo sono entrata nel mood del libro).

Fabio è lagnoso, borioso, snob, viziato mai soddisfatto e che non fa nulla per migliorare, se non criticare tutto e tutti. Se questa poteva essere una base di partenza, in realtà all’arrivo si è ritrovato uguale, senza aver portato il lettore (o almeno me) a empatizzare per lui. Nel mio caso poi ho proprio provato fastidio, soprattutto per il livello di snobismo raggiunto (elevatissimo) e la discriminazione camuffata da battutine.

Non ho apprezzato infatti i troppi luoghi comuni intesi non come battuta simpatica, ma come definizione, in due casi soprattutto: Romina, transessuale capo di Fabio, e Ferzan, ragazzo dai modi timidi definito quindi come autistico. Sarà che ultimamente sono più sensibile alla discriminazione, ma qui ho proprio avuto l’impressione della battutina cattiva che però non è fine a se stessa, che non fa solo ridere, ma etichetta. Questo mi ha dato parecchio fastidio.

In compenso durante la lettura mi è capitato spesso di ridere, soprattutto sulle storpiature dei titoli dei film porno (Fabio infatti in attesa della sua occasione per il cinema “vero” si cimenta con il porno. È uno scenografo e scrive copioni). In questo caso la risata è stata costante, anche per i doppi sensi a tema sessuale, che sono molti vista la sua professione.

Si legge in fretta e se avesse avuto un protagonista diverso, o almeno con una qualche evoluzione, l’avrei adorato. Proverò a dare un'altra occasione all’autore.
Voto: 3*

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8 commenti:

  1. Mai letto nulla di questo autore. I protagonisti piatti di solito mi snervano quindi magari aspetterò che mi capita per le mani un'altra recensione su un suo libro diverso prima di decidere se dargli una possibilità o meno

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  2. Ma sai che dalla prima parte della recensione avrei pensato il libro ti fosse piaciuto e ci sono rimasta male poi della seconda parte? Che peccato quando i personaggi deludono così!

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    1. non mi è dispiaciuto, ma neanche mi ha fatto impazzire

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  3. Questo autore gira da un po' anche nella mia testa ma non ho letto ancora nulla e dalla descrizione che hai fatto del personaggio Fabio e dei cliché beh credo che non inizierò da questo.

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  4. Non lo conosco per nulla, se non di nome

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